21 luglio. IL TEOREMA E IL COROLLARIO.
«Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare
le percosse e le ingiurie di una sorte atroce,
oppure prendere le armi contro un mare di guai
e, combattendo, annientarli.»
Per qualche ragione, in una parte dell'habitat sociale nel quale sono inserito, si sta diffondendo sempre più la convinzione che l'unica cosa da fare sia quella di fornire e diffondere un'informazione corretta sui fatti economici, così da contrastare la propaganda del fronte eurista (con felice intuizione ribattezzato PUD€ - Partito Unico Dell'€uro). Solo se si riesce a far circolare un'informazione corretta su quello che è accaduto - e sta ancora accadendo, si argomenta - sarà possibile un cambiamento. A quel punto, dicono i sostenitori di questo teorema, "qualcosa accadrà".
Un corollario del teorema è che muoversi prima è sbagliato. Dunque, chiunque tenti di costruire un movimento politico, prima che la verità sia sufficientemente diffusa è, nella migliore delle ipotesi, un ingenuo, e nella peggiore un opportunista. Credo che il mio fermo dissenso sul teorema e sul suo corollario mi siano costati un'amicizia.
E' ovvio che la diffusione di una corretta interpretazione degli avvenimenti, non solo degli ultimi anni ma anche degli ultimi decenni del secolo scorso (almeno a partire dall'inizio degli anni settanta), sia un passaggio obbligato; al quale mi sto dedicando da anni, insieme con un numero crescente di bloggers e frequentatori dei social networks. Qualche segnale comincia a rendermi meno pessimista di qualche mese fa, e comincio a pensare che, forse, stiamo arrivando in prossimità del punto in cui la curva logistica (sigmoide) inizia ad impennarsi. L'ultimo è un articolo, comparso il 12 luglio sul Sole24ore, dal titolo "La Commissione Ue «sfiducia» i giornalisti", nel quale ci viene riferito che
«La Commissione europea non è affatto soddisfatta di come i media coprono i lavori dell'Unione in tempi in cui si assiste ai terribili effetti sociali della peggior crisi economica dell'eurozona dai tempi della Seconda guerra mondiale. Così Bruxelles ha deciso di lanciare un proprio servizio indipendente per fornire notizie accurate sull'attività della Commissione stessa completo di «editor, web designer e di esperti in giornalismo e giornalisti». Meraviglioso, musica per le mie orecchie: gli eurofascisti pensano di fermare il vento della verità con un EuroMinCulPop!
Penso, tuttavia, che la sola diffusione della verità non basti. Sarebbe come se, durante la seconda guerra mondiale, gli italiani fossero stati sì informati del fatto che ci eravamo alleati con dei criminali e che la guerra era persa, senza però che nascesse un CLN! Chi commette un errore simile è, a mio giudizio, nella migliore delle ipotesi un ingenuo e, nella peggiore, un opportunista. E con questo credo di aver rinfocolato una sana inimicizia.
Oggi, come allora, la Patria è in mortale pericolo, perché una esigua minoranza di soggetti, i quali però detengono gran parte del potere e della ricchezza, ha scelto di privare la stragrande maggioranza non solo di ogni forma di potere reale e di un livello dignitoso di vita, ma ha deliberatamente sferrato un attacco allo Stato, con l'obiettivo di ridurne le funzioni a quelle di un ente puramente amministrativo. In pratica l'Italia, come tutte le nazioni europee compresa la Germania, è diventata una colonia del grande capitale globalista. Complice di questo processo sono stati, oltre al ben noto PD, anche il PDL berlusconiano, del quale ricordiamo la feroce repressione messa in campo a Genova nel 2001, come pure la Lega Nord, come dimostra senza ombra di dubbio la votazione unanime per la ratifica del trattato di Lisbona nell'agosto 2008. La conseguenza di questa lettura dei fatti, che è opposta a quella secondo cui ciò che è avvenuto è semplicemente il frutto di un'evoluzione scoordinata delle forze del mercato, implica la necessità di affiancare, e forse far precedere alla pur necessaria opera di controinformazione, lo sforzo di creare organizzazioni politiche in grado di contrastare un deliberato disegno politico, che è di natura intimamente antidemocratico, e quindi fascista. Anzi, eurofascista.
Il pericolo, ove tali sforzi non si concretizzassero a breve, è quello di assistere a una sconvolgente operazione di trasformismo, di cui già si colgono i primi segnali. L'ottimo Mattia Corsini, al quale tutti dobbiamo essere grati per la caparbietà con cui è riuscito ad imporre al M5S di riflettere (quantomeno) sull'euro, ce ne ha offerto un esempio nel suo ultimo post: Come volevasi dimostrare (1): Silvio reloaded!.
Ora, poiché le forze sociali che sono state ingannate e oppresse dal deliberato attacco allo Stato, sferrato dal grande capitale globalista, non sono certo omogenee, è necessario che nascano più organizzazioni politiche, dal basso, in rappresentanza delle diverse componenti del corpo sociale. La cui azione, però, dovrà trovare un momento di sintesi nella formazione di un Fronte Ampio, il quale, per la natura della battaglia politica che dovrà affrontare, non potrà che avere una bandiera comune: il sovranismo, termine che oggi denota l'amore per la libertà della Patria, il senso di identità del popolo italiano e la difesa della democrazia.
Dunque, un Fronte Ampio Sovranista, nel quale possano convergere tutte le organizzazioni politiche che, pur in rappresentanza di forze sociali e interessi di parte che, in una fase successiva, potranno, anzi dovranno, dividersi, sappia raccoglierle e coordinarle in un'azione politica comune finalizzata all'obiettivo di sconfiggere il globalismo, per ricostituire lo Stato della Repubblica Italiana.
Il ruolo del M5S
Nel quadro testé delineato c'è una grande incognita: il M5S, le cui posizioni ondivaghe, e una lettura sostanzialmente non condivisibile delle ragioni di questa crisi sistemica, sono di tanto in tanto rischiarate da improvvise dichiarazioni di Grillo, improntate a una forte critica dell'euro e dell'Unione Europea. Seguiamo con attenzione il dibattito interno al M5S, pronti a cogliere ogni segnale positivo, ma il dubbio resta. Vero è che le ultime esternazioni di Grillo, dopo l'incontro con Napolitano, sembrano segnare un'accelerazione della critica all'eurosistema, ma è necessario che questa tendenza si rafforzi senza che venga interrotta, proprio quando si comincia a ben sperare, da improvvidi post alla benettazzo sul blog di Beppe. Potrebbe trattarsi, come sostiene qualcuno, di tatticismo politico, ma anche della più ambigua delle operazioni politiche messe in campo dalle menti raffinatissime del fronte eurista.
In ogni caso, anche se il M5S effettuasse una svolta in senso sovranista della sua politica, sarebbe sbagliato pensare che, siccome c'è già il M5S, tanto vale sostenerlo senza far nascere altre organizzazioni politiche. Sarebbe un errore esiziale, sia perché la complessità del quadro sociale, politico ed economico italiano non può essere costretta e confinata all'interno di una sola forza politica - che a quel punto non potrebbe non avere una natura profondamente interclassista - sia perché è necessario, qualora il M5S si dichiarasse apertamente sovranista, e per il suo stesso bene, non consegnare nelle mani di Grillo, e del suo ristretto staff, il monopolio dell'opposizione al PUD€.
Nota finale per gli scoraggiati
Sempre più spesso leggo commenti improntati al più deleterio pessimismo, nei quali viene sostenuta la tesi secondo cui ogni sforzo sarebbe vano perché l'avversario è troppo forte e la gente non capisce e non capirà mai. A costoro ho una cosa da dire: se non avete voglia di mettervi in gioco, se pensate che tutto sia inutile, allora perché vi prendete la briga di venire a spandere il vostro pessimismo, quando non derisione, sulle teste di coloro che non hanno nessuna intenzione di arrendersi? Forse che in battaglia si va solo se si è certi di vincere? E in tal caso, dove sarebbe la gloria?
«Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare
le percosse e le ingiurie di una sorte atroce,
oppure prendere le armi contro un mare di guai
e, combattendo, annientarli.»
Per qualche ragione, in una parte dell'habitat sociale nel quale sono inserito, si sta diffondendo sempre più la convinzione che l'unica cosa da fare sia quella di fornire e diffondere un'informazione corretta sui fatti economici, così da contrastare la propaganda del fronte eurista (con felice intuizione ribattezzato PUD€ - Partito Unico Dell'€uro). Solo se si riesce a far circolare un'informazione corretta su quello che è accaduto - e sta ancora accadendo, si argomenta - sarà possibile un cambiamento. A quel punto, dicono i sostenitori di questo teorema, "qualcosa accadrà".
Un corollario del teorema è che muoversi prima è sbagliato. Dunque, chiunque tenti di costruire un movimento politico, prima che la verità sia sufficientemente diffusa è, nella migliore delle ipotesi, un ingenuo, e nella peggiore un opportunista. Credo che il mio fermo dissenso sul teorema e sul suo corollario mi siano costati un'amicizia.
E' ovvio che la diffusione di una corretta interpretazione degli avvenimenti, non solo degli ultimi anni ma anche degli ultimi decenni del secolo scorso (almeno a partire dall'inizio degli anni settanta), sia un passaggio obbligato; al quale mi sto dedicando da anni, insieme con un numero crescente di bloggers e frequentatori dei social networks. Qualche segnale comincia a rendermi meno pessimista di qualche mese fa, e comincio a pensare che, forse, stiamo arrivando in prossimità del punto in cui la curva logistica (sigmoide) inizia ad impennarsi. L'ultimo è un articolo, comparso il 12 luglio sul Sole24ore, dal titolo "La Commissione Ue «sfiducia» i giornalisti", nel quale ci viene riferito che
«La Commissione europea non è affatto soddisfatta di come i media coprono i lavori dell'Unione in tempi in cui si assiste ai terribili effetti sociali della peggior crisi economica dell'eurozona dai tempi della Seconda guerra mondiale. Così Bruxelles ha deciso di lanciare un proprio servizio indipendente per fornire notizie accurate sull'attività della Commissione stessa completo di «editor, web designer e di esperti in giornalismo e giornalisti». Meraviglioso, musica per le mie orecchie: gli eurofascisti pensano di fermare il vento della verità con un EuroMinCulPop!
Penso, tuttavia, che la sola diffusione della verità non basti. Sarebbe come se, durante la seconda guerra mondiale, gli italiani fossero stati sì informati del fatto che ci eravamo alleati con dei criminali e che la guerra era persa, senza però che nascesse un CLN! Chi commette un errore simile è, a mio giudizio, nella migliore delle ipotesi un ingenuo e, nella peggiore, un opportunista. E con questo credo di aver rinfocolato una sana inimicizia.
Oggi, come allora, la Patria è in mortale pericolo, perché una esigua minoranza di soggetti, i quali però detengono gran parte del potere e della ricchezza, ha scelto di privare la stragrande maggioranza non solo di ogni forma di potere reale e di un livello dignitoso di vita, ma ha deliberatamente sferrato un attacco allo Stato, con l'obiettivo di ridurne le funzioni a quelle di un ente puramente amministrativo. In pratica l'Italia, come tutte le nazioni europee compresa la Germania, è diventata una colonia del grande capitale globalista. Complice di questo processo sono stati, oltre al ben noto PD, anche il PDL berlusconiano, del quale ricordiamo la feroce repressione messa in campo a Genova nel 2001, come pure la Lega Nord, come dimostra senza ombra di dubbio la votazione unanime per la ratifica del trattato di Lisbona nell'agosto 2008. La conseguenza di questa lettura dei fatti, che è opposta a quella secondo cui ciò che è avvenuto è semplicemente il frutto di un'evoluzione scoordinata delle forze del mercato, implica la necessità di affiancare, e forse far precedere alla pur necessaria opera di controinformazione, lo sforzo di creare organizzazioni politiche in grado di contrastare un deliberato disegno politico, che è di natura intimamente antidemocratico, e quindi fascista. Anzi, eurofascista.
Il pericolo, ove tali sforzi non si concretizzassero a breve, è quello di assistere a una sconvolgente operazione di trasformismo, di cui già si colgono i primi segnali. L'ottimo Mattia Corsini, al quale tutti dobbiamo essere grati per la caparbietà con cui è riuscito ad imporre al M5S di riflettere (quantomeno) sull'euro, ce ne ha offerto un esempio nel suo ultimo post: Come volevasi dimostrare (1): Silvio reloaded!.
Ora, poiché le forze sociali che sono state ingannate e oppresse dal deliberato attacco allo Stato, sferrato dal grande capitale globalista, non sono certo omogenee, è necessario che nascano più organizzazioni politiche, dal basso, in rappresentanza delle diverse componenti del corpo sociale. La cui azione, però, dovrà trovare un momento di sintesi nella formazione di un Fronte Ampio, il quale, per la natura della battaglia politica che dovrà affrontare, non potrà che avere una bandiera comune: il sovranismo, termine che oggi denota l'amore per la libertà della Patria, il senso di identità del popolo italiano e la difesa della democrazia.
Dunque, un Fronte Ampio Sovranista, nel quale possano convergere tutte le organizzazioni politiche che, pur in rappresentanza di forze sociali e interessi di parte che, in una fase successiva, potranno, anzi dovranno, dividersi, sappia raccoglierle e coordinarle in un'azione politica comune finalizzata all'obiettivo di sconfiggere il globalismo, per ricostituire lo Stato della Repubblica Italiana.
Il ruolo del M5S
Nel quadro testé delineato c'è una grande incognita: il M5S, le cui posizioni ondivaghe, e una lettura sostanzialmente non condivisibile delle ragioni di questa crisi sistemica, sono di tanto in tanto rischiarate da improvvise dichiarazioni di Grillo, improntate a una forte critica dell'euro e dell'Unione Europea. Seguiamo con attenzione il dibattito interno al M5S, pronti a cogliere ogni segnale positivo, ma il dubbio resta. Vero è che le ultime esternazioni di Grillo, dopo l'incontro con Napolitano, sembrano segnare un'accelerazione della critica all'eurosistema, ma è necessario che questa tendenza si rafforzi senza che venga interrotta, proprio quando si comincia a ben sperare, da improvvidi post alla benettazzo sul blog di Beppe. Potrebbe trattarsi, come sostiene qualcuno, di tatticismo politico, ma anche della più ambigua delle operazioni politiche messe in campo dalle menti raffinatissime del fronte eurista.
In ogni caso, anche se il M5S effettuasse una svolta in senso sovranista della sua politica, sarebbe sbagliato pensare che, siccome c'è già il M5S, tanto vale sostenerlo senza far nascere altre organizzazioni politiche. Sarebbe un errore esiziale, sia perché la complessità del quadro sociale, politico ed economico italiano non può essere costretta e confinata all'interno di una sola forza politica - che a quel punto non potrebbe non avere una natura profondamente interclassista - sia perché è necessario, qualora il M5S si dichiarasse apertamente sovranista, e per il suo stesso bene, non consegnare nelle mani di Grillo, e del suo ristretto staff, il monopolio dell'opposizione al PUD€.
Nota finale per gli scoraggiati
Sempre più spesso leggo commenti improntati al più deleterio pessimismo, nei quali viene sostenuta la tesi secondo cui ogni sforzo sarebbe vano perché l'avversario è troppo forte e la gente non capisce e non capirà mai. A costoro ho una cosa da dire: se non avete voglia di mettervi in gioco, se pensate che tutto sia inutile, allora perché vi prendete la briga di venire a spandere il vostro pessimismo, quando non derisione, sulle teste di coloro che non hanno nessuna intenzione di arrendersi? Forse che in battaglia si va solo se si è certi di vincere? E in tal caso, dove sarebbe la gloria?
39 commenti:
Ovunque è un fiorire di lamentazioni sulla scarsa qualità degli italiani!
Fiorenzo fa la ramanzina agli scoraggiati dopo che nel suo blog almeno un paio di volte se l'è presa coi suoi compatrioti che non si decidono a svegliarsi; il blog il Moralista, vicino al GOD, si è appena prodotto in una delle sue geremiadi sul popolo italiota che non vuole proprio muovere le chiappe; Sollevazione diplomaticamente arriva a ipotizzare che la passività delle masse (le masse, chi fa parte della massa? Io no...voi? Per l'amor del cielo, nemmeno noi...) sia una specie di tattica in attesa di orizzonti politici meglio definiti (sta massa ne sa una più del diavolo); non avete che da andare in giro per blog e forum e troverete migliaia di Fraioli che pontificano dall'alto della loro sede sulla scarsa reattività di quello che gli inglesi chiamano simpaticamente "populace".
Ma il sospetto che non abbiate capito nemmeno voi cosa vogliate vi è venuto?
Cominciate a valutare spassionatamente lo stato dell'arte dei movimenti non appecoronati al potere europeo.
Un disastro vergognoso...e allora o voi siete la massa idiota da cui tanto tenete a distaccarvi o siete "quelli che hanno preso coscienza" che però sono responsabili di questo disastro di partecipazione politica, ci arrivate a questo? Naturalmente anch'io entro in una di queste due categorie.
Quindi invece di chiacchierare a vuoto, perché non cominciate a parlare dei vostri errori e mancanze?
Di come mai voi che avete capito non riuscite a smuovere le povere masse bisognose della vostra leadership?
Significa che "altri" sono molto più bravi di voi a parlare a qu este masse; l'unica spiegazione è che gli altri hanno i mass media?
E forse no perché Sollevazione dice testualmente:
" Abbiamo raccolto, anche per gli scarsi mezzi per far udire l’appello, molto meno di quel che ci aspettavamo, ciò che spiega in larga parte il rinculo e il disincanto."
Interessante vero? Il motivo sono "anche" gli scarsi mezzi, il che "spiega in larga parte"...
Anche...larga parte...e il resto, la parte stretta in cosa consiste?
Non è che magari è quello l'argomento più importante di tutti che non avete il coraggio di affrontare?
Se volete parlare alla gente dovete capire che bisogna dargli una speranza concreta; che katzo significa andare da un disoccupato senza una lira a dirgli che gli prometti di far risposare Banca Centrale e Tesoro? Certo che gli conviene, ma in maniera per adesso troppo indiretta.
Risparmio gli altri esempi, sarebbero tantissimi.
Bisogna trovare delle rivendicazioni "forti" alle quali il potere non possa opporsi senza smascherarsi. Non è difficilissimo ma per primissima cosa bisogna spostare il focus del discorso.
Basta solamente con le analisi economiche o finanziarie; bisogna parlare di ideali perché solo quelli smuovono la gente.
Gli ideali, purtroppo per voi ormai pragmatizzati intellettuali del XXI secolo tanto pieni di buon senso, non sono cose astratte, ma sono anzi l'unica cosa concreta, l'unica "struttura" sulla quale edificare una coscienza di popolo.
P.S.: Il Riccardo III con Ron Cook è molto bello, ottima scelta.
Caro Anonimo, se pensi (come tanti) di avere le soluzioni in tasca proponile tu al "grande pubblico". La politica si fa tra la gente ed è la che vengono messe alla prova le idee.
@Unknown
Ancora vai avanti con questi argomenti?
Dove ho scritto che ho la soluzione in tasca?
Te lo sei sognato purtroppo; non avevi argomenti e hai raccattato la frasetta facile facile.
Te lo rispiego fiducioso che non capirai.
A) In TUTTI i blog e i forum si legge che "la massa degli italiani" se ne frega e non capisce. E' sempre così: gli altri sono massa e dovrebbero capire quello che noi fichi abbiamo capito da un pezzo...mannaggia, se non fosse per la massa a quest'ora avremmo risolto i nostri prolemi.
Stronzata; se la massa se ne frega è perché si rende conto che NOI non abbiamo nulla da offrire come ideali e obiettivi concreti se non lo spippettamento. Quindi facciamola finita con le geremiadi sul popolo coglione; io sono popolo come loro, voi che sareste invece?
B) Bisogna parlare di ideali, non solo di finanza o raffinatissime strategie politiche in cui voi magari sareste la nuova classe dirigente, ideli concreti con unpiano concreto per realizzarli.
Inutile dire alla gente che dobbiamo scendere in piazza per riunire Banca Centrale e Tesoro, è una cosa importantissima che però viene dopo. Prima bisogna puntualizzare quali sono le rivendicazioni, in che termini possiamo richiedere maggiore uguaglianza, quali dovranno essere i nuovi rapporti sociali e di lavoro. Va fatto con la giusta dose di inkatzatura e vittimismo ma non è solo un'operazione di marketing.
C) Io ho delle idee ma non mi ci affeziono e non penso che siano le uniche soluzioni possibili. Ne ho già parlato anche abbastanza a lungo; invece di ripetermi in continuazione suggerisco caldamente di riflettere sul fatto che se ritenete che la massa sia in tali condizioni disperate il nodo centrale è appunto la consapevolezza della massa (come la chiamete voi). Di questo però non ne parlate se non per autocompiacervi dicendo che "gli altri" non capiscono.
Se sono l'unico a parlare di certe cose la mia parola non varrà un fico secco; cominciamo a centrare il discorso su questa istanza e vedrai che le cose diventeranno rapidamente più chiare.
Il bello è che vi lamentate degli scarsi risultati ottenuti ma di cambiare tattica e punto di vista non volete proprio parlare.
Questo lo chiamo appunto "spippettamento".
E vedrai che nessuno mi risponderà sul merito.
@Anonimo che scrive "Ovunque è un fiorire di lamentazioni sulla scarsa qualità degli italiani!"
Faccio notare che ho solo scritto alcune righe dal titolo "Nota finale per gli scoraggiati", nelle quali NON ho accusato i miei compatrioti di un bel nulla: mi sono limitato a rivolgermi ai frequentatori del mio e di altri blog che manifestano segnali di scoraggiamento, ricordandogli che, comunque, alcuni non si scoraggiano mai. PUNTO.
In alcune occasioni (NON in questo post), sul mio blog, me la sono presa con i miei compatrioti. Capita! Diciamo che, ogni tanto, mi girano...
Ce po' sta?
Invito, pertanto, a commentare il resto del post, non le righe finali. Poi... fate come ve pare.
@Fiorenzo
Sul tuo blog lo hai scritto due volte che con questa fanno tre, più le altre che non ho letto.
In un'altra occasione hai scritto: "L'intendance suivra", perché voi siete De Gaulle alle prese con una "logistica" un po' pigra, ovviamente.
Ma non solo tu, per carità, tutti senza eccezione.
Su Sollevazione ci si lamenta della "massa".
Gianfranco La Grassa ricorda che la massa è in condizione pietose.
Il blog il Moralista idem, un post sì e uno no.
Bagnai ci ha messo una pietra sopra e sostiene che tanto le rivoluzioni non le fanno le masse.
Se mi metto a fare una ricerca ti trovo una moltitudine di persone che si lamentno della grande massa degli italiani attribuendone l'accidia e l'ignavia di volta in volta ai mass media, al troppo benessere, a misteriose mutazioni antropologiche e via dicendo.
Ma il dubbio che siate voi che non abbiate capito cosa dire e il linguaggio da usare non vi coglie di tanto in tanto?
E soprattutto: se questpo è il problema (e lo è davvero!) ma allora non è di questo che bisognerebbe parlare piuttosto che sempre e comunqe di finanza, economia, alta politica?
Il punto chiave è che senza un popolo unito nessun piano politico sarà mai realizzabile e a maggior ragione un cambiamento epocale come quello che sarebbe necessario oggi. Allora parliamo di cosa dire alla gente, impariamo a mettere passione nelle parole e non solo vuota intelligenza.
E ancora non ho avuto risposte sul merito. Qui in particolare la frase di Fiorenzo è stata:
"Poi... fate come ve pare."
Ecco, questo è saper infiammare i cuori.
E pure Bifo se ne esce con la considerazione moralistica sulle generazioni di oggi.
"Ciò mi ha fatto riflettere su questa generazione che si ribella con forza e radicalità senza nutrire alcuna speranza, senza attendersi alcun miglioramento. Come se la rivolta fosse, in sé, la sospensione temporanea di una condizione intollerabile – e il momento di riconoscimento di tutti coloro (e il numero cresce) che non vogliono più condividere nulla, credere in nulla, né partecipare a nulla. Solo vivere, inventando un altro mondo, non importa quanto impossibile."
Link
http://www.alfabeta2.it/2013/07/18/la-rivolta/
Continuiamo con le sottili intuizioni di ermeneutica sociologica mi raccomando, che sono utilissime.
@Agli Anonimi che insistono con la storia che parlo di ermeneutica della crisi:
Ma benedetti ragazzi, cosa volete che io faccia? Quello che non so fare? Non sono un organizzatore di movimenti, non sono un trascinatore di folle, nemmeno un fine intellettuale in verità. Mi considero un buon divulgatore (meglio: sub-divulgatore), questo so fare e questo faccio. Più o meno "credo di aver capito qualcosa", e cerco di farlo conoscere agli altri, scrivendo e parlando con le persone. E' pur vero che il terreno deve essere preparato, perché qualche migliaio (almeno) di sub-divulgatori serve, altrimenti come fa la gran massa della popolazione a capire che il debito pubblico non c'entra una mazza con questo casino? Lo leggono sui giornali?
Questa è la mia parte (concordo sul fatto che sia piccola) in questa storia. Consentitemi tuttavia di rigirarvi la domanda: voi che fate? Divulgate? Sub-divulgate? Organizzate cenacoli rivoluzionari? Costruite reti di disobbedienza? Vedete, io nel mio piccolo mi sbatto parecchio (ovviamente facendo le cose che so fare), ma voi? Me lo dite? La mia email è sul sito di ecodellarete: scrivetemi in privato. Hai visto mai che mi iscrivo a uno dei vostri circoli? Se vi interessa, sono anche disposto a distribuire volantini (per due anni ho distribuito qualcosa come trentamila copie di un giornale cartaceo nella mia città)... insomma, fatemi sapere.....
In ogni caso, complice il cambio di titolo operato da sollevazione, vi state concentrando sulla parte meno interessante del post. C'è altro di cui discutere, che non il fatto che ogni tanto mi girino le palle nel constatare la giuliva indifferenza dei miei connazionali davanti al casino che si profila (anzi, me coriggo, che si è già "profilato").
@Ecodellarete
Di anonimo che rompe ci sono solo io, non siamo in tanti.
Primo: leggiti questa bella frase fresca fresca di Orizzonte 48:
"Ma siamo sempre sullo stesso punto: quanta controinformazione salvifica è esprimibile in un paese come questo?
La soluzione non può venire che da fattori esogeni."
Fattori "esogeni" capisci? Traduco: "Nun ze stamo a fa' er zangue amaro, divertimose, tanto ariverà er fattore esoggeno".
E un altro che dice che tanto è inutile (perché lui la farebbe pure la controinformazione salvifica, ma la "massa" nun capirebbe, porella).
Secondo: te l'ho già detto, a suo tempo ci ho anche provato nell'ambito del mio lavoro, ma non c'era verso di farsi capire e non funzionava proprio perché ero il solo a dire certe cose (unico-e-solo).
Risultato: invece di preparare il terreno con dei movimenti sindacali che si preoccupassero di svegliare la consapevolezza e la voglia di partecipare ormai del tutto assenti nella mia categoria, si proponeva "Nun votamo più pe li sindacati che ce stanno tutti a cojona'"; e hanno messo su un'associazione con un pool di avvocati che si occupava di fare causa per ogni scemenza all'azienda che nel frattempo ha fatto tutti disastri possibili e immaginabili.
Potevo fare di più? Alla fine m sono permesso il lusso di disinteressarmi perché io avevo una comoda via di uscita, insieme a non più del 3% dei colleghi? Non lo so, fatto sta che sono qui a dire che ho mollato e non mi prendo meriti per essere stato uno di quelli che aveva capito perfettamente come sarebbe andata a finire con quasi vent'anni di anticipo (non ero solo io a capirlo ovviamente, ma eravamo pochini, questo è vero).
Allora il primo punto è capire che non serve venire a dire "Io mi sbatto qui e là"; l'unica cosa che conta sono i risultati e se critico il fatto che questi risultati non ci sono (e voi lo sapete) parliamo di come mai non si riesce a raggiungerli invece che dei meriti ermeneutici personali o le disquisizioni di finanza (utilissime ma da sole non servono a niente, e lo vedete coi vostri occhi).
Quindi: il primo punto è mettere al centro della discussione il problema della scarsa consapevolezza e voglia di partecipazione della gente. Bisogna sviscerare la questione per capirla e per pensare delle soluzioni.
Io ho delle idee che non so quanto potranno essere efficaci e ne ho già accennato; ma finché non si recepisce il fatto che è di qesto che dobbiamo parlare prima di ogni altra cosa rimarremo qui a spippettarci in eterno.
Poi arriva il fattore "esoggeno", quello con de "g", ma a quel punto NON CI SARA' PIU' MODO DI FARE ASCOLTARE UNA VOCE RAGIONEVOLE, perché sarà una situazione terribile; arriveranno gli "omini della provvidenza", "gli uomini d'ordine" e vi dovrete scordare la comodità di poter esprimere la vostra opinione tranquillamente.
@Anonimo delle 21.42
La gente non ascolta non perché non gli si parla di ideali ma perché molti ancora uno stipendio lo hanno, piccolo e magari precario ma lo hanno. Gli altri, quelli più duramente colpiti dalla crisi, sono ancora pochi e molto frammentati anche a causa del pensiero unico individualista. Questo pensiero unico imperversa da ormai troppo tempo ed è troppo radicato per pensare di poterlo sradicare senza un grosso choc. Prima dello choc puoi cercare di organizzarti senza sperare troppo di essere capito. Noè è pazzo, costruisce un arca lontano dal mare.
Di quali ideali vorresti parlare alla gente per far sì che questa ti ascolti? Diccelo o dacci un link ai tuoi precedenti interventi dove lo hai detto. Racconta loro tutti gli ideali che vuoi, senza uno choc forte non ti ascolteranno. Ti asseconderanno e poi torneranno ciascuno ai propri affanni per cercare di far quadrare i propri conti.
Non so se siamo davvero al punto della sigmoide indicato in questo articolo, ormai lo si sente dire su diversi blog. Anche Casaleggio ne parla. Se davvero arriverà lo choc loro strilleranno "reddito di cittadinanza" ed un popolo di disperati non potrà che seguirli.
In una emergenza contano più le proposte pratiche ed immediate che gli ideali. Certo è bene che questi ideali ci siano ma attorno ad essi dovranno coagularsi movimenti, gruppi, partiti che saranno costretti a formarsi nel corso dell'emergenza stessa (lo auspicava Pasquinelli mi pare). Sempre che ci riescano. Siamo indietro e la colpa non è né della gente e né dei movimenti vari, ma del sonno portato da un lungo periodo che, pur con tutte le sue contraddizioni, è stato un periodo di benessere. La gente si è addormentata cullata da dolci ed ingannevoli favole.
Il diluvio stavolta arriverà prima che l'arca sia finita, si può sperare di completarla a diluvio iniziato. Ed io che non ho mai costruito manco una zattera.
Completamente d'accordo con l'ultimo intervento di Eco della Rete, senza astio personale verso nessuno ovviamente.
@Giovanni
Non è un problema di ideali, ma del fatto che (vedi la tua risposta) non riesco nemmeno a introdurre l'argomento.
1) Ho scritto e riscritto che l'importante è prima di tutto rendersi conto che il discorso della presa di coscienza della gente va messo al centro della discussione.
DOPO, e solo dopo, si decide se sono gli ideali o qualcos'altro. Io dico che è quello, ma se è un'altra cosa va bene lo stesso.
Parliamo del vero problema che è SOLAMENTE la gente che non partecipa.
2) Io non sono minimamente alla disperazione, non sono un invulnerabile economicamente ma ho un buon margine di protezione per qualsiasi evenienza; eppure sarei disposto a rischiare tutto pur di vedere la gente che apre gli occhi e decide di partecipare, di informarsi, di resistere e di vincere. Se lo faccio io per un ideale ce ne saranno tantissimi come me che funzioneranno alla stessa maniera.
3) Attenti che quello che prevede Casaleggio è il "disordine" non la presa di coscienza. La differenza? Semplice: il disordine serve per emanare leggi speciali senza reazione, la consapevolezza è una cosa leggermente diversa che se non la otteniamo in tempi ragionevoli avremo perso tutto.
4) Inutile che chiediate a me di rivelare la formula magica che non c'è. Io ho solo idee che però NON sarebbero recepite se non si forma un discorso.
Fate delle analisi approfondite sulle cause del disinteresse della gente e le confrontiamo; dopo immaginiamo quale potrebbe essere il metodo per superare questo stato di cose.
Poi si prova e mano mano si corregge e si aggista.
PICCOLO PARTICOLARE PRELIMINARE:
I RISULTATI NON LI STATE OTTENENDO E CITO PASQUINELLI:
"Abbiamo raccolto, anche per gli scarsi mezzi per far udire l’appello, molto meno di quel che ci aspettavamo, ciò che spiega in larga parte il rinculo e il disincanto."
Abbiamo raccolto poco dice, poi agginge "ANCHE" per gli scarsi mezzi; e lo scarso successo "aSPIEGA IN LARGA PARTE" il rinclo e il disincanto.
Ok: cosa c'è oltre quell'anche? E a parte la "larga parte", qual'è il resto della spiegazione per il "rinculo e disincanto"?
Se diventa un discorso vivo, vitale e a più voci va bene, sennò voi continuate pure a prendervela con la "massa" che intanto io contino a prendermela con i "pipparoli" piagnucolosi (ma mica solo qui da voi, eh? Stanno tutti a piàgne, che loro vorebbero fa' nzacco de cose, ma a' massa nun ce segue de pezza, li morti sua...).
@Anonimo che è "disposto a rischiare tutto pur di vedere la gente che apre gli occhi"
Illuminaci! Stamo a 'spettà. E firmati.
il prezzo del pollo surgelato:gli aspetti squisitamente econometrici che fecero fallire il movimento.
http://www.youtube.com/watch?v=J-PvmFtHkFk
le persone giuste con le ricette sbagliate possono fare danni ma affidarsi alle persone sbagliate che brandiscono veementi le ricette giuste non garantisce che le ricette saranno attuate e,nel caso,a quale prezzo sugli sviluppi ulteriori della proposta politica complessiva,se c'è...se non è tutto infallibile mercato,libero fluttuare dei cambi.
se possono esserci ragioni elettive,positive,endogene al movimento che ci fanno incontrare e confrontare ci sono anche quelle esogene che pressano invitando all'azione comune:una minaccia(alla pagnotta o alla sicurezza)può sostituire,rimuovere,sospendere le ragioni aggreganti ideali(anche solo per il tempo di una grigliata...) e rimodellare il movimento.
Affinché non prevalgano fattori esterni su quelli interni il lavoro ermeneutico sugli aspetti sociologici del movimento,che meglio approcci ''questa crisi'',non è una perdita di tempo(tra l'altro stempera la voglia di andare a tirare monetine,lanciare una locomotiva o finirci sotto)e deve restare aperto,almeno in questa fase,nel recepire contributi analitici o di altra natura(espressione di emozioni,sentimenti,confusione,creatività,ilarità);
il web fortunatamente non consente la condivisione piena di quanto più autentico e inalienabile attenga alla nostra sfera esistenziale/spirituale...a parole,monologanti o meno,si può idealizzare l'amore e/o l'uguaglianza e dal vivo essere percepito come uno snob anaffettivo che non è mai stato innamorato...può valere anche il contrario.
Se sarà un movimento non solo di pancia o di testa ma anche di cuore e oltre...allora una botta di fame chimica non lo seppellirà con ''i vuoti a perdere mentali lasciati in giro dalla gente''.
http://www.youtube.com/watch?v=rhrnj9fdBJU francesco
Concordo con Giovanni, grande merito ai divulgatori, come Ecodellarete, ma ormai tutti quelli che volevano o potevano capire e sapere ne hanno avuto la possibilità.
Le rivolte partono dal fatto concreto, il pane di solito, o la terra, la propria, guardate in Piemonte i NO TAV.
Purtroppo nessun moto rivoluzionario ci aggregherà come popolo in rivolta se si svendono anche l'ENI; avete visto invece la rimonta del pdl grazie ad all'unica promessa di eliminare l'IMU.
Pochi concetti, comprensibili per chiunque, facilmente monetizzabili.
Anonimo, non è che si vorrebbero fare un sacco di cose, ma "la gente" ecc. C'è gente che FA un sacco di cose ma resta un'avanguardia o poco più. E le soluzioni facili non esistono, al momento. Perché per diventare da avanguardia a forza di massa devono prima scompaginarsi le acque, devi avere una platea che ti ascolta che ora non hai. E quindi AL MOMENTO anche trovare le parole d'ordine semplici e giuste non ti fa di per sé diventare forza di massa. Il M5S ad esempio, è nato su questioni e parole d'ordine molto semplici e comprensibili. Tuttavia, senza Beppe Grillo non avrebbe preso un decimo dei voti che ha preso alle politiche. Chiediti perché.
Comunque, se davvero hai bei soldi da parte, usali per finanziare le organizzazioni popolari. Questa sì può essere una cosa utile.
@Ecodellarete
Ma cosa dici illumina, Eco...ma allora non leggi quello che scrivo, Eco...
Ho detto varie volte che non sono qui a portare il Verbo; ho scritto che l'importante non è che arrivi qualcuno con la presunta soluzione giusta, ma che nasca un discorso a più voci sull'argomento che TU ritieni più importante, ossia la scarsa consapevolezza e partecipazione dei cittadini.
E adesso prendi d'aceto ironizzando sulle illuminazioni?
Ma prova ariflettere sulle assurdità che sono state scritte in questi commenti: Giovanni dice che la gente non protesta perchè ancora ha uno stipendio...
È grossolanamente sbagliato, ovviamente; negli anni '60 e '70 la gente protestava tantissimo e stava molto ma molto meglio di adesso.
In Brasile negki anni '90 la gente non protestava e viveva in condizioni disumane; oggi che comincia a stare meglio scende in piazza...non i poveri, Fiorenzo, ma i ragaazi della classe media. La rivoluzione francese credi che l'abbiano fatta i sanculotti? No, i borghesi, gli intellettuali per di più appoggiati, nel,a fase puramente filosofica, dagli aristocratici.
No Fiorenzo, non sto dicendo che solo le èlites possono guidare il cambiamento.
Sto dicendo una cosa che non avrebbe valore se non fosse inserita in un discorso vivo, vitale e a più voci fra un gruppo di persone che si è resa conto che se si lamenta in continuazione della massa, il centro del discorso deve diventare: "Come funziona la massa?"
Cuoci nel tuo brodo tu con gli italiani che non capiscono, Sollevazione che si lamenta degli scarsi risultati o Chiara che crede davvero che la gente si mobilizzi (parole sue) per pochi concetti facili e monetizzabili, idea che sottindende un disprezzo della gente che trovo patetico.
Per la firma: innanzitutto tendo a firmarmi solo quando vedo che c'e un certo soirito fatto di passione e apertura verso idee nuove e qui obiettivamente non è il caso, sarai d'accordo anche tu.
Ma nella fattispecie ti faccio presente, se leggi quello che scrivo che mi pare proprio di no, che sia tu che Sollevazione avete già il mio nome e cognome.
P.S.: Ma vi rendete conto di cosa significa la frase di Chiara quando dice che il popolo non si aggregherà mai se vendono l'ENI? Saluti.
Cosa significa la mia frase? Purtroppo la verità, senti che si dice in giro a proposito, indignazione zero, per parecchi gonzi trattasi anche di buona idea per sottrarci alla tassazione occulta dei lauti stipendi dei manager delle aziende di stato.
Disprezzo per la gente? In parte forse sì.
Chiara
Ma cosa dici, ma non vi rendete conto che vi mettere il sacco in testa da soli con questi ragionamenti sballati e regressivi. Regressivi, depressivi, pieni di autocompiacimento difensivo.
Ma prova a ragionare, no? Intanto già Giovanni che è uno che sta all'Università se non ho capito male, se ne esce con la stupefacente affermazione che la gente non si ribella perché sta ancora troppo bene. È evidente in maniera lampante il contrario che negli anni '70 e 60 stavano dieci volte meglio e scendevano in strada con le P38. Lo stesso in Sudamerica dove negli anni 90 non succedeva niente e stavano in un inferno; oggi cominciano a stare bene e si inkazzano.
Ma per il tuo discorso non capisci che "facile" e "monetizzabile" sono due vocaboli di disprezzo con i quali cerchi di esorcizzare la sensazione di totale impotenza che tutti in qualche modo viviamo come una colpa?
E la colpa non la superi così con le formukette che scaricano la responsabilità sugli altri, Chiara.
Rifletti sul fatto che la gente spende una barca di soldi e di tempo libero per andare allo stadio e addirittura seguire la squadra in trasferta.
Te la cavi dicendo che è bisogno di evasione? E ci sono tanti modi di evadere, perché scegliere il tifo da stadio che è scomodissimo e costoso? Una bottiglia costa meno, se è questione di "monetizzabile".
Lo fanno oerché nel tifo da stadio trovano un senso di apoartenenza che ha per bandiera quella cosa miserabile che è una squadra di calcio.
Caoisci cosa vuol dire senso di appartenenza? Significa che senti il gruppo, sei qualcosa perché appartieni a un gruppo e tutta la tua persona acquista un significato.
Il potere si esercita in primo luogo distruggendo il senso di apoartenenza dei subalterni che si ritroveranno a disprezzare quello proprio che li lega al proprio ambiente di nascita per arrivare ad adorare caninamente quello dei padroni; e preferiscono entrare come servi nella loro casa a orezzo del tradimento dei propri fratelli piuttosto che riconoscersi nell'appartenenza di origine (e su cosa si basa questa appartenenza? Non è semplice ma se non lo si caoisce si continua a lamentarsi degli altri e a fare il permaloso come Fiorenzo).
Facile e monetizzabile sono concetti inesistenti che testimoniano solamente della tua rabbia impotente e del tuo desiderio di scaricare su altri il dramma (tuo ma anche mio e di altri) dell'impossibilità di cambiare lo stato delle cose.
La soluzione non è rifugiarsi in costruzioni intellettuali di comodo, ma guardare in faccia la realtà e smontarla.
Decostruirla, per essere precisi.
L'ASSILLO DELLA SINISTRA "RIVOLUZIONARIA" è L'EURO. DELLA LOTTA DI CLASSE NON GLIENE FREGA UN CAZZO!
Mo' va di moda la teoria di Frenkel che, dopo aver analizzato quello che accadde in Argentina e in altri paesi dell'america latina, in sette mosse ci spiega perché alla fine conviene sganciarsi dalla moneta forte (per noi l'euro). A questa teoria per onestà intellettuale mancano la fase 8 e 9. La otto dice che il 50% e più della popolazione andò dal culo nel vero senso della parola, per riprendersi ci volle qualche annetto. E non è che era povertà con la cassa integrazione, era povertà a reddito zero. La nona cosa che non dice è che lì sono di nuovo punto e a capo. Gli assalti ai supermercati quando vengono fatti nei paesi che ci garbano tanto non rientrano più nelle statistiche, sono oggetto di complotto imperialista e basta. Non si accettano altre teorie tipo che so, pure lì c'è la lotta di classe. Ci sarebbe anche da dire che senza risorse naturali ed energetiche nostre, non coltivando soia transgenica da vendere ai cinesi perché siamo green con il cazzo che ce la possiamo cavare con la mozzarella di bufala. Il discorso è complesso e forse bisognerebbe uscire da questi giochetti fatti mettendo al centro le politiche monetarie, gli stati nazionali che devono riprendersi la loro sovranità e triccheeballacche ignorando che con sovranità monetaria politiche keinessiane e cazzi e mazzi non è che ci siamo risparmiati 70 milioni di morti. Ma il mondo va così, e lo stato della sinistra è comatoso né più e né meno come quello di questo sistema. E' così bello parlare del niente.
p.s.
mica è un caso che il sub ha mandato in culo intellettuali, economisti e ferraglia di questo genere per fare una cosa molto semplice: organizzare territori autonomi, se stava ad aspettà i rivoluzionari hai voglia...
Mario
@Redazione
@Fiorenzo
Allora, lo avete letto il post di Mrio?
Lo volete capire o no che con le vostre disquisizioni di finanza e sulla sobranità dello stato non otterrete nulla?
Davvero non ci arrivate?
Ora anche le oretese di Mrio sono assurde però...però ragazzi miei o voi saprete parlare a Mario e a quelli come lui o non concluderete una cippa di c...., ci siamo sì?
Allora avete da fare il seguente compitino: co e trovare una motivazione comune ai oiccoli imorenditori, intellettuali eprofessioniti che vada bene anche agli umili operai incolti e disperati?
Perchè, cari, carissimi, se non ci riuscirete sarà inutile che ve la prendiate con le masse ignare; se non ci riuscirete sara solo per la vostra accidia e mancanza di fantasia.
Il sub....
Grazie Mario. L'udire quel nome mi ha illuminato la giornata :)))))
BY
IL VILE BRIGANTE
All'anonimo che scrive;
"Ma prova a ragionare, no? Intanto già Giovanni che è uno che sta all'Università se non ho capito male, se ne esce con la stupefacente affermazione che la gente non si ribella perché sta ancora troppo bene. È evidente in maniera lampante il contrario che negli anni '70 e 60 stavano dieci volte meglio e scendevano in strada con le P38."
Ma dove li hai vissuti quegli anni? nel film la "dolce vita"?
Io li ho vissuti (nel sud Italia), e delle cose le ricordo, per esempio;
in quegli anni, nel mio paese non esisteva famiglia che in casa non avesse il pettine "stretto" (quello per i pidocchi), molte famiglie non avevano il bagno in casa (e parecchi neanche fuori casa, si usavano delle buche che"non farmici pensare", i braccianti agricoli lavorano con la "zappa" dall'alba al tramonto per pochi soldi, manovali-muratori che dovevano impastarsi la calce a mano, con pale e zappe, a mano si scavavano le fondazioni, una "fatica"….. per vivere!
Ma non erano gli anni delle baraccopoli intorno Roma (tipo fosse di sant’Agnese?)
Potrei continuare... ma non credo che serva.
Sarà impressione...., ma sembri un po presuntuoso, senza offesa.
Nunzio
Capito, mio caro estensore di questo condivisibile intervento,quali sono i tuoi interlocutori?E pensa che il blog sul quale hai postato le tue belle riflessioni, dovrebbe indicare una matrice ben precisa,naturalmente considerata dagli scriventi questi commenti(?),poco più che un residuo fastidioso del passato remoto. Prova a pensare cosa devono essere i commenti nelle edizioni online dei giornali di regime!Ho letto in questi giorni una notizia pubblicata da un blog non allineato sulle intenzioni di voto dei greci;bene,sai chi vincerebbe le eventuali prossime elezioni?Le vincerebbe ancora il partito che ha consegnato il paese in pasto alla Troika!E stiamo parlando della Grecia attuale.E vogliamo far rinsavire gli italiani,un popolo che finora ha dato prova di un tasso di codardia e cinismo doppio dei greci?Se si arriverà alla resa dei conti con la Troika,questa avverrà solo per oggettiva implosione,non certo per la spinta delle "masse",PURTROPPO!!
@Nunzio
Quindi si sta meglio adesso che negli anni settanta, giusto? E allora sii contento.
Naturalmente non ho mai detto che fossero un paradiso ma erano meglio e c'era speranza e la gente scendeva in piazza.
@Anonimo delle 18:48
Eccone un altro con la storia della massa e dell'implosione che avviene per i fatti propri (purtroppo col punto esclamativo, ovviamente).
Hai ragione non c'è niente da fare, la massa non capisce, non ci sono più mezze stagioni e a caval donato non si guarda in bocca.
Vabbè più cinici dei greci. Gli italiani votano ancora berlusconi perchè sono cretini... gli italiani escono di casa solo per guardarsi le partite... ma basta!!
Chi lo scrive non è di certo un amante dell'Italia e dell'italianità ma francamente mi trovo in accordo con l'Anonimo delle 19.24. E se i greci votano ancora Nuova Democrazia e in Italia ancora si vota Berlusconi ci sarà un motivo logico: e il motivo logico è, dall'altra parte non ci sono alternative valide. In Grecia, Syriza che poteva portare il cambiamento radicale ha deciso di stare nell'euro, e così la gente va a votare ND per paura di Alba Dorata o del KKE.
E lo stesso potrebbe verificarsi in Ita.
BY
IL VILE BRIGANTE
Ma infatti VILE.
Basta con le fesserie: se la gente non si mobilita la colpa è nostra che non gli sappiamo parlare.
Facciamo autocritica e cerchiamo delle soluzioni invece di stare lì a recriminare sugli altri.
@il vile brigante:infatti la ggente fa di peggio:vota il referente principale dell'oligarchia multinazionale rappresentato dal partito di Epifani,e sino a quando quella base elettorale(?),continuerà a bersi tutte le panzane che gli propina il "loro partito",altro che possibilità di un risveglio di massa!! CON DUE PUNTI ESCLAMATIVI.Per quanto riguarda la disputa qui ingaggiata sulla presunta capacità di organizzarsi delle masse,basti ricordare quello gli è stato tolto negli ultimi due anni di governi della Troika, con la complicità dei "loro"rappresentanti,senza il benchè minimo accenno,non dico di rivolta,ma di timida contestazione.E'passato tutto il peggio che si potesse immaginare contro i lavoratori,assieme alla più totale indifferenza degli stessi,trasformando il concetto e la volontà di emancipazione dal capitale in una chimera che sopravviverà per decenni,comunque ancora molto ma molto a lungo. Saranno necessari molti anni affinchè le classi dominate si affranchino dalla deriva imposta dalla crisi del capitale,dimostrando finalmente coscienza di sè. Con buona pace degli "Illuminati".
Ma allora non capisci proprio.
Ma che ti aspetti che la gente abbia sempre il tempo e la preparazione necessaria per tenersi aggiornata. Ma cosa pretendi da n operaio che lavora come uno schiavo, da n negoziante che sda sette camicie per tenere in piedi l'attività, da n tassista?
Qualcuno ce la farà a informarsi ma per il resto ci dovono pensare i movimenti.
Invece i movimenti stanno a frignare che le masse non li seguono.
Bisogna cambiare linguaggio, indicare obiettivi diretti, infondere ideali altro che i contini lamenti di cicsbei col birignao.
O ci si sporca le mani andando in mezzo alla gente con l'idea che se non ti ascoltano sei tu che sbagli e non loro o si è peggio di loro e complici di chi ci sfrutta.
Vedo che si fa riferimento agli anni '70, io ero troppo piccolo ai tempi quindi non li ho vissuti, sono stato adolesente negli '80 quindi sono figlio di quel decennio. Gli eventi di ciascun periodo sono il risultato di molte cose è quindi difficile, se non addirittura errato, darne una lettura unica. Degli anni '70, tu anonimo (che per tua stessa ammissione sei riconoscibilissimo) ce ne proponi una lettura e non dubito che vi sia anche quello che tu ci dici. Tieni molto al senso di appartenenza, e mi pare che in quegli anni si sono realizzate diverse esperienze comunitarie alcune ancora esistenti anche se marginali. Lo dico perché diversi anni fa avevo cominciato a cercare in rete informazioni proprio riguardo a queste esperienze trovando qua e la un variegato insieme di successi ed insuccessi e, con un certo disincanto, anche truffe belle e buone, it's human nature. Senza dubbio c'è stato anche questo negli anni '70, che hanno portato anche cose buone come un cambiamento nei costumi che erano troppo rigidi e il successo di rivendicazioni sociali. Tuttavia io sono più d'accordo con chi invece ne da una lettura sostanzialmente negativa. Se si fa un bilancio penso sia stata una rivoluzione individualista, lo dice ad esempio Fusaro in un suo articolo ma anche La Grassa, che certo non ama Preve e i suoi, parla malissimo del '68. Lì il capitalismo è diventato di sinistra, i figli del boom economico hanno chiesto la fine proprio del senso di appartenenza e l'ingresso della società del godimento consumistico e degli individui in competizione. Il tuo riferimento a quei movimenti, consentimi, mi pare inappropriato.
Io nel mio primo messaggio non avevo scritto solamente che non protestano perché hanno uno stipendio ma anche perché soggiogati dal pensiero unico individualista che è stato presentato loro come legge di natura. Ma del resto dove abito io sono in pochi a star male, c'è anche il portiere e sta bene pure lui, finché lavora. Uno dei vari supervisori con cui ho lavorato ora è un associato in pensione, non ricco ma con reddito sicuro, anche sua moglie lavora. Sente la crisi? Non direttamente, la sente attraverso i suoi figli. Credo entrambi all'estero. Crede ancora nel PD, e ci ha pure una medaglietta con la faccia di Lenin sul portachiavi. Quando gli ho detto pochi mesi fa a pranzo "Vedi dov'è andata Rossanda? Al corriere, questi sono di destra" mi ha risposto sorridendo che io stavo semplificando. L'ex direttore del dipartimento, che non ti dico quanto amo e con cui invece non pranzerei mai, ha uno stipendio (quello dei dirigenti è pubblico sul sito di ateneo) di circa 90k lordi. Non è Soros ma è molto più alto di uno stipendio medio. Perché dovrebbe protestare. Ed ugualmente per il macellaio, il fruttivendolo, i dipendenti del supermercato dove vado a fare la spesa. Stipendiuccio, incassuccio ma finché c'è perché dovrebbero protestare. Per loro è la solita vita, che è così e si sa che è così. Nel dicembre 2011 tornando da una lezione fuori sede, stanco per troppe ragioni, presi il taxi (coi soldi miei s'intende). Parlando col tassista il discorso cade sulla crisi e lui risponde sorridendo sardonico: "Ma dov'è 'sta crisi?" ed indica fuori. Molte macchine, traffico e gente spensierata che passeggia e va per negozi. Ho annuito e mi sono pacatamente silenziato.
Molti stanno male ma sono ancora una minoranza frammentata, il senso di apparteneza non si recupera facilmente dopo decenni di individualismo. Sarò disilluso io, ma non vedo altra via oltre allo choc. Sempre che arrivi davvero e non ci avvii verso una lenta e sofferta stagnazione. Ora ho sonno.
@il vile...,chi ha parlato di letture di testi "accademici"per informarsi,o di dotte disquisizioni che la ggente non capisce?Facevo semplicemente notare l'aspetto CONCRETO della mattanza operata dalla Troika,colpi letali che hanno segnato in maniera profondissima le condizioni di vita della maggioranza dei lavoratori dipendenti, a cui non è stata data nessuna risposta popolare di rigetto delle stesse.Questi sono fatti incontestabili o no?Chi dei due non capisce?Siamo o no di fronte ad un contesto nel quale i poteri forti hanno bastonato ferocemente in assenza di una benchè minima opposizione?Ma se davanti ad una simile disumana dittatura,di fatto, del capitale multinazionale,esistono ancora circa 20 milioni di persone che accordano ancora il loro consenso a questi "amministratori e garanti" dei pescecani del sistema,allora non valgono più le pur corrette analisi delle dinamiche sociali,subentra qualcosa di più profondo che attiene più alla cosiddetta psicologia delle masse.Del resto auspico anch'io una opposizione che contrasti e che mobiliti un fronte ampio di popolo,corroborato da quello che qualcuno chiamava "ottimismo della volontà",ma che non dimenticava di associarlo al "pessimismo della ragione".
@anonimo delle 19.24:certo,puoi anche aggiungere che:"la terra è rotonda,il sole splende perchè è una stella dotata di luce propria,che si stava meglio quando si stava peggio,che non c'è limite al peggio",se vuoi posso continuare all'infinito,i luoghi comuni in Italia abbondano.Ma,dimmi,oltre al sarcasmo,possiedi anche delle idee su come contrastare questa deriva neoliberista?O sei uno di quelli del"Nuovo paradigma sociale",secondo cui il capitalismo è il migliore dei mondi possibili?Sai, sono uno di quelli che negli anni 70 era in piazza convinto che non lo fosse,che ha visto passare tanti futuri voltagabbana, inseriti poi a pieno titolo nei gangli del potere, e che ancora oggi nutre una sana diffidenza verso tutti quegli ometti che vedevano la rivoluzione dietro l'angolo,salvo poi accorgersi del contrario abiurando immediatamente quello che davano per scontatissimo un minuto prima!CON UN SOLO PUNTO ESCLAMATIVO.Ne ho visti passare troppi per credere ancora,non all'impossibilità di un rivolgimento sociale,(che avverrà,il capitalismo non è eterno),ma alla tempra morale e intellettuale di questi miserabili prezzolati,in vendita al miglior offerente!CON UN SOLO PUNTO ESCLAMATIVO.E si tratta di "acculturati",pensa al povero lavoratore dipendente schiavizzato,perchè è questa la condizione a cui ci ha portato la "cura neoliberista".Ha ancora senso ironizzare sul" pessimismo cosmico" di fronte al disastro, QUI E ORA,provocato anche dall'inerzia di chi è stato più colpito dai tremedi colpi assestati da lor signori? Si è persa,purtroppo, in seguito a questa deriva,anche la capacità di individuare il corretto corso della storia,che è storia di lotte di classe,ma che non ammette scorciatoie.
Anonimo delle 00.30.
A me non frega nulla se l'Italiano vota PD, PDL o 5 stelle. Quello che dovrebbe sorprendere è il fatto che la gente continui ancora a votare.
BY
IL VILE BRIGANTE
PS:
AGGIUNGO POI
Quello che spesso viene chiamato cinismo è nella maggior parte del fatto che a causa di tale cinismo la gen teprferisce starsene a casa che farsi il sangue acido per nulla.
Mi spiego meglio. Se scoppiasse una rivolta e nell'alta probabilità essa venisse repressa, la maggior parte della gente invece di solidarizzare la rivolta, la rinnegherebbe, perchè la possibilità di fregare il prossimo c'è sempre, soprattutto nei momenti di crisi.
Noi in Sicilia ad esempio, si lamenta spesso che la gente non denuncia la mafia che chiede il pizzo. E grazie al cazzo, direi io!
In Sicilia, dovete sapere esistono due categorie di mafiosi: I MAFIOSI E GLI ANTIMAFIOSI. Questi ultimi sono solo degli effimeri strumentalizzatori che pensano solo ad approfittarsene del crimine per garantirsi sempre più potere dietro la loro faccina pulita di paladini della gisutizia. Per non parlare poi dell'indceenza del sistema giudiziario e del fatto che la mafia e lo stato da quando l'eroe dei due mondi entrò a Napoli scortato da una banda di camorristi sono amici fraterni!
Questa è la ragione perchè non si scende in piazza. Perchè molti sanno bene, che il mio vicino che manifesta potrebbe farlo perchè cerca di fottermi, e siccome abbiamo 150 anni di esperienza alle spalle, si sa per certo che lo farà!
@Giovanni
Ma cosa hai capito figlio mio...
Ma sai cosa me ne fotte a me degli anni '70...
Sei perso nella precarietà della tua situazone economica e non sei nemmeno in grado di capire cosa ti si dice.
E poi mi venite a dire che la gente deve stare male per ribellarsi; la gente che sta male economicamente sta come voi, incapace di rendersi conto di dove si trova, un asino fra i soni.
Inutile proseguire, cavatevela da soli.
Anonimo delle 12:45
Cominciamo a capire che dobbiamo imparare a parlare e farci capire dalla gente.
Vi state solo facendo le pippe con i vostri disfattismi a carico terzi.
Affari vostri.
Cito il VILE BRIGANTE
"Questa è la ragione perchè non si scende in piazza. Perchè molti sanno bene, che il mio vicino che manifesta potrebbe farlo perchè cerca di fottermi, e siccome abbiamo 150 anni di esperienza alle spalle, si sa per certo che lo farà!"
Allora piccini, avete capito qual'è uno dei problemi?
Era evidente che ci fosse anche questo; il VILE ve lo ha spiegato, magari adesso vi aprono gli occhietti?
Ma no, siete persi nelle vostre fantasie.
Dormite bene, mi raccomando.
@Anonimo delle 14.18
Al di là dell'esempio di coerenza che ci fornisci, per cui prima tiri in ballo gli anni '70 poi dici che non ti interessano. E vabbè sei un disilluso di quel periodo storico, con chi te la vuoi prendere con gli altri disillusi di tante altre cose? Prima dici che bisogna saper parlare alla gente poi quando tu tu parli e qui non ti capiamo la colpa è nostra. Mi pare che dipingi lo stesso quadretto di quello che diceva: "Chi è intelligente ha capito, chiaro no". Come ti inbagnaisci presto pittore mio. Infatti passi alla delegittimazione, più o meno ironica, di chi si ostina a non capirti.
Quella frase che citi del vile brigante è veritiera, non sei mica il solo piccino ad averlo capito sai. Vorresti contrapporvi uno sforzo per ritrovare un (sentimentale) senso di appartenenza ma non sai, o non vuoi, spiegarci cosa sia. Forse perché attiene alla sfera dei sentimenti personali e non è possibile attribuirlo a gruppi sociali estesi.
Ora o ci spieghi di cosa parli, oppure si può solo desumere che stai romanticamente parlando di qualcosa che non esiste come il dio di cui da secoli parlano i preti.
@Giovanni
O sono un nostalgico o sennò un disilluso; ha gli schemetti pronti e li applica a casaccio...
Sì caro, hai ragione tu, bravo; spero tanto che ti passino i rodimenti che essere così sfiduciato e amareggiato alla tua età è molto triste.
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