[ 13 dicembre ]
Giorni addietro scrivevo che la pantomima del "dialogo" con Bruxelles era all'ultimo atto e che eravamo al momento della verità per il governo giallo-verde.
Ieri Conte era a colloquio con i commissari europei e se ne è uscito facendo credere che si era raggiunto un compromesso con la riduzione del deficit al 2,04%.
Ed ecco che questa mattina tutta la carta stampata, a nome e per conto del Partito dello spread (alias Partito del Pil) esulta gridando ai quattro venti che — "come ci si aspettava" — il governo giallo-verde si sarebbe inginocchiato accettando le condizioni della Commissione europea.
E' bastata la dichiarazione di prima mattina dettata da Moscovici alle agenzie [vedi sopra la home del Corrierone] per smentire la loro esultanza. La fretta, sommata al desiderio che la profezia si autoavveri, gioca brutti scherzi.
E' quindi esilarante confrontare loro edizioni web on line dopo la dichiarazione di Moscovici coi titoli dei giornali in edicola e ancora freschi di stampa. Campione mondiale delle cantonate è il manifesto [vedi grafica a destra]: "il governo si arrende".
"Qualcosina" non torna, non vi pare? Com'è che malgrado il governo giallo-verde si sia "arreso" Moscovici risponde picche, con ciò tenendo in piedi la minaccia della procedura d'infrazione?
La vicenda conferma quel che andiamo ripetendo da settimane: il punto vero non sta sui decimali di deficit (e lo dimostra il diverso atteggiamento verso Macron), il punto è tutto politico: l'Unione europea vuole umiliare i populisti italiani, rendergli la vita impossibile. Insomma: o vera ed inequivocabile dietro-front o scontro frontale per addomesticarlo, se no, creare le condizioni per rovesciarlo. La procedura d'infrazione a questo serve. E come se nella partita a scacchi con Roma Bruxelles portasse lo scacco al re.
Non sarebbe tuttavia, come il Partito dello spread si augura,* scacco matto. Il governo, se davvero non vuole arrendersi, ha infatti diverse mosse a disposizione per continuare la partita. Una partita che andrà avanti, anche dopo l'eventuale avvio della procedura d'infrazione.
* Nell'augurarsi la "resa" il Partito dello spread non è solo. E' affiancato non solo da tutta la cosiddetta "sinistra radicale" ma, ahinoi, dalle frattaglie dei "sovranisti senza sé e senza ma". Essi sperano che grillini e salviniani si sputtanino nella convinzione che ciò gli spalanchi le porte del successo. Infantile illusione! la stessa che coltivavano amici greci a sinistra di Tsipras. Come in Grecia l'effetto dell'eventuale "resa" sarebbe devastante. La sconfitta si ripercuoterebbe infatti non solo su M5s e Lega bensì su tutto il campo sovranista.
Giorni addietro scrivevo che la pantomima del "dialogo" con Bruxelles era all'ultimo atto e che eravamo al momento della verità per il governo giallo-verde.
Ieri Conte era a colloquio con i commissari europei e se ne è uscito facendo credere che si era raggiunto un compromesso con la riduzione del deficit al 2,04%.
Ed ecco che questa mattina tutta la carta stampata, a nome e per conto del Partito dello spread (alias Partito del Pil) esulta gridando ai quattro venti che — "come ci si aspettava" — il governo giallo-verde si sarebbe inginocchiato accettando le condizioni della Commissione europea.
E' bastata la dichiarazione di prima mattina dettata da Moscovici alle agenzie [vedi sopra la home del Corrierone] per smentire la loro esultanza. La fretta, sommata al desiderio che la profezia si autoavveri, gioca brutti scherzi.
E' quindi esilarante confrontare loro edizioni web on line dopo la dichiarazione di Moscovici coi titoli dei giornali in edicola e ancora freschi di stampa. Campione mondiale delle cantonate è il manifesto [vedi grafica a destra]: "il governo si arrende".
"Qualcosina" non torna, non vi pare? Com'è che malgrado il governo giallo-verde si sia "arreso" Moscovici risponde picche, con ciò tenendo in piedi la minaccia della procedura d'infrazione?
La vicenda conferma quel che andiamo ripetendo da settimane: il punto vero non sta sui decimali di deficit (e lo dimostra il diverso atteggiamento verso Macron), il punto è tutto politico: l'Unione europea vuole umiliare i populisti italiani, rendergli la vita impossibile. Insomma: o vera ed inequivocabile dietro-front o scontro frontale per addomesticarlo, se no, creare le condizioni per rovesciarlo. La procedura d'infrazione a questo serve. E come se nella partita a scacchi con Roma Bruxelles portasse lo scacco al re.
Non sarebbe tuttavia, come il Partito dello spread si augura,* scacco matto. Il governo, se davvero non vuole arrendersi, ha infatti diverse mosse a disposizione per continuare la partita. Una partita che andrà avanti, anche dopo l'eventuale avvio della procedura d'infrazione.
* Nell'augurarsi la "resa" il Partito dello spread non è solo. E' affiancato non solo da tutta la cosiddetta "sinistra radicale" ma, ahinoi, dalle frattaglie dei "sovranisti senza sé e senza ma". Essi sperano che grillini e salviniani si sputtanino nella convinzione che ciò gli spalanchi le porte del successo. Infantile illusione! la stessa che coltivavano amici greci a sinistra di Tsipras. Come in Grecia l'effetto dell'eventuale "resa" sarebbe devastante. La sconfitta si ripercuoterebbe infatti non solo su M5s e Lega bensì su tutto il campo sovranista.
7 commenti:
E' il vincolo esterno bellezza! Inutile buttarla in caciara con "la questione è politica".
infatti è inutile sperare su certi sovranisti "duri e puri ".
Mi ricordano gli estremisti di sinistra di un tempo "lo stato borghese si abbatte e non si cambia", quindi ogni passo avanti, a meno che non fosse stata la rivoluzione proletaria, era solo merda riformista. Pigliamo ad esempio i Marco Mori o gli Stefano D'Andrea (l'ultima sua litania l'avete letta? roba da matti), per loro o il governo esce subito dall'Unione oppure è un governo di venduti. Nessuna via di mezzo ammessa. Essi pensano che dopo i pentastellati e la lega le masse seguiranno loro, non rendendosi conto che un fallimento produrrebbe solo due cose: o che i cittadini perdono ogni speranza (scoramento totale) ritenendo il nemico imbattibile oppure un'avanzata di sentimenti fascisti alla Alba Dorata. Questi sovranisti lavorano non per se stessi ma per l'estremismo di destra, infatti Marco Mori....
(Nello)
Qua l'unica profezia che si sta avverando è la vostra, se continuate con argomenti come la dissimulazione o a mettere sullo stesso piano Ars e Casapound: alla fine riuscirete a creare dei nemici tra i sovranisti non disposti a tifare questo governo, facendo fallacemente e perfidamente coincidere il non fidarsi del governo con il tifare la Troika.
Se il punto è fidarsi e non rompere i coglioni, ignorando quello che dicono di se stessi i sovranari con cadrega ma basandoci su quello che dicono di loro i media di regime o Moscovici, perché continuare a scrivere articoli basati su quello che dicono i sovranisti senza cadrega?
Potreste invitare a leggere Repubblica e Corriere applicando il vostro stesso riflesso pavloviano.
Date per scontato che i media di regime riescano a perculare solo gli sprovveduti piddini, e che voi siete fuori target?.francesco
Si sa che i nostri media sono specializzati, oltrechè a mentire a comando, a riempire giornali e tg di telenovele spazzatura mentre ignorano le notizie davvero importanti. Così siamo informatissimi sul bisticcio tra il governo italico ed i commissari europei su chi ce l'ha più duro mentre il discorso tenuto da Mike Pompeo al German Marshall Fund di Bruxelles è stato praticamente censurato. Eppure è proprio in quella sede che il nuovo segretario di stato Usa ha delineato quella che sarà la prossima dottrina americana in politica estera e che inevitabilmente determinarà anche l'evoluzione sociale e politica nel resto del mondo. In estrema sintesi egli ha detto che il multipolarismo è una cazzata e che il mondo deve tornare a guida americana che è l'unica che può garantire l'ordine liberale nel pianeta(sostanzialmente il predominio delle ricche oligarchie nei confronti delle altre classi sociali). Russia e Cina? O si adeguano o verranno spazzate via, insieme agli altri paesi non allineati al potere di Washington, Iran in testa, sbrigativamente definiti stati canaglia. Voi europei scordatevi una vostra difesa autonoma, il vostro esercito è la NATO e semmai tirate fuori più soldi per essa. Quanto alle organizzazioni internazionali Pompeo è stato chiaro:
"voglio ripetere quel che George Marshall disse all’Assemblea generale dell’Onu, tornando al tempo della sua fondazione nel 1948. Disse, cito, «le organizzazioni internazionali non possono prendere il posto degli sforzi nazionali o personali, e dell’immaginazione locale o individuale; l’azione internazionale non può sostituire l’auto-aiuto». Fine della citazione."
Ed ancora:
"L’Europa è il più grande singolo partner di scambio per l’America, e noi beneficiamo enormemente del vostro successo. Ma la Brexit – come minimo – è stato un campanello d’allarme politico. L’Ue sta garantendo che l’interesse dei paesi e dei loro cittadini vengano prima di quelli dei burocrati qui a Bruxelles?"
Del resto il titolo dell'intervento di Pompeo non lascia adito a dubbi sulle intenzioni: “Restoring the Role of the Nation-State in the Liberal International Order”. Con queste premesse non vedo un grande futuro per l'Unione Europea, indipendentemente da quanti decimali del deficit italiano andranno a coincidere o meno con gli obiettivi del fiscal compact.
Qui il discorso di Pompeo in inglese
https://www.state.gov/secretary/remarks/2018/12/287770.htm
Qui tradotto in italiano
http://contropiano.org/news/internazionale-news/2018/12/12/stati-uniti-contro-tutti-germania-avvertita-0110530
«E' il vincolo esterno bellezza! Inutile buttarla in caciara con "la questione è politica», scrive il Fraioli.
Oh sì, è il vincolo esterno, solo che questo, rebus sic stantibus, è la suprema questione politica.
Detto altrimenti: si tratta della sovranità.
Non la si riconquista (Gilet gialli docet) senza una vera e propria sollevazione popolare di massa.
Ciò non toglie che ogni tentativo, anche modesto, che va nella direzione della rottura della gabbia europea debba essere sostenuto.
Di qui il nostro appoggio condizionato (condizionato alla disobbedienza a Bruxelles) al governo giallo-verde.
Tradotto per chi fa finta di non capire ed i bastian contrari: nessuno appoggio se non si disobbedisce.
Con buona pace per i "profeti da quattro soldi" che sperano (proprio come gli eurocrati) nella resa del governo.
Di Maio e Salvini finiranno per accettare un compromesso a perdere?
Oggi scrivo che debbono ROMPERE LA TRATTATIVA. Non lo faranno? Peggio per loro si dirà... magari fosse così. Il cedimento rischia di causare un disincanto tra i cittadini, la sensazione che tutto sia inutile, che alla fine non si cambia niente. Il cedimento si riverbererà in modo negativo sulla causa stessa della sovranità nazionale e democratica.
Per rendere la prospettiva di quello che scrivo:
Il paradigma di fondo che ispira la mia lotta, ancora piena di contraddizioni, debolezze e lacune, è:
Agire come uno schiavo che mangia il cibo del padrone per alimentare la propria ribellione.
Il cibo materiale della sottomissione non deve essere confuso con quello spirituale del riscatto attraverso la ribellione (è su questo che litighiamo da mesi, faccio un outing, anche se si è capito che ho 4 soldi, il pane dei padroni, se ce lo daranno, lo mangerò anch'io, insieme a molti fratelli, ma temo che molti fratelli rischieranno di addormentersi, felici).
Non sono convinto che il governo giallo verde voglia risvegliare le coscienze, piuttosto che addormentarle per un bel po' di tempo.
Vediamo cosa abbiamo qui (articolo).
Un trumpiano del Tea Party che detta la linea politica mondiale e che viene ignorato dalla stampa piddina del politicamente corretto orfana dei coniugi Clinton.
La cornice la sede di un Think Thank che evoca il glorioso filantropismo americano verso l'Europa ai tempi della guerra fredda.
Quindi si tratta di pane e cioccolata americana vs salsicce e crauti bavaresi...
Potrei chiedere ai fratelli schiavi cosa preferiscono, oppure fare delle obiezioni.
Prima obiezione: la politica estera americana non è stata quasi mai conseguente ai proclami propagandistici.
Seconda obiezione: indugiare sulla minaccia geopolitica, al pari dello spread, questo sì che rende perdenti: che i nemici facciano i nemici! ma gli amici si chiedano se l'amicizia (politica) possa avere altre radici oltre la convenienza di opporsi insieme allo stesso nemico.
Terza obiezione: ammesso che gli “americani” non stiano dissimulando, cazzi loro per chissà quale ragione, una linea politica mondiale non credo si realizzi nel giro di una carica presidenziale; siamo sicuri che con un democratico alla Casa Bianca ci sarebbe stato l'evento e i media non l'avrebbero ignorato?
Che ne sappiamo chi è il padrone dei media o del mondo, se esiste, a quante variabili riesce a controllare, tra cioccolata e salsicce?
Non si dovrebbe al contrario partire dalle cose che NOI da Costituzione DOVREMMO controllare e invece NON controlliamo? Tipo, segue lunga lista...che fino a qualche mese fa iniziava con: MONETA!!!!!francesco
Bravissimi. Articolo più che esatto. Molti non hanno ancora capito in che fase storica ci troviamo, in cui c'è davvero il rischio di un vuoto democratico, in cui il processo dell'alternanza dei partiti può finire.
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