[ 15 dicembre 2018 ]
Com'è noto in Portogallo c'è un governo..."di sinistra" presieduto dal socialista Antonio Costa. Il governo è sostenuto dall'esterno anche dal Partito comunista portoghese e dalla "sinistra radicale" raggruppata nel Bloco de Esquerda.
Ebbene il governo portoghese viene considerato dalle sinistre radicali europee come un bell'esempio di come si possa restare nell'Unione europea senza applicare l'austerità. Al contempo il governo portoghese ha raccolto l'encomio di Bruxelles e degli euro-liberisti d'ogni risma. Un esempio? L'Espresso che mesi addietro titolava "Portogallo, così governa una buona sinistra. Cinque anni fa era quasi al default. Oggi cresce a ritmi record. Con un esecutivo socialista e comunista. Liberale in economia, ma con una politica sociale".
Un miracolo o una bufala?
La seconda che hai detto!
Non si spiegherebbe altrimenti come mai, malgrado il governo in sella dal 2015 abbia beneficiato della generale ripresa economica, da mesi il paese è attraversato da forti movimenti di sciopero dei lavoratori e da numerose proteste popolari.
Insegnanti, ferrovieri, infermieri, giudici, vigili del fuoco o guardie carcerarie chiedono aumenti salariali, diritti, la fine di quella che potremmo chiamare "austerità a bassa intensità". Gli infermieri, ad esempio, sono in sciopero intermittente da nove mesi e han fatto dodici giorni di stop completo dall'inizio del 2018.
In pratica i lavoratori non si accontentano delle poche briciole del governo, mentre la "crescita" ha favorito, oltre alle multinazionali straniere, una piccola minoranza di già ricchi.
In questo clima sta nascendo in questi giorni in Portogallo un movimento simile a quello dei Gilet Gialli francesi: VAMOS PARAR PORTUGAL EM FORMA DE PROTESTO, anch'esso nato su Facebook da un gruppo di cittadini.
Anche in questo caso si chiede lo stop all'aumento dei combustibili, delle tasse (IVA compresa), della fine dei privilegi per le grandi imprese e la difesa delle più piccole. [vedi immagine a destra]
Vedremo nei prossimi giorni se questa protesta, che da voce anzitutto alla piccola e media borghesia, prenderà il largo e se si unirà al movimento di scioperi dei lavoratori salariati.
Ad ogni modo una cosa si può dire con certezza: il cosiddetto "miracolo portoghese" della "buona sinistra" si va sgonfiando velocemente.
Com'è noto in Portogallo c'è un governo..."di sinistra" presieduto dal socialista Antonio Costa. Il governo è sostenuto dall'esterno anche dal Partito comunista portoghese e dalla "sinistra radicale" raggruppata nel Bloco de Esquerda.
Ebbene il governo portoghese viene considerato dalle sinistre radicali europee come un bell'esempio di come si possa restare nell'Unione europea senza applicare l'austerità. Al contempo il governo portoghese ha raccolto l'encomio di Bruxelles e degli euro-liberisti d'ogni risma. Un esempio? L'Espresso che mesi addietro titolava "Portogallo, così governa una buona sinistra. Cinque anni fa era quasi al default. Oggi cresce a ritmi record. Con un esecutivo socialista e comunista. Liberale in economia, ma con una politica sociale".
Un miracolo o una bufala?
La seconda che hai detto!
Non si spiegherebbe altrimenti come mai, malgrado il governo in sella dal 2015 abbia beneficiato della generale ripresa economica, da mesi il paese è attraversato da forti movimenti di sciopero dei lavoratori e da numerose proteste popolari.
Insegnanti, ferrovieri, infermieri, giudici, vigili del fuoco o guardie carcerarie chiedono aumenti salariali, diritti, la fine di quella che potremmo chiamare "austerità a bassa intensità". Gli infermieri, ad esempio, sono in sciopero intermittente da nove mesi e han fatto dodici giorni di stop completo dall'inizio del 2018.
In pratica i lavoratori non si accontentano delle poche briciole del governo, mentre la "crescita" ha favorito, oltre alle multinazionali straniere, una piccola minoranza di già ricchi.
In questo clima sta nascendo in questi giorni in Portogallo un movimento simile a quello dei Gilet Gialli francesi: VAMOS PARAR PORTUGAL EM FORMA DE PROTESTO, anch'esso nato su Facebook da un gruppo di cittadini.
Anche in questo caso si chiede lo stop all'aumento dei combustibili, delle tasse (IVA compresa), della fine dei privilegi per le grandi imprese e la difesa delle più piccole. [vedi immagine a destra]
Vedremo nei prossimi giorni se questa protesta, che da voce anzitutto alla piccola e media borghesia, prenderà il largo e se si unirà al movimento di scioperi dei lavoratori salariati.
Ad ogni modo una cosa si può dire con certezza: il cosiddetto "miracolo portoghese" della "buona sinistra" si va sgonfiando velocemente.
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