[ 16 dicembre 2018 ]
Debbo dare a Cesare quel che è di Cesare.
Rimasi alquanto perplesso, anni addietro, sentendo dire a dirigenti di MPL-P101 (ripeto a memoria) che "la prossima rivoluzione non sarà come quella russa del 1917 ma sarà invece simile a quella francese del 1789.
Debbo riconoscere che l'ondata di mobilitazione dei Gilet Gialli, per modus essendi e operandi conferma alla grande quella previsione.
Se è così, questa sollevazione popolare non sarà una fugace fiammata, malgrado i media di regime, all'unisono, esultino perché il V. Atto di ieri ha avuto meno adesioni. So bene che per una generale sollevazione popolare ci vogliono ben altri numeri di quelli mobilitati dai Gilet Gialli. Intanto, con una botta sola hanno ottenuto non solo la retromarcia di Macron, ma pure quella della Commissione europea, la stessa che davanti al governo italiano di marce indietro non ne vuole sentir parlare.
Questa "cosetta" (com'è che si vince o quantomeno com'è che si piega il nemico) dovrebbe far riflettere ognuno, anzitutto i sovranisti, sia quelli che sperano che il governo, incartatosi nella trattativa in corso, non finisca per tirarsi giù le mutande, sia quelli "senza sé e senza ma" che ancor prima che nascesse avevano sentenziato che... "Di Maio e Salvini sono come Tsipras".
Questa "cosetta" fa comunque riflettere due delle principali teste d'uovo del liberismo italiano, Alesina e Giavazzi.
Mi pare utile riportare quanto affermano sul CORRIERE DELLA SERA di oggi. Dopo essersi lamentati per l'atteggiamento doppiopesista della Commissione europea (durezza con Roma e indulgenza verso Parigi) essi scrivono:
Debbo dare a Cesare quel che è di Cesare.
Rimasi alquanto perplesso, anni addietro, sentendo dire a dirigenti di MPL-P101 (ripeto a memoria) che "la prossima rivoluzione non sarà come quella russa del 1917 ma sarà invece simile a quella francese del 1789.
Debbo riconoscere che l'ondata di mobilitazione dei Gilet Gialli, per modus essendi e operandi conferma alla grande quella previsione.
Se è così, questa sollevazione popolare non sarà una fugace fiammata, malgrado i media di regime, all'unisono, esultino perché il V. Atto di ieri ha avuto meno adesioni. So bene che per una generale sollevazione popolare ci vogliono ben altri numeri di quelli mobilitati dai Gilet Gialli. Intanto, con una botta sola hanno ottenuto non solo la retromarcia di Macron, ma pure quella della Commissione europea, la stessa che davanti al governo italiano di marce indietro non ne vuole sentir parlare.
Questa "cosetta" (com'è che si vince o quantomeno com'è che si piega il nemico) dovrebbe far riflettere ognuno, anzitutto i sovranisti, sia quelli che sperano che il governo, incartatosi nella trattativa in corso, non finisca per tirarsi giù le mutande, sia quelli "senza sé e senza ma" che ancor prima che nascesse avevano sentenziato che... "Di Maio e Salvini sono come Tsipras".
Giavazzi e Alesina |
Questa "cosetta" fa comunque riflettere due delle principali teste d'uovo del liberismo italiano, Alesina e Giavazzi.
Mi pare utile riportare quanto affermano sul CORRIERE DELLA SERA di oggi. Dopo essersi lamentati per l'atteggiamento doppiopesista della Commissione europea (durezza con Roma e indulgenza verso Parigi) essi scrivono:
«I gilet gialli hanno imposto all’Eliseo una modifica costosa della legge di Bilancio francese con la violenza della piazza alla quale Macron ha prontamente ceduto, perdendo gran parte della sua credibilità. Ecco un altro pericolosissimo precedente: con la violenza si piegano le regole non solo di un governo nazionale ma anche della Commissione».In poche parole i liberisti Alesina e Giavazzi hanno capito la lezione impartita dai Gilet Gialli, il "pericolosissimo precedente" per cui con la lotta diretta, anzi con "violenza di piazza", un popolo ottiene risultati, mentre un governo che pure ha un amplissimo consenso (passivo), s'incarta in una pasticciata e sconclusionata trattativa...
LA FRANCIA CHIAMA, L'ITALIA RISPONDE
3 commenti:
Mi viene in mente una strana espressione: "palestinizzazione" del mondo.
Peccato che per quella data il danno in Italia sarà già fatto.
Alesina e Giavazzi sono un esempio della stomachevole ipocrisia doppiopesista cui tocca assistere ogni qualvolta si accende la tv o si leggono i giornali zombies del mainstream. Infatti la "violenza con la quale si piegano le regole di un governo nazionale" non li scandalizzò affatto all'epoca del golpe ucraino del 2014 nè tantomeno quella riservata a più riprese al governo bolivariano del Venezuela. Quando si tratta di imporre il proprio sistema, tutto fa brodo, ma naturalmente non vale il viceversa
Ma lasciando perdere queste due zecche del "giornalismo" nostrano, io mi chiedo se è mai possibile che Salvini e Di Maio non capiscano che in questo momento essi dispongono di potentissimi alleati per impostare una strategia di uscita se non addirittura di rottamazione dell'intera Ue. Gli americani che la sponsorizzarono nel dopoguerra oggi la giudicano come un pericoloso concorrente dato che non riescono più a controllarla. Anche la Russia vedrebbe benissimo una sua disintegrazione data la profonda interconnessione che essa ha con la NATO, tanto che anche Putin dopo Donald Trump ha lasciato chiaramente intendere a Conte di essere disposto a sostenere il nostro debito pubblico nel 2019. Ci vorrebbe quindi un po' di coraggio per sostenere le proprie posizioni con forza, invece questi continuano a calarsi le braghe davanti alla Commissione seguitando ad erodere le cifre di una manovra già tiepida in partenza tutti spaventati dai ruggiti di quella che in realtà non è altro che una tigre di carta.
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