[ 14 dicembre 2018 ]
Per una volta si potrebbe dar ragione a Carlo Cottarelli. Riguardo all'esito della grottesca "trattativa ad oltranza" in corso a Bruxelles egli scrive su LA STAMPA di oggi:
Sotto l'attacco di Bruxelles i due ragazzi, dopo avere detto che il 2,4% era una soglia invalicabile, hanno fatto retromarcia accettando il 2,04%, contestualmente dicendo ai quattro venti che malgrado ciò le loro misure bandiera sarebbero state applicate come promesso. Invece, dopo che la Commissione ha detto che quella parziale retromarcia non era abbastanza, il negoziato continua. La possibilità che il deficit venga portato, come esige la Commissione, sotto il 2%, sembra a questo punto l'esito più probabile.
I conti della serva sono infatti presto fatti: nelle condizioni di uno Stato che per finanziare la spesa pubblica deve fare la questua sui mercati, rispettando quindi una soglia del 2%, mancheranno i quattrini sia per "smontare" la Fornero sia per un "reddito di cittadinanza" alla larga platea delle famiglie che stanno sotto la soglia di povertà. Morale: avremmo una Legge di bilancio del tutto snaturata o, detto altrimenti, che non invertirà la spirale austeritaria. Tutto il contrario di quello che ci sarebbe bisogno, a maggior ragione se si entrasse in recessione nel corso del 2019.
A meno che....
A meno che Di Maio e Salvini non impongano a Tria (e Conte) di tornarsene subito a casa ponendo fine a questa pantomima chiamata "trattativa a oltranza". Non solo disobbedendo a Bruxelles, ma facendo saltare i piani del Partito dello spread (alias: del vincolo esterno) che ha come sommo regista Mattarella coi suoi agenti sotto copertura Tria, Moavero e probabilmente lo stesso Conte. Quello che abbiamo definito già a giugno come il Cavallo di Troia nel governo.
Se non lo faranno, e sono in tempo per farlo, i due ragazzi ne usciranno con le ossa rotte poiché avrà vinto la Commissione europea che avrà così dimostrato che la Legge di bilancio italiana non la si fa a Roma, bensì a Bruxelles. Di qui l'esultanza dell'opposizione zombi di piddini e berluscones. Se non lo faranno adesso, cogliendo al volo l'eccezionale assist offerto dal popolo francese in rivolta, dovremo considerarli non solo pusillanimi ma dilettanti politici (allo sbaraglio).
Le prossime ore ci diranno dunque se Di Maio e Salvini avranno il coraggio di compiere il solo gesto che potrà evitargli l'umiliazione. Non è tanto la reputazione dei due ragazzi che a noi sta a cuore, quanto piuttosto che non vengano umiliati i tanti cittadini che, votandoli, hanno espresso, assieme alla speranza di porre fine allo stato di sudditanza del Paese davanti all'eurocrazia, quella di farla finita con austerità e sacrifici che mentre impoveriscono il popolo lavoratore, arricchiscono i già ricchi.
Di Maio e Salvini, malgrado siano vittime della compulsione internettara, tacciono. Che questo loro improvviso mutismo sia segno di tranquillità non lo pensiamo. Esattamente il contrario. Non sono solo gli eurocrati che essi hanno contro, non solo il Cavallo di Troia. Essi hanno contro potenti frazioni politiche nei loro stessi partiti, frazioni che ubbidiscono al grande capitalismo e non vogliono rompere con l'eurocrazia. In questo quadro è evidente che rompere subito la trattativa implicherà la rottura con queste frazioni. Una rottura inevitabile se i due ragazzi non vorranno essere addomesticati.
Per una volta si potrebbe dar ragione a Carlo Cottarelli. Riguardo all'esito della grottesca "trattativa ad oltranza" in corso a Bruxelles egli scrive su LA STAMPA di oggi:
«Meglio non scommettere ma, se dovessi farlo, punterei sul rinvio del giudizio: la Commissione non proporrà l'inizio di una procedura di penalizzazione per l'Italia, rinviando a primavera la valutazione finale».Non credo tuttavia, fosse giusta l'analogia della partita di scacchi che stabilivo ieri riguardo al braccio di ferro tra Roma e Bruxelles, che questa si possa concludere in uno stallo, in un pari. Certo, dopo questa partita ne comincerà un'altra, ma per come si stanno mettendo le cose essa rischia di concludersi con una cocente sconfitta di Di Maio e Salvini.
Sotto l'attacco di Bruxelles i due ragazzi, dopo avere detto che il 2,4% era una soglia invalicabile, hanno fatto retromarcia accettando il 2,04%, contestualmente dicendo ai quattro venti che malgrado ciò le loro misure bandiera sarebbero state applicate come promesso. Invece, dopo che la Commissione ha detto che quella parziale retromarcia non era abbastanza, il negoziato continua. La possibilità che il deficit venga portato, come esige la Commissione, sotto il 2%, sembra a questo punto l'esito più probabile.
I conti della serva sono infatti presto fatti: nelle condizioni di uno Stato che per finanziare la spesa pubblica deve fare la questua sui mercati, rispettando quindi una soglia del 2%, mancheranno i quattrini sia per "smontare" la Fornero sia per un "reddito di cittadinanza" alla larga platea delle famiglie che stanno sotto la soglia di povertà. Morale: avremmo una Legge di bilancio del tutto snaturata o, detto altrimenti, che non invertirà la spirale austeritaria. Tutto il contrario di quello che ci sarebbe bisogno, a maggior ragione se si entrasse in recessione nel corso del 2019.
A meno che....
A meno che Di Maio e Salvini non impongano a Tria (e Conte) di tornarsene subito a casa ponendo fine a questa pantomima chiamata "trattativa a oltranza". Non solo disobbedendo a Bruxelles, ma facendo saltare i piani del Partito dello spread (alias: del vincolo esterno) che ha come sommo regista Mattarella coi suoi agenti sotto copertura Tria, Moavero e probabilmente lo stesso Conte. Quello che abbiamo definito già a giugno come il Cavallo di Troia nel governo.
Se non lo faranno, e sono in tempo per farlo, i due ragazzi ne usciranno con le ossa rotte poiché avrà vinto la Commissione europea che avrà così dimostrato che la Legge di bilancio italiana non la si fa a Roma, bensì a Bruxelles. Di qui l'esultanza dell'opposizione zombi di piddini e berluscones. Se non lo faranno adesso, cogliendo al volo l'eccezionale assist offerto dal popolo francese in rivolta, dovremo considerarli non solo pusillanimi ma dilettanti politici (allo sbaraglio).
Le prossime ore ci diranno dunque se Di Maio e Salvini avranno il coraggio di compiere il solo gesto che potrà evitargli l'umiliazione. Non è tanto la reputazione dei due ragazzi che a noi sta a cuore, quanto piuttosto che non vengano umiliati i tanti cittadini che, votandoli, hanno espresso, assieme alla speranza di porre fine allo stato di sudditanza del Paese davanti all'eurocrazia, quella di farla finita con austerità e sacrifici che mentre impoveriscono il popolo lavoratore, arricchiscono i già ricchi.
Di Maio e Salvini, malgrado siano vittime della compulsione internettara, tacciono. Che questo loro improvviso mutismo sia segno di tranquillità non lo pensiamo. Esattamente il contrario. Non sono solo gli eurocrati che essi hanno contro, non solo il Cavallo di Troia. Essi hanno contro potenti frazioni politiche nei loro stessi partiti, frazioni che ubbidiscono al grande capitalismo e non vogliono rompere con l'eurocrazia. In questo quadro è evidente che rompere subito la trattativa implicherà la rottura con queste frazioni. Una rottura inevitabile se i due ragazzi non vorranno essere addomesticati.
6 commenti:
I due ragazzi hanno fatto retromarcia perché hanno capito che non sono pronti.
Prima iniziare la guerra all'Europa bisogna battere i nemici interni, sopratutto nei media, e ci vuole un'altra iniezione di consensi che forse arriverà alle europee, se ci si arriva vivi.
Se rompono adesso torna lo spread, e a gennaio con i BTP in scadenza si rischia la retromarcia definitiva.
Per questo stanno cercando di spostare il fronte dal 2,4 a RDC e quota 100, che devono restare la linea del Piave.
Poi possono accettare anche l'1.8%, e per rispettare RDC + quota 100 possono giocarsi il jolly:
gli 80 euro di Renzi valgono 10 miliardi, e gli italiani devono scegliere se perderli o tenersi questa europa.
Purtroppo in questa situazione drammatica e allo stesso tempo grottesca ne' Salvini ne' Di Maio sono primi mninistri per poter avvalersi della possibilita' di andare in tv a reti unificate e denunciare come stanno le cose facendo nomi e cognomi di chi ha remato e rema ancora contro il popolo italiano .
Mi auguro solo che in futuro qualsiasi governo venga vietato di firmare trattati che poi si rivelano dannosi per il paese come il fiscal compact o Dublino ecc. senza prima aver consultato il popolo attraverso un referendum il cui risultato poi sia vincolante .
Nessuno , e tanto meno un gov. tecnico puo' arrogarsi questo , se fosse necessario si cambi la Costituzione
Cosa ci si poteva aspettare dai "due ragazzi"?
Ora sarà tutto un profluvio di "io l'avevo detto!";i sinistrati gongoleranno per aver smascherato finalmente il governo "fascio/leghista"e sarà tutto un congratularsi assieme ai loro sodali nonché "democratici e progressisti" annidati ancora in quasi tutti i gangli vitali delle istituzioni di quel che viene giustamente definito con termine anglosassone "Deep State",che altro non è che uno Stato ombra costituito da Quisling pronti a consegnare definitivamente il paese alla Troika;del resto il non aver agito con tempestività all'indomani del clamoroso e inaspettato(per lor signori)risultato elettorale, ha fatto guadagnare tempo prezioso all'élite eurocratica, posizionando e riorganizzando le loro truppe esterne, ma soprattutto interne, in grado ora di condizionare e annullare il responso popolare con una trattativa assurda che ricorda da vicino quella greca;una trattativa poi che non avrebbe mai dovuto avere corso nè essere così impegnativa per un governo che invece avrebbe dovuto chiarire subito le proprie intenzioni giocando da subito la carta della fuoriuscita dal lager eurista;si è perso tempo prezioso che sarà difficile riguadagnare alla causa sovranista che,è bene ricordarlo,gode ancora di un largo consenso nel paese al netto di attacchi continui e sempre più insistenti(fino a quando?)ed è vero che i fatti hanno la testa dura,nel frattempo, però, evitiamo di rompere la nostra.
rispondo al primo raziocinante lettore
il fatto è, conti alla mano, che con un deficit attorno al 2% ti scordi reddito per la platea annunciata e con l'importo promesso, e ti scordi pure quota 100 per chi ne avrebbe diritto.
QUINDI IL RISCHIO è NON LA LINEA DEL PIAVE MA CAPORETTO...
Secondo rischio: se si arriva alle europee in questa condizioni, con una legge di bilancio scritta a Bruxelles, va a votare meno del 50% per cui, anche se vinci, è una vittoria zoppa, o di Pirro. Che te ne fai di un eventuale 60% del 50% = 30 sommando M5S e Lega....
"...i tanti cittadini che, votandoli, hanno espresso, assieme alla speranza di porre fine allo stato di sudditanza del Paese davanti all'eurocrazia..."
Nel programma di Centro Dx SALVINI DICE che non c'è scritto di farla finita con l'eurocrazia.
Nel programma del M5s DI MAIO DICE: leggi sopra.
Questi stanno insieme perche le loro proposte elettorali separatamente non hanno fatto breccia, hanno solo unito il numero dei consensi (Sud+Nord) per garantire continuità governativa, la stabilità.
Dichiarano di non condividere nessuna visione d'insieme, l'unica cosa che non possono più nascondere di avere in comune e che dunque dichiarano esplicitamente è che insieme vogliono un'Altra EUROpa, svelando infine il bluff giocato fin qui del loro presunto sovranismo.
Ovviamente, Salvini (o Di Maio) si può emancipare dalla sua storia e dal suo partito di rompicoglioni, alla Giorgetti o Maroni, e coltivare un'agenda segreta diversa da quella pubblica di oggi, con la quale vincere le elezioni, indicando all'orizzonte un futuro roseo, come una carota.francesco
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