[ 2 dicembre 2018 ]
Un corollario del pentitismo è quello di indurre altri al pentimento.
Al pentito risulta infatti insopportabile un non pentito: gli ricorda quello che avrebbe dovuto fare e non ha avuto il coraggio di fare. E così Tsipras chiede al governo gialloverde di pentirsi e di farlo subito. La cosa si commenta da sè e non aggiungo altro.
Temo tuttavia che il veleno che sparge Tsipras non si fermerà qui.
Con chi si candiderà Syriza alle prossime europee?
Qualunque scelta compia sarà un problema per qualcuno. E questo qualcuno sono le forze della cosiddetta sinistra radicale che lo ha sostenuto inopinatamente quando ha rovesciato il risultato referendario che il popolo greco con il suo OXI aveva gridato alla Troika.
Tsipras infatti potrebbe candidarsi con i suoi nuovi interlocutori: il PSE. Ma sono padroni che non è detto che sia ancora tali nel prossimo Parlamento Europeo. Questa scelta sarebbe un bello smacco per i vecchi amici radicoloidi che, oltre al danno subito appoggiandolo, pagherrebbero un’altra volta il suo nuovo tradimento.
Potrebbe ricandidarsi con la Sinistra Europea come in passato. Ma sarebbe un vantaggio avere fra le proprie file un pentito, uno che si è inginocchiato alla Troika, ai Mercati, che ha portato il popolo greco allo stremo ed all’inesistenza della Grecia come Stato? Uno che indubbiamente piace a Mattarella!
Una scelta per cui il meanstream direbbe: “Vedete non c’è alternativa!”.
E, poi, come potrebbe stare insieme sul piano simbolico una lista che contiene Tsipras e Varoufakis?
Un bel casino. Comunque la si guardi sarà una situazione imbarazzante per il già scalcagnato sinistrismo nostrano. Imbarazzante anche per gli altri partiti della sinistra Europea.
Del resto, come dice il proverbio, chi è colpa del suo mal pianga se stesso.
Tutto, infatti, nasce dall’idea insensata che non ci sia alternativa all’Unione-euro, che questa si possa democratizzare senza prima distruggerla, che è meglio essere sconfitti e pentiti pur di non uscirne.
Quando si perde la propria dignità non c’è nessun futuro possibile.
Speriamo che la situazione italiana non veda altri tsiprioti, pur con casacche diverse. Non gioverebbe a nessuno se non agli avvoltoi appollaiati sul trespolo di Repubblica, di Arcore, del Quirinale.
L’Unione si abbatte e non si cambia, altrimenti l’Unione-euro ti abbatte e ti cambia togliendoti democrazia, futuro e dignità.
Un corollario del pentitismo è quello di indurre altri al pentimento.
Al pentito risulta infatti insopportabile un non pentito: gli ricorda quello che avrebbe dovuto fare e non ha avuto il coraggio di fare. E così Tsipras chiede al governo gialloverde di pentirsi e di farlo subito. La cosa si commenta da sè e non aggiungo altro.
Temo tuttavia che il veleno che sparge Tsipras non si fermerà qui.
Con chi si candiderà Syriza alle prossime europee?
Qualunque scelta compia sarà un problema per qualcuno. E questo qualcuno sono le forze della cosiddetta sinistra radicale che lo ha sostenuto inopinatamente quando ha rovesciato il risultato referendario che il popolo greco con il suo OXI aveva gridato alla Troika.
Tsipras infatti potrebbe candidarsi con i suoi nuovi interlocutori: il PSE. Ma sono padroni che non è detto che sia ancora tali nel prossimo Parlamento Europeo. Questa scelta sarebbe un bello smacco per i vecchi amici radicoloidi che, oltre al danno subito appoggiandolo, pagherrebbero un’altra volta il suo nuovo tradimento.
Potrebbe ricandidarsi con la Sinistra Europea come in passato. Ma sarebbe un vantaggio avere fra le proprie file un pentito, uno che si è inginocchiato alla Troika, ai Mercati, che ha portato il popolo greco allo stremo ed all’inesistenza della Grecia come Stato? Uno che indubbiamente piace a Mattarella!
Una scelta per cui il meanstream direbbe: “Vedete non c’è alternativa!”.
E, poi, come potrebbe stare insieme sul piano simbolico una lista che contiene Tsipras e Varoufakis?
Un bel casino. Comunque la si guardi sarà una situazione imbarazzante per il già scalcagnato sinistrismo nostrano. Imbarazzante anche per gli altri partiti della sinistra Europea.
Del resto, come dice il proverbio, chi è colpa del suo mal pianga se stesso.
Tutto, infatti, nasce dall’idea insensata che non ci sia alternativa all’Unione-euro, che questa si possa democratizzare senza prima distruggerla, che è meglio essere sconfitti e pentiti pur di non uscirne.
Quando si perde la propria dignità non c’è nessun futuro possibile.
Speriamo che la situazione italiana non veda altri tsiprioti, pur con casacche diverse. Non gioverebbe a nessuno se non agli avvoltoi appollaiati sul trespolo di Repubblica, di Arcore, del Quirinale.
L’Unione si abbatte e non si cambia, altrimenti l’Unione-euro ti abbatte e ti cambia togliendoti democrazia, futuro e dignità.
* Citare ironicamente Ricky Gianco, con la sua canzone “Compagno sì, compagno no, compagno un caz”, ben si attaglia, quindi, a parlare di Tsipras.
* Fonte: Rinascita!
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