[ 23 marzo ]
Alcuni nostri lettori sanno di cosa parliamo. I più non sanno invece cosa sia l'Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS).
L'anno che va dall'autunno del 2011 all'autunno 2012, sull'onda delle crisi greca e italiana, sorsero come funghi gruppetti che scoprirono che l'Unione europea e l'euro erano un problema e che la soluzione fosse riconsegnare al Paese la sua piena sovranità, monetaria ed economica. Vi fu chi fece allora un censimento e ne contò una cinquantina.
Figli del loro tempo, la gran maggioranza di essi, si consideravano "né di destra né di sinistra", assumevano il paradigma del pensiero unico neoliberale, ovvero la "fine delle ideologie" e tra queste, anzitutto, del marxismo. Un fenomeno che negli anni '90 sarebbe stato definito "estremismo di centro", un prodotto ideologico di scarto ma precipitato di un enorme processo sociale: la pauperizzazione traumatica e la discesa nel rango sociale di un ceto medio che fino al giorno prima, in larga parte, si immedesimava nel sistema, se non proprio nel berlusconismo.
Dal mito individualistico e tipicamente latino del "fai da te", il piccolo borghese tradito faceva il salto mortale, l'inversione ad U: si invocava ora l'intervento salvifico e tout azimut dello Stato. Aleggiava il puzzo del noto aforisma mussoliniano: «Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato». Sembrava compirsi il miracolo di una pseudo-patriottica transustanziazione: l'amalgama tra rottami fascisti, eredi del togliattismo staliniano, discendenti della Democrazia Cristiana, nostalgici del craxismo: tutti assieme nell'afflato "sovranista".
Era una bolla e come tutte le bolle destinata a scoppiare.
Se è esplosa nel giro di un anno o poco più non è tuttavia, come pensano certi amici, solo per cause endogene —rozzezza politica, pressapochismo culturale, economicismo, megalomania di certi personaggi— ma pure per potenti cause esogene. Il 2013 è stato l'anno della folgorante avanzata elettorale dei Cinque Stelle, poi di quella del salvinismo —due fenomeni che hanno risucchiato lo spazio dei gruppi "sovranisti". E' poi sopraggiunto, come segno di un malessere reale in seno ai dominanti, il renzismo. Fenomeni enormi che i "sovranisti" non sono stati in grado di capire, che hanno sottostimato, che hanno addirittura snobbato —ed infine esorcizzato (tranne il salvinismo a cui numerosi "sovranisti" hanno abboccato) come macchinazioni del potere.
L'ARS ha rappresentato il distillato chimicamente puro di questa pappetta "sovranista" post-ideologica, transessuale, interclassista. L'ARS ha fatto del trasversalismo politico e del mito non solo della Costituzione, ma della "Prima Repubblica" —che quella Costituzione ha in verità sostanzialmente disatteso—le sue due cifre principali, addirittura identitarie.
Ci occupammo di ARS in almeno due occasioni [qui: Sovranismi di destra, di sinistra... e di centro, e qui: Quelli che i diritti civili no], nei quali appunto tentavamo di cogliere quali fossero i limiti politici e teorici essenziali del gruppo.
Grazie alla tenacia e alla abilità mimetica del suo gruppo fondatore, ARS è riuscita a sopravvivere alla moria generale, raccattando anzi qua e là, assieme a persone per bene, questo o quel pesce spiaggiato. Ora ci dicono che ARS ha subito una scissione pesante, anche se non nei numeri, perché è verticale, dato che ha coinvolto la sua stessa direzione. Uno scoppio... a scoppio ritardato.
Ce ne da conto Fiorenzo Fraioli, che ha partecipato alla riunione dei fuoriusciti. Una "scissione antropologica", la definisce il Fraioli. E spiega che oltre alla pittoresca apologia dello Stato Islamico (sì, sì, proprio dell'avanzante islamismo takfirita) sistematicamente compiuta dal principale dirigente di ARS, i fuoriusciti con il loro gesto hanno voluto condannare i suoi «... modi autoritari, l'eccesso di protagonismo, la totale incapacità di ascolto, la nessuna disponibilità alla mediazione». Questioni di.. governance, direbbero i liberisti, di regime interno nel nostro vocabolario.
E' comprensibile, e perfino giustificabile abbandonare una setta, tanto più se alla sua testa c'è un padre padrone che tiranneggia e fa il bello ed il cattivo tempo. Che questa rivolta "antropologica" contro metodi paternalisti e autoritari sia tuttavia sufficiente per fondarci un qualcosa di più solido e elevato noi ne dubitiamo. Non sulle affinità antropologiche ma su solide basi politiche si fonda un'organizzazione. Ma questo i fuoriusciti sembrano sospettarlo dato che (ahimé) leggiamo:
Il buon giorno si vede dal mattino, verrebbe da dire.
L'esperienza ci insegna tuttavia che certe rotture, una volta compiutesi, possono aprirsi ad esiti più profondi e radicali, ovvero tendono ad andare alla radice. E la frattura, per quanto manifestatasi come alterità "antropologica" , non tarderà a manifestarsi nella sua natura politica e teorica.
Alcuni nostri lettori sanno di cosa parliamo. I più non sanno invece cosa sia l'Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS).
L'anno che va dall'autunno del 2011 all'autunno 2012, sull'onda delle crisi greca e italiana, sorsero come funghi gruppetti che scoprirono che l'Unione europea e l'euro erano un problema e che la soluzione fosse riconsegnare al Paese la sua piena sovranità, monetaria ed economica. Vi fu chi fece allora un censimento e ne contò una cinquantina.
Figli del loro tempo, la gran maggioranza di essi, si consideravano "né di destra né di sinistra", assumevano il paradigma del pensiero unico neoliberale, ovvero la "fine delle ideologie" e tra queste, anzitutto, del marxismo. Un fenomeno che negli anni '90 sarebbe stato definito "estremismo di centro", un prodotto ideologico di scarto ma precipitato di un enorme processo sociale: la pauperizzazione traumatica e la discesa nel rango sociale di un ceto medio che fino al giorno prima, in larga parte, si immedesimava nel sistema, se non proprio nel berlusconismo.
Dal mito individualistico e tipicamente latino del "fai da te", il piccolo borghese tradito faceva il salto mortale, l'inversione ad U: si invocava ora l'intervento salvifico e tout azimut dello Stato. Aleggiava il puzzo del noto aforisma mussoliniano: «Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato». Sembrava compirsi il miracolo di una pseudo-patriottica transustanziazione: l'amalgama tra rottami fascisti, eredi del togliattismo staliniano, discendenti della Democrazia Cristiana, nostalgici del craxismo: tutti assieme nell'afflato "sovranista".
Era una bolla e come tutte le bolle destinata a scoppiare.
Se è esplosa nel giro di un anno o poco più non è tuttavia, come pensano certi amici, solo per cause endogene —rozzezza politica, pressapochismo culturale, economicismo, megalomania di certi personaggi— ma pure per potenti cause esogene. Il 2013 è stato l'anno della folgorante avanzata elettorale dei Cinque Stelle, poi di quella del salvinismo —due fenomeni che hanno risucchiato lo spazio dei gruppi "sovranisti". E' poi sopraggiunto, come segno di un malessere reale in seno ai dominanti, il renzismo. Fenomeni enormi che i "sovranisti" non sono stati in grado di capire, che hanno sottostimato, che hanno addirittura snobbato —ed infine esorcizzato (tranne il salvinismo a cui numerosi "sovranisti" hanno abboccato) come macchinazioni del potere.
L'ARS ha rappresentato il distillato chimicamente puro di questa pappetta "sovranista" post-ideologica, transessuale, interclassista. L'ARS ha fatto del trasversalismo politico e del mito non solo della Costituzione, ma della "Prima Repubblica" —che quella Costituzione ha in verità sostanzialmente disatteso—le sue due cifre principali, addirittura identitarie.
Ci occupammo di ARS in almeno due occasioni [qui: Sovranismi di destra, di sinistra... e di centro, e qui: Quelli che i diritti civili no], nei quali appunto tentavamo di cogliere quali fossero i limiti politici e teorici essenziali del gruppo.
Grazie alla tenacia e alla abilità mimetica del suo gruppo fondatore, ARS è riuscita a sopravvivere alla moria generale, raccattando anzi qua e là, assieme a persone per bene, questo o quel pesce spiaggiato. Ora ci dicono che ARS ha subito una scissione pesante, anche se non nei numeri, perché è verticale, dato che ha coinvolto la sua stessa direzione. Uno scoppio... a scoppio ritardato.
Ce ne da conto Fiorenzo Fraioli, che ha partecipato alla riunione dei fuoriusciti. Una "scissione antropologica", la definisce il Fraioli. E spiega che oltre alla pittoresca apologia dello Stato Islamico (sì, sì, proprio dell'avanzante islamismo takfirita) sistematicamente compiuta dal principale dirigente di ARS, i fuoriusciti con il loro gesto hanno voluto condannare i suoi «... modi autoritari, l'eccesso di protagonismo, la totale incapacità di ascolto, la nessuna disponibilità alla mediazione». Questioni di.. governance, direbbero i liberisti, di regime interno nel nostro vocabolario.
E' comprensibile, e perfino giustificabile abbandonare una setta, tanto più se alla sua testa c'è un padre padrone che tiranneggia e fa il bello ed il cattivo tempo. Che questa rivolta "antropologica" contro metodi paternalisti e autoritari sia tuttavia sufficiente per fondarci un qualcosa di più solido e elevato noi ne dubitiamo. Non sulle affinità antropologiche ma su solide basi politiche si fonda un'organizzazione. Ma questo i fuoriusciti sembrano sospettarlo dato che (ahimé) leggiamo:
«Tuttavia, a parte il problema ISIS, non sono emerse nel corso della discussione altri forti elementi di dissenso politico. Anzi, quando nella parte finale dell'incontro si è passati a discutere del "che fare", l'opinione unanime è stata quella di continuare la stessa battaglia politica di ARS, sebbene in una nuova costituenda associazione che adotti metodi e prassi radicalmente diverse».Vorremmo sbagliarci ma qui, se le parole hanno un senso, si esce da ARS per rifondare ARS. ARS 2.0. Tradotto in politichese: ci si libera di D'Andrea per tenersi il d'andreismo.
Il buon giorno si vede dal mattino, verrebbe da dire.
L'esperienza ci insegna tuttavia che certe rotture, una volta compiutesi, possono aprirsi ad esiti più profondi e radicali, ovvero tendono ad andare alla radice. E la frattura, per quanto manifestatasi come alterità "antropologica" , non tarderà a manifestarsi nella sua natura politica e teorica.
36 commenti:
Secondo me, caro Moreno, la fai più complicata di quanto non sia. Mettiamola così, un certo numero di soci ARS non ne ha potuto più di pèèèèrle di tal fatta (dalla pagina FB di SdA):
"Nessuno sta organizzando e mettendo in pratica una strategia della tensione. E' l'IS che decide autonomamente di reagire contro chi lo bombarda e infatti non bombarda chi non lo bombarda.
Per quale diamine di ragione l'IS non dovrebbe reagire? Come si può pensare che venga bombardato per mesi e anni e non reagisca?
E non venitemi a dire che stanno bombardando l'IS in Iraq e Siria al solo scopo di far sì che l'IS organizzi attentati contro i popoli europei che lo stanno bombardando. Stanno bombardando l'IS per finaità imperialistiche varie, comprese quelle tipicamente servili delle colonie. E l'IS reagisce.
La formula della strategia della tensione secondo me è sbagliatissima e accettabile soltanto se usata da chi,coerentemente, sostiene che stanno bombardando l'IS in Siria e in Iraq AL SOLO SCOPO di suscitare le reazioni dell'IS contro i popoli che lo stanno bombardando."
La cosa che stupisce è come sia stato possibile che un direttivo non sia riuscito a "destituire" il proprio presidente e nominarne un altro, se quello in carica non era considerato all'altezza del ruolo.
Ma lasciamo questo aspetto, la cosa fondamentale è che fare un clone di un'organizzazione non ha senso.
Il problema dei cosiddetti sovranisti è che non riescono a capire che ciò che manca oggi è un'organizzazione ben strutturata con una visione del mondo ben precisa. Con una chiara collocazione politica.
Allora ha senso parlare di sovranismo.
Un sovranismo non ambiguo la cui natura è svelata dalla stessa visione che l'organizzazione si da.
Con organizzazioni forti, solide, volitive e che sanno in quale direzione muoversi, allora tutte le alleanze possono farsi per l'uscita dall'euro e dalla Ue.
Quando succede una cosa come una scissione in un'associazione politica, delle persone responsabili si pongono il problema di evitare che ne derivino conseguenze negative per tutto il movimento di riferimento: quello sovranista. A proposito: P101 è ancora sovranista?
Credo, per aver parlato con gli scissionisti, che l'ipotesi della battaglia interna sia stata messa da parte anche per questa ragione. E' parso a tutti, insomma, che sia meglio che ognuno vada per la sua strada. Personalmente ho molto apprezzato questa scelta.
Non ho affatto apprezzato, invece, l'interpretazione di Moreno: "ci si libera di D'Andrea per tenersi il d'andreismo". Le cose stanno in senso opposto: i dissidenti si sono liberati di SdA per tenersi la linea sovranista dell'ARS. Per altro, mi sfugge da quali segnali Moreno abbia dedotto la sua convinzione, visto che dai dissidenti non è ancora pervenuto nemmeno un comunicato, e il mio articolo è una breve cronaca dell'incontro e nulla più.
Caro Fiorenzo,
tu scrivi, descrivendo l'orientamento politico di coloro che hanno abbandonato l'ARS, quanto segue:
«Tuttavia, a parte il problema ISIS, non sono emerse nel corso della discussione altri forti elementi di dissenso politico. Anzi, quando nella parte finale dell'incontro si è passati a discutere del "che fare", l'opinione unanime è stata quella di continuare la stessa battaglia politica di ARS, sebbene in una nuova costituenda associazione che adotti metodi e prassi radicalmente diverse».
Un "segnale" inequivocabile che non si è rotto il cordone ombelicale con il "d'andreismo", poichè, come sai bene, l'impronta di quest'ultimo sulla linea politica dell'ARS è totale e indiscutibile.
E' questa linea che ho criticato e continuerò a criticare.
Che tu continui a difenderla è evidentemente un tuo diritto, ma tenta almeno (1) di rispondere nel merito e (2) di capire il legame organico che c'è tra il D'andreismo politico e i metodi organizzativi paternalistici e autoritari del Nostro.
Verificherai tu stesso, il tempo è galantuomo, che il D'Andreismo senza il suo architetto non può sussistere, e se volesse sussistere meriterà di essere criticato, al netto dei luoghi oramai comuni sulla difesa della Costituzione, come paccottiglia politica transgenica.
Riguardo alla frase di D'Andrea sullo Stato Islamico, tu la citi come se quel che scrive fosse un abominio, una prova lampante della sua "pazzia". A me sembra invece che quel che dice in questo passo sia assolutamente condivisibile, non fosse che per la sua logica cartesiana. Se non è così, perchè non spieghi dove sarebbe lo scandalo?
E certo che mi considero sovranista, ma accanto al termine aggiungo due aggettivi altrettanto qualificanti: socialista e rivoluzionario.
Il sovranismo transgenico, a-ideologico, nè destra nè sinistra, interclassista, è morto, e la rottura di ARS ne costituisce un'altra prova fattuale. E' morta con ARS la pretesa, questa sì squinternata e utopistica, di pensare ad un partito politico pigliatutto, come se fosse un CLN in nuce, in cui possano convivere reazionari e rivoluzionari, passatisti e modernisti, illuministi e retrogradi, democratici e fascisti, comunisti e anticomunisti.
Per quanto concerne P101, esso vuole essere un Movimento che aggreghi non tutto e il contrario di tutto, bensì solo quelle componenti politiche e culturali che oltre a battersi per rovesciare l'ordine di cose esistente, tengono ferma la stella polare del socialismo.
Con affetto,
Moreno Pasquinelli
Non sono un "fan" di D' Andrea, anche se ritengo scriva spesso (non sempre) cose acute, giuste e "sacrosante".
E' il caso della pretesa "peeeeerla" di cui parla Fraioli, su questo concordo pienamente con Moreno.
Noto fra l' altro che in televisione (ma la seguo poco e qualcosa potrebbe essermi sfuggito) l' unico che ha affrontato in modo sostanzialmente corretto la questione degli attentati di Bruxelles, voce stonata al di fuori di un cacofonico, assordante coro di nauseabondo patriottismo alla "italiani -pardon: europei- brava gente", al quale ha ritenuto di unirsi anche il papa, é stato non un politicante bensì un comico, Maurizio Crozza).
Credo che viviamo tempi duri e trovare la strada giusta sia molto difficile, e dunque che si debba cercare di assumere un atteggiamento costruttivo (ovviamente non acritico) verso tutti coloro che cercano per lo meno di battersi, come obiettivo minimo da perseguirsi dati i pessimi rapporti di forza che caratterizzano la fase attuale della lotta di classe, per la riconquista di un minimo di sovranità nazionale contro la moderna prigione dei popoli costituita dall' "Europa" (intesa come abominevole mostro politico imperialista e non come mero continente, che comunque un internazionalista non può non considerare del tutto uguale a qualsiasi altro continente, senza alcuna presunta "primogenitura di civiltà", che sarebbe semplicemente espressione di becero sciovinismo: mi sento cittadino del mondo, non dell' Europa!).
Però se gli scissionisti dell' ARS sono concordi con D' Andrea su tutto salvo che sulle sacrosante considerazioni che fa circa il terrorismo "islamico" e le sue cause politiche e responsabilità morali (di gran lunga preponderantemente occidentali e anche sciovinisticamente "eeeeuroooopeeeee"), allora credo che siano molto peggio di D' Andrea.
Giulio Bonali
Bonali ha ragione: "Però se gli scissionisti dell' ARS sono concordi con D' Andrea su tutto salvo che sulle sacrosante considerazioni che fa circa il terrorismo "islamico" e le sue cause politiche e responsabilità morali (di gran lunga preponderantemente occidentali e anche sciovinisticamente "eeeeuroooopeeeee"), allora credo che siano molto peggio di D' Andrea".
L'argomentare di Fraioli non sta in piedi.
Pasquinelli fa un discorso generale, di critica al "sovranismo transgenico" (metafora azzeccata!), dice quindi che ARS ne rappresenta il "distillato chimico". Scrive infine che chi è uscito da ARS si identifica in questo "sovranismo transgenico".
Non è così? Sentiamo che scrive Fraioli:
«Tuttavia, a parte il problema ISIS, non sono emerse nel corso della discussione altri forti elementi di dissenso politico. Anzi, quando nella parte finale dell'incontro si è passati a discutere del "che fare", l'opinione unanime è stata quella di continuare la stessa battaglia politica di ARS, sebbene in una nuova costituenda associazione che adotti metodi e prassi radicalmente diverse».
Differenze di metodo, non di contenuti. Lo dice proprio Fraioli.
Brenno
Moreno e Giulio, state parlando di una vicenda che conoscete poco e male, anche perché, come ho sottolineato, si è scelto di non rendere pubblica la dura polemica che si è sviluppata in seno all'ARS da alcuni mesi a questa parte. Personalmente conosco i fatti, ma ovviamente evito anch'io di esporli dettagliatamente, sia perché non vi ho preso parte personalmente (ero uscito nel 2014), sia perché condivido la necessità di mantenere un minimo di stile, evitando di esporre tutta la vicenda ai giudizi dell'espertologia militante, sempre pronta a distorcerli.
Sono comunque costretto a chiarire alcuni dati di fatto.
1) una delle ragioni che hanno prodotto la scissione è stata la discussione sul fatto di usare o meno la parola "socialismo". Gli scissionisti volevano usarla, o almeno non volevano divieti in tal senso, SdA era contrario.
2) la trasformazione di ARS in FSI viene giudicata negativamente da coloro che sono usciti. Essi aborrono l'idea di un partito che pretenda di rappresentare tutto l'arco degli interessi di classe, e che proponga una visione del mondo unica mascherandola sotto l'appello alla sovranità nazionale. Non è questo il sovranismo cui pensavano i soci scissionisti quando aderirono ad ARS. Questa torsione degli obiettivi viene da essi ascritta a SdA e a coloro che, in ARS, sono d'accordo con lui. Costoro sono la maggioranza, anche nel direttivo, ragion per cui non vi è stata altra scelta che quella di andarsene.
3) Moreno si qualifica "rivoluzionario". Me ne compiaccio, ma vorrei capire: "rivoluzionario" nel senso di "rivoluzione permanente", oppure nel senso di avere già una visione del mondo e un modello sociale verso il quale vuole tendere? Nell'un caso gli scissionisti non sono "rivoluzionari", ma non lo sono nemmeno nell'altro: per essi, e anche per me, non c'è oggi una visione del mondo, o un modello sociale, pronti all'uso, da utilizzare come ideologia sottostante. Essi preferiscono definirsi genericamente "socialisti" (oltre che sovranisti, ovviamente) lasciando che siano il "fuoco della lotta" (per usare un'espressione cara a Pasquinelli) e il tempo a definirli meglio.
Aggiungo, a conclusione, che gli scissionisti appartengono, come classe sociale, al ceto medio, del quale faccio parte anch'io. Anche quando è alleata della classe operaia, la classe media è portatrice di suoi specifici interessi, che in un'alleanza non possono e non devono essere subordinati a quelli di altre. Ricordo a Moreno che che per il fatto che la classe media sia stata pauperizzata e ridotta di rango, non per questo cessa di essere tale, almeno nei suoi esponenti più consapevoli, e cioè una "classe per sé". E' bene che, di ciò, si prenda chiaramente coscienza, onde evitare future interminabili discussioni: la classe salariata esiste, la classe media esiste. Alla pari.
In sintesi, quello che è accaduto è che sono uscite persone attratte dalla linea ufficiale di ARS, ma che sono rimaste stordite e deluse dalla prassi reale imposta da SdA. Ad esempio, nessuno degli scissionisti si sente, neanche minimamente, un jiahdista italiano, e ciò per ragioni che attengono non solo alla ripugnanza per i metodi di costoro, ma anche e soprattutto all'ideologia di quell'entità (politica? mercenaria?). La risibile giustificazione addotta da SdA ("sulla mia pagina FB scrivo quello che mi pare") è stata rispedita al mittente. Con tanti cari saluti.
Comunque noto per l'ennesima volta che da queste parti si eseguono lavori di sartoria prima ancora di aver preso le misure al soggetto.
Alla fine si rimane senza clienti.
PER L'ENNESIMA VOLTA....
DA QUESTE PARTI SI RAGIONA DI CONTENUTI E SI DISCUTE LIBERAMENTE.
LIBERI DI OCCUPARE IL PROPRIO TEMPO ALTRIMENTI.
Mi sembra che Roberto Mora abbia fotografato con efficacia la situazione delle vicende contorte di ARS. Un movimento o un partito senza base adeguata causa l'assenza di chiari principi unificatori inevitabilmente cade nel marasma strutturale e organizzativo. E' forse una tara congenita della Democrazia come vorrebbero i celebri "Protocolli" (falsi o autentici che siano)? Potrebbe anche darsi.
Uah che carattere. Ma forse semplicemente non conoscete i termini del dibattito interno ad ARS. Ora delle due l'una: o pensate che chi è stato in ARS sia definitivamente "contaminato", oppure prendete atto della scissione e aspettate che questo nuovo gruppo si anifesti. Vi ricordo che, SdA a parte, non risultano vostre critiche ai documenti ufficiali di ARS, ad eccezione di quello sui diritti civili. In merito al quale, anche tra gli scissionisti sono emerse prerplessità.
Quali sarebbero i "Contenuti"?
La radiografia di una frase del buon Fiorenzo da cui discendono impianto accusatorio, sentenza e condanna di gente di cui non conoscete nome, cognome e idee?
A me pare tanto che il vostro approccio non si discosti molto dalla metodologia dandreiana di cancellazione del dissenso.
[come vorrebbero i celebri "Protocolli"]
No, per favore! I "Protocolli" no!!!
Discutiamo liberamente, di tutto, ma evitateci si scendere così in basso.
Caro Fraioli,
posto che sono d'accordo che le questioni "antropologiche" hanno la loro importanza quando si tratta della vita di una piccola comunità politica (quanti tentativi, anche nobili, sono andati ramengo a causa di incurabili narcisismi e personalismi, evito di fare nomi, detesto le personalizzazioni) mi pare tuttavia che le osservazioni di Pasquinelli siano calzanti se è vero quel che tu riporti riguardo alle idee dei fuoriusciti, ovvero che essi si attestano sulle posizioni di fondo di Ars.
Non è un caso che sotto la sferza del Pasquinelli rendi note due "cosette" che hanno un rilevante peso politico, e cioè che coloro che han recentemente abbandonato Ars, si riconoscono, pur genericamente nella tradizione socialista (quale? mi chiedo) e che sui diritti civili hanno almeno "perplessità" riguardo alla posizione ufficiale di Ars, che li ritiene solo un inganno o "cosmetici" ---ciò che esprime una filosofia politica, mi sbaglierò, ma di segno conservatore (se non peggio).
Bene. Ma se le cose stanno così, anche qui il Pasquinelli non pare sbagliare quando scrive che "il tempo è galantuomo", che certe rotture, magari cominciano su piccole cose, ma poi chi le compie è costretto ad allargare lo sguardo e ad andare alla radice.
Mettiamola così: una volta che un piccolo gruppo si separa dalla casa madre, che deve camminare sulle sua gambe, scopre presto che non ha né spazio politico né futuro come "gruppo fotocopia", deve quindi delimitarsi, darsi un'identità distinguente.
Voglio quindi dare un in bocca al lupo a questa costituenda associazione, con l'augurio che nessuno se ne torni a casa e la speranza che sia superato il divisionismo e tutte le migliori teste sovraniste in circolazione uniscano i loro sforzi.
Caro anonimo "24 marzo 2016 13:00" (quibus pallibus anonimis), va già un po meglio. Peccato che il tono di certi giudizi apodittici a priori abbia gravemente leso il tentativo, che stavo portando avanti, di condurre gli scissionisti in seno a P101. E anch'io, davanti a tutto ciò, sono sempre più perplito. Ad maiora.
Giuro che non ci capisco più nulla. Ma fare un bel gruppo sovranista conservatore e un bel gruppo sovranista progressista e mettersi assieme in un bel CLN non si può? Il tempo passa, il nemico avanza e qui si continua a colpi di scissioni e ricomposizioni con persone che saltellano da una parte all'altra, da un gruppo all'altro come se la politica fosse un gioco.
Ah guarda, caro Valdo, anch'io non ci capisco più niente. Comincio a pensare che il danno più grosso, da questo punto di vista, lo abbiano fatto i tre promotori iniziali, il trio medusa "Bagnai, D'Andrea, Pasquinelli".
Su Bagnai sono molto d'accordo, ha fatto molti danni anche all'Italia e agli italiani, sponsorizzando la Lega ... su Stefano D'Andrea, non so molto, ma mi sembra che abbia le idee un po' confuse ... invece Pasquinelli mi sembra il più concreto ... da quanto leggo nei suoi articoli, molto profondi nell'analisi economico politica della società.
caro Fraioli,
sono l'anonimo "24 marzo 2016 13:00", e sono anonimo solo perché, per quanti tentativi abbia fatto, il sistema blogspot non mi fa accedere col mio indirizzo di posta. Mi chiamo Alfonso, comunque, per la precisione Alfonso Tabarrini. Vuoi che ti passo Ci, Cf, Iban e indirizzo?
L'età e gli acciacchi che mi porto appresso non mi consentono, come un tempo, di fare il militante, mi permettono tuttavia di farmi un'opinione su quel che accade in giro e di trarne i relativi giudizi.
L'impressione che ho, e che ricavo da quel che hai scritto, è che, pur mossi da nobili intenzioni, coloro coi quali stai dando vita ad una nuova associazione, hanno ben scarse basi politiche, cosa che di questi tempi è un handicap non da poco. Dove possa portare non avere solide basi, ce lo dimostrano o 5 stelle.
Certo, dovremo aspettare che la cosa prenda forma. Mi pare che la critica di sollevazione, lungi dall'essere liquidatoria e "apodittica" voglia proprio stimolare la nuova cosa, dato che si è divisa da Ars, a darsi basi teoriche e politiche che non siano una fotocopia Ars. Che c'è di tanto grave?
Lamentarsi per una critica prendersela con la sua forma invece che rispondere sul suo contenuto, è il sintomo di debolezza di pensiero. Mentre qui, se non vogliamo essere spazzati via, ci occorre un pensiero forte, anzi fortissimo.
Alfonso
@Fiorenzo, la divergenza è politica, non cercare come tuo solito di buttarla volgarmente, e stavolta anche ingiustamente, sul personale. Anche perchè proprio da amico, se ti si può considerare tale, oltre che da attento osservatore dei fatti che si sono susseguiti in questi anni e di cui anche tu sei stato protagonista, dovresti sapere gli sforzi protesi all'unione piuttosto che alla divisione delle diverse realtà. Ma il problema è sempre stato lo stesso (che si verifica anche ora con te e/o con i fuoriusciti dell'ARS) ad una critica strettamente politica sono seguiti feroci attacchi confusionari e personali.
si è parlato di CLN, ma all'interno del CLN le diverse forze che ne facevano parte erano ben consapevoli delle loro differenze, che devono poter essere espresse apertamente e onestamente, senza che ciò infici la battaglia principale..
Cerca di rispondere nel merito, e limitati a fare questo invece che buttarla in caciara..
Scusa Claudia, ma a parte il mio resoconto, dov'è il minimo straccio di dichiarazione politica dei fuorusciti? Per altro, nel mio racconto parlo di:
"due possibili spiegazioni, non necessariamente mutualmente escludentesi:
a) In ARS, in particolare nel direttivo, sono emersi, nel corso del tempo, dissidi di natura politica.
b) In ARS, in particolare nel direttivo, sono emerse, nel corso del tempo, incompatibilità non tanto e non solo di natura politica quanto, piuttosto, 'antropologiche'".
Quanto alle posizioni di ARS, fanno testo i documenti ufficiali, NON LE INTERPRETAZIONI DI SdA. Guarda un po', queste ultime, durissimamente criticate dai fuorusciti, fino all'estrema conseguenza. La mia domanda è: se nemmeno quelle posizioni vi stanno bene all'interno di un CLN, e neppure quelle posizioni interpretate da persone che vogliono rivendicare il loro essere dei socialisti, mi dite con chi caspita lo fate 'sto CLN? I memmeta e tu?
Aspirazione legittima, ma siate chiari!
p.s. L'ipotesi di una estemporanea defecatina fuori dal vasino, magari per un calo degli zuccheri, è totalmente da escludersi?
@Alfonso, te la dico papale papale: stavo cercando di portarli in P101, e credo che ci sarei riuscito (Moreno lo sapeva). A questo punto, spiace dirlo, vi siete giocati dai venti ai trenta nuovi militanti. Oltre al sottoscritto, ça va sans dire.
Caro Anonimo Tabarrini... il M5S è al 25% e anche più. E in pochi anni avendo tutta la stampa contro. Quindi si vede che non avere forti basi politiche porta bene, oppure forse la visione di "basi politiche" che hai tu è datata. Perché sputare su un simile risultato quando l'intero movimento sovranista non arriva all'1%... è paradossale.
Fraioli scusa,
capisco che non digerisci le critiche, ma che c'entra tirare in ballo il CLN?
Che confusione!
Qui mi pare si stia parlando di una critica alle basi teoriche di una costituenda associazione.
Tu dici che chi critica osteggia l'unità o il CLN.
Ma che c'entra?
Il CLN non era mica un partito!
Era una coalizione larghissima e mentre si combatteva il nemico comune, i comunisti, i liberali, i monarchici, i socialisti, se le davano di santa ragione. A dirla tutta, i partigiani rossi e bianchi si sono anche sparati addosso. Se le dicevano di tutti i colori anche solo nella sinistra.
Che confusione in mezzo ai sovranisti!
Brenno, qui si sta parlando del fatto che un nutrito gruppo di soci ARS ne esce per ragioni politiche e di incompatibilità ambientale causata dal dandreismo (e stavano valutando anche la possibilità di avvicinarsi a P101) e Pasquinelli che fa? Travisa e scrive: "Vorremmo sbagliarci ma qui, se le parole hanno un senso, si esce da ARS per rifondare ARS. ARS 2.0. Tradotto in politichese: ci si libera di D'Andrea per tenersi il d'andreismo."
Questi sono i fatti, ne vogliamo prendere atto? Lo capisci che la prospettiva che costoro inizino a coordinarsi, o addirittura a confluire, in P101 è bella che fritta? Poi, certo, se chi è stato in ARS è, per Moreno, un lebbroso, allora alzo le mani e mi arrendo. Però ricordo che anche Moreno, per un periodo, ha lavorato a stretto giro con SdA. Lebbroso anche lui?
Tanto per capirci, e fornirti un preclaro esempio di dandreismo, ti copio&incollo questo intervento del suddetto. Conclude così:
"Ricapitolando: il cialtrone non capiva un cazzo ma proprio un cazzo e aveva provato a cimentarsi con uno molto ma molto ma molto lungimirante, con capacità previsionali quasi divinatorie, uno al quale il cialtrone non arriva nemmeno alle caviglie. A distanza di due anni il cialtrone finge disonestamente di aver dimenticato ciò che avevo scritto e disonestamente e presuntuosamente si atteggia a quello che aveva capito."
Lo capisci che ha combinato Pasquinelli? Ti dirò una cosa: dopo Bagnai (mi chiede un parere e, siccome non gli piace, comincia a insultarmi), SdA (che si presenta come pacato e moderato e finisce col parlare di "jiahdisti italiani") e Pasquinelli (quello che "uniti si vince"... ahò) io mi sono veramente scassato i cabasisi.
Fiorenzo, a che gioco giochi?
Caro Fiorenzo,
mi perdonerai se ti dico esattamente quel che penso, come si conviene fra persone adulte.
Dici che volevi far entrare "gli scissionisti" di ARS in P101 e che per questo stavi lavorando.
Io ricordo che sapevi già da Morlupo che questa scissione si sarebbe verificata e hai precisato molto bene, a voce alta, che in attesa di sapere cosa avrebbero fatto quelli che sarebbero fuoriusciti, ti avvicinavi a Programma 101.
Del resto non hai mai fatto mistero della tua totale adesione ai documenti fondativi di ARS, che non sono propriamente vicini alla nostra visione.
Al che mi chiedo come fai ad aderire a P101?
Mi sembra quindi che il tuo intento dichiarato, lungi dall’aver compiuto un salto nel tuo percorso politico e quindi adesione sincera al nostro Movimento, sia stato quello di parcheggiarsi in attesa degli eventi, magari lanciando qualche segnale a chi di dovere.
Del resto, a Morlupo, quando discutemmo i lavori vennero al sodo, con discussione e votazione dei documenti, tu, a bella posta, te ne sei squagliata, la qual cosa, come capirai bene, non è molto seria.
Mi pare anche, correggimi se sbaglio, che sì, hai firmato il nostro appello, ma scusami e poi? Cosa hai fatto per P101? A parte mettere il banner sul tuo blog, affinché lo vedessero tutti quelli a cui volevi farlo vedere?
Adesso lanci strali personali, senza scendere nel merito delle questioni politiche e inventi accuse e anatemi che l'articolo sopra avrebbe secondo te, spedito alla volta degli "scissionisti". Anatemi che io non vedo, perché non ci sono.
In realtà, l'articolo di Moreno è tutto politico e coglie nel segno la questione, tu stesso infatti hai scritto: «l'opinione unanime è stata quella di continuare la stessa battaglia politica di ARS, sebbene in una nuova costituenda associazione che adotti metodi e prassi radicalmente diverse».
Ovvero, la volontà è quella di fondare una nuova associazione. E per di più in perfetta linea con i documenti fondativi di ARS. Come si chiama questa, se non appunto ARS 2.0?
E credi che chi è in linea con quei documenti possa essere d'accordo con P101?
Ma non sarà che tu, momentaneamente parcheggiato in P101, stai invece, sotto sotto, cercando di farti una nuova associazione di cui divenire il leader?
Sui contenuti difesi dall'ARS, in punto di dottrina, proprio in questo blog abbiamo scritto diverse volte.
Invece di piccarti, non si capisce per quale motivo, se veramente tu avessi avuto intenzione di portare i fuoriusciti di ARS dentro P101, avresti dovuto presentarti a loro e sottoporre esattamente questo articolo alla loro attenzione, spiegare loro quali critiche politiche noi avanziamo a ciò che è stata l'ARS fin'ora e magari invitarli ad una discussione e ad un confronto politico.
Non mi pare che tu l'abbia fatto.
Al che lo faccio io da questo commento:
Amici usciti da ARS noi abbiamo chiesto tramite Fiorenzo di incontrarvi e dialogare con voi. In qualsiasi momento, siamo disponibili.
Ma tu, Fiorenzo, hai peggiorato la tua posizione nel momento in cui, senza rispondere nel merito politico, piccandoti sul personale, esattamente come Bagnai, commenti scrivendo di “uscire” da P101, io penso che non hai mai voluto entrarci veramente.
Con l’ultimo commento, scusa se te lo dico, commetti un errore ancora più micidiale e grossolano, se possibile. Sai molto bene, infatti, che D’Andrea non volle restare a collaborare con noi proprio perché di socialismo non voleva sentir parlare, perché né destra né sinistra era il suo motto preferito, perché per lui la sollevazione popolare è inimmaginabile eccetera eccetera.
Daniela Di Marco
"già da Morlupo che questa scissione si sarebbe verificata e hai precisato molto bene, a voce alta, che in attesa di sapere cosa avrebbero fatto quelli che sarebbero fuoriusciti, ti avvicinavi a Programma 101"
Dunque sono stato chiaro e limpido come l'acqua di un torrente di montagna.
"Del resto non hai mai fatto mistero della tua totale adesione ai documenti fondativi di ARS, che non sono propriamente vicini alla nostra visione"
"totale" è un'esagerazione, ma certamente ne condivido l'essenziale. Perché, voi no? Allora scusa, non ci ho capito niente. Beato me che non capisco un cazzo...
"quando discutemmo i lavori vennero al sodo, con discussione e votazione dei documenti, tu, a bella posta, te ne sei squagliata, la qual cosa, come capirai bene, non è molto seria
Sono venuto un'infinità di volte alle vostre iniziative, e ho lavorato molto per far conoscere quello che facevate. In quell'occasione (l'unica) non mi è stato possibile restare fino alla fine. Comunque stai serena, non avverrà mai più (che io venga alle vostre iniziative, of-course). Ti pare che possa mandar giù, come niente fosse, una simile velenosa insinuazione?
Cosa hai fatto per P101? A parte mettere il banner sul tuo blog, affinché lo vedessero tutti quelli a cui volevi farlo vedere?
Vedi risposta precedente.
"la volontà è quella di fondare una nuova associazione. E per di più in perfetta linea con i documenti fondativi di ARS. Come si chiama questa, se non appunto ARS 2.0?"
I fuorusciti dovevano, per l'appunto, decidere se costituire un'ARS 2.0 o iniziare un percorso di conoscenza e avvicinamento a P101. C'erano state discussioni in tal senso, ma l'articolo di Moreno ha posto fine a questa possibilità. Discutere prima di attaccare (i fuorusciti, bada bene) è chiedere troppo? Io ho pubblicato l'articolo sul mio blog, perché Moreno lo ha ripreso per attaccare, prima di prendere contatti con i fuorusciti? E in ogni caso, anche se avessero voluto proseguire sul percorso tracciato da ARS, in un'ARS 2.0 senza il fanatismo mistico di SdA, perché escludere apoditticamente a priori un rapporto cordiale, pur nella diversità?
"E credi che chi è in linea con quei documenti possa essere d'accordo con P101?"
Sì, lo credevo. Ma sai, io sono uno che non capisce un cazzo.
"Ma non sarà che tu, momentaneamente parcheggiato in P101, stai invece, sotto sotto, cercando di farti una nuova associazione di cui divenire il leader?"
Cara Daniela, come mi conosci poco! Se non detestassi fare il capo, da quel dì ci sarebbe l'associazione per il fraiolismo-sovranismo! Purtroppo non mi piace avere responsabilità politiche, e tutto quel che faccio è motivato solo dalla profonda indignazione per quel che vedo accadere intorno a me. Constato, comunque, che hai il "vizietto" di immaginare motivazioni senza uno straccio di indizio. Entrai nel direttivo di ARS solo dopo forti insistenze di SdA, e non mi risulta di aver mai chiesto di entrare in quello di P101. Infine, ho già chiarito ai fuorusciti che, anche se dovessi associarmi a loro, non intendo ricoprire incarichi. Ti sembrerà strano, ma parlo con chiunque senza bisogno di esibire medagliette. L'unica medaglia che porto, con orgoglio, è me stesso.
Ribadisco, per concludere, che Pasquinelli ha scritto con le viscere in mano e senza ragionare. Peggio per lui, per voi, per tutti noi.
Ho simpatizzato per l,ars, ho seguito da vicino la sua vita politica, ho frequentato la pagina FB di D,Andrea. Mi son fatta la mia idea, e ho lasciato perdere. Me ne sono andata quando ho messo a fuoco che D,Andrea non è solo un megalomane, un egotico, un maleducato, lui è un antidemocratico. Lui si pensa generale e chi lo segue solo soldatini da manipolare.Prendo atto che alcuni suoi "colonnelli" lo abbandonano, ma loro sono responsabili di aver sempre obbedito, contribuendo al regime da caserma leaderistico. Ora questi colonnelli vanno per la loro strada, ma per essere credibili debbono fare un,autocritica aperta. E anzitutto debbono dirmi se si considerano antifascisti: qui verifichero' se si sono guariti dal d,andreismo.
@Luigia che scrive "per essere credibili debbono fare un,autocritica aperta. E anzitutto debbono dirmi se si considerano antifascisti: qui verifichero' se si sono guariti dal d,andreismo".
Che ne dici, cara, di organizzare un'ordalia (officiante Pasquinelli) per appurare chi si è mondato del peccato e chi no? Nulla i contrario se anche tu ti sottoponi al rito? Non vorrei che quell'iniziale "simpatia" per lo dimonio ti avesse infettata...
Sono stato socio e membro del direttivo ARS fin dai primi tempi, quindi penso di sapere di cosa sto parlando. Fraioli denuncia i "metodi di gestione dell'ARS e del suo direttivo: modi autoritari, eccesso di protagonismo, totale incapacità di ascolto, nessuna disponibilità alla mediazione, reiterati inviti - davanti ad ogni contestazione - a lavorare per il progetto senza perdersi in chiacchiere inutili".
La scissione non è una novità, avendo conosciuto direttamente SdA. All'inizio c'è stata l'epurazione di due membri definitivamente di sinistra da direttivo (Romeo e Labonia), membri che già all'epoca avevano un'organizzazione chiamata Rivista Indipendenza. Poi l'epurazione degli elementi di sinistra è proseguita con un gruppo di 4 persone (a parte me altri due membri del direttivo e l'amministratore del forum ARS) subito seguito da altri due membri. La normalizzazione a destra dell'ARS era avvenuta sotto gli occhi di Fraioli. In quella occasione il gruppo di "dissidenti" aveva prodotto un documento (attualmente sepolto dentro l'hard disk di un computer rotto) di mediazione, nel quale si chiedeva di rifarsi ai principi della sovranità, lasciando da parte individualismi, personalismi e paraculismi. Un testo sobrio che tentava di mettere d'accordo le varie anime dell'ARS. Ovviamente SdA è insorto con un'arringa sconclusionata e violenta che smorzava ogni tentativo di mediazione. In quell'occasione Fraioli, avendo compreso l'assurdità del ruolo ricoperto da SdA (pubblico ministero e giudice al tempo stesso) si offriva come moderatore.
Come pensate sia andata a finire la discussione? Urla e invettive al vetriolo da parte di SdA che hanno obbligato la maggioranza del direttivo ARS ad andarsene ne giro di pochi mesi. Dice Fraioli che a distanza di anni l'identico copione si è realizzato: "Non è questo il sovranismo cui pensavano i soci scissionisti quando aderirono ad ARS. Questa torsione degli obiettivi viene da essi ascritta a SdA e a coloro che, in ARS, sono d'accordo con lui. Costoro sono la maggioranza, anche nel direttivo, ragion per cui non vi è stata altra scelta che quella di andarsene".
Yesmen, SdA ama circondarsi di yesmen. Peccato che all'epoca della "discussione" di cui sto parlando lo stesso Fraioli non avesse preso una posizione a favore della mediazione. Poi sappiamo com'è andata a finire anche con lui. Che scrive "Vi ricordo che, SdA a parte, non risultano vostre critiche ai documenti ufficiali di ARS, ad eccezione di quello sui diritti civili". Ma questo è esattamente il problema: oltre le frasi condivisibili la prassi seguita dall'ARS finora è quanto di più efficace ci sia per allontanarsi dagli risultati prefissati. Al punto che un ex membro del direttivo mi ha confessato che sarebbe una disgrazia se davvero l'ARS arrivasse in parlamento. Una doppiezza che lascia sgomenti. Doppiezza che viene giocata fino alla fine da SdA il quale, evidentemente dispiaciuto del fatto che se me ne andavo avrebbe dovuto rinunciare ai miei 2 articoli mensili che il sito pubblicava, mi continuava a chiedere di continuare a scrivere per l'ARS. Incredibile, davvero. Lo schifo di quella situazione mi ha praticamente imbalsamato per alcuni anni.
Quello che mi preoccupa maggiormente è il livello di personalismi presenti in questo thread. Ci si dimentica molto, troppo facilmente del vero problema, che poi è il sistema neoliberista attuale, e ci si concentra su questioni personali, narcisistiche. Sapere costruire un movimento popolare significa dimenticarsi i narcisismi per concentrarsi sui problemi della nazione, del popolo. Queste discussioni dimostrano solo, ancora una volta, che davvero non c'è nè destra nè sinistra, ma solo un grande bisogno di apparire. Mi spiace.....
Tonguessy hai ragione a giudicare il mio comportamento, in occasione dei primi dissidi, troppo debole. Non immaginavo quanto SdA potesse essere eccessivo nel suo sforzo di torcere in senso autoritario quella che, agli occhi di molti (e anche miei), appariva come una natura moderata e centrista di ARS.
Naturalmente non devo giustificarmi per il fatto di essere un moderato. L'ho sempre detto (chiaro e limpido come un torrente di montagna).
Segnalo, quale semplice osservatore quale sono, questa risposta su FB di SdA:
SUL PRETESO OBBLIGO DI MEDIAZIONE
Ci sono persone che credono che per il semplice fatto di aver proposto una certa modifica del progetto di un gruppo collettivo o anche semplicemente una certa modalità di esecuzione del progetto, gli altri membri del gruppo siano tenuti ad una mediazione, ossia ad accettare, in parte, quella modifica o modalità di esecuzione, o almeno a dare un contentino. Esse hanno questa convinzione perché sanno che, per carattere, in caso di totale sconfitta, non possono che andare via dal gruppo; non hanno la pazienza delle persone di valore, che lavorerebbero per 4-5 anni per poi ritentare, né la capacità di intuire che, se pensi di perdere su tutta la linea, non devi agire; e se perdono su tutta la linea, incredibilmente, anziché dare colpa a se stesse e interrogarsi su cosa hanno sbagliato e su quali e quanti sono i loro limiti, danno la colpa ad altri!
Cose da fanciulli o da immaturi.
E se qualcuno fa una proposta idiota o infantile o che almeno così è reputata dagli altri? O fa una proposta traditrice dell'impegno che gli altri hanno tenuto per anni soltanto perché il progetto era così e non cosà, come si ipotizza di trasformarlo? E comunque, se gli atri membri pensano che una strategia valga 10 mentre quella proposta vale meno (anche 9 ma eventualmente 3), come si fa a mediare senza tradire il superiore interesse dell'associazione?
Si tratta di persone che ti pugnalano alle spalle o al petto consapevolmente o, peggio e più spesso, inconsapevolmente, e poi osano arrabbiarsi se manifesti per loro disistima, che ovviamente è una disistima soltanto come dirigenti di una associazione!
Ti fanno la morale sull'obbligo della mediazione, quando è evidente che non esiste alcun obbligo - perché il superiore interesse dell'associazione può ben imporre una ferma resistenza - bensì soltanto la loro incapacità di perdere su tutta la linea e di restare al servizio del progetto e prima ancora di prevedere che perderanno su tutta la linea o di non agire se prevedono che perderanno su tutta la linea o, peggio, l'incapacità di rispettare una regola o un principio che il gruppo si è dato e che sono stati previamente deliberati.
Come ho detto, si tratta di persone che se perdono danno la colpa ad altri anziché a se stesse, segno di una immaturità stratosferica!
Un gruppo dirigente appena dignitoso di qualsiasi associazione che ha lo scopo sociale di progredire non deve essere composto da persone di questo tipo, che poi magari nella vita sono persone degnissime sotto mille altri profili. Invece, se l'associazione non deve progredire ma gestire, per esempio un circolo scacchistico cittadino dove si giochi per passar tempo, allora conviene sempre dare il contentino e anzi fare la mediazione. Insomma se non si deve andare da nessuna parte ma bisogna passar tempo in compagnia, qualsiasi brava persona è un buon dirigente. Ma, appunto, siamo su un piano completamente diverso.
Curioso il commento di SdA. "se perdono su tutta la linea, incredibilmente, anziché dare colpa a se stesse e interrogarsi su cosa hanno sbagliato e su quali e quanti sono i loro limiti, danno la colpa ad altri!
Cose da fanciulli o da immaturi. "
Evidentemente a casa ha specchi di legno, invece che di vetro argentato come si usano normalmente. I fatti dicono che ha FATTO SCAPPARE tutto il direttivo originario, con cui si era impegnato di portare avanti un progetto. Che poi è diventato il SUO progetto personale, portato avanti senza mediazione alcuna con metodi a dir poco fascisti. SdA ha perso la credibilità di tutto il direttivo, che si è dimesso e ha pure il coraggio di parlare di immaturità altrui! Ma questo è davvero il colmo! Neanche il presidente di una bocciofila avrebbe avuto il coraggio di starsene al posto proprio dopo che tutto il direttivo si è dimesso. Ma SdA deve avere imparato la lezione dai nostri politici, e se ne sta saldamente al timone come se niente fosse. Sarebbe questa la lezione "sovranista" che l'ARS sta impartendo all'Italia intera? Certo, tuona dall'alto del suo scranno i propri anatemi contro ogni eventuale "proposta traditrice dell'impegno che gli altri hanno tenuto per anni". Attorno a lui il deserto. La diserzione da questo modo di ragionare è l'unica soluzione onorevole.
SdA che ha mangiato al mio desco assieme ai miei amici più intimi, che ha dormito a casa mia assieme ai miei figli ha il coraggio spudorato di parlare di "persone che ti pugnalano alle spalle o al petto consapevolmente o, peggio e più spesso, inconsapevolmente", ben ricordando il trattamento riservatomi nella mia ultima apparizione al direttivo. Se mangi e dormi a casa di una persona, quella persona ti sta considerando un amico. Ed un amico non inveisce, non ti urla addosso frasi sconnesse per dimostrare la propria "superiorità". L'amicizia non funziona così. Il mio errore è stato credere di avere un amico, invece da parte sua c'era solo la volontà di sfruttare le persone per i suoi piani, e ancora lamentarsi con le sue allucinanti invettive sulla altrui " incapacità di perdere su tutta la linea e di restare al servizio del progetto". Una sistema di proiezioni dal carattere spiccatamente psichiatrico che da una parte mi ha allontanato per molto tempo da qualsiasi progetto sovranista, e dall'altra mi obbliga a valutare con molta più attenzione tutto il mondo del sovranismo, a partire dal salvinismo.
PS: Fiorenzo, nessuno di dice di giustificarti per essere un moderato. Il problema è che poi non ti devi scusare a posteriore per esserlo stato.
Ma è SdA o Renzi?
Ci fosse stato almeno un riferimento ad un, che so, un ventre d' acciaio avrei avuto meno dubbi.
@Tonguessy: tu hai conosciuto SdA da prima di me, e forse ci hai messo più tempo di me per capire dove voleva andare a parare. Ripeto, per me il problema non è la piattaforma ufficiale, ma la torsione di questa. Anche la Bibbia è un documento ufficiale, ma direi che la sua interpretazione può essere alquanto varia: si va da San Francesco all'inquisizione.
"Quelli" dei "protocolli" hanno programmato che una volta al potere avrebbero abolito "la democrazia" perché considerata un dispersivo, ozioso e pernicioso "bla, bla" bla!"che si risolve in un nulla di fatto e quindi costituisce un'enorme perdita di tempo. Le vicende dell'ARS lo proverebbe.
Che bisogno ci sarebbe stato di tante discussioni quando la distinzione fra moneta del popolo e moneta debito ha più a che fare con il concetto di indipendenza che non con la maledetta dicotomia destra e sinistra?
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