[ 30 marzo]
Dopo quanto accaduto a Bruxelles il 22 marzo 2016, è naturale che lo sguardo generale si soffermi solo sugli eventi in quanto tali: evitando di prendere seriamente in considerazione le conseguenze.
Proviamo, allora, a farlo: la tragedia si è consumata, l’orrore è sotto gli occhi di tutti.
Ma quali saranno gli effetti di quegli attentati?
Notiamo, intanto, che all’unisono tutti i premier d’Europa si sono subito trovati d’accordo: e come una sola voce hanno detto: «Ci vuole più Europa».
E ancora, hanno affermato: «Serve un esercito unico». «C'è bisogno di maggior sicurezza».
«CE LO CHIEDE IL MERCATO».
La grande macchina della propaganda e della fabbrica dei consensi si è già attivata: «Ce lo chiede il mercato» e «ce lo chiede l’Europa».
La strage viene già artatamente impiegata in nome dell’ideologia europeista. E lo sarà ancora di più prossimamente.
Sappiamo che nel quadro dell’odierna “Quarta guerra mondiale” (sulla quale mi permetto di rimandare al mio saggio Il futuro è nostro, cap. VI) ogni qual volta si è sventolata la bandiera della lotta al terrorismo e all’integralismo islamico ne sono seguite guerre: Iraq, Afghanistan, eccetera.
L’analogia storica con l’11 settembre 2001 è, in questo caso, feconda.
AGGRESSIONE IMPERIALISTICA.
Nell’epoca della “Terza guerra mondiale” (la Guerra fredda) il nemico era identificato nel comunista; oggi, nella “Quarta guerra mondiale”, diventa il terrorista.
Si legga il surreale discorso del presidente George W. Bush all’indomani dell’11 settembre e si capirà cosa intendo.
Il terrorismo diventa il casus belli per le ipocrite politiche di aggressione imperialistica da parte dell’Occidente, sempre in nome dei diritti umani e della libertà.
Presto verrà bombardato qualche nuovo Stato, con la roboante retorica dei diritti umani e della lotta al terrorismo: l’imperialismo sa sempre nascondersi e legittimarsi, già lo sappiamo.
CI FANNO ODIARE LA RELIGIONE.
Il nuovo avversario ora è diventa la religione - sia islamica sia cristiana - che costituisce un impedimento per l’estensione illimitata (reale e simbolica) della forma merce: la religione insegna che il senso del mondo non si esaurisce nei perimetri della società reificata; di più, mostra come la sola divinità sia quella trascendente e non quella immanente (il monoteismo del mercato).
Essa costituisce un potente fattore di resistenza alla logica illogica della mondializzazione capitalistica, ed è per questo che essa è oggi sotto permanente scacco da parte del fanatismo economico e del terrorismo finanziario.
Che lo si sappia oppure no, l’anti-islamismo conduce more geometrico alla capitolazione nell’ultracapitalismo magnificato come «valori occidentali», «civiltà buona», eccetera.
L’anti-islamismo conduce dritti dritti all’apologia del Capitale.
CI ASPETTANO ALTRE RESTRIZIONI.
Insomma, lo scenario che ci attende non è roseo. Ci aspettano, verosimilmente, reazioni terroristiche al terrorismo e restrizioni delle libertà individuali in nome della sicurezza.
Ancora una volta, chissà come mai, è il potere a trarne giovamento.
* Fonte: Lettera 43
Dopo quanto accaduto a Bruxelles il 22 marzo 2016, è naturale che lo sguardo generale si soffermi solo sugli eventi in quanto tali: evitando di prendere seriamente in considerazione le conseguenze.
Proviamo, allora, a farlo: la tragedia si è consumata, l’orrore è sotto gli occhi di tutti.
Ma quali saranno gli effetti di quegli attentati?
Notiamo, intanto, che all’unisono tutti i premier d’Europa si sono subito trovati d’accordo: e come una sola voce hanno detto: «Ci vuole più Europa».
E ancora, hanno affermato: «Serve un esercito unico». «C'è bisogno di maggior sicurezza».
«CE LO CHIEDE IL MERCATO».
La grande macchina della propaganda e della fabbrica dei consensi si è già attivata: «Ce lo chiede il mercato» e «ce lo chiede l’Europa».
La strage viene già artatamente impiegata in nome dell’ideologia europeista. E lo sarà ancora di più prossimamente.
Sappiamo che nel quadro dell’odierna “Quarta guerra mondiale” (sulla quale mi permetto di rimandare al mio saggio Il futuro è nostro, cap. VI) ogni qual volta si è sventolata la bandiera della lotta al terrorismo e all’integralismo islamico ne sono seguite guerre: Iraq, Afghanistan, eccetera.
L’analogia storica con l’11 settembre 2001 è, in questo caso, feconda.
AGGRESSIONE IMPERIALISTICA.
Nell’epoca della “Terza guerra mondiale” (la Guerra fredda) il nemico era identificato nel comunista; oggi, nella “Quarta guerra mondiale”, diventa il terrorista.
Si legga il surreale discorso del presidente George W. Bush all’indomani dell’11 settembre e si capirà cosa intendo.
Il terrorismo diventa il casus belli per le ipocrite politiche di aggressione imperialistica da parte dell’Occidente, sempre in nome dei diritti umani e della libertà.
Presto verrà bombardato qualche nuovo Stato, con la roboante retorica dei diritti umani e della lotta al terrorismo: l’imperialismo sa sempre nascondersi e legittimarsi, già lo sappiamo.
CI FANNO ODIARE LA RELIGIONE.
Il nuovo avversario ora è diventa la religione - sia islamica sia cristiana - che costituisce un impedimento per l’estensione illimitata (reale e simbolica) della forma merce: la religione insegna che il senso del mondo non si esaurisce nei perimetri della società reificata; di più, mostra come la sola divinità sia quella trascendente e non quella immanente (il monoteismo del mercato).
Essa costituisce un potente fattore di resistenza alla logica illogica della mondializzazione capitalistica, ed è per questo che essa è oggi sotto permanente scacco da parte del fanatismo economico e del terrorismo finanziario.
Che lo si sappia oppure no, l’anti-islamismo conduce more geometrico alla capitolazione nell’ultracapitalismo magnificato come «valori occidentali», «civiltà buona», eccetera.
L’anti-islamismo conduce dritti dritti all’apologia del Capitale.
CI ASPETTANO ALTRE RESTRIZIONI.
Insomma, lo scenario che ci attende non è roseo. Ci aspettano, verosimilmente, reazioni terroristiche al terrorismo e restrizioni delle libertà individuali in nome della sicurezza.
Ancora una volta, chissà come mai, è il potere a trarne giovamento.
* Fonte: Lettera 43
1 commento:
Parafrasando: " Piove sul bagnato"!
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