[ 10 marzo ]
Non mi sono mai appassionato di psicoanalisi, sebbene in alcuni periodi della mia vita sia stato circondato da amici che avevano questo interesse.
Il principale motivo di dissenso con loro consisteva nel fatto che non consideravo, e non considero in modo assolutamente negativo, l'insieme dei blocchi psichici che è stato necessario costruire per rendere possibile la vita sociale di una specie, l'umanità, che ha sviluppato una straordinaria capacità di pensiero. Per come la vedo, totem e tabù sono indispensabili e necessari per la vita sociale, sebbene si possa discutere sul fatto che determinate combinazioni di essi siano le più efficienti. Ammesso che si possa rispondere alla domanda: a quale fine?
Non mi sono mai appassionato di psicoanalisi, sebbene in alcuni periodi della mia vita sia stato circondato da amici che avevano questo interesse.
Il principale motivo di dissenso con loro consisteva nel fatto che non consideravo, e non considero in modo assolutamente negativo, l'insieme dei blocchi psichici che è stato necessario costruire per rendere possibile la vita sociale di una specie, l'umanità, che ha sviluppato una straordinaria capacità di pensiero. Per come la vedo, totem e tabù sono indispensabili e necessari per la vita sociale, sebbene si possa discutere sul fatto che determinate combinazioni di essi siano le più efficienti. Ammesso che si possa rispondere alla domanda: a quale fine?
La mia nuova gatta Dimitra, che ha pochi
mesi di età, è già in calore, ed esiste un'elevata probabilità che possa
accoppiarsi con il suo padre biologico. O forse no: che ne sappiamo dei tabù
dei gatti? Mi piacerebbe conoscere l'opinione degli esperti.
Sia quel che sia, è del tutto evidente che tutte le società umane hanno
sviluppato un sistema di valori (a partire dal primitivo totemismo) protetto da
un insieme di proibizioni, i tabù. Totem e tabù si sono modificati lentamente,
nel corso del tempo, sotto l'azione delle mutate condizioni di vita prodotte
sia da fattori esogeni, ad esempio i grandi cambiamenti climatici, che
endogeni, ovvero i cambiamenti indotti dall'azione umana. L'epoca nella quale
viviamo - in attesa dei grandi
cambiamenti pseudo-esogeni che saranno determinati dalla rottura
dell'equilibrio naturale - è dominata dalle grandi mutazioni endogene
conseguenza del progresso tecnologico.
Il dibattito sull'affaire Vendola, a mio parere, dovrebbe concentrarsi su
questa domanda: nuovi tabù sostituiranno
gli attuali, oppure l'illimitatezza degli orizzonti promessi dalla scienza e
dalla tecnologia li renderanno superflui? Detto in altri termini:
l'umanità può sperare di riconquistare il paradiso perduto grazie
all'illimitatezza della tecnica?
E' davvero alle porte un mondo nel quale sarà vietato vietare, o avremo ancora bisogno, e a lungo, di
proibizioni? E' una domanda retorica, ne convengo, la risposta essendo ovvia:
avremo ancora bisogno di proibizioni, sebbene diverse da quelle cui siamo
abituati. Alla fin fine dobbiamo ancora morire, a dispetto dell'illimitatezza
degli orizzonti tecnologici! Che saranno forse illimitati, ma certamente non
infiniti.
Sulla differenza tra "illimitato" (privo di limite) e
"infinito" (che non ha
fine) rimando al classico esempio di un mondo a due dimensioni, piegato sulla
terza a costituire una superficie sferica: esso non ha limite ma non è infinito.
Dunque non la fine dei tabù, ma nuovi tabù. E ovviamente nuovi totem. Ora la
caratteristica di un tabù è quella di essere una proibizione assoluta, che prescinde dalla possibilità dell'azione.
Ad esempio: non si può argomentare, come ha fatto una signora di cui non
ricordo il nome durante la trasmissione "Porta a porta" di ieri 1 marzo 2016, che proibire la maternità
surrogata aprirebbe le porte a un turismo medico verso i paesi che la
consentono, così come è accaduto nel caso dell'aborto. Ciò perché, se si
accetta questa impostazione, allora si rinuncia a ogni possibilità di stabilire
ciò che è lecito e ciò che non lo è, delegando all'egoismo del guadagno ogni
possibile scelta. Sarebbe la fine della società umana e il trionfo
dell'individualismo, un ritorno dell'umanità allo stato di orda primitiva, in
cui l'unica e sola legge sia quella del più forte.
Stabilire ciò che è lecito e ciò che è proibito, seppure nelle mutate
condizioni determinate dal progresso tecnico, resta a mio avviso una necessità.
Ciò perché il progresso, ammesso che sia illimitato, certamente non è infinito
(esso si dipana in uno spazio ricurvo su
una dimensione che non conosciamo).
Stabilita questa banalità, la domanda successiva è cruciale: negli interessi di
quali forze sociali saranno stabiliti i nuovi tabù necessari per adeguarsi alle
mutate condizioni di "potenza" dell'uomo sulla
natura? Inoltre: è possibile sospettare che i nuovi tabù saranno imposti dai
gruppi sociali vincenti, in quanto funzionali ai loro interessi?
Per tornare al caso Vendola: acquistare un ovulo, inseminarlo e trapiantarlo
nell'utero di un'altra donna, infine acquisire il diritto legale della genitorialità,
costituisce senza alcun dubbio una rottura
drammatica con qualsiasi ordinamento mai sperimentato nella storia dell'umanità,
la quale ha sviluppato gran parte delle proibizioni assolute, i tabù, proprio
in relazione al problema della riproduzione. Ebbene, si può consentire che una
decisione così grave venga affrontata con criteri sentimentalistici come "il
gesto d'amore che permette la nascita di una nuova vita"?
Non è forse il caso di gridare che "il
re è nudo", per affermare con forza che il conflitto per la
definizione di nuovi tabù, che siano consistenti con
la nuova "potenza" dell'uomo sulla natura, è essenzialmente un
cruciale conflitto di classe?
Herbert Marcuse, nel suo "Eros e Civiltà" che lessi all'età
di diciassette anni, scrisse cose che mi conquistarono. Peccato che alcune
specie di "sinistrati anarcoidi",
cogliendo di quel saggio solo la denuncia della condizione di repressione
dell'uomo, abbiano finito con il dimenticarne la causa prima, l'oppressione di
classe, finendo con l'identificarla con l'esistenza stessa della civiltà. Sono
gli stessi che si illudono di raggiungere la terra promessa della liberazione attraverso le macchine.
Sono i mitici lavoromerceraristi.
Alias: il lavoro è una merce rara e sempre più lo sarà, in futuro, grazie al
progresso tecnologico.
Cari
lavoromerceraristi: beccateve sta (s)vendola!
* Post correlato: Squadristi! Squadristi! [L'ego della rete 1 marzo 2016]
** Fonte: Ego della rete
Sia quel che sia, è del tutto evidente che tutte le società umane hanno sviluppato un sistema di valori (a partire dal primitivo totemismo) protetto da un insieme di proibizioni, i tabù. Totem e tabù si sono modificati lentamente, nel corso del tempo, sotto l'azione delle mutate condizioni di vita prodotte sia da fattori esogeni, ad esempio i grandi cambiamenti climatici, che endogeni, ovvero i cambiamenti indotti dall'azione umana. L'epoca nella quale viviamo - in attesa dei grandi cambiamenti pseudo-esogeni che saranno determinati dalla rottura dell'equilibrio naturale - è dominata dalle grandi mutazioni endogene conseguenza del progresso tecnologico.
Il dibattito sull'affaire Vendola, a mio parere, dovrebbe concentrarsi su questa domanda: nuovi tabù sostituiranno gli attuali, oppure l'illimitatezza degli orizzonti promessi dalla scienza e dalla tecnologia li renderanno superflui? Detto in altri termini: l'umanità può sperare di riconquistare il paradiso perduto grazie all'illimitatezza della tecnica?
E' davvero alle porte un mondo nel quale sarà vietato vietare, o avremo ancora bisogno, e a lungo, di proibizioni? E' una domanda retorica, ne convengo, la risposta essendo ovvia: avremo ancora bisogno di proibizioni, sebbene diverse da quelle cui siamo abituati. Alla fin fine dobbiamo ancora morire, a dispetto dell'illimitatezza degli orizzonti tecnologici! Che saranno forse illimitati, ma certamente non infiniti.
1 commento:
La questione si può inquadrare da diverse angolature, ma credo che ci siano pochi dubbi su dove siamo diretti come società umana.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-al-governo-contro-luomo-ecco-lanticristo-superstar-15474.htm
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