[ 27 febbraio ]
Il 19 febbraio scorso pubblicavamo «UN "PIANO B"... CHE NON VA DA NESSUNA PARTE», sottoscritta dal Coordinamento europeo anti-euro. Si faceva riferimento all'incontro internazionale di Madrid, promosso da quella che si presenta come "ala sinistra" di Podemos. Tra i numerosi oratori spiccava quello di Varoufakis a nome del suo Diem2015.
Dichiarazione per una rivolta democratica in Europa
«Fin dall’inizio della crisi economica mondiale un nuovo movimento si è sviluppato in tutto il mondo.
Si tratta di un movimento per una democrazia reale, per la partecipazione e per il diritto delle persone di decidere di loro stesse, e perché i loro bisogni e la loro sovranità siano rispettati e possano incidere sulle decisioni politiche. Un movimento che si scontra con un sistema che favorisce una minoranza di privilegiati sulle spalle delle maggioranza. Un movimento che cerca di porre i diritti umani, civili, politici, economici, sociali, culturali e democratici nel cuore del progetto europeo, come elementi intrinsechi della democrazia.
Fin dal 2011, le piazze, le strade, i luoghi di lavoro di tutta Europa si sono trasformati nella culla di lotte democratiche per i diritti, lotte che hanno scosso il panorama politico e sociale e che continuano a farne parte.
Questi movimenti europei si sono scontrati frontalmente con l’insieme delle istituzioni e delle scelte politiche che costituiscono oggi l’Unione europea. La natura profondamente antidemocratica di queste istituzioni riflette la loro origine e il loro attuale obiettivo: servire gli interessi del settore industriale e finanziario e le diverse élite, diventate vere e proprie oligarchie.
Le istituzioni operano in modo oscuro e non trasparente, lontano dallo sguardo dei cittadini europei. Sono al servizio delle corporazioni e delle imprese finanziarie che dispiegano eserciti di lobbisti. Negoziano nuovi trattati a nome dei popoli dell’Europa, ma contro gli interessi di questi.
Vogliamo trasparenza e che sia fatta luce sulle modalità con cui si si prendono decisioni che riguardano la nostra vita.
Ci opponiamo alla affermazione irreale e irrazionale secondo cui l’Europa può pagare i suoi debiti pubblici e privati. Esigiamo audit civici sui debiti pubblici e riaffermiamo il diritto sovrano del popolo ad esaminare questi debiti e a rifiutarsi di pagare i debiti illegittimi e illegali.
La classe dirigente europea, le istituzioni di Bruxelles e Francoforte predicano l’austerità per la maggioranza mentre spendono miliardi per pochi.Non è solo la “austerità”: in Europa c’è una guerra, una lotta di classe, con il saccheggio dei diritti di cittadinanza e dei beni comuniche praticano le élite di governo, decise a consegnare i redditi e le ricchezze della maggioranza della società e gli stati stessi ai ricchi. Il loro modello è quello della disoccupazione di massa e della precarietà, della povertà, dell’aumento delle diseguaglianze, facendo contrapporre i lavoratori tra di loro, perpetuando la violenza contro le donne, strangolando l’ambiente e distruggendo il tessuto sociale. E’ un modello contro il benessere e la giustizia sociale.
La cosiddetta “Europa senza frontiere” sta erigendo muri e reticolati elettrificati dappertutto. Da Evros e Lesbo a Lampedusa, da Presevo a Calais. Esigiamo che lascino entrare i rifugiati e le rifugiate! Quando le gente fugge per salvare la propria vita, l’Europa deve semplicemente aprire le braccia, rifiutando con fermezza la xenofobia e il razzismo. La questione dei rifugiati è una questione umanitaria, rifiutiamo la militarizzazione, diciamo no alla NATO.
L’Europa deve ridurre drasticamente le spese per gli armamenti e per la difesa, che si sono dimostrati intimamente legati alla corruzione e all’indebitamento illegale, e deve aumentare le spese pubbliche per la sanità, la scuola, la sicurezza sociale, la giustizia e la cultura.
Il degrado delle condizioni di vita delle persone è anch’esso strettamente legato alla distruzione della natura e alla guerra per le risorse in tutto il mondo. Non possiamo non affrontare la crisi ecologica e energetica se vogliamo la giustizia sociale per tutti.
Di fronte all’attuale situazione europea, facciamo appello alla disobbedienza civile alle istituzioni europee, alle loro regole tossiche, alla loro politica, ai trattati e a tutti i loro diktat antidemocratici, alle mistificazioni delle élite governative.
Abbiamo bisogno di nuovi processi costituenti e del diritto all’autodeterminazione attraverso referendum vincolanti.
E affermiamo di dover disobbedire ai diktat antidemocratici anche quando si è al governo, come obbligo democratico minimale verso i popoli.
La Conferenza di Madrid ha costituito un passo avanti verso la unione dei differenti movimenti e nell’elaborazione di proposte di lotta per la democrazia in Europa. Invitiamo a leggere, diffondere e dibattere sulle conclusioni raggiunte sui differenti assi di discussione e a riprenderli nelle altre conferenze che si organizzeranno in giro per l’Europa.
I popoli europei sanno come ribellarsi alla tirannia. Nel corso della storia l’abbiamo fatto in molteplici occasioni per conquistare la democrazia, dare corpo alla uguaglianza, difendere le nostre vite, i diritti e la dignità.
La Conferenza Plan B di Madrid fa appello ad organizzare una Giornata europea di azione per il 28 maggio».
"Critica eccessiva", ci han detto alcuni, "qualcosa di buono verrà fuori". Che avevamo ragione lo dimostra la dichiarazione finale approvata dall'incontro di Madrid.
Il solito utopismo europeista, la stantia riproposizione dei dogmi della sinistra che fu, il trito e ritrito cosmo-internazionalismo, l'irrazionale tabù della sovranità nazionale, il silenzio tombale sulla questione dell'Euro... La "disobbedienza civile alle istituzioni europee", e non la rottura dell'Unione...
Il tutto aggravato dal fatto che simili professioni europeiste di fede vengono riproposte come se la tragedia greca non fossse avvenuta.
Leggere per credere....
* * *
Dichiarazione per una rivolta democratica in Europa
«Fin dall’inizio della crisi economica mondiale un nuovo movimento si è sviluppato in tutto il mondo.
Si tratta di un movimento per una democrazia reale, per la partecipazione e per il diritto delle persone di decidere di loro stesse, e perché i loro bisogni e la loro sovranità siano rispettati e possano incidere sulle decisioni politiche. Un movimento che si scontra con un sistema che favorisce una minoranza di privilegiati sulle spalle delle maggioranza. Un movimento che cerca di porre i diritti umani, civili, politici, economici, sociali, culturali e democratici nel cuore del progetto europeo, come elementi intrinsechi della democrazia.
Fin dal 2011, le piazze, le strade, i luoghi di lavoro di tutta Europa si sono trasformati nella culla di lotte democratiche per i diritti, lotte che hanno scosso il panorama politico e sociale e che continuano a farne parte.
Questi movimenti europei si sono scontrati frontalmente con l’insieme delle istituzioni e delle scelte politiche che costituiscono oggi l’Unione europea. La natura profondamente antidemocratica di queste istituzioni riflette la loro origine e il loro attuale obiettivo: servire gli interessi del settore industriale e finanziario e le diverse élite, diventate vere e proprie oligarchie.
Le istituzioni operano in modo oscuro e non trasparente, lontano dallo sguardo dei cittadini europei. Sono al servizio delle corporazioni e delle imprese finanziarie che dispiegano eserciti di lobbisti. Negoziano nuovi trattati a nome dei popoli dell’Europa, ma contro gli interessi di questi.
Vogliamo trasparenza e che sia fatta luce sulle modalità con cui si si prendono decisioni che riguardano la nostra vita.
Ci opponiamo alla affermazione irreale e irrazionale secondo cui l’Europa può pagare i suoi debiti pubblici e privati. Esigiamo audit civici sui debiti pubblici e riaffermiamo il diritto sovrano del popolo ad esaminare questi debiti e a rifiutarsi di pagare i debiti illegittimi e illegali.
La classe dirigente europea, le istituzioni di Bruxelles e Francoforte predicano l’austerità per la maggioranza mentre spendono miliardi per pochi.Non è solo la “austerità”: in Europa c’è una guerra, una lotta di classe, con il saccheggio dei diritti di cittadinanza e dei beni comuniche praticano le élite di governo, decise a consegnare i redditi e le ricchezze della maggioranza della società e gli stati stessi ai ricchi. Il loro modello è quello della disoccupazione di massa e della precarietà, della povertà, dell’aumento delle diseguaglianze, facendo contrapporre i lavoratori tra di loro, perpetuando la violenza contro le donne, strangolando l’ambiente e distruggendo il tessuto sociale. E’ un modello contro il benessere e la giustizia sociale.
La cosiddetta “Europa senza frontiere” sta erigendo muri e reticolati elettrificati dappertutto. Da Evros e Lesbo a Lampedusa, da Presevo a Calais. Esigiamo che lascino entrare i rifugiati e le rifugiate! Quando le gente fugge per salvare la propria vita, l’Europa deve semplicemente aprire le braccia, rifiutando con fermezza la xenofobia e il razzismo. La questione dei rifugiati è una questione umanitaria, rifiutiamo la militarizzazione, diciamo no alla NATO.
L’Europa deve ridurre drasticamente le spese per gli armamenti e per la difesa, che si sono dimostrati intimamente legati alla corruzione e all’indebitamento illegale, e deve aumentare le spese pubbliche per la sanità, la scuola, la sicurezza sociale, la giustizia e la cultura.
Il degrado delle condizioni di vita delle persone è anch’esso strettamente legato alla distruzione della natura e alla guerra per le risorse in tutto il mondo. Non possiamo non affrontare la crisi ecologica e energetica se vogliamo la giustizia sociale per tutti.
Di fronte all’attuale situazione europea, facciamo appello alla disobbedienza civile alle istituzioni europee, alle loro regole tossiche, alla loro politica, ai trattati e a tutti i loro diktat antidemocratici, alle mistificazioni delle élite governative.
Abbiamo bisogno di nuovi processi costituenti e del diritto all’autodeterminazione attraverso referendum vincolanti.
E affermiamo di dover disobbedire ai diktat antidemocratici anche quando si è al governo, come obbligo democratico minimale verso i popoli.
La Conferenza di Madrid ha costituito un passo avanti verso la unione dei differenti movimenti e nell’elaborazione di proposte di lotta per la democrazia in Europa. Invitiamo a leggere, diffondere e dibattere sulle conclusioni raggiunte sui differenti assi di discussione e a riprenderli nelle altre conferenze che si organizzeranno in giro per l’Europa.
I popoli europei sanno come ribellarsi alla tirannia. Nel corso della storia l’abbiamo fatto in molteplici occasioni per conquistare la democrazia, dare corpo alla uguaglianza, difendere le nostre vite, i diritti e la dignità.
La Conferenza Plan B di Madrid fa appello ad organizzare una Giornata europea di azione per il 28 maggio».
4 commenti:
Ormai sembra un destino cinico e baro, da Cosmopolitica a Madrid. Le ideuzze servono per le chiacchiere degli sfaccendati al caffè che si immaginano grandi politici. Che pena!
Aldo Zanchetta
Ormai sembra un destino cinico e baro, da Cosmopolitica a Madrid. Le ideuzze servono per le chiacchiere degli sfaccendati al caffè che si immaginano grandi politici. Che pena!
Aldo Zanchetta
Quando si scade nel ridicolo c'è da cominciare ad aver paura.
Avevo messo il link ad un discorso di Curzio Maltese fatto ad ottobre che, in soldoni, riproponevano le stesse visioni stantie e fuori da ogni logica riportate qua sopra.
A questo punto mi chiedo se non sia meglio lasciare nell'oblio questa gente, perchè credo che con persone così ci sia poco da fare.
Varoufakis ho è un pagliaccio o un pazzo psicopatico, perchè alla fine non si capisce niente di ciò che dice, crede ancora alle favole?
Mah...
duole "scadere" nel complottismo, certe operazioni non possono non far pensare ad una sorta di gatekeeping.
Capisco l'esigenza puramente elettorale di doversi rivolegere ad un popolo poco consapevole, ma qui siamo a livelli quasi infimi.
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