[ 17 febbraio]
Il piano tedesco per un bail-in sui titoli di Stato rischia di far saltare l'euro
di Ambrose Evans Pritchard
‘Se fossi un politico italiano vorrei tornare alla mia moneta il più velocemente possibile: è questo l’unico modo per evitare la bancarotta’, così ha detto un ‘saggio’ tedesco.
Un influente consigliere del Governo tedesco ha avvertito che il nuovo ‘piano tedesco’ volto ad imporre un ‘haircut’ [1] ai detentori del ‘debito sovrano’ dell'Eurozona innescherà l’inarrestabile crisi delle obbligazioni europee e potrebbe costringere l'Italia e la Spagna a ripristinare le loro valute.
“E’ il modo più veloce per porre fine all’Eurozona”, ha dichiarato al Telegraph il Prof. Peter Bofinger, uno dei cinque ‘saggi’ del ‘German Council of Economic Advisers’. “Potrebbe arrivare molto velocemente un attacco speculativo. Se fossi un politico italiano e dovessi confrontarmi con un tale rischio d’insolvenza vorrei tornare alla mia moneta il più rapidamente possibile, perché sarebbe l'unico modo per evitare la bancarotta”.
Il ‘German Council’ ha chiesto l’introduzione di uno specifico meccanismo da attivare per eventuali ’insolvenze sovrane’, anche a costo di sovvertire i principi finanziari dell’’ordine del dopoguerra’ in Europa. Lo ritiene necessario per ripristinare la credibilità della clausola del ‘no-bailout’ [salvataggio esterno] presente nel Trattato di Maastricht. Il Prof. Bofinger ha espresso un veemente dissenso.
Il piano tedesco ha il sostegno della Bundesbank e, più di recente, del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che di solito riesce a imporre la sua volontà, nell’Eurozona. Colloqui molto delicati sono attualmente in corso nelle principali capitali europee e stanno provocando dei forti brividi a Roma, Madrid e Lisbona.
Secondo questo schema, ad ogni futura crisi del ‘debito sovrano’ gli obbligazionisti [detentori dei Titoli di Stato] devono subire delle perdite [haircut], prima che ci possa essere un salvataggio da parte dello ESM [Fondo di Salvataggio Europeo]. “Questo piano provocherà dei guai”, ha dichiarato Lorenzo Codogno, ex capo-economista del Tesoro italiano, ora occupato presso la ‘Advisors Macro LC’.
Questo bail-in [salvataggio interno] sui ‘debiti sovrani’ corrisponde a quello entrato in vigore lo scorso Gennaio nei riguardi degli obbligazionisti delle banche, che ha contribuito alla drastica svendita delle azioni bancarie dell’Eurozona.
Il Prof. Bofinger ha aggiunto per iscritto un suo parere, avvertendo che il piano potrebbe auto-avverarsi molto in fretta, innescando una “corsa alla vendita delle obbligazioni da parte degli investitori, per liberarsi delle loro partecipazioni ed evitare l’"haircut".
Italia, Portogallo e Spagna non potrebbero difendersi perché prive dei propri strumenti monetari. “Questi paesi rischierebbero di essere colpiti da una pericolosa crisi di fiducia”, egli ha concluso. Il ‘German Council’ ritiene che il primo passo sia quello di assegnare un più alto ‘rischio-ponderazione’ al ‘debito sovrano’ detenuto dalle banche – ed anche un limite a quanto ne possono acquistare – con l’esplicito obbiettivo di costringerle a cederne per 604 miliardi di euro. Dovrebbero in alternativa raccogliere 35 miliardi di capitale fresco, perché la situazione possa essere ritenuta ‘gestibile’.
Si tratta di un problema nevralgico, per l’Italia, dove le banche possiedono 400 miliardi di euro di ‘debito pubblico’ e hanno effettivamente utilizzato i fondi della Banca Centrale Europea per sostenere il Tesoro italiano.
Mario Draghi, Presidente della BCE, Lunedì scorso ha aggirato una domanda sulla questione posta da un euro-deputato italiano: “E’ un problema con cui abbiamo a che fare. E’ necessario un approccio sia ponderato che graduale”.
La mossa ‘fa la corte al destino’, dal momento che il Portogallo è già nell'occhio del ciclone, dovendo affrontare sia un rallentamento dell'economia che uno scontro con Bruxelles sull’austerità. La scorsa settimana lo spread sul ‘debito pubblico’ portoghese a 10 anni è salito a 410 punti-base rispetto a quello tedesco, spingendo gli oneri finanziari a livelli insostenibili. Il debito pubblico del Portogallo è al 132pc del PIL, mentre l'indebitamento totale è al 341pc, il più alto d’Europa. Il paese è caduto nella trappola del debito-deflazione e, per poterne sfuggire, avrebbe bisogno di anni e anni di forte crescita.
“Il Portogallo potrebbe perdere l'accesso al mercato finanziario”, ha dichiarato Mark Dowding, responsabile della ‘Blue Bay’ per il settore delle obbligazioni. “Abbiamo visto una situazione molto brutta, la scorsa settimana. I grandi Fondi statunitensi che avevano investito nei ‘Titoli di Stato‘ portoghesi stanno cercando di uscire da quelle posizioni. Con i riscatti che sono in corso, si tratta di una vera e propria ‘tempesta perfetta’”.
Il Sig. Dowding ha detto che la ‘grazia salvifica’ per il Portogallo è che il paese ha pre-finanziato la maggior parte del suo fabbisogno per il 2016 – e potrà così superare la tempesta …. per un po’ di tempo.
Ma, se la crisi dovesse perdurare, le preoccupazioni per un nuovo salvataggio della Troika – e per le condizioni che sarebbero imposte – potrebbero rapidamente prendere piede. Non ci fu in effetti alcun ‘haircut’ sui Titoli di Stato portoghesi, nel ‘bail-out’ del 2010.
Il ‘German Council’ ritiene che i privilegi normativi concessi al ‘debito sovrano’ posseduto dalle banche debbano essere eliminati. Non deve più essere trattato come se fosse totalmente ‘liquido e sicuro’ nelle percentuali di copertura della liquidità delle banche, o essere esente dai ‘requisiti di capitale’ [2]: “I rischi maggiori sono per le banche di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia”. L’obiettivo, in teoria, è quello di ridurre il legame fra ‘debito sovrano’ e banche attraverso una separazione parziale, per prevenire che le crisi del debito pubblico possano diffondersi e ‘smontare’ i sistemi bancari nazionali.
Il Prof. Bofinger ha anche detto che il vero problema è che la Germania e i paesi-creditori dell’EMU tutt’ora si rifiutano di accettare le implicazioni di un’Unione Monetaria, ovvero che un certo livello di debt-pooling [3] e di Unione Fiscale sia indispensabile per tenere assieme l’esperimento della ‘moneta unica’.
A suo parere, la nozione di ‘meccanismo d’insolvenza sovrana’ è interpretata in modo sbagliato: perpetua la bufala che la radice della crisi sia negli abusi fiscali dei Governi. In realtà – e con l'eccezione della Grecia – il ‘debito pubblico’ è esploso, nel 2008, perché i paesi in crisi hanno dovuto prendere misure d’emergenza per evitare il collasso delle loro economie.
Il nuovo ‘piano’ dei tedeschi, inoltre, consentirebbe agli investitori privati ??di agire come ‘giudici’ della solvibilità degli Stati. Il Prof. Bofinger ha concluso che: “Non possiamo consentire un sistema in cui i mercati diventano padroni dei Governi”.
Il ‘German Council’ è stato alquanto sprezzante nelle sue conclusioni. Ha schiacciato qualsiasi discorso relativo ad un Tesoro o ad un’Autorità Fiscale condivisa: l’unico modo per sostenere l’Unione Monetaria è d’imporre un controllo rigoroso e di rafforzare le norme esistenti.
*Fonte: www.telegraph.co.uk
** tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO
Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore ed inoltre:
[1] Per ‘Haircut’ s’intende lo sconto richiesto dal creditore, rispetto al valore di un asset reale o finanziario dato in garanzia, a protezione del rischio di una minusvalenza dello stesso asset.
[2] Il concetto è che la gestibilità del ‘debito sovrano’, non più totalmente esente dai rischi, deve essere garantita da apposite garanzie in termini di ‘capitale proprio’, esattamente come qualsiasi altro debito.
[3] Scolasticamente, il ‘Debt Pooling’ è un accordo secondo cui un debitore potrebbe depositare dei fondi per distribuirli fra i suoi creditori. E’ un metodo di consolidamento del debito.
http://definitions.uslegal.com/d/debt-pooling%20/
«...vorrei tornare alla mia moneta il più velocemente possibile»
Parola di un consigliere del governo tedesco che si dissocia dai suoi colleghi del "German Council" (qui sotto le sue parole riportate in un articolo del Telegraph), a conferma di quanto scrivevamo QUI sull'attacco tedesco all'Italia.Il piano tedesco per un bail-in sui titoli di Stato rischia di far saltare l'euro
di Ambrose Evans Pritchard
‘Se fossi un politico italiano vorrei tornare alla mia moneta il più velocemente possibile: è questo l’unico modo per evitare la bancarotta’, così ha detto un ‘saggio’ tedesco.
Un influente consigliere del Governo tedesco ha avvertito che il nuovo ‘piano tedesco’ volto ad imporre un ‘haircut’ [1] ai detentori del ‘debito sovrano’ dell'Eurozona innescherà l’inarrestabile crisi delle obbligazioni europee e potrebbe costringere l'Italia e la Spagna a ripristinare le loro valute.
“E’ il modo più veloce per porre fine all’Eurozona”, ha dichiarato al Telegraph il Prof. Peter Bofinger, uno dei cinque ‘saggi’ del ‘German Council of Economic Advisers’. “Potrebbe arrivare molto velocemente un attacco speculativo. Se fossi un politico italiano e dovessi confrontarmi con un tale rischio d’insolvenza vorrei tornare alla mia moneta il più rapidamente possibile, perché sarebbe l'unico modo per evitare la bancarotta”.
Il ‘German Council’ ha chiesto l’introduzione di uno specifico meccanismo da attivare per eventuali ’insolvenze sovrane’, anche a costo di sovvertire i principi finanziari dell’’ordine del dopoguerra’ in Europa. Lo ritiene necessario per ripristinare la credibilità della clausola del ‘no-bailout’ [salvataggio esterno] presente nel Trattato di Maastricht. Il Prof. Bofinger ha espresso un veemente dissenso.
Il piano tedesco ha il sostegno della Bundesbank e, più di recente, del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che di solito riesce a imporre la sua volontà, nell’Eurozona. Colloqui molto delicati sono attualmente in corso nelle principali capitali europee e stanno provocando dei forti brividi a Roma, Madrid e Lisbona.
Secondo questo schema, ad ogni futura crisi del ‘debito sovrano’ gli obbligazionisti [detentori dei Titoli di Stato] devono subire delle perdite [haircut], prima che ci possa essere un salvataggio da parte dello ESM [Fondo di Salvataggio Europeo]. “Questo piano provocherà dei guai”, ha dichiarato Lorenzo Codogno, ex capo-economista del Tesoro italiano, ora occupato presso la ‘Advisors Macro LC’.
Questo bail-in [salvataggio interno] sui ‘debiti sovrani’ corrisponde a quello entrato in vigore lo scorso Gennaio nei riguardi degli obbligazionisti delle banche, che ha contribuito alla drastica svendita delle azioni bancarie dell’Eurozona.
Il Prof. Bofinger ha aggiunto per iscritto un suo parere, avvertendo che il piano potrebbe auto-avverarsi molto in fretta, innescando una “corsa alla vendita delle obbligazioni da parte degli investitori, per liberarsi delle loro partecipazioni ed evitare l’"haircut".
Italia, Portogallo e Spagna non potrebbero difendersi perché prive dei propri strumenti monetari. “Questi paesi rischierebbero di essere colpiti da una pericolosa crisi di fiducia”, egli ha concluso. Il ‘German Council’ ritiene che il primo passo sia quello di assegnare un più alto ‘rischio-ponderazione’ al ‘debito sovrano’ detenuto dalle banche – ed anche un limite a quanto ne possono acquistare – con l’esplicito obbiettivo di costringerle a cederne per 604 miliardi di euro. Dovrebbero in alternativa raccogliere 35 miliardi di capitale fresco, perché la situazione possa essere ritenuta ‘gestibile’.
Si tratta di un problema nevralgico, per l’Italia, dove le banche possiedono 400 miliardi di euro di ‘debito pubblico’ e hanno effettivamente utilizzato i fondi della Banca Centrale Europea per sostenere il Tesoro italiano.
Mario Draghi, Presidente della BCE, Lunedì scorso ha aggirato una domanda sulla questione posta da un euro-deputato italiano: “E’ un problema con cui abbiamo a che fare. E’ necessario un approccio sia ponderato che graduale”.
La mossa ‘fa la corte al destino’, dal momento che il Portogallo è già nell'occhio del ciclone, dovendo affrontare sia un rallentamento dell'economia che uno scontro con Bruxelles sull’austerità. La scorsa settimana lo spread sul ‘debito pubblico’ portoghese a 10 anni è salito a 410 punti-base rispetto a quello tedesco, spingendo gli oneri finanziari a livelli insostenibili. Il debito pubblico del Portogallo è al 132pc del PIL, mentre l'indebitamento totale è al 341pc, il più alto d’Europa. Il paese è caduto nella trappola del debito-deflazione e, per poterne sfuggire, avrebbe bisogno di anni e anni di forte crescita.
“Il Portogallo potrebbe perdere l'accesso al mercato finanziario”, ha dichiarato Mark Dowding, responsabile della ‘Blue Bay’ per il settore delle obbligazioni. “Abbiamo visto una situazione molto brutta, la scorsa settimana. I grandi Fondi statunitensi che avevano investito nei ‘Titoli di Stato‘ portoghesi stanno cercando di uscire da quelle posizioni. Con i riscatti che sono in corso, si tratta di una vera e propria ‘tempesta perfetta’”.
Il Sig. Dowding ha detto che la ‘grazia salvifica’ per il Portogallo è che il paese ha pre-finanziato la maggior parte del suo fabbisogno per il 2016 – e potrà così superare la tempesta …. per un po’ di tempo.
Ma, se la crisi dovesse perdurare, le preoccupazioni per un nuovo salvataggio della Troika – e per le condizioni che sarebbero imposte – potrebbero rapidamente prendere piede. Non ci fu in effetti alcun ‘haircut’ sui Titoli di Stato portoghesi, nel ‘bail-out’ del 2010.
Il ‘German Council’ ritiene che i privilegi normativi concessi al ‘debito sovrano’ posseduto dalle banche debbano essere eliminati. Non deve più essere trattato come se fosse totalmente ‘liquido e sicuro’ nelle percentuali di copertura della liquidità delle banche, o essere esente dai ‘requisiti di capitale’ [2]: “I rischi maggiori sono per le banche di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia”. L’obiettivo, in teoria, è quello di ridurre il legame fra ‘debito sovrano’ e banche attraverso una separazione parziale, per prevenire che le crisi del debito pubblico possano diffondersi e ‘smontare’ i sistemi bancari nazionali.
Il Prof. Bofinger ha anche detto che il vero problema è che la Germania e i paesi-creditori dell’EMU tutt’ora si rifiutano di accettare le implicazioni di un’Unione Monetaria, ovvero che un certo livello di debt-pooling [3] e di Unione Fiscale sia indispensabile per tenere assieme l’esperimento della ‘moneta unica’.
A suo parere, la nozione di ‘meccanismo d’insolvenza sovrana’ è interpretata in modo sbagliato: perpetua la bufala che la radice della crisi sia negli abusi fiscali dei Governi. In realtà – e con l'eccezione della Grecia – il ‘debito pubblico’ è esploso, nel 2008, perché i paesi in crisi hanno dovuto prendere misure d’emergenza per evitare il collasso delle loro economie.
Il nuovo ‘piano’ dei tedeschi, inoltre, consentirebbe agli investitori privati ??di agire come ‘giudici’ della solvibilità degli Stati. Il Prof. Bofinger ha concluso che: “Non possiamo consentire un sistema in cui i mercati diventano padroni dei Governi”.
Il ‘German Council’ è stato alquanto sprezzante nelle sue conclusioni. Ha schiacciato qualsiasi discorso relativo ad un Tesoro o ad un’Autorità Fiscale condivisa: l’unico modo per sostenere l’Unione Monetaria è d’imporre un controllo rigoroso e di rafforzare le norme esistenti.
*Fonte: www.telegraph.co.uk
** tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO
Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore ed inoltre:
[1] Per ‘Haircut’ s’intende lo sconto richiesto dal creditore, rispetto al valore di un asset reale o finanziario dato in garanzia, a protezione del rischio di una minusvalenza dello stesso asset.
[2] Il concetto è che la gestibilità del ‘debito sovrano’, non più totalmente esente dai rischi, deve essere garantita da apposite garanzie in termini di ‘capitale proprio’, esattamente come qualsiasi altro debito.
[3] Scolasticamente, il ‘Debt Pooling’ è un accordo secondo cui un debitore potrebbe depositare dei fondi per distribuirli fra i suoi creditori. E’ un metodo di consolidamento del debito.
http://definitions.uslegal.com/d/debt-pooling%20/
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