[ 1 febbraio ]
Nella foto miliziani ucraini neo-nazisti. Notare la bandiera della NATO accanto alla runa nazista ed alla svastica...
Neo-fascisti filo-ucraini...
I comunisti russi dissero che la rivolta di Euromaidan fu totalmente
egemonizzata dai neo-fascisti dell’estrema destra ucraina, ultras da stadio della
Dinamo Kiev, ma anche di altri soccer club ucraini e dai militanti del Tridente
neobanderista, poi proprio nel corso dell’insurrezione connotatosi come Pravy
Sektor. Un giudizio sproporzionato, visto che la spinta di Euromaidan ha portato al potere cricche oligarchiche neoliberiste (della medesima natura di quelle che spadroneggiano a Mosca) sostenute da Usa, NATO e Unione europea.
Con l’uscita di
scena del carismatico leader D. Yarosh,
Pravy Sektor ha di recente perso il pezzo da novanta, ma continua la sua
battaglia banderista, ora con l'obbiettivo della conquista della Crimea.
D. Yarosh si auto-rappresenta
ora come un nazionalista ucraino moderato, che anela ad un ruolo di punta sulla scena
politica ucraina quale possibile alternativa credibile al campo politico ucraino che vuole l’ingresso nella UE e nella Nato, rispetto a cui Yarosh
sembra ancora critico.
I comunisti occidentali, da parte loro, dipingono i neo-fascisti ucraini come fantocci e braccio armato dell’intelligence statunitense. Questo è solo in
parte vero, per non dire quasi per nulla vero. Certo, all'inizio della rivolta di Maidan, i neonazisti si erano illusi di potere godere del pieno appoggio delle potenze imperialiste occidentali e della NATO.
Il Congresso
americano ha poi, in almeno due casi, condannato come estremamente pericolosi per
lo sviluppo della democrazia in Ucraina gruppi della Destra radicale come Pravy
Sektor e il Battaglione Azov, poi inquadrato nella Guardia nazionale Ucraina, ed ha ha assolutamente proibito la vendita di armi ai militanti di questi gruppi.
L’Interpol ha
messo al bando i nomi dei leader della rivolta fascista di Kiev, cosa che, a ben vedere, non è mai stata fatta con i leader della Resistenza del Donbass.
Ciò non toglie
che se Pravy Sektor ed Azov continuano ad avere un forte seguito tra la
gioventù neobanderista ucraina, ciò si deve soprattutto al fatto che son
disposti a fare il “lavoro sporco” per un settore dei servizi segreti ucraini
(SBU), quello alle dirette dipendenze di Anton
Gerashchenko ministro degli interni della giunta di Kiev, resosi
protagonista nello scorso ottobre di una sparata che ha suscitato il clamore
mondiale, in quanto diceva di sostenere, contro i russi, anche lo Stato Islamico.
Alle dirette
dipendenze di questo ministero operava (o opera?) lo strano raggruppamento
“Ombre” di Anton Gladky, resosi protagonista di una millantata operazione
militare contro un generale russo[1],
ma quasi sicuramente responsabile dell’omicidio del comandante antifascista Mozgovoj.
Nell’autentica
guerra per bande che caratterizza la Giunta di Kiev, solo con forzature si può insomma identificare nell’Azov un reparto militare filo-americano. Certamente, lo può
essere indirettamente nella logica di guerra fredda che sembra di nuovo aprirsi
tra Mosca e Usa.
Diversi
militanti neo-fascisti di Pravy Sektor sono stati arrestati in seguito a pesanti
scontri con le forze dell’ordine ucraine (con vittime nelle file di queste ultime), in
seguito alle rivolte di questi ultimi dell’agosto e del settembre 2015.
Azov, essendo
inquadrato nella Guardia nazionale, si è invece ritagliato uno spazio di
autonomia strategica; questo non ha impedito comunque al suo leader Andriy
Biletsky, di dichiarare la sua chiara appartenenza alla corrente del
nazifascismo europeo, come si evince anche dal manifesto programmatico[2]
e dalla runa nazista usata come simbolo del gruppo.
Volontari
affluiscono verso Azov non solo da tutta europa —i croati fanno la parte del leone,
ma non mancano nutrite schiere di francesi, spagnoli, svedesi, polacchi,
lituani, lettoni e estoni, qualche italiano…— ma soprattutto dalla Russia, dove
non è possibile stabilire, conoscere numero ed identità dei volontari neo-fascisti
russi andati a combattere coi loro camerati ucraini. A parte la
famosa storia di due ex ufficiali dell’intelligence di Mosca, che hanno
disertato dopo l’inizio della Resistenza del Donbass a causa delle loro
simpatie filonaziste, si può conoscere la storia di questi volontari solo dopo
la loro morte.
Già a decine
sono caduti.
Significativa la
storia di Sergiy Grek, volontario russo in Azov, morto dopo l’esplosione di una
mina, che è stato riconosciuto per il tatuaggio con il volto di Mussolini che
aveva sul collo. Rispondendo ad interviste di giornalisti internazionali,
questi volontari russi si proclamano apertamente nazisti, descrivono la Russia
odierna come una nazione vittima di materialismo e miraggi di
occidental-comunismo ed in mano a invisibili e sognate oligarchie capitaliste
ebraiche.
Il leader di
Azov, non a caso, da buon propagandista, in vari suoi discorsi, saluta i “camerati russi detenuti o perseguitati da
un regime russofobo di occupazione sionista” (riferimento a Putin, ndr.).
Se per Yarosh (Rivoluzione nazionale ucraina)
l’Euromaidan è servito a ritagliarsi un consistente spazio di autonomia militare con Azov ed a liquidare la corrente filo-russa del Partito delle Regioni, l’Euromaidan per i neo-fascisti è stato un successo solo parziale.
Come si sa, i
comunisti filo-russi in Ucraina, macchiatisi di un acritico sostegno al passato regime
corrotto, sono stati praticamente messi al bando e non hanno più spazi di
manovra.
... e neo-fascisti filo-russi
La grande maggioranza dei movimenti a vario titolo neo-fascisti è invece schierata, accanto ad altri partiti di destra, dall'altra parte della barricata, ovvero dalla parte delle Repubbliche del Donbass.
Degno di nota il tentativo dell’ideologo di Rodina (Madrepatria), Yuriy
Lyubomirskiy, che ha fondato il Movimento nazional-conservatore mondiale.
L'idea-mito di Lyubomirskiy è l'Eurasia, di conseguenza l'obbiettivo politico è raccogliere, in un'internazionale euroasiatista, non solo neo-fascisti e nazisti, ma tutte le destre anti-americane e filo-russe.
L'orizzonte euroasiatista conta infatti seguaci in numerosi paesi europei.
Il quadro si è chiarificato dopo il
Moltissime forze
europee neo-fasciste hanno espresso senza esitazioni il proprio sostegno alla Resistenza del Donbass". Del resto non è un mistero che in Donbass combattono contro gli ucraini le
milizie Vilking o Rusich, che non nascondono, dietro il mito dell'Eurasia, le loro radici ideali nazionaliste grandi-russe e neo-fasciste.
Per l’Italia erano in Russia, in missione a fianco del Donbass, esponenti di
Millennium, della Lega Nord e di Forza Nuova; Nuova Destra per la Romania; per
la Grecia naturalmente Alba Dorata; per la Germania il Partito
Nazionaldemocratico e Pegida; per la Gran Bretagna il National Party.
Il rapporto tra
il Cremlino e il Front National francese è ormai stabile e organico, così come
quello con Jobbik dell’estrema destra ungherese
L’estrema destra
cetnica serba è tutta con il Donbass. In Polonia c'è il
filorusso Kongres Novej Pravicy. di Michal Marusik.
In Austria il FPÖ non nasconde le sue simpatie per Putin. Stesso vale in Gran Bretagna per l'UKIP. In Belgio per il Flamish Interes. In Lituania per il Partito dell'ordine e della Giustizia di Rolandas Paksas.
Rodina,
nonostante il Forum di marzo 2015 abbia deluso le aspettative, ha continuato
sulla strada del sostegno all’estrema destra europea che sostiene il Donbass.
Il Movimento nazional-conservatore mondiale —che conta seguaci anche in Usa, in Cile, in Cina ed in
Mongolia—, non poteva essere diversamente, sostiene apertamente l’intervento russo in Siria, lì dove l'eurasiatismo precipita in manifesta islamofobia.
* Traduzione a cura della redazione
NOTE
1 commento:
Due cose non giuste
1) Foto di apertura è favvricazione Kgb russo, lo sanno tutti in Ucraina. C'era bandiera ucraina dove i russi han messo nel fotomontaggio bandiera Nato
2)Dopo che dite giustamente che Yarosh , ex capo Pravy Sektor, ha fondato nuovo movimento patriottico, contro ingresso d'Ucraina in Nato e in Ue, come Nessun Patriota rivoluzionario vuole questi ingressi, scrivete Yarosh con Azov ha ottenuto. No. Azov ha il comandante Biletsky, storico militante socialnazionalista, che quando dominavano le elite mafiose russe a Kiev ha passato più tempo in galera che in libertà. Nato, centro simon wiesenthal, organizzazioni americane denunciano l'estremismo di Azov ogni giorno, mai quello dei comunisti del Donbass.
Prendetene atto.
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