[ giovedì 6 giugno 2019 ]
Ultim'ora
Mentre pubblichiamo questo articolo arriva una notizia pesante. L'agenzia Moody's entra a gamba tesa nel braccio di ferro tra il governo giallo-verde(BLU) e l'Unione europea con monito che dice: «l'emissione di mini-Bot sarebbe considerata come un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e una mossa preparatoria all'uscita dell'Italia dall'Eurozona».
Iniziano le danze, ovvero le prime avvisaglie dell'attacco che potrebbe essere portato all'Italia dalla finanza predatoria globale...
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Sul Corriere della Sera di oggi Federico Fubini — quello che ha ammesso di aver nascosto i dati sulla mortalità infantile in Grecia a causa della cura da cavallo della Troika —firma un pezzo dal titolo "I tempi stretti del tesoro, si tratta sui risparmi 2019. il vero nodo è la manovra".
Siccome c'è chi contesta quanto andiamo dicendo sulla partita con la Ue — che lo spazio per un nuovo compromesso con la Ue è strettissimo visto che da Bruxelles chiedono una finanziaria lacrime sangue che i populisti al governo non possono promulgare — lasciamo parlare proprio lui.
«Con questo percorso, per l'esecutivo giallo-verde non resta molto tempo per elaborare nuove concessioni come in dicembre scorso. Deve essere anche per questo che alcuni fra gli investitori esteri tornano a chiedersi se il futuro dell'Italia sia davvero nell'euro. Ormai sul mercato i derivati che assicurano contro il rischio che il Paese passi a una nuova lira svalutata sono più ricercati — e sempre più costosi — rispetto a quelli che assicurano solo contro un'eventuale insolvenza. I titoli pubblici di Roma emessi in dollari, non convertibili in caso di Ital-exit, tornano a offrire rendimenti decisamente più bassi di quelli in euro proprio perché solo i primi proteggono chi li possiede dal rischio di vedersi rimborsare in lire.Se l'Italia oggi paga sulla Spagna un aggravio nel costo dell'indebitamento persino superiore a quanto pagava sulla Germania 13 mesi faè anche per questi timori di "exit" che tornano a serpeggiare».
Solo un modo maligno per snidare i giallo-verdi o un timore reale?
Tutte e due le cose....
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2 commenti:
Una proposta ai 100 mila e più lettori di sollevazione e ai tanti commentatori.
Sollevazione e P101 dicono da tempo di sostenere in maniera critica questo governo e a ragione, perché piaccia o non piaccia, per quanto con tantissimi limiti, ha invertito la tendenza austeritaria degli ultimi anni che è ciò che gli italiani vogliono; dicono anche di voler stare nel campo populista e di volerne costituire la terza gamba e hanno ben individuato nell’Unione europea e nell’euro il nemico principale.
Vedo più di 100 mila lettori di questo blog, vedo tantissimi commentatori, assieme siamo una forza.
A europee svoltesi, i rapporti di forza dentro il governo si sono invertiti, l’Europa sta mandando un attacco frontale e il rischio che il governo capitoli, esiste.
Chiedo a tutti i lettori di sollevazione e ai commentatori che sentono l’urgenza del momento, di uscire fuori dal blog, di incontrarci in assemblea e trovare il modo di incalzare questo governo sul serio.
Contiamoci.
Effettivamente stando ai numeri di lettori, non siamo 4 gatti. Se tutti facessimo una donazione di 10€, entro un mese potremmo chiedere a sollevazione di affittare una sala a Roma, conoscerci de visu e avviare un percorso condiviso per la nascita di un soggetto politico all’altezza della situazione nuova creatasi, un soggetto che sia l’espressione di quella che sollevazione e P101 chiamano “sinistra patriottica”, che proprio nei tantissimi rivoli dell’attuale sinistra, non verrà mai fuori.
Organizziamoci noi!
E’ una proposta assurda, o ce lo chiede il momento importantissimo verso cui stiamo andando incontro?
Il Paese che ha fatto la Resistenza vuole arrendersi senza combattere? Continuando a fare il lettore passivo o il commentatore seriale virtuale?
Lettori di Sollevazione, uniamoci.
Se siete d’accordo, commentate e proponete.
Visti gli eventi altalenanti segnalo un vecchio articolo del febbraio 2018.
Nell'articolo si parla di un modello che non conoscevo (lo trovate qui). Di norma sono scettico in politica, soprattutto su trovate di questo tipo che straparlano di caos e complessità e ricordano fin troppo la fantascientifica psicostoria di Asimov, se non fosse che articolo è scritto da Tonguessy (che finora mi è sembrato un autore affidabile e trasparente) non gli avrei neppure dato credito. Solo per questo ho letto l'articolo e registrato il bookmark. Il modello è quello di Todd, nell'articolo si legge:
"Aveva previsto il crollo dell’impero USA per il 2025, ma grazie a Bush ci sarà un anticipo di 5 anni. Adesso con Trump ci sarà un ulteriore anticipo."
Ecco, con l'ulteriore anticipo l'anno del crollo dovrebbe essere proprio il 2019, quello in cui siamo.
Confesso che è da allora che tengo a mente questo articolo proprio per vedere se il modello ci ha preso di nuovo oppure è solo fuffa. Io faccio gli scongiuri sparando che ci abbia preso.
Giovanni
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