[ sabato 1 giugno 2019 ]
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La
cosa peggiore delle "Considerazioni
finali" del governatore di Bankitalia è che non sono mai
"finali".
E, fra l'altro, non si capisce proprio il perché, dato che
ogni anno il rituale discorso del 31 maggio è sempre uguale a se stesso: ci
vuole più rigore, più "riforme" e — da qualche decennio — più Europa.
Già, più Europa, proprio quel
pittoresco nomignolo che a dispetto dei tanti sponsor paganti (Soros in primis) nelle urne proprio non
funziona (3,1% e nessun eletto, giusto una settimana fa): chissà perché!
Anche
stavolta il disco rotto di turno, al secolo Visco Ignazio, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
(la dicitura è lunga, ma quella è) non ha voluto esser da meno. Del resto è
pagato proprio per questo.
Il
Visco ha così attaccato il "Decreto dignità", criticato
preventivamente ogni ipotesi di politiche espansive, ricordato che la
sterilizzazione degli aumenti dell'IVA dovrà avere equivalenti compensazioni.
Insomma, il discorso di un cane da guardia.
Ma
il massimo lo ha raggiunto alla fine, quando ha intonato il suo peana europeista:
«L’appartenenza all’Unione europea è fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile», ha detto il governatore, aggiungendo poi questa frase ad effetto: «Saremmo stati più poveri senza l’Europa; lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario».
Ah
sì? E come si spiega allora che la crisi abbia colpito più forte proprio in
Europa, più nell'UE che nel resto del continente, più nell'eurozona che negli
altri paesi UE? Il bello è che Visco ha dovuto ammettere che il Pil «è ancora di oltre 4 punti percentuali
inferiore ai valori del 2007, di 7 in termini pro capite». Ma, di grazia, dove
eravamo in questi 12 anni di depressione, con due fasi di profonda recessione,
se non nella mitica Unione europea, per il governatore garante di un «sentiero di sviluppo stabile»?
Prima
di arrivare a queste spudorate conclusioni, Visco ha rammentato quello che
sarebbe il male dell'Italia, quello di non aver fatto politiche
sufficientemente austere, di non aver «completato
il percorso di risanamento dei conti pubblici avviato negli anni Novanta».
Ma se è proprio da quegli anni che l'Italia - unico paese al mondo - è
costantemente in avanzo primario grazie a tagli, aumento delle tasse e
sacrifici di ogni natura imposti alle classi popolari! Ed è anche, se non
soprattutto, a causa di queste politiche che non si esce e (se continueranno)
non si uscirà dalla crisi!
Casa
vorrebbe il Visco? Ancora più
austerità, più tagli, dunque più disoccupazione, più precarietà, più povertà.
Dunque, in effetti, più Europa, perché quello è il percorso tracciato per il
nostro Paese dall'euro-germania. Altro che «sentiero
di sviluppo stabile»!
Che
Bankitalia sia un santuario, da abbattere, del potere neoliberale ed eurista non
lo scopriamo oggi. Ma certe prediche sono lì a ricordarcelo. Senza dubbio la
retribuzione del governatore include pure la più totale disonestà
intellettuale, nonché lo spericolato esercizio della spudoratezza, ma che
almeno lo spudorato venga chiamato per nome.
1 commento:
Il problema non e' il governatore , il problema e' tutto il sistema mediatico mainstream che lo fa sembrare l'oracolo di Delfi . Non si vede e non si sente nessuno che contraddica come fa la controinformazione le sue tesi facilmente smontabli . Guardando la foto sembra addirittura un santo con l'aureola che cala sulla Terra con le sue giaculatorie. E qui si che veniamo al sistema mediatico mainstream complessivo , vero grande problema non scalfito minimamente da un governo che sembra piu' preoccupato di distribuire posti e incarichi ovviamente in Rai , perche' tra SKY e Mediaset non ci si puo' aspettare granche' ma in Rai.........
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