[lunedì 3 giugno 2019 ]
Pochi ne parlano, tantomeno a sinistra.
Ieri in Grecia si è svolto il secondo turno delle elezioni amministrative, regionali e municipali.
Dopo quella alle europee, nuova cocente disfatta per SYRIZA e una generalizzata vittoria (tranne a Salonicco, dove il sindaco è un "progressista" e a Patrasso, dove ha vinto il candidato comunista) del tradizionale partito oligarchico di Grecia, Nuova Democrazia.
Pochi ne parlano, tantomeno a sinistra.
Ieri in Grecia si è svolto il secondo turno delle elezioni amministrative, regionali e municipali.
Dopo quella alle europee, nuova cocente disfatta per SYRIZA e una generalizzata vittoria (tranne a Salonicco, dove il sindaco è un "progressista" e a Patrasso, dove ha vinto il candidato comunista) del tradizionale partito oligarchico di Grecia, Nuova Democrazia.
«Delle 13 regioni della Grecia, al primo turno 5 erano andate a Nea Dimokratia ed una a Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras, grande sconfitto alle Europee. Questo ballottaggio (sette regioni e 229 amministrazioni comunali) era particolarmente atteso in vista delle elezioni politiche anticipate che dovrebbero tenersi con ogni probabilità il 7 luglio. Le proiezioni mostrano che Nea Dimokratia dovrebbe alla fine vincere in 11 delle 13 regioni in cui è divisa la Grecia. Il `bottino´ più ricco è sicuramente quello dell’Attica, dove vive oltre la metà della popolazione ellenica».
Quale lezione trarre? La principale a me sembra che sia sempre la stessa. Quando la sinistra giunge al potere sull'onda di una generale e popolare volontà di cambiamento ma poi, invece di cambiare e realizzare profonde trasformazioni sociali, s'inginocchia davanti ai dominanti applicando politiche liberiste, allora la vendetta popolare non si fa attendere, e le destre tornano al potere, più forti di prima.
Si potrebbe dire che è una legge della storia...
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1 commento:
Tsipras ha svolto il suo sporco lavoro con grande efficienza. Anche gli Tsipras italiani non saranno da meno. Mentre Salvini tuona che vuole la flat tax la Taverna gli apre, chissà che non sia stata spinta proprio dalla minaccia della spaccatura con l'ala di Paragone ma questo non possiamo saperlo.
Nel frattempo l'unione europea si prepara a lasciare l'affare in sospeso perché la decisione finale (ma sarà finale?) sarà presa a Luglio.
La Francia reclama il controllo a Parigi per il settore auto.
Lo scontro è ancora solo fra liberismo globale e liberismo nazionale. E la nostra borghesia nazionale è talmente decotta che potrà solo accettare un ruolo molto subalterno nello scontro fra capitalismi.
En attendant il discorso di Conte ... e quello di Trump.
Sempre ibis redibis ovviamente, che la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno.
Giovanni
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