[ lunedì 10 giugno 2019 ]
«Il Patacón è servito per pagare le fatture dei fornitori e poi anche gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, in un paese altamente indebitato in una moneta forte, ma che aveva la casse vuote e l’economia in stallo. È successo a Buenos Aires nel 2001.
I Patacones hanno cominciato a circolare a Buenos Aires, la provincia più popolata dell’Argentina, poi nel Chaco hanno adottato il Quebracho, il Lecar a Cordoba ecc., lo stato ha poi battezzato Lecop i bond stampati per pagare i debiti con le Province. I Patacones erano «papelitos pintados» (pezzi di carta colorati) che non avevano riserve nel Tesoro né erano basati su entrate fiscali.
Erano lettere di credito utilizzate come moneta parallela, per far fronte alla tragedia economica e sociale argentina. Mancavano i dollari, mentre il cambio “ufficiale” restava uno a uno con il peso. Il governo aveva cominciato dire che la moneta parallela non sarebbe servita per spendere, ma solo per risparmiare, dei mini-Bot insomma.
Poi i commercianti hanno cominciato ad accettare i Patacones, perché erano meglio di niente. Il ministro dell’Economia aveva messo sotto controllo i conti correnti, la gente non poteva ritirare più di 1000 pesos al mese, con i Patacones è stato aumentato artificialmente il cash flow.
L’idea era di immettere potere d’acquisto in un’economia esangue, fallita, attraverso dei pezzi di carta che potevano creare l’illusione per un momento ed evitare la svalutazione del peso rispetto al dollaro. Il governo aveva promesso di riscattarli. L’operazione è cominciata nel 2004 ed è durata fino al 2006, ma i Patacones hanno perso valore, chi li deteneva ha dovuto accettare i nuovi pesos, che valevano molto ma molto meno. Una frode ufficiale di stato.
Più tardi, l’Argentina, che non è più uscita dalla crisi, ci ha riprovato con i Cedin, abilitati per operazioni commerciali di beni e servizi. L’Argentina ha fatto default nel 2001 e nel 2014. I poveri sono il 40% della popolazione, in un paese che prima della guerra era la settima potenza mondiale».
coincidentia oppositorum
I "sovranisti duri e puri" non hanno perso un attimo per dare addosso ai Minibot: sono un diversivo, non sono funzionali all'uscita dall'euro. D'altra parte gli euroinomani — pentitisi per aver votato la mozione favorevole in Parlamento — la buttano in caciara, parlando di "Monopoli", che i Minibot sarebbero delle patacche.
Una narrazione maligna quanto assurda. Si tratta infatti di titoli di stato equipollenti a quelli (Bot, Cct, ecc) che ogni giorno lo Stato mette sul mercato in quantità stellari per finanziare il suo debito. Monopoli? "Patacche"? Non che non lo sono, e non lo sono perché sono obbligazioni dello Stato e da esso garantite. I Minibot hanno la medesima natura. La campagna assordante di sputtanamento punta ad alimentare la paura ed il panico, il tutto per ribadire che l'Italia deve ubbidire al "pilota automatico" della Ue e della Bce.
E' comprensibile che l'élite eurocratica, sentendo lesa la sua maestà, giochi al massacro.
Il fatto, scandaloso, è che in questa campagna d'intossicazione dell'opinione pubblica, ci si mette pure il quotidiano "comunista" IL MANIFESTO. Ieri questo giornalaccio, passato armi e bagagli col partito euro-tedesco, ha pubblicato un pezzo a firma di Anna Maria Merlo che per malignità e rozzezza non sarebbe stato pubblicato nemmeno su IL SOLE 24 ORE o LA REPUBBLICA.
Leggere per credere...
* * *
Quando è lo Stato a rifilare il Patacón
«Il Patacón è servito per pagare le fatture dei fornitori e poi anche gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, in un paese altamente indebitato in una moneta forte, ma che aveva la casse vuote e l’economia in stallo. È successo a Buenos Aires nel 2001.
I Patacones hanno cominciato a circolare a Buenos Aires, la provincia più popolata dell’Argentina, poi nel Chaco hanno adottato il Quebracho, il Lecar a Cordoba ecc., lo stato ha poi battezzato Lecop i bond stampati per pagare i debiti con le Province. I Patacones erano «papelitos pintados» (pezzi di carta colorati) che non avevano riserve nel Tesoro né erano basati su entrate fiscali.
Erano lettere di credito utilizzate come moneta parallela, per far fronte alla tragedia economica e sociale argentina. Mancavano i dollari, mentre il cambio “ufficiale” restava uno a uno con il peso. Il governo aveva cominciato dire che la moneta parallela non sarebbe servita per spendere, ma solo per risparmiare, dei mini-Bot insomma.
Poi i commercianti hanno cominciato ad accettare i Patacones, perché erano meglio di niente. Il ministro dell’Economia aveva messo sotto controllo i conti correnti, la gente non poteva ritirare più di 1000 pesos al mese, con i Patacones è stato aumentato artificialmente il cash flow.
L’idea era di immettere potere d’acquisto in un’economia esangue, fallita, attraverso dei pezzi di carta che potevano creare l’illusione per un momento ed evitare la svalutazione del peso rispetto al dollaro. Il governo aveva promesso di riscattarli. L’operazione è cominciata nel 2004 ed è durata fino al 2006, ma i Patacones hanno perso valore, chi li deteneva ha dovuto accettare i nuovi pesos, che valevano molto ma molto meno. Una frode ufficiale di stato.
Più tardi, l’Argentina, che non è più uscita dalla crisi, ci ha riprovato con i Cedin, abilitati per operazioni commerciali di beni e servizi. L’Argentina ha fatto default nel 2001 e nel 2014. I poveri sono il 40% della popolazione, in un paese che prima della guerra era la settima potenza mondiale».
9 commenti:
Che schifo!
Anche quella dei giornalisti è una casta.
Si devono vergognare tutti!
Un mini-bot li seppellirà!
Se l'azienda dove lavoro pagasse gli stipendi in minibot ci sarebbe la rivolta dei lavoratori.
A proposito, ma ai leghisti tipo Borghi lo stipendio da parlamentare arriverà in minibot, fiorino padano o ancora in sporchi e maledetti euro? ^_^
Saluti,
Carlo.
Scusate ma c è bisogno di sorprendersi?
Il Manifesto è schierato con la UE e contro L Italia... Dunque anche con il padronato anche italiano e contro il popolo... Oramai è così da decenni.
Cosa volete che scrivano?
Cioè è quel quotidiano che dice di aumentare le tasse per pagare il debito pubblico.
Di accogliere nullatenenti inoccupabili in un economia di mercato per pagare le pensioni a chi non ci andrà mai.
Davvero cosa dovrebbero scrivere dei minibot? Che in realtà altro non sarebbero che crediti a compensazione esattamente come quelli che tutti gli italiani presentano ai CAF?
Il "manifesto" è carta igienica...
... usata.
Per quel che riguarda Carlo, mi sembra,
lo invito a essere meno superficiale.
Personalmente sarei felicissimo di vedere pagati i miei annosi
crediti dallo Stato debitore impunito e impenitente.
Ho Decreti di condanna Pinto vecchi di dieci anni, tanto per fare solo
un esempio, tra tanti, che riguarda migliaia di italiani.
C'è poco da ironizzare.
Ahah ormai sto blog difende pure le monete del monopoli. Vi avverto, se si crea una situazione latinoamericana, coi ricchi coi dollari in saccoccia, e i poveri coi mini bot, e se a me mi pagano lo stipendio coi mini bot, la cena la vengo a fare a casa vostra.
perfettamente in linea con confindustria , anzi si facciano finanziare da loro visto che frignano continuamente se lo stato gli taglia i viveri , giacche' sono convinti dell'indispensabilita' della loro voce come i radicali con radioradicale , ma perche' non si fanno finanziare la radio dall'amico Soros invece di continuare a lamentarsi .
Salverei solo M. Dinucci
ROSSONERA
cadi con tutti e due i piedi nella trappola ordoliberista.
Ti risponderemo, a te ed a Dreaghi....
C'è poco da essere ironici, nell'azienda dove lavoro nessuno dei dipendenti accetterebbe come corrispettivo qualcosa di diverso dall'euro, parliamo di realtà e non di chiacchiere di politicanti che vi perculano in tutta tranquillità. L'euro infatti è la moneta con cui i vostri amici leghisti sovranisti della cippa prendono il loro stipendio da parlamentari,in primis quella controfigura di economista liberista a nome Borghi.
Per cui, non pigliassero per il culo gli illusi.
Saluti,
Carlo.
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