[ 8 novembre ]
Grecia. Migliaia di studenti delle superiori in piazza contro una riforma classista della scuola con tanto di alternanza scuola-lavoro. Ennesimo colpo di Tsipras alle speranze popolari.
[Nella foto la manifestazione dell'altro ieri ad Atene]
Le agenzie di stampa italiane parlano solo di scontri ad Atene ma in realtà, ieri, in Grecia, gli studenti sono scesi in piazza in 27 città contro la “buona scuola” in salsa greca. Nella capitale alcune migliaia di studenti hanno partecipato alla protesta. Il corteo è stato caricato quand’è giunto di fronte al Parlamento. Non ci sarebbero stati arresti o feriti ma si è resa necessaria, per ore, la chiusura di una strada centrale della capitale greca.
Gli studenti delle scuole superiori protestano contro la riforma della scuola proposta dal governo Tsipras. Una riforma che introdurrebbe esami intermedi da sostenere nel corso delle scuole superiori, vincolerebbe l’accesso all’università a determinati esami affrontabili solo nei licei (precludendone quindi l’accesso agli studenti dei tecnici e professionali), introdurrebbe un numero minimo di ore che lo studente dovrà dedicare ad “attività sociali” per accedere al diploma, nonché la possibilità di non finire gli studi e ricevere comunque una “certificazione” del livello di istruzione raggiunto.
Misure criticate dagli studenti greci, secondo cui la riforma aumenterebbe il classismo all’interno del sistema scolastico. L’espressione “attività sociali”, secondo gli studenti, celerebbe la volontà del Governo Syriza-Anel di introdurre un modello simile a quello dell’alternanza scuola-lavoro introdotto in Italia dalla “buona scuola”, mentre la possibilità di ottenere certificazioni intermedie se si abbandonano gli studi favorirebbe l’abbandono scolastico.
Dall’Italia s’è levato un appello alla solidarietà con gli studenti sull’altra riva dello Ionio promosso dall’Uds: «In questi giorni in Grecia sta avvenendo qualcosa di molto simile a ciò che è successo in Italia» – si legge nell’appello degli studenti Italiani – «Come rappresentanti degli studenti e collettivi delle scuole italiane esprimiamo il nostro pieno sostegno alla lotta degli studenti greci contro la riforma della scuola che il governo Syriza-Anel promuove su pressione dell’Unione Europea. Quello che avviene in Grecia, in linea con quanto avvenuto in Italia, dimostra che oggi esiste un attacco condotto dai padroni in tutta Europa, che mira a dequalificare l’istruzione per abbassare il costo del lavoro e condannarci alla precarietà. Contro questo attacco noi studenti rispondiamo uniti, lottando per un’istruzione gratuita e accessibile a tutti, per una scuola che sia fatta per gli studenti e non per i padroni».
Non c’è da stupirsi se i sondaggi registrano la precipitazione del gradimento di Tsipras, quello che avrebbe dovuto inceppare il meccanismo dell’austerità, contagiando mezza Europa e, invece, sta interpretando le lugubri canzoni della Troika dopo aver mutato geneticamente il suo partito, Syriza. La “buona scuola” è l’ennesimo segnale di “pasokizzazione” di Syriza, con buona pace di tutti gli ultras di Tsipras lì e qui.
Ha giurato sabato mattina il nuovo governo greco, frutto del rimpasto voluto dal premier Tsipras che ha sostituito diversi ministri (leggi QUI) che si erano opposti apertamente alle misure richieste dai creditori internazionali di Atene. Tra i ministri costretti a lasciare il proprio incarico figurano i nomi dell’ex titolare dell’Energia Panos Skourletis e quello della Marina mercantile, Thodoris Dritsa, entrambi contrari alle privatizzazioni delle aziende di stato. Secondo gli ultimi sondaggi, Syriza si attesta tra i 6 e i 12 punti percentuali dietro ai conservatori attualmente all’opposizione.
da Popoff quotidiano
Gli studenti delle scuole superiori protestano contro la riforma della scuola proposta dal governo Tsipras. Una riforma che introdurrebbe esami intermedi da sostenere nel corso delle scuole superiori, vincolerebbe l’accesso all’università a determinati esami affrontabili solo nei licei (precludendone quindi l’accesso agli studenti dei tecnici e professionali), introdurrebbe un numero minimo di ore che lo studente dovrà dedicare ad “attività sociali” per accedere al diploma, nonché la possibilità di non finire gli studi e ricevere comunque una “certificazione” del livello di istruzione raggiunto.
Misure criticate dagli studenti greci, secondo cui la riforma aumenterebbe il classismo all’interno del sistema scolastico. L’espressione “attività sociali”, secondo gli studenti, celerebbe la volontà del Governo Syriza-Anel di introdurre un modello simile a quello dell’alternanza scuola-lavoro introdotto in Italia dalla “buona scuola”, mentre la possibilità di ottenere certificazioni intermedie se si abbandonano gli studi favorirebbe l’abbandono scolastico.
Dall’Italia s’è levato un appello alla solidarietà con gli studenti sull’altra riva dello Ionio promosso dall’Uds: «In questi giorni in Grecia sta avvenendo qualcosa di molto simile a ciò che è successo in Italia» – si legge nell’appello degli studenti Italiani – «Come rappresentanti degli studenti e collettivi delle scuole italiane esprimiamo il nostro pieno sostegno alla lotta degli studenti greci contro la riforma della scuola che il governo Syriza-Anel promuove su pressione dell’Unione Europea. Quello che avviene in Grecia, in linea con quanto avvenuto in Italia, dimostra che oggi esiste un attacco condotto dai padroni in tutta Europa, che mira a dequalificare l’istruzione per abbassare il costo del lavoro e condannarci alla precarietà. Contro questo attacco noi studenti rispondiamo uniti, lottando per un’istruzione gratuita e accessibile a tutti, per una scuola che sia fatta per gli studenti e non per i padroni».
Non c’è da stupirsi se i sondaggi registrano la precipitazione del gradimento di Tsipras, quello che avrebbe dovuto inceppare il meccanismo dell’austerità, contagiando mezza Europa e, invece, sta interpretando le lugubri canzoni della Troika dopo aver mutato geneticamente il suo partito, Syriza. La “buona scuola” è l’ennesimo segnale di “pasokizzazione” di Syriza, con buona pace di tutti gli ultras di Tsipras lì e qui.
Ha giurato sabato mattina il nuovo governo greco, frutto del rimpasto voluto dal premier Tsipras che ha sostituito diversi ministri (leggi QUI) che si erano opposti apertamente alle misure richieste dai creditori internazionali di Atene. Tra i ministri costretti a lasciare il proprio incarico figurano i nomi dell’ex titolare dell’Energia Panos Skourletis e quello della Marina mercantile, Thodoris Dritsa, entrambi contrari alle privatizzazioni delle aziende di stato. Secondo gli ultimi sondaggi, Syriza si attesta tra i 6 e i 12 punti percentuali dietro ai conservatori attualmente all’opposizione.
da Popoff quotidiano
1 commento:
Ore 8:36
Trump 266 Clinton 218
Cari compagni, spero finalmente che le elezioni americane siano anche per voi la dimostrazione che
1) oggi, nel 2016, IL POPOLO È DI DESTRA (e lo è solo ed esclusivamente per il vergognoso infame tradimento delle sinistre)
2) il popolo, al contrario di quello che immaginava Marx, non "prende coscienza" da solo MA HA ASSOLUTO BISOGNO DI UN LEADER
3) temo che grazie alle vostre esitazioni e alla vostra ostinazione nell'arroccarvi su posizioni superate dalla storia e quindi diventate semplice metafisica astratta che non interessa più a nessuno, (nonostante le molte dichiarazioni sempre solamente "a parole" su questo blog con le quali annunciavate inedite prese di posizione), voi abbiate perso il treno.
Intendo dire che il popolo, quello che davvero vuole ribellarsi, quello che non prende coscienza ma diventa soggettività riconoscendosi in un leader COME È SEMPRE STATO FIN DAGLI ALBORI DELLA SOCIETÀ UMANA, non vuole più nemmeno sentir pronunciare la parolaccia "sinistra" ma voi, purtroppo, da quella etichetta ridicola (e infamante) non sapete proprio distaccarvi.
Il popolo quindi NON PRENDE COSCIENZA in nome dei suoi interessi materiali DI CLASSE.
IL popolo prende coscienza QUANDO IDENTIFICA UN NEMICO che oggi sono le élite cosmopolite.
Il popolo non è una classe sociale ma IL POPOLO È INTERCLASSISTA.
E c'è tantissimo altro da dire, ma so che a voi non interessa e che comunque sia ormai la storia ormai ha preso una strada totalmente divergente dal vostro sentiero dal quale proprio non riuscite a staccarvi.
Comunque godiamoci questo momento, sperando che poi si concretizzi che non siamo arrivati alla fine, e prepariamoci a uno spettacolo mai visto prima.
Che non sarà affatto tranquillo temo ma che riporterà la speranza fra la gente.
Saluti
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