[ 15 luglio ]
Costas Lapavitsas [nella foto], è un noto economista. Parlamentare di Syriza, ha lasciato il partito in dissenso con la capitolazione di Tsipras.
Lapavitsas sarà uno dei protagonisti del III. Forum internazionale no-euro che si svolgerà a Chianciano Terme dal 16 al 18 settembre.
«Il
risultato del recente referendum britannico ha dimostrato che
c'è
una reale e profonda divisione di classe nel Regno Unito. La stessa cosa si può
dire anche di molti altri paesi dell'Unione europea.
La
lotta di classe è tornata e la composizione sociale dei sostenitori del Leave in
Gran Bretagna hanno una chiara identità. Sono gli strati sociali inferiori: la
classe operaia e i poveri. In breve, si tratta delle classi popolari inglesi il cui reddito, occupazione, alloggio, servizi sociali ecc., sono stati falcidiati
dalle politiche di globalizzazione e di austerità negli ultimi anni —ciò che è evidenziato
dai dati empirici.
A
parte alcune differenze spaziali e demografiche significative (ad esempio,
l'atteggiamento particolare della classe operaia londinese, l'espressione
indiretta di stati d'animo separatisti in Scozia e Irlanda del Nord o la chiara
volontà dei giovani di rimanere) che hanno una loro spiegazione e la cui
importanza è innegabile, l'esito del referendum britannico è stato determinato da
tutte quelle persone che negli anni passati hanno subito gli effetti della
crisi sistemica, delle politiche neoliberiste e del conseguente declino del processo
democratico. Il malcontento delle classi popolari, di conseguenza, ha raggiunto
livelli molto elevati e, data l'opportunità di esprimersi attraverso il
referendum, questo malcontento ha optato per l’uscita, superando la campagna di
paura orchestrata dalle élite soprattutto sul terreno economico.
Questo
è del tutto logico se diamo uno sguardo alla relativamente recente storia
inglese. Quando il Regno Unito abbandonò il gold standard nel 1931, l’élite economica sostenne che sarebbe stato
un disastro. Ci fu invece un periodo di rapida crescita.
Idem,
nel 1992. Le élite economiche misero in guardia che lasciando lo Sme (Sistema
monetario europeo) ci sarebbe stata una catastrofe. Invece l'economia crebbe. Alla fine
degli anni ‘90 le stesse élite del Regno Unito tentarono senza successo di
entrare nell'Unione monetaria mentre l'economia britannica andava molto meglio
della maggior parte dei paesi della zona euro.
Perché
ora dovrebbe essere diverso?
Il
voto per la Brexit ha messo il futuro dell'UE all'ordine del giorno. Le classi popolari
stanno diventando consapevoli che hanno perso ogni controllo sulla loro esistenza, su piccola e grande scala. Si
rendono conto che hanno perso la sovranità; esse hanno sempre meno controllo sul
governo del loro paese (o dell'Unione europea). La democrazia conosce un
progressivo declino che sembra non avere fine.
Molti
hanno cercato di fornire risposte a "perché Brexit?", "a che
scopo?", domande che rimangono in modo preoccupante senza alcuna risposta,
almeno dal punto di vista progressista. Nonostante la composizione di classe della Brexit e il malcontento
legittimo delle classi popolari, manca del tutto una narrazione di sinistra che
sia ideologicamente razionale e di classe. C’è invece solo l’approccio
reazionario neo-mercantilista che incorpora le tendenze nazionaliste, xenofobe
e fasciste.
In
altre parole il Regno Unito è un’altra conferma che mentre la persistente crisi
sistemica del capitalismo rende mature le condizioni socio-economiche
necessarie per una radicale e progressiva trasformazione sociale, i diversi
soggetti politici — partiti politici, sindacati, movimenti auto-organizzati —,
quelli che dovrebbero offrire una visione alternativa razionale e radicale sono
politicamente e organizzativamente deboli, scollegati o del tutto assenti.
Naturalmente
le stesse debolezze nella gestione delle reazioni popolari riguardano anche la
classe medio-alta ed i loro principali portavoce politici. Indicativo è lo
sbandamento dei partiti borghesi e dei circoli dominanti nel Regno Unito a
seguito del risultato del referendum. Lo Stato e la società britannica stanno
vivendo un periodo di confusione politica e di classe, il che nutre certamente le
uova del serpente [le destra reazionarie, Ndt] non solo nelle isole britanniche, ma in tutta Europa.
La
reazione della Unione a 27 a seguito della Brexit è rivelatrice delle cause che probabilmente porteranno ad altre uscite. Tra il generale
"euroscetticismo" che deriva in gran parte dal deficit di democratica e la persistenza di una
politica di brutale ristrutturazione neoliberista, il giorno dopo il referendum
sei membri fondatori si sono incontrati a Berlino per decidere in anticipo le
mosse in vista del prossimo vertice.
Quindi
la Merkel ha negato a Renzi la richiesta di ricapitalizzare [con soldi
pubblici, Ndt] le banche italiane. Questo, unito al chiaro posizionamento di
tutti i funzionari europei sulla necessità di una decisa attuazione del
programma greco, indica per una politica economica ancora più dura.
Il
risultato è stato l'ennesimo vertice. La Ue a 27, a parte le battute di Juncker
all’indirizzo di Farage, non ha aveto niente da proporre per il futuro
dell'Unione. I "leader" sono rimasti in silenzio in vista degli
ultimi sviluppi, aggrappati ad un’Unione che i cittadini europei rifiutano
sempre più fortemente.
Se
la Ue continua nelle sue politiche punitive di austerità, di privatizzazioni e
di “riforme strutturali” (leggi: tagli salariali, flessibilità del lavoro, meno
sussidi di disoccupazione, riduzione della sicurezza sociale e delle pensioni),
la rivolta popolare crescerà e potrebbe anche portare allo smantellamento della
Ue e della zona euro.
E
'evidente che le classi popolari d'Europa capiscono che c'è qualcosa di molto
sbagliato nell'Unione europea ed è compito della sinistra europea quello di
fornire loro un programma alternativo sia a livello nazionale che transnazionale,
una proposta realistica su ciò che la democrazia dovrebbe significare oggi.
I
popoli debbono avere indietro la loro sovranità nazionale, e questo significa
anche sovranità politica, economica e monetaria».
* Fonte: EReNSEP
** Traduzione a cura della redazione di SOLLEVAZIONE
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