martedì 19 gennaio 2016

ALBERTO BAGNAI E LO SPETTRO DI MARX di Moreno Pasquinelli

[ 20 gennaio ]

«L'unica funzione delle previsioni economiche è quella di far apparire rispettabile l'astrologia».
J. Kenneth Galbraith
«L'economia dipende dagli economisti quanto il tempo dipende dai meteorologi».
Jean-Paul Kauffmann




A premessa

Sulla pretesa dell'economia di essere scienza, e degli economisti di essere considerati scienziati, rimando ad un mio contributo [DI CHE SCIENZA STIAMO PARLANDO?] Me la prendevo con un disarmante intervento su Il Sole 24 Ore del "luminare" Antonio Guarino (pace all'anima sua) che tacciò l'Appello dei cento economisti  (una critica di tipo keynesiano alla politica economica delle oligarchie euriste ma svolta in nome dell'ideale unionista europeo) come "non scientifico" perché lo condannava, a torto, marxista.
Guarino scriveva:
«Che scienza è quella in cui ci si distingue in scuole, peraltro chiaramente legate a opinioni politiche? Per fortuna le cose non stanno così. In tutti i dipartimenti di economia del mondo in cui si fa ricerca scientifica, da Harvard a Standford alle migliori scuole europee, gli economisti non si distinguono in base a faziose visioni del mondo, ma solo in base alla specializzazione scientifica. (…) La scienza economica progredisce con ricercatori che propongono nuove teorie e altri che le sottopongono a verifica empirica. Così si fa in economia, così come in tutte le scienze. I ricercatori di economia cercano solo di capire i fenomeni economici con gli strumenti matematici e statistici che negli anni hanno sviluppato, non vogliono proporre una visione del mondo».
L'idea che uno possa essere considerato scienziato solo se scevro da ogni visione del mondo, solo se fa suo il principio weberiano di separare giudizi di fatto da quelli di valore è lo stigma dei quella peculiare ideologia che va sotto il nome di economia politica.

E qui veniamo subito ad Alberto Bagnai il quale, in un post recente dal titolo Addendum sugli azeri e discours de la méthode scrive:
«Poi c'è un altro elemento, che secondo me è quello cruciale. Io ho scelto fin dall'inizio, e l'ho anche esplicitato, come ricorderete, qui, di combattere quello che si proponeva e veniva percepito come mainstream, usando l'armamentario teorico del mainstream. Questo ha suscitato fin dall'inizio una serie di stolte polemiche con personaggi "puri e duri" di varia estrazione e livello intellettuale. Dal brillante economista post-keynesiano che mi rimproverava di usare l'IS/LM, al marxista-leninista che mi imputava di credere nel mercato (dopo 800 pagine sui fallimenti del mercato), al simpatico infiltrato di provincia che mi rampognava l'uso del "moltiplicatore monetario" nelle mie dispense del 1997». [sottolineature mie]
E' possibile che io abbia la coda di paglia, ma ho la vaga sensazione che con quel "marxista-leninista" egli si riferisca proprio al sottoscritto. Ammettiamo di sì. Bagnai lascia capire che la mia critica sarebbe stata pretestuosa e faziosa poiché, nel mercato, lui, non crederebbe affatto. 

Problema

Lui quale? Visto che di Bagnai ce ne sono almeno due: il posato cattedratico che ricorre all'armamentario concettuale marginalista o Dr. Jekyll, e un cazzuto Mr. Hyde che indossa, in peculiari circostanze, una improbabile maschera anticapitalista. Se insisto ad occuparmi del Dr. Jekyll è perché considero lo sdoppiamento solo un trucco, poiché in sede scientifica non ci si occupa dei travestimenti, e perché, diciamolo, mi annovero tra coloro che Bagnai lo prendono sul serio. 
Di eventuali doppie nature lasciamo che si occupi la disciplina che su questo si scorna da duemila anni: la cristologia e la mistica sufi.

Ma che sul serio travisai il suo pensiero?  [1]  Davvero Bagnai non sarebbe un seguace della teoria marginalista del valore — quella per cui il valore di un prodotto dipenderebbe, non da lavoro contenuto in una merce ma dall'importanza che il consumatore attribuisce al prodotto stesso, quindi, più il prodotto è desiderato, più ha valore? 
Non mi pare proprio.

Nello stesso Addendum sugli azeri infatti Bagnai scrive:
«Ora, il fatto è che quella di combattere il mainstream con le armi del mainstream è stata una scelta tattica ben precisa, ed è una scelta vincente, anche se farla richiede una certa intelligenza (e quindi non lo si può chiedere a tutti). Semplicemente, il discorso è: "Sei liberale? Bene, anch'io (del resto, Keynes lo era). Ma allora perché tu vuoi un sistema nel quale viene impedito ai prezzi di dare un segnale che guidi correttamente la libera azione degli individui?"». [sottolineatura mia]
Abbiamo dunque, seguendo il suo ragionamento, se quest'ultimo contiene un briciolo di contenuto di verità o rigore scientifico, che i prezzi dovrebbero essere lasciati liberi di "guidare correttamente la libera azione degli individui". Tornerò sul feticismo manifesto nascosto in questo pastrocchio teorico, ovvero sulla radicale antitesi concettuale per cui, se liberi di muoversi sono i prezzi delle merci l'azione degli individui non sarà mai libera ma al contrario coatta.

Da Smith a Marshall-Lerner ...

Cosa si evince da quanto scrive il Nostro?  Che la sua non è affatto "tattica" comunicativa o discorsiva [2] bensì la condivisione dell'antidiluviano dogma teologico liberoscambista della "mano invisibile del mercato" che tutto sistemerebbe (una versione secolarizzata della Divina Provvidenza), quindi che i prezzi sarebbero determinati e fissati ex-post dalla pseudo-legge della domanda e dell'offerta, quella per cui l'incontro di acquirenti e venditori condurrebbe al formarsi automatico di un prezzo d'equilibrio, che la quantità domandata sarebbe uguale alla quantità offerta. Il che rimanda a sua volta a Say ed alla sua legge degli sbocchi per cui, a condizione che le forze del mercato siano lasciate libere di operare, si assicurerebbe un equilibrio economico permanente e gli eventuali squilibri provvisori sarebbero destinati a raggiustarsi.

Dunque debbo confermare quanto scrivevo due anni fa. La questione non è solo di astratta dottrina, né tantomeno linguistica, ha delle pesanti ricadute sull'oggi. 
Se infatti proviamo a distillare l'essenza della critica di Bagnai alla moneta unica è questa: il regime di cambio fisso, impedendo la libera fluttuazione dei tassi e dei prezzi, causa lo squilibrio delle bilance dei pagamenti favorendo quelle economie che con più efficacia hanno perseguito la via della deflazione salariale (e grazie!). 
Basterebbe dunque, per avere una "economia simmetrica" —concetto tanto caro al Nostro— seguire la condizione di Marshall-Lerner e svalutare la moneta et voilà, le cose tornerebbero al loro posto "naturale" e il motore economico italiano riprenderebbe a tutto gas. Di qui la sua tesi politica che sarebbe del tutto indifferente uscire dall'euro "da destra o da sinistra", quindi lo sconcio capitombolo del voto alla Lega ruspista salviniana. Le cose non stanno così: il motore dell'economia italiana, per ripartire, ha bisogno di ben altro e la sovranità monetaria è solo una condizione necessaria ma nient'affatto sufficiente. Ciò che chiama in causa non solo retorici riferimenti alla"lotta di classe", ma un'alternativa di società. Qui sta un punto cruciale: da quanto scrive e dice il Nostro non si intravede alcuna alternativa, se non il miraggio di un capitalismo dal volto umano.

Come ognuno capisce (al netto delle antinomie) si affloscia e cade l'alibi che quella in questione sarebbe soltanto una "tattica" comunicativa. La verità è che, proprio come nel mito platonico della caverna, Bagnai è prigioniero dell'universo simbolico dell'economia politica mainstream e non riesce a venirne fuori. La verità è che, adottando il dogma mercatistico sulla funzione magico-totemica dei prezzi, ovvero la metafisica legge della domanda e dell'offerta (che Marx giustamente considerava il marchio di fabbrica della "economia politica borghese"), in barba alle "800 pagine di fallimenti del mercato", va a farsi friggere la sua stessa critica al liberismo, sia quello in salsa ordoliberista che più squisitamente neoliberista.  E perché va a farsi friggere? Perché, come Bagnai ben dovrebbe sapere, una forma di mercato perfettamente concorrenziale (con il dovuto rispetto per la fiaba di A. Smith) è solo una chimera metafisica. Le forze di mercato, lasciate libere a sé stesse, non hanno mai prodotto né uno stabile equilibrio tra domanda ed offerta né l'ottimale efficienza allocativa. Con le disastrose conseguenze (per la maggioranza dei cittadini, non per chi è in cima alla piramide sociale) a tutti note. Come sosteneva Marx, la produzione dei beni come merci, non solo non sfamerà il mondo, ma porta con sé catastrofi economiche la cui profondità sarà pari allo sviluppo raggiunto dalle forze produttive. E la cosa ci riporta alla causa ultima di queste catastrofi, cioè la sovrapproduzione, che sta alla base del marasma attuale che scuote l'Occidente —e di cui gli altri fattori sono solo concause secondarie. Crisi di sovrapproduzione? Caduta tendenziale del saggio di profitto come portato dello stesso sviluppo delle forze produttive capitalistiche? Bagnai farà una rumorosa pernacchia...

I prezzi nell'era dei monopoli e degli oligopoli

Ammesso che un regime di concorrenza perfetta sia mai esistito, di certo non esiste da quando il capitalismo è passato allo stadio imperialistico, segnato dalla posizione dominante dei monopoli e degli oligopoli, supremazia che ha effetti decisivi sulla formazione dei prezzi e sulla dinamica degli scambi a scala globale. Lo sanno anche i bambini, oramai, che la concentrazione delle risorse naturali, dei mezzi di produzione e di scambio nelle mani di poche colossali imprese multinazionali consente loro non solo di influenzare ma di manipolare unilateralmente i prezzi di vendita delle merci modificando a proprio piacimento sia la quantità offerta che quella domandata. Lasciare liberi i prezzi nei mercati monopolistici globali equivale a lasciar liberi i monopoli di fare il bello ed il cattivo tempo, legittimando non solo la loro caccia al massimo profitto a spese del lavoro salariato, dei popoli e di madre natura, ma pure l'assoggettamento degli Stati. L'euro essendo solo l'ultima e più diabolica forma di scippo delle sovranità degli stati nazionali.

Le cronache di questi giorni sono piene di prove fattuali su come i prezzi (da quelli delle materie prime a quelli delle valute, ma pure a quelli dei titoli finanziari) crollano o salgono non anzitutto grazie alle "cieche leggi di mercato", ma in virtù delle mosse di potenti decisori globali, siano essi multinazionali, banche centrali o Stati nazionali. Vogliamo poi parlare delle "libere leggi di mercato" che soggiacciono alla madre di tutti gli scambi, quella tra lavoro capitale? C'è forse bisogno di scomodare Marx per capire quale inganno si celi dietro all'idea che capitale e lavoro si confrontino sul mercato ad armi pari? Quale spontaneo incontro può esserci in ambiente capitalistico tra chi, avendo il monopolio dei mezzi di produzione, domanda lavoro e chi, per tirare a campare, può offrire la sola merce che possiede, ovvero la sua forza-lavoro? La parità giuridico-formale nasconde la più grande delle disparità sostanziali. Le centinaia di milioni di migranti che vengono deportati da un capo all'altro del mondo in cerca di lavoro ne sanno qualcosa di come opera la "mano invisibile" e come essa alloca "ottimamente" (per il capitale) le risorse. E ne sanno qualcosa, delle virtù salvifiche delle leggi di mercato, alias dittatura del capitale, i milioni di precari costretti a vendersi per quattro soldi.

La legge della domanda e dell'offerta... Un totem dietro al quale il capitale non solo cela la sua dispotica supremazia, ma vorrebbe far credere che la fonte della ricchezza, sua e quella generale, non sia il lavoro che gli produce un plusvalore, ma sé medesimo.


Ma davvero i prezzi delle merci (non parliamo qui dei titoli finanziari) sono determinati da questa pseudo-legge? Oppure, come sosteneva Marx (correggendo la tesi del "valore intrinseco"), essa è solo un epifenomeno ed i prezzi sono anzitutto determinati dalla quantità di lavoro sociale mediamente necessario per produrle?
Sentiamo Marx:
«Commettereste un grave errore se ammetteste che il valore del lavoro o di qualsiasi altra merce è determinato, in ultima analisi, dall'offerta e dalla domanda. La domanda e l'offerta non regolano altro che le oscillazioni temporanee dei prezzi sul mercato. Esse vi spiegheranno perchè il prezzo di mercato di una merce sale al di sopra o cade al di sotto del suo valore, ma non vi possono mai spiegare questo valore. Supponiamo che la domanda e l'offerta si facciano equilibrio o, come dicono gli economisti, si coprano reciprocamente. Nel momento stesso in cui queste forze contrapposte sono ugualmente forti, esse si elidono reciprocamente e cessano di agire in una direzione o nell'altra. Nel momento in cui domanda e offerta si fanno equilibrio e perciò cessano di agire, il prezzo di mercato di una merce coincide con il suo valore reale, con il prezzo normale, attorno al quale oscillano i suoi prezzi di mercato. Se indaghiamo la natura di questo valore, non abbiamo niente a che fare con gli effetti temporanei della domanda e dell'offerta sui prezzi di mercato. Lo stesso vale per i salari e per i prezzi di tutte le altre merci». [3]
Capiamo che per alcuni lettori la spiegazione di Marx possa risultare inaccessibile. Non spaventatevi, lo è anche per certi economisti della cattedra. Lo studio fa fatica, e non produce risultati se prima non si cambia di paradigma. 

La nostra tesi è che il valore delle merci è in ultima istanza determinato dalla quantità di lavoro umano in esse contenuto, ma i loro prezzi possono oscillare (sotto o sopra il valore medio) anche a causa della domanda e dell'offerta. Per correggere Marx quindi: il prezzo non viene determinato solo  ex ante, dal lavoro incorporato, ma pure ex post, dalla domanda di mercato. Potremmo dire che è co-determinato, figlio di una correlazione per sua natura non solo mutevole ma contraddittoria.

E Keynes...

Ribadisco perciò la mia critica: considerare quella della domanda e dell'offerta la "legge" che spiegherebbe la formazione dei prezzi delle merci, svincolare i prezzi dal loro contenuto di valore, svela la sostanziale adesione alla teoria marginalista per  cui il valore sarebbe determinato non anzitutto a monte, nel ciclo del lavoro produttivo, ma a valle, al lato dei gusti e delle preferenze dei consumatori.

Gli avvocati d'ufficio di Bagnai, infastiditi, agiteranno lo spauracchio: "Ancora con questa solfa della legge marxista del valore? Volete forse abolire il mercato e pianificare tutto? Keynes dava piuttosto la giusta risposta e Bagnai si muove sul solco del maestro".

Non spetta a noi stabilire il tasso di keynesismo che scorre nelle vene del Nostro ed in quelle degli altri keynesiani in circolazione. Del resto, se sono entrati in uso i suffissi quali neo e post, una ragione dev'esserci. Ed è che nemmeno il pensiero di Keynes è il talmud —come per noi non lo è quello di Marx. 

Una domanda i neo e post keynesiani dovranno pur porsela: com'è che il cosiddetto "trentennio dorato" si è sfracellato aprendo la strada ad un nuovo e globale neoliberismo? Ci permettiamo, tanto per restare in tema, ed evitando puerili risposte cospirative, di suggerire una risposta: non sarà che gli "spiriti animali" del capitalismo sono irriducibili ad ogni regolazione pubblica? Che la classe borghese che li incarna tende al dominio incontrastato ed a sussumere lo Stato come sua propria protesi? Non sarà che le politiche keynesiane sono andate ramengo anche a causa del combinato disposto delle grandi conquiste operaie in seno ai paesi imperialistici (con conseguente caduta dei profitti) e dei successi dei movimenti di liberazione delle periferie che a quei paesi impedirono di perpetrare la mulitisecolare rapina che sostenne il loro sviluppo nonché il successo dello stesso "trentennio dorato"? Che poi, di contro una posticcia leggenda, non siano state le terapie keynesiane a far uscire il capitalismo dall'ecatombe del '29, è questione assodata da tempo —ci sono volute le immani distruzioni della seconda grande guerra e livelli salariali da fame in cambio di una crescente. produttività del lavoro a far ripartire i motori delle economie capitalistiche nel dopoguerra.

No, non vogliamo "pianificare tutto". Nel socialismo che immaginiamo resteranno sfere mercantili, ma i grandi settori economici dovranno essere di proprietà pubblica, quindi orientati a rispettare il bene comune. Chiamatela, se volete, "pianificazione". E' possibile conoscere ex ante tutti gli output sulla base dei quali orientare la produzione e allocare le risorse sociali? No, non tutti sono conoscibili, ma buona parte lo sosno e comunque non si può lasciare al mercato decidere tutto ex post. Già nella regolazione economica in ambiente capitalistico sono impliciti elementi di pianificazione sistemica. Quindi proveremo ad andare oltre Keynes (sui limiti della sua teoria abbiamo scritto molto, in specie QUI) che per spiegare le crisi generali del capitalismo aveva sì plagiato Marx, ma rifiutandone le radicali implicazioni. Andremo oltre l'idea che la collettività  organizzata debba limitarsi a svolgere ruolo di supplenza nei periodi di tempesta affinché poi il mercato torni al suo tran tran. Ci sarà domani lavoro socialmente utile per degli economisti che si rispettino.

Feticismo e reificazione

Mi accingo alla conclusione, appunto spiegando la radicale antinomia contenuta nell'affermazione del Nostro secondo cui "... i prezzi debbono essere lasciati liberi di guidare la libera azione degli individui" Un pastrocchio teorico dicevo, perché qui le due libertà entrano in aperta collisione, sono anzi in una relazione antagonista.
Abbiamo detto che in mercati monopolistici ed oligopolistici i prezzi non si muovono affatto "liberamente" in base alla pseudo-legge della domanda e dell'offerta, ma vengono in larga misura determinati ex ante da singole potentissime multinazionali (da grandi banche centrali e d'affari e dagli Stati) o tra accordi di cartello fra esse. Inutile dilungarsi nello spiegare che in simili mercati l'economia dei prezzi non solo condiziona la vita degli individui (parliamo anzitutto dei salariati, i soli che pur essendo titolari della merce che possiedono non hanno la facoltà, come può invece un droghiere con le sue mercanzie, di cambiare il prezzo sul cartellino) ma addirittura, manipolando il loro immaginario, predetermina i loro bisogni. Ma di quale "libera azione degli individui" si sta parlando?!

Il gregge degli homine bagnaiani obietterà che né Dr. Jekyll né Mr. Hyde sono a favore, anzi, delle multinazionali, che quindi io starei distorcendo il pensiero di entrambi. Ah sì? Ed allora a quale tipo di mercati gli sdoppiati farebbero riferimento? Ai "bei tempi" andati degli albori del capitalismo? Quando si lavorava come bestie 16/18 ore al giorno, compresi i bambini? Quando si andava in Africa a incatenare gli schiavi? Quando l'Inghilterrà di Sua Maestà colonizzava e depredava mezzo mondo per finanziare la sua rivoluzione industriale? Di certo non fa riferimento al "trentennio dorato", che fu appunto l'epoca della definitiva affermazione dei mercati oligopolistici e dove ad ogni modo gli Stati "keynesiani" intervenivano, e come, per impedire il "libero gioco dei prezzi"?

Mi ripeto: una forma di mercato perfettamente concorrenziale o in equilibrio è solo una chimera metafisica.

L'homo bagnaianus, letteralmente rapito dalle esibizioni econometriche del Nostrosi chiederà: 
"E vabbè,  mò che centra il feticismo? Di nuovo con questi mischietti marxisti di economia e filosofia?" C'entra eccome invece. Se il feticismo è l'attribuire potere magico agli oggetti, in economia questo feticismo è l'attribuire alle cose create dagli uomini, in questo caso alle merci —«A prima vista, una merce sembra una cosa triviale, ovvia. Dalla sua analisi, risulta che è una cosa imbrogliatissima, piena di sottigliezze metafisiche e di capricci teologici» scrisse Marx—  la capacità di comandare e appunto guidare le loro azioni. Di qui la metamorfosi per cui i rapporti tra gli uomini sono non solo mediati dalle cose, ma trasformati in rapporti tra cose (reificazione).
Cos'è infatti che gli uomini, quando vendono e comprano merci si scambiamo se non il frutto del proprio lavoro, della propria creatività, del loro tempo di vita? 
Sono quindi gli uomini reali che producono i soggetti, ed i prodotti un loro predicato. Col capitalismo, invece, avviene l'inversione soggetto predicato, per cui si vale e ci si relaziona in base alle merci che si possiedono, in cima a tutte la loro forma suprema e astratta: il denaro. Di qui il feticismo, «il misticismo del mondo del le merci, tutto l'incantesimo e la stregoneria che circondano di nebbia i prodotti del lavoro sulla base della produzione di merci», visto che «Il valore non porta scritto in fronte quel che è. Anzi, il valore trasforma ogni prodotto di lavoro in un geroglifico sociale». [4]

Quindi il Dr. Jekyll, pur conducendo una sacrosanta critica della moneta unica, spesso con argomenti ficcanti, non solo non ha nelle sue corde l'anticapitalismo, sul piano della dottrina, che lo ammetta o meno ed al netto delle piroette tattiche, è un seguace della più apologetica tra le teorie economiche capitalistiche: il marginalismo. Che non è solo una teoria economica ma una vera e propria visione del mondo, quella di Pippo. Visione che Bagnai ha infatti scolpito addirittura ne frontespizio del suo blog:
«L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...»
Una vera e propria chicca teorica che se non sbaglio avevo già udito al bar dello sport. 
Il carro viene messo davanti ai buoi, lo scambio e non il processo lavorativo posto a fondamento dell'economia, e quindi la principale contrapposizione sarebbe non quella tra la classe dei lavoratori salariati ed il capitale, bensì (straordinaria scoperta sociologica) tra venditori e compratori (sic!). Una contrapposizione tra individui-mercanti, che poi il libero gioco della domanda e dell'offerta, con l'aiuto provvidenziale della "mano invisibile", risolverà. 
Se non è feticismo questo...

Questa non è la "tattica di combattere il mainstream con le armi del mainstream". Qui, propriamente, non c'è alcun combattimento.


NOTE

[1] così ricapitolavo il punto di vista del Nostro:
«(1) la crisi non chiama in causa la struttura del sistema capitalistico, essa trae origine da alcuni “squilibri”; (2) dipende dal fatto che i debiti privati sono diventati pubblici; (3) se è anzitutto crisi dell’eurozona, ciò dipende dallo squilibrio delle partite correnti e delle bilance commerciali; (4) l’euro è causa essenziale poiché, che con le parità fisse, impedisce alle leggi di mercato di farsi valere anche nella sfera valutaria. La cura per uscire dal marasma sarebbe quindi semplice: tornare alle valute nazionali, e, grazie al gioco compensativo delle svalutazioni e rivalutazioni, i mercati capitalistici, compresi quelli finanziari e valutari torneranno a scoppiare di salute».

[2] Che Bagnai aderisca alla dogmatica liberista sulla funzione dei prezzi l'ha ripetuto in numerose occasioni. Sentiamo questa perla:
«La legge della domanda e dell'offerta.
Vi ricordo un principio fondamentale dell'economia: la legge della domanda e dell'offerta. Su un determinato mercato, se si presentano molti acquirenti (eccesso di domanda) il prezzo dovrebbe salire, se invece c'è scarsità di acquirenti (eccesso di offerta, cioè difetto di domanda) il prezzo dovrebbe scendere. Sì, lo so, mi dite che sono tecnico: ma vi ho detto che non parlo a tutti. Parlo solo a quelli che preferiscono comprare una spigola a 12 euro al chilo presentandosi sabato alle 13 (quando il mercato sta per chiudere e il pescivendolo "ta 'a tira dietro", come dicono a Roma), anziché pagarla 20 euro al chilo presentandosi venerdì alle 10 (quando la pressione della domanda è forte e c'è ancora un giorno e mezzo davanti). O, poi se ne hai proprio voglia la paghi anche 40 euro al chilo, per carità, sono fatti tuoi. Ma mi avete capito, no?
Bene. Ora, quello che vale per le spigole, dovrebbe valere anche per le tele di Teomondo Scrofalo, e anche per i titoli di Stato: se c'è molta domanda, il prezzo sale, se c'è poca domanda il prezzo scende». [Aste per tutti i gusti]
[3] K. Marx. Salario, prezzo e profitto


[4] «L'arcano della forma di merce consiste dunque semplicemente nel fatto che tale forma, come uno specchio, restituisce agli uomini l'immagine dei caratteri sociali del loro proprio lavoro, facendoli apparire come caratteri oggettivi dei prodotti di quel lavoro, come proprietà sociali naturali di quelle cose, e quindi restituisce anche l'immagine del rapporto sociale tra produttori e lavoro complessivo, facendolo apparire come un rapporto sociale fra oggetti esistente al di fuori di essi produttori»
Karl Marx. Il Capitale.  LIBRO I -SEZIONE I -Merce e denaro - CAPITOLO 1 -La merce - IL CARATTERE DI FETICCIO DELLA MERCE E IL SUO ARCANO.









13 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante, approfondite se potete.

Non capisco però perché dovrebbe essere il lavoro a creare valore in base alla semplice "quantità".

Alcuni esempi e scusate se magari sono ingenui ma credo che anche altri si pongano gli stessi questi:

1) ci sono due proprietari di miniera. Una di quarzo e una di diamanti. Il lavoro totale di estrazione è identico per le due miniere però il prezzo di una quantità di quarzo corrispondente a una unità di lavoro sarà certamente molto minore rispetto all'equivalente in diamanti

2) due artisti dipingono dei quadri. Hanno studiato insieme lo stesso numero di anni e fanno un quadro nello stesso numero di ore. Uno dei due però venderà le sue opere a prezzi altissimi e l'altro dovrà accontentarsi di prezzi più bassi. Non dipende da quanto lavorano ma dai gusti del pubblico

3) Renault e Citroen progettano una nuova macchina. Gli ingegneri e i creativi delle due ditte lavorano lo stesso numero di ore e cosí gli operai solo che Renault riesce ad avere l'idea innovativa con la pubblicità più accattivante mentre Citroen fa un buon prodotto ma senza una decisiva innovazione e con un marketing non indovinato per cui nonostante la quantità di lavoro sia sostanzialmente uguale (e nella realtà è spessissimo cosí) la gente comprerà più Renault quindi dopo un po' i prezzi Citroen dovranno abbassarsi

Se mi spiegate questo vi ringrazio.

chiunque scriva ciò che vuole ha detto...

Provo a rispondere:
L'esempio di quarzo e diamanti non funziona per una ragione semplicissima: quarzo e diamanti hanno prezzi diversi unicamente perché la loro presenza in natura e il lavoro per estrarli è enormemente diverso: il quarzo lo si trova con grande facilità, c'è persino nella sabbia dei fiumi, i diamanti invece sono molto più rari e molto più impegantivo il lavoro per estrarli.
Opere artistiche
Non sono i gusti del pubblico a decidere il valore dei dipinti mai mercanti d'arte e tutta la serie di influenze di critici e sedicenti esperti. (Picasso non sarebbe mai divenuto quello che è se Gertrud Stein non avesse iniziato a valorizzare i suoi quadri). Il valore degli artisti viene creato dal "mercato" che ne caso dell'arte è probabilmente il più manipolato di tutti. Nel caso dell'opera d'arte c'è infine l'aspetto del feticismo, l'originale che vale per il solo fatto di esserlo (e finché non si scopre che magari è un falso).

L'esempio delle automobili sembra calzare meglio l'obiezione, ma per chi come il sottoscritto ha lavorato in un ufficio prototipi la cosa non è cosí semplice: una innovazione è sempre frutto di lunga ricerca e grossi investimenti, l'idea geniale non appare di notte ad un igegnere che magari ha fumato mariuana ma è frutto di prove e lunghi studi e collaudi. Dunque se un' auto si vende meglio di un'altra è quasi sempre perché in essa c'è più forza lavoro (e capitale fisso) investito. Ovviamente la pubblicità gioca la sua parte (ma anche qui, la pubblicità più efficace implica maggiori costi, dunque in tutti i casi citati la quantità di lavoro è sostanzialmente decisiva per determinare il prezzo.

Anonimo ha detto...

E allora lascia stare il quarzo, era un esempio.
Esistono sostanze che per estrarle l'operaio lavora come un somaro esattamente come un altro che però estrae minerali di maggior prezzo.
Sull'artista abbi pazienza, non mi venire a dire che Picasso senza Gertrude Stein non avrebbe venduto perché significa che non frequenti la pittura. È uno dei più grandi della storia e comunque ci sono centinaia o migliaia di altri esempi. Prendi un quadro fiammingo che ha richiesto un lavoro da certosino dell'artista poi del restauratore e prendi "concetto spaziale" di Lucio Fontana che consiste in una rasoiata sulla tela più una spruzzata di fissante per un totale di un'oretta al massimo (o di più se c,è da aspettare che si asciughi il fissante). Il primo costa qualche decina di migliaia, il secondo supera il milione.
Sulle macchine lo dici tu stesso: "quasi sempre".

Scusate, questa cosa che il valore di un manufatto dipenda direttamente dalla quantità di lavoro non mi sembra esatta quindi invito la Redazione a spiegarla meglio dato che è presumibile che molti altri si pongano gli stessi problemi.

chiunque scriva ciò che vuole ha detto...

Sul resto dei commenti tralascio, e concordo che il rapporto fra valore di un manufatto e lavoro contenuto il discorso è più complesso. Chiaramente conta anche il lavoro che non si vede immediatamente ma che sta a monte. Forse è più facile prendere l'esempio dei servizi:
un chirugo che opera al cuore con un'operazione che dura otto ore costa intorno ai 100.000 euro, un operario che lavora otto ore in fabbrica o chiunque svolga un servizio per la stessa durata non può certo avere un costo paragonabile.
Dunque nella "quantità di lavoro" rientrano i costi a monte ma indispensabili alla specifica esecuzione del prodotto o del servizio: la formazione di un chirugo e del suo team costa evidentemente molto di più che non la formazione di un tornitore o di un sorvegliante.
Per quanto riguarda l'arte invece probabilmente non hai capito che la mia era appunto un ragionamento "ad absurdum", esattamente il caso in cui la teoria tempo lavoro e valore è inapplicabile.
Io sono pittore copista (non falsario: eseguo copie identiche ma le vendo come tali e non come originali) e dei quadri della lista che includo (i quadri più cari venduti alle aste) ne ho copiati un buon numero (e Picasso non figura fra i primi) : https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_most_expensive_paintings.
Ho copiato però anche alcuni dei suoi quadri, lo considero geniale, non tanto per le sue opere più diffuse (certo ne ha eseguite alcune che derivano da un talento eccezionale, ma non sono le più famose) ma soprattutto per essere riuscito in vita ad arricchirsi con la sua arte, al contrario di Gauguin - il quadro più caro è il suo (l'ho copiato) che poté dedicarsi alla pittura solo perché prima aveva prima speculato con successo in borsa. E subito dopo di lui viene Modigliani, morto in miseria come Van Gogh, i cui quadri sono parimenti fra i più cari alle aste.
E concordo pienamente che per certi pittori moderni come quello che hai citato il prezzo non ha nulla a che vedere col lavoro impiegato: sempre più spesso sono i mercanti a creare gli artisti. Ma infine: l'arte non ha prezzo, è il campo esatto in cui appunto il discorso non vale, questo volevo in sostanza dire. Anche in letteratura vale lo stesso discorso: dopo 70 anni i diritti d'autore cessano, non per questo l'opera letteraria perde di valore.
Per i prodotti commerciali di uso e consumo come pure per i servizi invece sono convinto che il discorso vale, ovviamente tenendo conto come spiegava Marx, sia del capitale variabile (lavoro) ch edi quello fisso (macchinari) e aggiungerei, formazione del lavoratore, ingegnere, ecc. ecc.

SOLLEVAZIONE ha detto...

UNA PRIMA RISPOSTA A MARCO VALERIO

Lei tocca una questione su cui molti critici di Marx hanno insistito, a partire da E. Von Bohm-Bawerk, uno dei massimi esponenti, assieme a Menger, della scuola marginalista. La sua critica alle teoria del valore di Marx è la madre di tutte le altre. Bawerk sottolinea la contraddizione, in merito alla teoria del valore espressa da Marx, tra il terzo libro del Capitale che tratta di profitto e formazione del prezzo, e il primo libro che tratta proprio della teoria del valore— ovvero la questione della trasformazione dei valori in prezzi. Ha quindi criticato Marx per la sottovalutazione del processo di domanda e offerta nella determinazione del prezzo.
L'obiezione sollevata da Marco Valerio si muove sulla falsa riga di quella di Bawerk che si chiedeva: "perchè una statua, il cui costo è una giornata di lavoro di uno scultore, si scambia con un sacco di pietre che costa cinquanta giornate di lavoro al tagliatore di pietre, e non con dieci o con tre?"

Bawerk contestava la spiegazione di Marx, il quale ricorse alla coppia "lavoro semplice" e "lavoro complesso".
Sentiamo Marx:
«Ora, allo stesso modo che nella societa’ civile un generale o un banchiere gioca un ruolo importante mentre l’uomo comune fa una parte insignificante, lo stesso accade al lavoro umano. Si tratta di un dispendio di forze semplici che ogni uomo ordinario, senza alcuna formazione particolare, possiede nell’organismo del suo corpo. Il lavoro semplice medio cambia, e’ vero, di carattere nei differenti paesi e secondo le epoche, ma e’ sempre determinato all’interno di una società data. Il lavoro complesso—skilled labour—e’ solo una potenza del lavoro semplice, o piuttosto non e’ che lavoro semplice moltiplicato, di sorta che una quantità data di lavoro complesso corrisponde ad una quantità più grande di lavoro semplice. L’esperienza mostra che questa riduzione opera costantemente. Allorquando una merce e’ un prodotto di un lavoro più complesso, il suo valore la riconduce, in una proporzione opportuna, al prodotto del lavoro semplice, di cui essa rappresenta solo una quantità determinata. Le proporzioni diverse, secondo le quali differenti specie di lavoro sono ridotte a lavoro semplice come alla loro unita’ di misura, si stabiliscono nella società all’insaputa dei produttori e appaiono loro come consuetudini tradizionali. Di conseguenza, nell’analisi del valore, ogni varietà di forza-lavoro va trattata come forza-lavoro semplice». [Il capitale, Libro Primo]

Questa "riduzione" di lavoro complesso a lavoro semplice, come del resto la teoria del valore che implica la misurazione del valore in base al tempo di lavoro, è stata sottoposta a critica anche da parte di numerosi intellettuali d'area marxista. En passant: se cade la teoria marxista del valore cade il concetto di sfruttamento, ovvero del plus-valore, la cui origine sarebbe nel tempo di lavoro soverchio non pagato estorto dal capitale al lavoro salariato. Col che si avvalora la tesi di Bawerk per cui i capitalisti non sfrutterebbero affatto i loro dipendenti, ma anzi consentono loro di ottenere un guadagno dal fatturato dei prodotti creati.

Nel merito, dopo aver segnalato che per noi quanto teorizzato da Marx non è un talmud, ho precisato:
«La nostra tesi è che il valore delle merci è in ultima istanza determinato dalla quantità di lavoro umano in esse contenuto, ma i loro prezzi possono oscillare (sotto o sopra il valore medio) anche a causa della domanda e dell'offerta. Per correggere Marx quindi: il prezzo non viene determinato solo ex ante, dal lavoro incorporato, ma pure ex post, dalla domanda di mercato. Potremmo dire che è co-determinato, figlio di una correlazione per sua natura non solo mutevole ma contraddittoria».

Moreno Pasquinelli [CONTINUA SOTTO]

SOLLEVAZIONE ha detto...

[... SEGUE ]

Una correzione di non poco conto, alla quale ne dobbiamo aggiungere una seconda: che il prezzo di una merce dipende anche dalla QUALITÀ della forza-lavoro erogata nel processo di produzione-creazione della merce, quale essa sia. Ove l'apprezzamento della "qualità" dipende da numerose circostanze, storico-sociali, dall'azione quindi di molteplici fattori e variabili, tra esse la sfera immateriale dei bisogni.

Resta che è sempre il lavoro erogato, quantitativamente e qualitativamente considerato e nelle sue plurime forme, la "sostanza" del valore. E qui, lo so bene, scatta l'obiezione, squisitamente filosofica, ovvero anti-essenzialistica al discorso di Marx, la quale ci porterebbe lontano, oltre lo spazio concesso ai commenti da questa piattaforma.

Moreno Pasquinelli

Enea ha detto...

Mi sa che il discorso sta diventando più complicato di quanto non sia in realtà.

Se dico M=C+L [ brutalizzo e salto N passaggi algebrici in maniera anche un po' troppo allegra ]
Con M=valore della merce
C=Capitale
L=Lavoro "vivo" dell'operaio che realizza il manufatto

devo ricordarmi che C non è soltanto capitale investito cioè concretamente soldi spesi per procurarmi materiale grezzo e semilavorati da trasformare, ma un valore composto, al cui interno è da considerare anche "lavoro morto".
Perchè il capitale C è anche le attrezzature che l'operaio finale, che compie il lavoro vivo, utilizza, e la qualità dei materiali ad esempio.
Le "facilities".
Per cui se fai una vite con una macchina ad asportazione di truciolo manuale vecchia di 40 anni che ti permette una tolleranza di 0,1 mm lavorando 5 ore, o lo stesso pezzo con un macchinario automatico, programmabile, che rispetta una tolleranza di 0,01 mm impiegando 20 minuti per lo stesso identico pezzo, magari M è uguale, perchè C è più alto anche se L è molto minore.
Ma il primo lavoratore perderà il lavoro, perchè il padrone del secondo macchinario può produrre incomparabilmente più numerosi pezzi dello stesso tipo in un tempo per definizione limitato. Quindi ammortizzerà prima le proprie spese e potrà essere presto più aggressivo sul prezzo.

Quando il falegname fa un tavolo, i chiodi non sono L, ma C.
Ma mica tutti i chiodi sono uguali e hanno la stessa qualità.
Se è ferraccio o acciaio inox, C a quel punto cambia.
Chiodi diversi contengo lavori morti diversi. Ugualmente per i legni.

Ma credo che qua non fosse tanto importante salvare *la lettera* della teoria del valore-lavoro ( che in varie parti es aspetti potrebbe magari essere anche corretta e raffinata per implementazioni successive, come normalmente si fa in ambito scientifico ) quanto il suo spirito ed il suo senso generale.

E se ho beninteso il concetto generale e di fondo che si vuole esprimere è:
< il mercato non tende mica ad instaurare condizioni di concorrenza perfetta, ma piuttosto tende a costituire cartelli.
La concorrenza perfetta, con prezzi perfettamente e linearmente governati dalla legge della domanda/offerta, se esiste, esiste perchè in uno specifico ambito il mercato viene influenzato da uno Stato che non si limita a fare l'arbitro ma concretamente interviene per instaurare un certo tipo di funzionamento del mercato. E quand'anche fosse una condizione naturale la concorrenza perfetta con prezzi linearmente determinati da domanda/offerta, un possessore di capacità di lavoro e non di capitale dovrebbe pensarci bene ad esultare, perchè in tale regime la competitività di prezzi si realizza comprimendo i costi, e la qualità della sua vita è un costo >

Credo che di tutto questo le dimostrazioni pratiche siano pressochè infinite, anche se ci limitamo a guardare la questione in termini generalissimi.

In altre parole ancora: togliersi dalle scatole l'euro è necessario per fare qualsiasi altra cosa, ma se dobbiamo liberarcene per rimanere li a farci stampigliare in fronte il nostro valore dalla legge della domanda e dell'offerta, sfruttati eravamo prima e sfruttati rimarremmo anche poi. La legge della domanda e dell'offerta non si pone il problema che ciascuno può dare un contributo a questa società.
"Quanto è richiesto ciò che sai fare?"
Se questo parametro è sufficiente per prezzare la vita di una persona, ci saranno sempre uomini e donne che son "da buttare via", con l'euro o senza l'euro.




Ippolito Grimaldi ha detto...

Non vorrei dire castronerie, né difendere Bagnai, ma il nostro ha più volte ribadito che modelli socialdemocratici, che sarebbero poi quelli che egli rimpiange se ho capito bene, ne tantomeno socialisti sono possibili senza il controllo democratico dello strumento monetario.
Per dirla in maniera più cruda: con l' euro non si può che " progredire " verso il Capitalesimo, mentre confini monetari nazionali potrebbero garantire, sia pure localmente , modelli socioeconomici alternativi tra cui persino quelli che volessero perseguire ideali ormai reietti come quelli di uguaglianza tra gli esseri umani.

Anonimo ha detto...

@Ippolito Grimaldi

Controllo democratico dello strumento monetario significa che deve cessare l'indipendenza della banca centrale.
Mi dici per cortesia se Bagnai ha parlato esplicitamente di non indipendenza della Banca Centrale?

Unknown ha detto...

Scusi signor Grimaldi, ma cosa c'entra?

Anonimo ha detto...

Ok, ho trovato dove Bagnai parla di indipendenza della BC incompatibile con la democrazia

http://goofynomics.blogspot.it/2012/09/tecnica-e-politica.html

Ippolito Grimaldi ha detto...

@Marcia della dignità
Neoliberismo e "capitalesimo":

Il pensiero unico dell'attuale società neoliberistica afferma che il mondo in cui viviamo è l'unico mondo possibile. Un mondo in cui, grazie alla libera concorrenza, si otterrebbero più efficienza e redditività. Fino al punto in cui il valore economico diviene l'unica discriminante tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il neoliberismo impone che il mercato debba regolarsi senza l'intervento pubblico, seguendo la legge della domanda e dell'offerta: ciò che non ha senso economicamente va eliminato.
L'attuale progressiva riduzione delle sovranità statali e nazionali a cui stiamo assistendo, con la conseguente perdita di controllo dei sistemi finanziari e produttivi, sono una conseguenza dell' ideologia neoliberista dello "Stato minimo", del laissez-faire. Una concezione che nulla ha a che vedere con lo Stato minimo teorizzato nell'Ottocento da Immanuel Kant e da John Stuart Mill, che intendevano uno Stato non più dispotico e tiranno bensì democratico, sociale, partecipato. Certamente non uno Stato indebolito e ridotto ai minimi termini dall'ideologia del profitto e dalla privatizzazione dei servizi essenziali.

Tonguessy ha detto...

i miei complimenti per la brillante disamina a Moreno. Tra i patetici tecnicismi di cui gli economistici specialmente postmoderni si dotano per essere perfetti "sicari dell'economia" (parafrasando John Perkins), la reificazione unita ad una abbondante dose di argumentum ad hominem rimane la più gettonata. Si parla quindi di "libera azione degli individui" come di uno status quo ex-ante, inattaccabile da emissari e liturgie del dio Mercato. E' come se l'idea stessa di peccato originale non avesse mai avuto ragione di esistere: siamo nati liberi e nessun impedimento ha mai fatto vacillare questa nostra libertà. Il giardino dell'Eden degli economistici è presto reificato in barba a fior di sociologi e critici del costume, a partire da Pasolini degli "Scritti corsari".
Al contrario tale utopico giradino paradisiaco è l'inferno, la cifra dei tempi attuali. Non esiste lato della cultura (e quindi della percezione umana) che non sia manomesso dagli inquinanti del capitalismo. Debord parlava di societé di spectacle, indicando come tutto il percettibile sia confinato all'interno di ciò che il capitalismo definisce come percettibile. «Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini», ovvero una «visione del mondo che si è oggettivata»: ecco la reificazione dei precetti capitalisti che trovano applicazione nella lotta contro il digital divide. Si tratta di digitalizzare i rapporti per rendere più fluida la cultura dell'apparire. O, per dirla con Marx «tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli».
La lotta contro queste denunce e contrapposizioni diventa quindi essenziale per il capitalismo, ovvero per il mantenimento della stratificazione sociale. La parola d'ordine degli economistici è scardinare i legami tra reificazioni e critica, facendo così apprire quest'ultima come una assurda pretesa di nessun valore.
Al contrario le cose stanno lentamente ma inesorabilmente scivolando verso il baricentro sempre più alto dell'instabilità, basti pensare alla discrepanza tra le reificazioni politiche (siamo usciti dalla crisi, c'è la ripresina) e la percezione comune che si manifesta nella diserzione delle cabine elettorali. Da questa inconscia consapevolezza nasce la necessità per gli economistici (vere teste di ariete del sistema) di sfidare tale percezione comune giocando la partita sul piano proprio dell'esposizione mediatica (la societé du spectacle di cui sopra). Da una parte loro ed i media e dall'altra.....ditemi chi o cosa ci è rimasto.
La partita è truccata dall'inizio anche perchè si da per scontato che esista l'uscita (dopo il sol dell'avvenire, ecco il si bemolle dell'avvenire che i suonatori di clavicembalo conoscono bene). Peccato sia teleguidata, per cui l'uscita è unica e non è possibile uscire "da sinistra". No, non è proprio possibile. Intanto usciamo, usiamo pure il metodo Schacht, facciamo come la germania nazista. Se gli USA sono diventati la prima potenza mondiale è perchè hanno assoldato i vertici (ed i metodi) nazisti. E noi saremmo da meno?

PS: ho citato solo Debord, per semplicità. E gli economisti non se la prendano, ho solo parlato di economistici.

Lettori fissi di SOLLEVAZIONE

Temi

Unione europea (953) euro (784) crisi (640) economia (630) sinistra (549) teoria politica (296) finanza (285) Leonardo Mazzei (282) M5S (275) P101 (251) grecia (247) Movimento Popolare di Liberazione (244) Governo giallo-verde (242) elezioni (239) imperialismo (237) sfascio politico (235) resistenza (226) Moreno Pasquinelli (225) sovranità nazionale (219) banche (215) internazionale (213) risveglio sociale (184) alternativa (168) seconda repubblica (167) Syriza (155) piemme (147) Tsipras (146) antimperialismo (135) debito pubblico (133) Matteo Renzi (131) programma 101 (129) spagna (122) filosofia (121) Francia (119) immigrazione (117) marxismo (117) PD (111) destra (111) sovranità monetaria (111) democrazia (109) costituzione (106) Matteo Salvini (104) neoliberismo (104) populismo (104) sollevazione (103) Stefano Fassina (97) islam (97) Grillo (94) Sandokan (94) elezioni 2018 (94) berlusconismo (91) proletariato (91) geopolitica (88) Carlo Formenti (86) Germania (86) Alberto Bagnai (83) Emiliano Brancaccio (83) austerità (80) bce (80) Medio oriente (79) Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro (78) sindacato (77) Podemos (76) Stati Uniti D'America (75) referendum costituzionale 2016 (74) sinistra anti-nazionale (73) Mario Monti (72) guerra (72) capitalismo (70) Libia (66) Russia (65) capitalismo casinò (63) Sergio Cesaratto (62) Rivoluzione Democratica (61) rifondazione (61) Lega (60) globalizzazione (60) liberiamo l'Italia (60) CLN (59) Siria (59) CONFEDERAZIONE per la LIBERAZIONE NAZIONALE (57) bancocrazia (57) immigrati (57) Sicilia (56) Alexis Tsipras (55) Alitalia (54) cinque stelle (54) legge elettorale (54) sovranismo (54) Diego Fusaro (53) Legge di Bilancio (53) brexit (53) Lega Nord (52) Pablo Iglesias (52) moneta (52) referendum (52) socialismo (52) neofascismo (51) sionismo (51) sovranità popolare (51) Emmezeta (50) fiat (50) Manolo Monereo (49) Movimento dei forconi (49) solidarietà (49) campo antimperialista (48) sinistra sovranista (48) gilet gialli (46) immigrazione sostenibile (46) Beppe Grillo (45) Nichi Vendola (45) renzismo (45) Troika (44) Yanis Varoufakis (44) astensionismo (43) inchiesta (43) uscita dall'euro (43) Luciano Barra Caracciolo (42) Mario Draghi (42) Israele (41) liberismo (40) palestina (40) Mimmo Porcaro (39) patriottismo (39) Fiorenzo Fraioli (38) Ugo Boghetta (38) proteste operaie (38) sinistra patriottica (38) italicum (37) Giorgio Cremaschi (36) Karl Marx (36) Marine Le Pen (35) ambiente (35) fiscal compact (35) uscita di sinistra dall'euro (35) III. Forum internazionale no-euro (34) Luigi Di Maio (34) Ucraina (34) egitto (34) nazione (34) 9 dicembre (33) Def (33) azione (33) ISIS (32) Merkel (32) cina (32) default (32) fiom (32) iran (32) islamofobia (32) populismo di sinistra (32) scienza (32) Forum europeo 2016 (31) Sel (31) governo Renzi (31) unità anticapitalisa (31) Fabio Frati (30) ecologia (30) xenofobia (30) Nello de Bellis (29) Putin (29) catalogna (29) storia (29) eurostop (28) napolitano (28) nazionalizzazione (28) Assemblea di Chianciano terme (27) menzogne di stato (27) Donald Trump (26) Mauro Pasquinelli (26) USA (26) elezioni europee 2019 (26) nazionalismi (26) silvio berlusconi (26) Beppe De Santis (25) Comitato centrale P101 (25) Forum europeo (25) Nato (25) elezioni siciliane 2017 (25) religione (25) scuola (25) Europa (24) Movimento 5 Stelle (24) Quantitative easing (24) Venezuela (24) finanziarizzazione (24) Aldo Giannuli (23) Lavoro (23) Stato di diritto (23) antifascismo (23) manifestazione 12 ottobre 2019 (23) ora-costituente (23) razzismo (23) repressione (23) Coordinamento nazionale sinistra contro l'euro (22) Esm (22) Roma (22) emigrazione (22) keynes (22) nazionalismo (22) Chianciano Terme (21) Front National (21) Simone Boemio (21) Stato islamico dell’Iraq e del Levante (21) Unità Popolare (21) etica (21) Conte bis (20) Emmanuel Macron (20) Foligno (20) Laikí Enótita (20) Marcia della Dignità (20) Regno Unito (20) Vladimiro Giacchè (20) coordinamento no-euro europeo (20) crisi di governo (20) iraq (20) manifestazione del 12 ottobre (20) melenchon (20) minibot (20) tecnoscienza (20) umbria (20) MES (19) Mariano Ferro (19) Norberto Fragiacomo (19) Sicilia Libera e Sovrana (19) Tunisia (19) fronte popolare (19) Domenico Moro (18) Donbass (18) F.S. (18) Izquierda Unida (18) Noi siciliani con Busalacchi (18) lotta di classe (18) pace (18) senso comune (18) Assisi (17) Costanzo Preve (17) Forum europeo delle forze di sinistra e popolari anti-Unione europea (17) Jacques Sapir (17) Paolo Savona (17) Perugia (17) Pier Carlo Padoan (17) chiesa (17) complottismo (17) cosmopolitismo (17) euro-germania (17) media (17) piano B (17) Enrico Letta (16) Forum di Atene (16) Luciano B. Caracciolo (16) Marco Mori (16) Prc (16) Reddito di cittadinanza (16) Renzi (16) Tonguessy (16) appello (16) ballottaggi (16) casa pound (16) fascismo (16) internazionalismo (16) sciopero (16) vendola (16) Cremaschi (15) Daniela Di Marco (15) International no euro forum (15) M. Micaela Bartolucci (15) Salvini (15) clima (15) comunismo (15) diritto (15) indipendenza (15) internet (15) manifestazione (15) piattaforma eurostop (15) tasse (15) vaccini (15) 15 ottobre (14) Alessandro Visalli (14) Alitalia all'Italia (14) Brancaccio (14) Enea Boria (14) Ernesto Screpanti (14) Eurogruppo (14) Fridays for Future (14) MMT (14) Monte dei Paschi (14) Movimento pastori sardi (14) Stato Islamico (14) Turchia (14) Vincenzo Baldassarri (14) no tav (14) obama (14) potere al popolo (14) salerno (14) Alessandro Di Battista (13) Bersani (13) Chavez (13) Enrico Grazzini (13) Eos (13) Jobs act (13) Legge di stabilità (13) Marino Badiale (13) Virginia Raggi (13) Wilhelm Langthaler (13) acciaierie Terni (13) cultura (13) disoccupazione (13) femminismo (13) finanziaria (13) giovine italia (13) privatizzazioni (13) regionalismo differenziato (13) sardine (13) unione bancaria (13) Alfredo D'Attorre (12) Costas Lapavitsas (12) D'alema (12) Forum europeo 2015 (12) Giulietto Chiesa (12) Negri (12) Panagiotis Lafazanis (12) Sergio Mattarella (12) analisi politica (12) decreto salva-banche (12) europeismo (12) global warming (12) keynesismo (12) salari (12) terzo memorandum (12) 14 dicembre (11) AST (11) Aldo Zanchetta (11) De Magistris (11) Dicotomia (11) France Insoumise (11) Gennaro Zezza (11) Ilva (11) Papa Francesco (11) Pardem (11) Portogallo (11) Stato (11) Stefano D'Andrea (11) corruzione (11) de-globalizzazione (11) elezioni anticipate (11) iniziative (11) mediterraneo (11) nucleare (11) ordoliberismo (11) presidenzialismo (11) proteste (11) sindacalismo di base (11) sinistra Italiana (11) sovranismi (11) Art. 18 (10) Bagnai (10) Bruno Amoroso (10) Carl Schmitt (10) Claudio Borghi (10) Fausto Bertinotti (10) Fmi (10) Forum Internazionale Anti-Ue delle forze popolari e di sinistra (10) Forum di Roma 2019 (10) George Soros (10) Gianluigi Paragone (10) Giorgetti (10) Hollande (10) Jean-Luc Mélenchon (10) Lista del Popolo (10) Marco Passarella (10) Marco Zanni (10) OLTRE L'EURO (10) Ora (10) Paolo Barnard (10) Quirinale (10) Risorgimento Socialista (10) Terni (10) cattiva scuola (10) decrescita (10) diritti civili (10) facebook (10) fisco (10) golpe (10) islanda (10) legge di bilancio 2020 (10) povertà (10) taranto (10) ANTARSYA-M.A.R.S. (9) Algeria (9) Antonio Rinaldi (9) Argentina (9) Bernie Sanders (9) CGIL (9) Campagna eurostop (9) Diritti Sociali (9) Draghi (9) Forconi (9) Paolo Ferrero (9) Stato nazione (9) Terza Repubblica (9) ThyssenKrupp (9) Von Hayek (9) Wolfgang Schaeuble (9) bail-in (9) bipolarismo (9) classi sociali (9) cosmo-internazionalismo (9) deficit (9) futuro collettivo (9) il pedante (9) istruzione (9) liberalismo (9) medicina (9) moneta fiscale (9) necrologi (9) questione nazionale (9) sociologia (9) sovranità (9) tecnologie (9) Antonio Gramsci (8) Corte costituzionale (8) DOPO IL 4 DICEMBRE (8) Erdogan (8) F.f (8) Fratelli d'Italia (8) Genova (8) Goracci (8) Gran Bretagna (8) II assemblea della CLN (1-3 settembre) (8) Ingroia (8) Italia Ribelle e Sovrana (8) Julio Anguita (8) Landini (8) Lenin (8) Luca Massimo Climati (8) Mattarella (8) Mirafiori (8) Yanis Varoufakys (8) borsa (8) debitocrazia (8) destra non euro (8) elezioni anticapte (8) elezioni anticipate 2017 (8) elezioni siciliane (8) grexit (8) inflazione (8) lira (8) manifestazione 25 marzo 2017 (8) marxisti dell'Illinois (8) nuovo movimento politico (8) questione femminile (8) regionalismo (8) sardegna (8) seminario programmatico 12-13 dicembre 2015 (8) svalutazione (8) transfemminismo (8) trasporto aereo (8) unità anticapitalista (8) unità nazionale (8) Abu Bakr al-Baghdadi (7) Alessandro Chiavacci (7) Alternative für Deutschland (7) Articolo 18 (7) CUB (7) Cub Trasporti (7) Dino Greco (7) Ernesto Laclau (7) Flat tax (7) Franz Altomare (7) Gaza (7) Giancarlo D'Andrea (7) Giuseppe Angiuli (7) ISIL (7) Inigo Errejón (7) Je so' Pazzo (7) Jeremy Corbyn (7) Joseph Stiglitz (7) MMT. Barnard (7) Macron (7) Massimo Bontempelli (7) Maurizio Landini (7) Me-Mmt (7) Michele Berti (7) Nuit Debout (7) Oskar Lafontaine (7) Papa Bergoglio (7) Pil italiano (7) Riccardo Achilli (7) Samuele Mazzolini (7) Sapir (7) Seconda Assemblea P101 (7) Ttip (7) agricoltura (7) aletheia (7) anarchismo (7) autodeterminazione dei popoli (7) bankitalia (7) confederazione (7) contante (7) derivati (7) eurexit (7) eurocrack (7) giovani (7) il manifesto (7) incontri (7) magistratura (7) nazismo (7) patria e costituzione (7) pensioni (7) risorgimento (7) rivolta (7) rivoluzione civile (7) rossobrunismo (7) sanità (7) spread (7) trasporto pubblico (7) Ars (6) Banca centrale europea (6) Bazaar (6) Bottega partigiana (6) CETA (COMPREHENSIVE ECONOMIC AND TRADE AGREEMENT) (6) Carlo Galli (6) Casaleggio (6) Contropiano (6) Eros Cococcetta (6) Eugenio Scalfari (6) Franco Bartolomei (6) Frédéric Lordon (6) Giorgia Meloni (6) M.AR.S. (6) Maduro (6) Marx (6) Militant-blog (6) Nino galloni (6) No Renzi Day (6) Noi con Salvini (6) ORA! (6) Pcl (6) Pisapia (6) Polonia (6) REDDITO MINIMO UNIVERSALE (6) Regioni autonome (6) Sandro Arcais (6) Stato di Polizia (6) Target 2 (6) Teoria Monetaria Moderna (6) Thomas Fazi (6) Titoli di stato (6) Toni negri (6) USB (6) Ungheria (6) Viktor Orban (6) assemblea nazionale 2-3 luglio 2016 (6) automazione (6) beni comuni (6) cinema (6) fabrizio Marchi (6) famiglia (6) giovanni Tria (6) governo Gentiloni (6) ideologia (6) incontro internazionale (6) la variante populista (6) liberosambismo (6) migranti (6) no-Ttip (6) nuovo soggetto politico (6) populismo democratico (6) suicidi (6) suicidi economici (6) tecnica (6) terremoto (6) uber (6) utero in affitto (6) Alberto Negri (5) America latina (5) Angelo Panebianco (5) Anguita (5) Antonio Ingroia (5) Assad (5) Carola Rackete (5) Dario Guarascio (5) Decreto Dignità (5) Decreto sicurezza (5) Dimitris Mitropoulos (5) Federalismo (5) Federico Fubini (5) Ferdinando Pastore (5) Finlandia (5) Forza Italia (5) Franco Busalacchi (5) Giuseppe Mazzini (5) HAMAS (5) Hilary Clinton (5) Il popolo de i Forconi (5) Joël Perichaud (5) Kirchner (5) Lucca (5) Luigi De Magistris (5) MOHAMED KONARE (5) Marcello Teti (5) Mario Monforte (5) No Monti Day (5) No debito (5) Npl (5) Nuova Direzione (5) Paolo Becchi (5) Parigi (5) Partito tedesco (5) Pier Paolo Dal Monte (5) Rete dei Comunisti (5) Romano Prodi (5) Rosatellum 2 (5) Sharing Economy (5) Soleimani (5) Stathis Kouvelakis (5) TTIP (TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP) (5) Trump (5) Val di Susa (5) Wolfgang Munchau (5) Yemen (5) afghanistan (5) alleanze (5) banche popolari (5) brasile (5) camusso (5) chiesa ortodossa (5) confindustria (5) cuba (5) debitori (5) decreto vaccini (5) di Pietro (5) donna (5) elezioni regionali 2015 (5) elezioni. Lega (5) fratelli musulmani (5) giornalismo (5) governo (5) greta thumberg (5) jihadismo (5) laicismo (5) massimo fini (5) pomigliano (5) procedura d'infrazione (5) proteste agricoltori (5) rifugiati politici (5) salvinismo (5) teologia (5) tremonti (5) wikileaks (5) 16 giugno Roma (4) ALBA (4) Africa (4) Alessandro Somma (4) Alessia Vignali (4) Altiero Spinelli (4) Andrea Ricci (4) Anna Falcone (4) Antonio Amoroso (4) Assange (4) Aurelio Fabiani (4) Autostrade per l'Italia (4) Bergoglio (4) Brigate sovraniste (4) CSNR (4) Candidatura d’Unitat Popular (CUP) (4) Carovana di solidarietà (4) Cesaratto (4) Charlie Hebdo (4) Chiavacci Alessandro (4) Città della Pieve (4) Claudio Martini (4) Comitato per il No nel referendum sulla legge costituzionale Renzi- Boschi (4) Consiglio nazionale ORA! (4) Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (4) Corea del Nord (4) Danilo Calvani (4) Danilo Zolo (4) Deutsche Bank (4) Die Linke (4) Diego Melegari (4) Emanuele Severino (4) Ernesto Galli Della Loggia (4) Felice Floris (4) Francesco Giavazzi (4) Frente civico (4) Fronte Sovranista Italiano (4) GIAPPONE (4) Giuliano Pisapia (4) Giulio Regeni (4) Giulio Sapelli (4) Imu (4) Incontro di Roma (4) Italexit (4) JP Morgan (4) Jacques Nikonoff (4) Karl Polany (4) Kke (4) L'Altra Europa con Tsipras (4) Lafontaine (4) Laura Boldrini (4) Leonardo Mazzzei (4) Luciano Canfora (4) Luciano Gallino (4) Luciano Vasapollo (4) Lucio Chiavegato (4) Luigi Ferrajoli (4) Lupo (4) MPL (4) Marcello Minenna (4) Marchionne (4) Martin Heidegger (4) Morgan Stanley (4) Mosul (4) NO TAP (4) Noi sicialiani con Busalacchi (4) ONU (4) Oscar Lafontaine (4) Paolo Gerbaudo (4) Pci (4) Piattaforma di sinistra (4) Piero Bernocchi (4) Prodi (4) ROSSA (4) Rajoy (4) Sefano Rodotà (4) Sergio Starace (4) Simone Pillon (4) Slavoj Žižek (4) Stato d'emergenza (4) TAP (4) Tyssenkrupp (4) VOX (4) Varoufakis (4) Visco (4) Vladimiro Giacché (4) Xarxa Socialisme 21 (4) Xi Jinping (4) agricoltura biologica (4) al-Sisi (4) alceste de ambris (4) anarchici (4) antisemitismo (4) antisionismo (4) arancioni (4) bigenitorialità (4) califfato (4) carceri (4) cipro (4) coalizione sociale (4) crisi bancaria (4) cristianesimo (4) cristianismo (4) curdi (4) demografia (4) diritti di cittadinanza (4) donne (4) elezioni 2017 (4) elezioni comunali 2017 (4) elezioni siciliane 2012 (4) filo rosso (4) gender (4) il fatto quotidiano (4) informatica (4) intelligenza artificiale (4) irisbus (4) irlanda (4) italia (4) ius soli (4) legge del valore (4) legge di stabilità 2017 (4) parti de gauche (4) patrimoniale (4) porcellum (4) precarietà (4) presidente della repubblica (4) primarie (4) protezionismo (4) risparmio (4) salute (4) saviano (4) seminario (4) sinistra transgenica (4) sottoscrizione (4) spending review (4) spesa pubblica (4) statizzazione banche (4) terzo polo (4) transizione al socialismo (4) trattati europei (4) truffa bancaria (4) università (4) wikidemocrazia (4) xylella (4) 19 ottobre (3) Ahmadinejad (3) Alavanos (3) Albert Einstein (3) Alberto Alesina (3) Alfiero Grandi (3) Amodeo (3) Antonella Stirati (3) Aquisgrana (3) Arabia saudita (3) Armando Mattioli (3) Associazione Riconquistare la Sovranità (3) Atene 26-28 giugno (3) Aventino (3) BRIM (3) Barbara Spinelli (3) Benedetto Croce (3) Benetton (3) Bernd Lucke (3) Bin Laden (3) Bloco de Esquerda. (3) Cerveteri Libera (3) Cia (3) Ciudadanos (3) Comitato No Debito (3) Commissione europea (3) Coordinamento Democrazia Costituzionale (3) Coordinamento dei Comitati per il NO-Umbria (3) Coordinamento no E45 autostrada (3) Davide Serra (3) Dieudonné M'bala M'bala (3) Diosdado Toledano (3) EDWARD SNOWDEN (3) Eleonora Forenza (3) Ernest Vardanean (3) Eurasia (3) Fabio Nobile (3) Fabrizio Tringali (3) Fausto Sorini (3) Filippo Abbate (3) Francesco Neri (3) Francesco Salistrari (3) Fratoianni (3) Gianni Ferrara (3) Giorgio Lunghini (3) Giovanni Gentile (3) Giuliana Nerla (3) Giulio Bonali (3) Giuseppe Pelazza (3) Goofynomics (3) Gramsci (3) Guido Grossi (3) HELICOPTER MONEY (3) Hezbollah (3) ISTAT (3) Ilaria Bifarini (3) Iugoslavia (3) Ivan Cavicchi (3) Jens Weidmann (3) Jugoslavia (3) Leonardo SInigaglia (3) Lista Tsipras (3) Luca Ricolfi (3) Magdi Allam (3) Manolo Monero Pérez (3) Marcello Foa (3) Marco Bulletta (3) Marco Mainardi (3) Mario Volpi (3) Marxista dell'Illinois n.2 (3) Massimo De Santi (3) Massimo cacciari (3) Maurizio Fratta (3) Maurizio del Grippo (3) Milton Friedmann (3) Modern Money Theory (3) Moldavia (3) Morya Longo (3) Napoli (3) Nigel Farage (3) No Mes (3) No e-45 autostrada (3) Noi Mediterranei (3) Olanda (3) Palermo (3) Panagiotis Sotiris (3) Paola De Pin (3) Partito Italexit (3) Patrizia Badii (3) Pedro Montes (3) Pkk (3) Poroshenko (3) Rinascita (3) Rodoflo Monacelli (3) Ruggero Arenella (3) Salento (3) Sarkozy (3) Scenari Economici (3) Six Pack (3) Stavros Mavroudeas (3) Ugo Arrigo (3) Ungheria. jobbink (3) Ventotene (3) Viareggio (3) al-Nusra (3) alba dorata (3) austria (3) biotecnocrazia (3) bollettino medico (3) crediti deteriorati (3) debito (3) deflazione (3) deflazione salariale (3) diritto d'asilo politico (3) diritto di cittadinanza (3) divorzio banca d'Italia Tesoro (3) dollaro (3) economia sociale di mercato (3) elezioni 2020 (3) euroasiatismo (3) foibe (3) forza nuova (3) giustizia (3) inceneritori (3) indignati (3) ines armand (3) insegnanti (3) internazionale azione (3) legge di stabilità 2015 (3) legge truffa (3) machiavelli (3) maternità surrogata (3) mattarellum (3) mezzogiorno (3) minijobs. Germania (3) negazionismo (3) noE-45 autostrada (3) occidente (3) oligarchia (3) olocausto (3) partito (3) partito democratico (3) prescrizione (3) psicanalisi (3) quota 100 (3) rai (3) ratzinger (3) riforma del senato (3) robotica (3) sanità. spending review (3) sciopero generale (3) seminario teorico (3) senato (3) sme (3) social media (3) socialdemocrazia (3) sondaggi (3) sovranità e costituzione (3) sovrapproduzione (3) takfir (3) tassisti (3) terza assemblea P101 (3) tv (3) violenza (3) web (3) 11 settembre (2) 12 aprile (2) 25 aprile 2017 (2) 27 ottobre 2012 (2) A/simmetrie (2) ALDE (2) Ada Colau (2) Agenda Monti (2) Alberto Benzoni (2) Alberto Montero (2) Alétheia (2) Amando Siri (2) Amazon (2) Andalusia (2) Angelo Salento (2) Antonello Ciccozzi (2) Antonello Cresti (2) Arditi del Popolo (2) Armando Siri (2) Atlante (2) Baath (2) Bahrain (2) Banca (2) Bandiera rossa in movimento (2) Berretti Rossi (2) Bilderberg (2) Black Lives Matter (2) Blockchain (2) Bolivia (2) Bolkestein (2) Borotba (2) Brushwood (2) CISL (2) Carc (2) Carlo Clericetti (2) Carlo Freccero (2) Carlo Romagnoli (2) Cernobbio (2) Certificati di Credito Fiscale (2) Cesarina Branzi (2) Cgia Mestre (2) Chantal Mouffe (2) Cile (2) Cirimnnà (2) Civati (2) Claudia Castangia (2) Colonialismo (2) Comitato antifascista russo-ucraiono (2) Conte (2) Coordinamento europeo della Sinistra contro l’euro (2) Dani Rodrik (2) De Bortoli (2) Der Spiegel (2) Diem25 (2) Domenico Losurdo (2) Don Giancarlo Formenton (2) Dugin (2) EReNSEP (2) Edoardo Biancalana (2) Ego della Rete (2) Emilia Clementi (2) Emilia-Romagna (2) Emiliano Gioia (2) Enzo Pennetta (2) Eric Toussaint (2) Ettore Livini (2) European Quantitative-easing Intermediated Program (2) Extincion Rebellion (2) F.List (2) Federal reserve (2) Fidel Castro (2) Fidesz (2) Filippo Gallinella (2) Fiumicino (2) Forestale (2) Forum Internazionale antiEU delle forze popolari (2) Forum Popoli Mediterranei (2) Francesco Lamantia (2) Francesco Maria Toscano (2) Francesco Piobbichi (2) Franco Russo (2) Frosinone (2) Fulvio Grimaldi (2) Futuro al lavoro (2) Generale Pappalardo (2) Gentiloni (2) Giacomo Bracci (2) Giacomo Russo Spena (2) Giada Boncompagni (2) Giancarlo Cancelleri (2) Gig Economy (2) Giorgio Gattei (2) Giuliano Amato (2) Giuseppe Palma (2) Goldman Sachs (2) Google (2) Grottaminarda (2) Guido Viale (2) Hartz IV (2) Hegel (2) Hitler (2) Héctor Illueca (2) INPS (2) Incontro di Madrid 19/21 febbraio 2016 (2) Iniciativa za Demokratični Socializem (2) Iniziativa per il socialismo democratico (2) Italia Ribelle (2) Iugend Rettet (2) JULIAN ASSANGE (2) Jacopo Custodi (2) Javier Couso Permuy (2) Juan Carlos Monedero (2) Juncker (2) Junker (2) Kalergy (2) Ken Loach (2) Kostas Lapavitsas (2) Kurdistan (2) La Grassa (2) Lelio Basso (2) Lelio Demichelis (2) Loretta Napoleoni (2) Ltro (2) M-48 (2) Maastricht (2) Mali (2) Manolis Glezos (2) Marco Revelli (2) Marco Rizzo (2) Maria Elena Boschi (2) Maria Rita Lorenzetti (2) Mario Tronti (2) Mark Zuckerberg (2) Marocco (2) Massimo D'Antoni (2) Massimo PIvetti (2) Michele Serra (2) Michele fabiani (2) Microsoft (2) Militant (2) Moscovici (2) Movimento Politico d'Emancipazione Popolare (2) Mussari (2) Mélenchon (2) Nadia Garbellini (2) Netanyahu (2) Nicaragua (2) Omt (2) Oriana Fallaci (2) Ostia (2) Paolo Maddalena (2) Papa (2) Partito comunista (2) Patto di Stabilità e Crescita (2) Paul Krugman (2) Paul Mason (2) PdCI (2) Pdl (2) Piano di eradicazione degli ulivi (2) Piemonte (2) Pippo Civati (2) Portella della Ginesta (2) Preve (2) Quarto Polo (2) Raffaele Alberto Ventura (2) Reddito di inclusione sociale (2) Riccardo Bellofiore (2) Riccardo Ruggeri (2) Riscossa Italia (2) Roberto Ferretti (2) Rosanna Spadini (2) Rosarno (2) Rosatellum (2) Rozzano (2) Ryan air (2) SPD (2) STX (2) Sahra Wagenknecht (2) Salistrari (2) Schumpeter (2) Scilipoti (2) Scozia (2) Seconda Assemblea CLN (2) Sergio Bellavita (2) Sergio Cararo (2) Sergio Cofferati (2) Severgnini (2) Shale gas (2) Simone Di Stefano (2) Slovenia (2) Stato penale (2) Stefano Zecchinelli (2) Steve Bannon (2) Stiglitz (2) Tasi (2) Tasos Koronakis (2) Telecom (2) Terzo Forum (2) Thissen (2) Thomas Piketty (2) Tito Boeri (2) Tiziana Alterio (2) Tiziana Ciprini (2) Tltro (2) Tomaso Montanari (2) Tor Sapienza (2) Torino (2) Transatlantic Trade and Investment Partnership (2) Transnistria (2) Trilateral (2) UIL (2) UKIP (2) Umberto Eco (2) Ursula von der Leyen (2) Valerio Bruschini (2) Von Der Leyen (2) Vox Italia (2) Zagrebelsy (2) Zoe Constantopoulou (2) accordo del 20 febbraio (2) accordo sul nucleare (2) agricoltori indignati (2) al Serraj (2) al-Durri (2) al-qaeda (2) alawismo (2) animalismo (2) antimperialista (2) antispecismo (2) antropologia (2) atac (2) banche venete (2) battaglia d'autunno (2) blocco sociale (2) bontempelli (2) burkini (2) calunnia (2) casa (2) clausole di salvaguardia (2) cobas (2) comitato di Perugia (2) composizione di classe (2) comuni (2) comunicazione (2) debito privato (2) denaro (2) deregulation (2) domenico gallo (2) due euro (2) dughin (2) elezioni comunali 2015 (2) elezioni comunali 2019 (2) embraco (2) enel (2) energia (2) ennahda (2) esercito (2) eugenetica (2) expo (2) export (2) fake news (2) fecondazione eterologa (2) fincantieri (2) fine del lavoro (2) frontiere (2) gaypride (2) genetica (2) gennaro Migliore (2) geoeconomia (2) giacobinismo (2) governicchio (2) indignatos (2) industria italiana (2) intimperialismo (2) isu sanguinis (2) legge (2) legge di stabilità 2018 (2) lgbt (2) libano (2) liberi e uguali (2) libertà di pensiero (2) maidan (2) manifestazione 2 giugno 2018 (2) marina silva (2) mercantislismo (2) nazionalizzare le autostrade (2) no expo (2) non una di meno (2) omosessualità (2) ong (2) paolo vinti (2) pareggio di bilancio (2) parlamento europeo (2) patria (2) patto del Nazareno (2) patto grecia-israele (2) patto politico (2) peronismo (2) petrolio (2) pietro ratto (2) poste (2) poste italiane (2) proporzionale (2) province (2) razionalismo (2) reddito di base (2) ricchezza (2) riduzione parlamentari (2) rifiuti (2) riformismo (2) rivoluzione russa (2) rivoluzione socialista (2) scissione pd (2) serbia (2) shador (2) shoa (2) silicon valley (2) sinistra anticapitalista (2) sinistra critica (2) società (2) stagnazione secolare (2) stop or-me (2) studenti (2) tasso di cambio (2) transgender (2) transumano (2) ulivi (2) unioni civili (2) uniti e diversi (2) uscita da sinistra (2) vincolo di mandato (2) vota NO (2) "cosa rossa" (1) 100 giorni (1) 101 Dalmata. il più grande successo dell'euro (1) 11-12 gennaio 2014 (1) 14 novembre (1) 17 aprile (1) 19 ottobre 2019 (1) 1961 (1) 20-24 agosto 2014 (1) 25 aprile 2014 (1) 25 aprile 2015 (1) 25 aprile 2018 (1) 28 marzo 2014 (1) 31 marzo a Milano (1) 4 novembre (1) 5G (1) 6 gennaioMovimento Popolare di Liberazione (1) 8 settembre (1) 9 febbraio 2019 (1) 9 novembre 2013 (1) A. Barba (1) AL NIMR (1) Abd El Salam Ahmed El Danf (1) Aberto Bellini (1) Accellerazionismo (1) Achille Occhetto (1) Acqua pubblica (1) Adenauer (1) AirCrewCommittee (1) Alain Parguez (1) Alan Greenspan (1) Alan Johnson (1) Alba Libica (1) Albania (1) Albert Jeremiah Beveridge (1) Albert Reiterer (1) Albert Rivera (1) Alberto Perino (1) Alcoa (1) Aldo Barba (1) Aldo Bronzo (1) Aleksey Mozgovoy (1) Alemanno (1) Aleppo (1) Alesina (1) Alessandro Mustillo (1) Alessandro Trinca (1) Alex Zanotelli (1) Alexander Zakharchenko (1) Alterfestival (1) Alternativa per la Germania (1) Alì Manzano (1) Ambrogio Donini (1) Ambrose Evans Pritchard (1) Amedeo Argentiero (1) Amintore Fanfani (1) Amoroso (1) Anders Breivik (1) Andrew Brazhevsky (1) Andrew Spannaus (1) Angela Matteucci (1) Angelo di Carlo (1) Angus Deaton (1) Anis Amri (1) Anna Angelucci (1) Anna Lami (1) Anschluss (1) Anthony Coughlan (1) Antonella Stocchi (1) Antonio De Gennaro (1) Antonio Guarino (1) Antonio Rinaldis (1) Antonis Ragkousis (1) Antonis-Ragkousis (1) Apple (1) Arditi (1) Argo Secondari (1) Argyrios Argiris Panagopoulos (1) Arnaldo Otegi (1) Ars Longa (1) Art 81 (1) Art. 11 (1) Art.50 Trattato Lisbona (1) Articolo1 (1) Artini (1) Artuto Scotto (1) Ascheri (1) Atene (1) Athanasia Pliakogianni (1) Atlantia (1) Attali (1) Augusto Graziani (1) Australia (1) BDI (1) BORIS NEMTSOV (1) BRI (1) Banca d'Italia (1) Banca mondiale (1) Barcelona en comú (1) Bashar al-Assad (1) Basilicata (1) Bastasin (1) Battaglione Azov (1) Bazar (1) Bcc (1) Bekaert (1) Belardelli (1) Belgio (1) Benigni (1) Benoît Hamon (1) Bernard-Henri Levy (1) Bielorussia (1) Bifo (1) Bilancio Ue (1) Bini Snaghi (1) Bisignani (1) Bismarck (1) Black Panthers (1) Blade Runner 2049 (1) Boicotta Eurovision (1) Boikp Borisov (1) Bolsonaro (1) Bossi (1) Branko Milanovic (1) Brennero (1) Bretagna (1) Brigata kalimera (1) Brindisi (1) Britannia (1) Bruderle (1) Bruno Steri (1) Bruno Vespa (1) Bulgaria (1) ByoBlu (1) C.f.. Governo giallo-verde (1) CARTA DI FIRENZE 2019 (1) CCF (1) CNL (1) COMITATO OPERAI E CITTADINI PER L'AST (1) COSMOPOLITICA (1) Calabria (1) Calenda (1) Cambiare si può (1) Cameron (1) Cammino per la libertà (1) Cancellieri (1) Carchedi (1) Caritas (1) Carlo Candi (1) Carlo De Benedetti (1) Carlo Rovelli (1) Carmine Pinto (1) Casal Bruciato (1) Cascina Raticosa (1) Casini (1) Cassazione (1) Cassese Sabino (1) Catarina Martins (1) Cekia (1) Cesare Battisti (1) Checchino Antonini (1) Checco (1) Chiaberge Riccardo (1) Chiara Appendino (1) Chisinau (1) Chișinău (1) Christian Napolitano (1) Christian Rocca (1) Christoph Horstel (1) Circo Massimo (1) Cirinnà (1) Civitavecchia (1) Claudia Zeta (1) Claudio Maartini (1) Claudio Magris (1) Claus Offe (1) Concita De Gregorio (1) Confederazione europea (1) Conferenza d'apertura (1) Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 (1) Coord (1) Coordinamento europeo per l'uscita dall'Unione (1) Corea del Sud (1) Corriere della sera (1) Corte Europea sui diritti dell'uomo (1) Cosenza (1) Crimea (1) Cristina Re (1) Cuperlo (1) DDL (1) Dagospia (1) Daisy Osauke (1) Damiano palano (1) Dan Glazebrook (1) Daniela Conti (1) Daniele Manca (1) Danimarca (1) Dario Fo (1) Davide Bono (1) Davide Gionco (1) Davos (1) De Masi (1) De Vito (1) Debora Billi (1) Debt Redemption Fund (1) Del Rio (1) Denis Mapelli (1) Dichiarazione universale dei diritti umani (1) Dimitris Christoulias (1) Dio (1) Dmitriy Kolesnik (1) Domenico Quirico (1) Domenico Rondoni (1) Dominique Strauss-Khan (1) Don Sturzo (1) Donald Tusk (1) Duda (1) ECO (1) EPAM (1) Eco della rete (1) Eduard Limonov (1) Elctrolux (1) Eleonora Florenza (1) Elinor Ostrom (1) Elliott Gabriel (1) Emanuele Filiberto (1) Emilio Gentile (1) Emma Bonino (1) Emmanuel Mounier (1) Emmeffe (1) Enrica Perucchietti (1) Enrico Angelini Partigiano (1) Enrico Gatto (1) Enrico Rossi (1) Enrico padoan (1) Erasmo vecchio (1) Ernesto Pertini (1) Ernst Bloch (1) Eros Francescangeli (1) Erri De Luca (1) Etiopia (1) Ettore Gotti Tedeschi (1) Eugenio Scalgari (1) Eunoè (1) Eurispes (1) Europa a due velocità (1) Evo Morales (1) FF2 (1) Fabiani (1) Fabio Amato (1) Fabio De Masi (1) Fabio Dragoni (1) Fabio Mini (1) Fabio Petri (1) Fabriano (1) Fabrizio De Paoli (1) Fabrizio Rondolino (1) Falluja (1) Favia (1) Federazione delle Industrie Tedesche (1) Federica Aluzzo (1) Federico Caffè (1) Federico II il Grande (1) Ferrero (1) Fertility Day (1) Filippo Dellepiane (1) Filippo Nogarin (1) Filippo Santarelli (1) Fiorito (1) Florian Philippot (1) Folkebevægelsen mod EU (1) Foodora (1) Foro di Sao Paulo (1) Forum Ambrosetti (1) Forum dei Popoli Mediterranei (1) Forum di Assisi (1) Francesca Donato (1) Francesco Campanella (1) Francesco Cardinali (1) Francesco Garibaldo (1) Francesco Giuntoli (1) Francesco Lenzi (1) Francesco Magris (1) Franco Venturini (1) Frauke Petry (1) Fred Kuwornu (1) Freente Civico (1) Freud (1) Front de gauche (1) Fronte della gioventù comunista (1) Fuad Afane (1) Fukuyama (1) Fuori dall'euro (1) GMJ (1) Gabanelli (1) Gabriele Gesso (1) Gandhi (1) George Friedman (1) George Monbiot (1) Germanicum (1) Gesù (1) Gezi park (1) Giacomo Bellini (1) Giacomo Bellucci (1) Giacomo Vaciago (1) Giacomo Zuccarini (1) Giancarlo Bergamini (1) Gim cassano (1) Giordano Sivini (1) Giovanna Vertova (1) Giovanni De Cristina (1) Giovanni Lo Porto (1) Giovanni Schiavon (1) Giovanni Tomei (1) Giovanni di Cristina (1) Giulia Grillo (1) Giuliana Commisso (1) Giuliano Procacci (1) Giulio Ambrosetti (1) Giulio Girardi (1) Giulio Tarro (1) Giulio Tremonnti (1) Giuseppe Altieri (1) Giuseppe Guarino (1) Giuseppe Travaglini (1) Giuseppe Turani (1) Giuseppe Zupo (1) Glauco Benigni (1) Godley (1) Grasso (1) Graziano Priotto (1) Grecia presidio 9/9/19 (1) Guerra di liberazione algerina (1) Guglielmo Forges Davanzati (1) Guido Lutrario (1) Guido Ortona (1) Günther Anders (1) HSBC (1) Hainer Flassbeck (1) Haitam Manna (1) Haiti (1) Haver Analytics (1) Hawking (1) Heiner Flassbeck (1) Hillary Clinton (1) Hjalmar Schacht (1) Hong Kong (1) Huawei (1) Huffington Post (1) IPHONE (1) IRiS (1) IS (1) Ida Magli (1) Ignazio Marino (1) Il tramonto dell'euro (1) Ilaria Lucaroni (1) Illueca (1) Imposimato (1) Improta (1) Indesit (1) Indipendenza e Costituzione (1) Inge Höger (1) Intellettuale dissidente (1) International Forum of Sovereign Wealth Funds (1) Intesa Sanpaolo (1) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (1) Italia dei valori (1) J.Habermas (1) JAMES GALBRAITH (1) JOBS ACT(ING) IN ROME (1) Jacques Delors (1) Jacques Rancière (1) James Holmes (1) James K. Galbraith (1) James Petras (1) Jaroslaw Kaczynsk (1) Jason Barker (1) Je so' Pazz' (1) Jean Claude Juncker (1) Jean-Claude Juncker (1) Jean-Claude Lévêque (1) Jean-Claude Michéa (1) Jean-Jacques Rousseau (1) Jean-Paul Fitoussi (1) Jeremy Rifkin (1) Jo Cox (1) Joel Perichaud (1) John Laughland (1) John Locke (1) John Pilger (1) Jorge Alcazar Gonzalez (1) Joseph De Maistre (1) Joseph Shumpeter (1) Josephine Markmann (1) João Ferreira (1) Jugend Rettet (1) Juha Sipila (1) Junge Welt (1) Kalecky (1) Kalergi (1) Kelsen (1) Kemi Seba (1) Kenneth Kang (1) Kiev (1) Kirill Vasilev (1) Kolesnik Dmitriy (1) Kosovo (1) Kostas Kostoupolos (1) Kostas-Kostopoulos (1) Kouachi (1) Koutsianas Pantelis (1) Kruhman (1) Ktragujevac (1) Kyenge (1) L'Aquila (1) La Pira (1) La forte polarizzazione (1) La sinistra e la trappola dell'euro (1) La via maestra (1) La7 (1) Lagarde (1) Lapo Elkann (1) Lars Feld (1) Lasciateci fare (1) Leave (1) Lecce (1) Left (1) Legge 194 (1) Legge Acerbo (1) Legge Severino (1) Leonardo Coen (1) Leopolda (1) Lettera aperta ai movimenti sovranisti (1) Lev Gumilev (1) LexitNetwork (1) Lia De Feo (1) Lidia Riboli (1) Lidia Undiemi (1) Liguria (1) Lillo Massimiliano Musso. Leoluca Orlando (1) Lituana (1) Livorno (1) Logistica. Ikea (1) London Corrispondent Society (1) Lorenzin (1) Lorenzin Beatrice (1) Lorenzo Alfano (1) Lorenzo Del Savio (1) Lorenzo Dorato (1) Lorenzo Fioramonti (1) Lorenzo Fontana (1) Loris Caruso (1) Luca Donadel (1) Luca Pagni (1) Lucarelli (1) Lucia Annunziata (1) Lucia Morselli (1) Luciana Castellina (1) Luciano Violante (1) Lucio Magri (1) Lucio garofalo (1) Luigi De Giacomo (1) Luigi Nanni (1) Luigi Preiti (1) Luigi Zingales (1) Luka Mesec (1) López Obrador (1) M. Pivetti (1) M48 (1) M5 (1) MH 17 flight paths (1) MNLA (1) MOSE (1) Macchiavelli (1) Macedonia (1) Maida (1) Manuel Monereo (1) Manuel Montejo (1) Manuela Cadelli (1) Manuela Carmena (1) Marcello Barison (1) Marcello De Cecco (1) Marcello Veneziani (1) Marcia Perugia-Assisi (1) Marco Bersani (1) Marco Carrai (1) Marco Cattaneo (1) Marco Di Steafno (1) Marco Ferrando (1) Marco Fortis (1) Marco Giannini (1) Marco Palombi (1) Marco Pannella (1) Marco Parma (1) Marco Rovelli (1) Marco Santopadre (1) Marcuse (1) Margarita Olivera (1) Maria Grazia Da Costa (1) Marina Calculli (1) Marina Minicuci (1) Mario Esposito (1) Mark Rutte (1) Maroni (1) Marta Fana (1) Martin Lutero (1) Martin Wolf (1) Marxista dell'Illinois n.1 (1) Massimiliano Panarari (1) Massimo Costa (1) Massimo Gramellini (1) Massimo Recalcati (1) Massimo Villone (1) Matt O'Brien (1) Mattei (1) Matteo Mameli (1) Matteo Pucciarelli (1) Mauricio Macri (1) Maurizio Alfieri (1) Maurizio Blondet (1) Maurizio Franzini (1) Maurizio Leonardi (1) Maurizio Lupi (1) Maurizio Molinari (1) Maurizio Ricci (1) Maurizio Sgroi (1) Maurizio Vezzosi (1) Maurizio Zenezini (1) Maurizio zaffarano (1) Mauro Alboresi (1) Mauro Bocci (1) Mauro Maltagliati (1) Mauro Scradovelli (1) Mauro Volpi (1) Maximilian Forte (1) Mdp (1) Me.Fo. (1) Melanchon (1) Meloni (1) Mentana (1) Meridionalisti Italiani (1) Merk (1) Merloni (1) Messico (1) Metallurgiche Forschungsgesellschaft (1) Micah Xavier Johnson (1) Michael Jacobs (1) Michael Ledeen (1) Michael Moore (1) Michelangelo Vasta (1) Michele Ainis (1) Michele Ruggero (1) Mihaly Kholtay (1) Milano (1) Milosevic (1) Milton Friedman (1) Mimmo Lucano (1) Mincuo (1) Ministero economia e finanza (1) Mladic (1) Mohamed bin Salman (1) Mohammad Javad Zarif (1) Monica Maggioni (1) Monicelli (1) Mont Pélerin Society (1) Montegiorgio in Movimento (1) Moshe Ya’alon (1) Moves (1) Movimento 77 (1) Movimento R(e)evoluzione (1) Movimento democratici e progressisti (1) Movimento di Liberazione Popolare (1) Movimiento 15-M (1) Mulatu Teshome Wirtu (1) Musk (1) NIgeria (1) Nadia Valavani (1) Naji Al-Alì (1) Nancy Fraser (1) Natale (1) Neda (1) Nepal (1) Nethanyahu (1) New York Times (1) Nicky Hager (1) Nicola Ferrigni (1) Nicolas Dupont-Aignan (1) Nicoletta Dosio (1) Nicolò Bellanca (1) Nimr Baqr al-Nimr (1) No Fertility Day (1) Noam Chomsky (1) Noelle Neumann (1) Noi sicialiano con Busalacchi (1) Norbert Hofer (1) Norberto Bobbio (1) Nord Africa (1) Norma Rangeri (1) Nsa (1) OCSE (1) OLTRE L'EURO L'ALTERNATIVA C'È (1) OPEC (1) OXI (1) Olimpiadi (1) Olmo Dalcò (1) Omnium (1) Onda d'Urto (1) Open Society Foundations (1) Orietta Lunghi (1) P 101 (1) P-Carc (1) P01 (1) PCE (1) PCdI (1) PIANESI MARIO (1) POSSIBILE (1) PRISM (1) PSUV (1) Pablo Stefanoni (1) Padre Pio (1) Paesi baschi (1) Pakistan (1) Palladium (1) Panagoitis Sotiris (1) Panos "Panagiotis" Kammenos (1) Paola Muraro (1) Paolo Ciofi (1) Paolo Di Martino (1) Paolo Giussani (1) Paolo Maria Filipazzi (1) Paolo dall'Oglio (1) Paremvasi (1) Partito Comunista Italiano (1) Partito Comunista d'Italia (1) Partito del Lavoro (1) Partito radicale (1) Pasolini (1) Pasquale Voza (1) Passos Coelho (1) Patto di stabilità (1) Paul "Elliot" Singer (1) Paul De Grauwe (1) Paul Steinhardt (1) Per una sinistra rivoluzionaria (1) Perù (1) Pettirossi (1) Piano nazionale per la fertilità (1) Piepoli (1) Pier Francesco Zarcone (1) Pier Paolo Pasolini (1) Pierfranco Pellizzetti (1) Piero Calamandrei (1) Piero Gobetti (1) Piero Ricca (1) Piero fassina (1) Piero valerio (1) Pierre Laurent (1) Pietro Attinasi (1) Pietro Ingrao (1) Pietro Nenni (1) Pil (1) Pil argentino (1) Pinna (1) Pino Corrias (1) Pino Prestigiacomo (1) Piotr Zygulski (1) Pisa (1) Pizzarotti (1) Pomezia (1) Porto Recanati (1) Postcapitalism (1) Presidenza della Repubblica (1) Profumo (1) Puglia (1) Quadrio Curzio Alberto (1) Quisling (1) RENAUD LAMBERT (1) RISCOSSA ITALIANA (1) ROSS@ Parma (1) Rachid Ghannoūshī (1) Radek (1) Raffaele Ascheri (1) Raffaele Marra (1) Raffaella Paita (1) Ramadi (1) Ramarrik de Milford (1) Ramon Franquesa (1) Rapporto Werner (1) Ras Longa (1) Razem (1) Realfonzo (1) Remain (1) Renato Brunetta (1) René Girard (1) Report (1) Repubblica di Lugànsk (1) Rete Sostenibilità e Salute (1) Riccardo Terzi (1) Riccardo Tomassetti (1) Rino Formica (1) Risorgimento Meridionale (1) Rita Di Leo (1) Rizzo (1) Robert Mundell (1) Roberta Lombardi (1) Roberto D'Agostino (1) Roberto D'Alimonte (1) Roberto D'Orsi (1) Roberto Fico (1) Roberto Grienti (1) Roberto Marchesi (1) Roberto Martino (1) Roberto Massari (1) Roberto Musacchio (1) Roberto Palmerini (1) Roberto Santilli (1) Rocco Casalino (1) Rohani (1) Roma 13 ottobre 2018 (1) Roma 21 novembre 2015 (1) Romney (1) Rosario Crocetta (1) Rossano Rubicondi (1) Rovereto (1) SENZA EURO(PA) (1) SI COBAS (1) SInistra popolare (1) SYLVAIN LEDER (1) Sacko Soumayla (1) Said Gafurov (1) Sakorafa (1) Salmond (1) Salonicco (1) Salvatore Biasco (1) Salvatore D'Albergo (1) Samaras (1) Samir Amin (1) Sandro Targetti (1) Santori (1) Schengen (1) Schlageter (1) Scottish National Party (1) Scuola austriaca (1) Scuola di Friburgo (1) Sebastiano Isaia (1) Serge Latouche (1) Sergeï Kirichuk (1) Sergio Bologna (1) Sergio Romano (1) Shaimaa (1) Shaimaa el-Sabbagh (1) Shakira (1) SiAMO (1) Sig­mar Gabriel (1) Silvana Sciarra (1) Slai Cobas (1) Slavoj Zizek (1) Solone (1) Sorrentino (1) Spoleto (1) Sraffa (1) Standard & Poor's (1) Stanis Ruinas (1) Stefania Giannini (1) Stefano Alì (1) Stefano Azzarà (1) Stefano Bartolini (1) Stefano Feltri (1) Stefano Lucarelli (1) Stefano Musacchio (1) Stefano Petrucciani (1) Stefano Zai (1) Steven Forti (1) Storace (1) Stratfor (1) Strikemeeting (1) Sudafrica (1) Susana Díaz (1) Svitlana Grugorciùk (1) Svizzera (1) TISA (TRADE IN SERVICES AGREEMENT) (1) TPcCSA (1) Tarek Aziz (1) Tariq Alì (1) Tempa Rossa (1) Tfr (1) Thatcher (1) Theodoros Koudounas (1) Theresa Mai (1) Thomas Szmrzly (1) Thomas Zmrzly (1) Tiziana Aterio (1) Tiziana Drago (1) Togliatti (1) Tommaso Nencioni (1) Tommaso Rodano (1) Tonia Guerra (1) Tony Manigrasso (1) Topos Rosso (1) Toscana (1) Tribunale dell'Aia (1) Trichet (1) Tripoli (1) Tuareg (1) Two Pack (1) UGL (1) UPR (1) Udc (1) Ugo Mattei (1) Ulrich Grillo (1) Unicredit (1) Unio (1) United Kingdom Indipendent Party (1) Utoya (1) VLADIMIR LAKEEV (1) Vagelis Karmiros (1) Valerio Colombo (1) Vallonia (1) Vasilij Volga (1) Veltroni (1) Venezia (1) Veronica Duranti (1) Versilia (1) Vertice di Milano (1) Viale (1) Viktor Shapinov (1) Vilad Filat (1) Vincent Brousseau (1) Vincenzo Sparagna (1) Viscione (1) Vito Lops (1) Vito Storniello (1) Vittorio Bertola (1) Vittorio Carlini (1) Vittorio da Rold (1) Von Mises (1) Vox Populi (1) W. Streeck (1) WHIRLPOOL (1) Walter Eucken (1) Walter Tocci (1) Warren Mosler (1) Washington Consensus (1) Wen Jiabao (1) Westfalia (1) Wilders (1) Wolfgang Streeck (1) Wolkswagen (1) Wozniak (1) YPG (1) Ytzhac Yoram (1) Zagrebelsky (1) Zaia (1) Zalone (1) Zbigniew Brzezinski (1) Zecchinelli (1) Zedda Massimo (1) Zizek (1) Znet (1) Zolo (1) Zygmunt Bauman (1) aborto (1) accise (1) adozioni (1) aggressione (1) agorà (1) al-Fatah (1) al-Ghwell (1) alba mediterranea (1) alberto garzon (1) alluvione (1) alt (1) alta velocità (1) amanda hunter (1) amnistia (1) amore (1) andrea zunino (1) antropocene (1) apocalisse (1) appoggio tattico (1) arcelor Mittal (1) aree valutarie ottimali (1) armi (1) arresti (1) asia argento (1) askatasuna (1) assemblea di Roma del 4 luglio 2015 (1) assemblea nazionale del 22 e 23 ottobre (1) ateismo (1) autogestione (1) autostrade (1) ballarò (1) battisti (1) benessere (1) big five (1) bilancia dei pagamenti (1) bioetica (1) biologia (1) black block (1) blocco costituzionale (1) blocco nero (1) bloomberg (1) bomba atomica (1) bonapartismo (1) brigantaggio (1) bufale (1) bullismo (1) calcio (1) califfaato (1) campagna di finanziamento (1) capitolazione (1) carlo Bonini (1) carlo Sibilia (1) carta dei principi (1) cassa depositi e prestiti (1) catastrofe italiana (1) catene di valore (1) cdp (1) censis (1) censura (1) chokri belaid (1) comitato (1) comitato per la salvaguardia dei numeri reali (1) commemorazione (1) confini (1) conflitto di interezzi (1) confucio (1) consiglio superiore della magistratura (1) contestazione (1) controcorrente (1) convegno di Copenaghen (1) coronavirus (1) coronovirus (1) cretinate. (1) curzio maltese (1) cybercombattenti (1) cyborg (1) dabiq (1) dall'euro (1) dalla NATO e dal neoliberismo (1) david harvey (1) decalogo (1) decescita (1) decrescita felice (1) decretone (1) democratellum (1) democratiche e di sinistra (1) democrazia economica (1) deportazione economica (1) depressione (1) di Monica Di Sisto (1) dichiarazione di Roma (1) dimissioni (1) dimitris kazakis (1) diritti dei lavoratori (1) dissesto idrogeologico (1) dracma (1) ebraismo (1) economie di scala (1) economist (1) ecosocialismo (1) egolatria (1) elezioni comunali 2018 (1) elezioni regionali 2019 (1) enav (1) enrico Corradini (1) erasmus (1) esercito industriale di riserva (1) espulsione (1) estremismo (1) eurasismo (1) euroi (1) evasione fiscale (1) fabbriche (1) fallimenti (1) fascistizzazione della Lega (1) felicità (1) femen (1) femminicidio (1) fiducia (1) finan (1) finaza (1) flessibilità (1) flussi elettorali 2016 (1) fondi avvoltoio (1) fondi immobiliari (1) fondi sovrani (1) forme (1) freelancing (1) fuga dei capitali (1) fusione dei comuni (1) genere (1) giusnaturalismo (1) global compact (1) gold standard (1) governabilità (1) governo neutrale (1) grande coalizione (1) gravidanza (1) grazia (1) guerra di civiltà (1) guerra valutaria (1) hansel e gretel (1) hedge funds (1) i più ricchi del mondo (1) il cappello pensatore (1) illiberale (1) ilsimplicissimus (1) import (1) import-export (1) incendi (1) independent contractor (1) india (1) indignados (1) indipendeza e costituzione (1) individualismo (1) indulto (1) intena (1) intervista (1) ius sanguinis (1) ivana fabris (1) joker (1) kafir (1) l (1) la grande bellezza (1) legalità (1) legge Madia (1) legge anticorruzione (1) legge antisciopero (1) legge di stabilità 2016 (1) leva (1) leva obbligatoria (1) lex monetae (1) libaralismo (1) libe (1) liberalizzazioni (1) liberazionne (1) liberiamo (1) libra (1) linguaggio (1) link tax (1) liste civiche. (1) loi El Khomri (1) lotga di classe (1) luddismmo (1) lula (1) madre surrogata (1) mafiodotto (1) maghreb (1) malaysian AIRLINES (1) mandato imperativo (1) manifesto del Movimento Popolare di Liberazione (1) manlio dinucci (1) manovra (1) marchesi Antinori (1) marcia globale per Gerusalemme (1) massacri imperialisti (1) massimo bray (1) massoneria (1) materialismo storico (1) matrimoni omosessuali (1) matteo bortolon (1) matteo brandi (1) megalamania (1) memoria (1) mercantilismo (1) mercato (1) mercato del lavoro (1) militarismo (1) modello spagnolo (1) modello tedesco (1) modernità (1) molestie (1) momento polany (1) monetarismo (1) moody's (1) nascite (1) nazion (1) nazional-liberismo (1) neokeynesismo (1) no allo spezzatino (1) no vax (1) nobel (1) nomine ue (1) norvegia (1) numero chiuso (1) obiezione di coscienza (1) occupy wall street (1) oligarchia eurista (1) openpolis (1) operaismo (1) ore lavorate (1) osvaldo napoli (1) pacifismo (1) palmira (1) partite iva (1) partiti (1) partito americano (1) partito brexit (1) partito umanista (1) pecchioli luigi (1) personalismo (1) petiziion (1) piaciometro (1) piano Silletti (1) piano nazionale di prevenzione (1) piero visani (1) piigs (1) politicamente corretto (1) politiche austeritarie (1) polizia (1) ponte Morandi (1) popolo (1) post-elezioni (1) post-operaismo (1) postumano (1) profughi (1) programma UIKP (1) progresso (1) qualunquismo (1) questione meridionale (1) quinta internazionale (1) rampini (1) rappresentanza (1) recensioni (1) regione umbria (1) rete 28 Aprile (1) ride sharing (1) rider (1) risparmio tradito (1) risve (1) riunioni regionali (1) rivoluzione (1) robot killer (1) rosabrunismo (1) rublo (1) salafismo (1) salir del euro (1) sandro veronesi (1) sanzioni (1) scie chimiche (1) sciopero della fame (1) seisàchtheia (1) sequestro minori (1) sfruttamento (1) sicurezza (1) siderurgia (1) sindalismo di base (1) sinismo (1) smartphone (1) social forum (1) sondaggio demos (1) specismo (1) spionaggio (1) squatter (1) stadio (1) startup (1) statuto (1) sterlina (1) strategia militare (1) stress test (1) sud (1) suez (1) supe-bolla (1) supply-side economics (1) svimez (1) taglio parlamentari (1) takfirismo (1) tango bond (1) tassiti (1) tempesta perfetta (1) terza fase (1) terzigno (1) terzo stato (1) tesaurizzazione (1) torre maura (1) tortura (1) transumanismo (1) trappola della liquidità (1) trasformismo (1) trasumanesimo (1) trenitalia (1) triptrorelina (1) trivelle (1) troll (1) uassiMario Monti (1) uberizzazione (1) ultimatum (1) vademecum (1) vadim bottoni (1) valute (1) vattimo (1) vertice di Roma (1) volkswagen (1) voucher (1) wahabismo (1) wahhabismo (1) xenobot (1) yuan (1) zanotelli (1) zapaterismo (1)