[ 7 gennaio ]
Fra pochi giorni sapremo se i catalani saranno chiamati, come sembra altamente probabile, di nuovo alle urne.
Lunedì scrivevamo che la sinistra indipendentista della CUP (Candidatura d'Unitat Popular) ha rifiutato, in seno al Parlamento catalano, di dare la fiducia ad Artur Mas, motivando il suo no col fatto che il programma da questi presentato è liberista e fondato sull'austerità.
Il leader liberista Artur Mas ha subito attaccato quelli della CUP dicendo che essi non hanno davvero a cuore l'indipendenza. Critica velenosa quanto strumentale.
Il signor Mas sapeva benissimo che se voleva ottenere i voti sufficienti per formare un governo aveva bisogno dell'appoggio della CUP. Poteva quindi, tanto per dire, rinunciare alle sue ricette liberiste, od almeno ad una sua parte. Ha invece preferito, pur di far vedere alla Merkel e a Draghi che lui è un fedele paladino delle oligarchie europee, non andare incontro alle richieste anti-austeritarie della sinistra catalana.
Chi è dunque che complica il processo di autodeterminazione nazionale?
Il non-appoggio al governo di Artur Mas ha provocato, com'era prevedibile, un'accesa discussione all'interno della CUP. Il noto deputato Antonio Baños, dando voce alla fronda che invece voleva l'accordo di governo con la destra liberista, si è addirittura dimesso da deputato.
Dietro a queste dimissioni si nasconde anche un'altro problema: con chi si alleerà la CUP in occasione delle prossime elezioni anticipate? Per Baños si dovrebbero mettere da parte temporaneamente le richieste di giustizia sociale contro l'austerità, fare quindi blocco con i liberisti indipendentisti di Artur Mas. Per Baños questa è la sola via per ottenere subito la secessione dalla Spagna, anche se per Mas la catalogna indipendente dovrebbe poi restare nell'Unione europea.
Baños a quindi condannato la scelta della "linea dura" da parte della maggioranza della CUP: "è stata data priorità l'ideologia invece che alla indipendenza".
Una critica che ovviamente la maggioranza respinge, sostenendo che giustizia sociale, fine dell'austerità e indipendenza non sono parti staccabili ma elementi di un medesimo processo di emancipazione e sovranità popolare.
Baños accusa la maggioranza di volersi invece alleare con Podemos ed il movimento di Ada Colau (attuale sindaco di Barcellona). Ipotesi di alleanza che lui condanna visto che Podemos accetta sì l'idea che i catalani possano decidere con un referendum se separarsi da Madrid ma, come ha detto Pablo Iglesias, Podemos darebbe a quel punto indicazione di voto NO alla secessione. "Non possiamo aspettare che venga Pablo Iglesias ad offrirci un referendum nel quale egli ha dichiarato che difenderà il no".
- CATALOGNA: VINCE L'INDIPENDENZA MA...
- CATALOGNA: INDIPENDENZA NAZIONALE E NEOLIBERISMO
Fra pochi giorni sapremo se i catalani saranno chiamati, come sembra altamente probabile, di nuovo alle urne.
Lunedì scrivevamo che la sinistra indipendentista della CUP (Candidatura d'Unitat Popular) ha rifiutato, in seno al Parlamento catalano, di dare la fiducia ad Artur Mas, motivando il suo no col fatto che il programma da questi presentato è liberista e fondato sull'austerità.
Il leader liberista Artur Mas ha subito attaccato quelli della CUP dicendo che essi non hanno davvero a cuore l'indipendenza. Critica velenosa quanto strumentale.
Il signor Mas sapeva benissimo che se voleva ottenere i voti sufficienti per formare un governo aveva bisogno dell'appoggio della CUP. Poteva quindi, tanto per dire, rinunciare alle sue ricette liberiste, od almeno ad una sua parte. Ha invece preferito, pur di far vedere alla Merkel e a Draghi che lui è un fedele paladino delle oligarchie europee, non andare incontro alle richieste anti-austeritarie della sinistra catalana.
Chi è dunque che complica il processo di autodeterminazione nazionale?
Il non-appoggio al governo di Artur Mas ha provocato, com'era prevedibile, un'accesa discussione all'interno della CUP. Il noto deputato Antonio Baños, dando voce alla fronda che invece voleva l'accordo di governo con la destra liberista, si è addirittura dimesso da deputato.
Dietro a queste dimissioni si nasconde anche un'altro problema: con chi si alleerà la CUP in occasione delle prossime elezioni anticipate? Per Baños si dovrebbero mettere da parte temporaneamente le richieste di giustizia sociale contro l'austerità, fare quindi blocco con i liberisti indipendentisti di Artur Mas. Per Baños questa è la sola via per ottenere subito la secessione dalla Spagna, anche se per Mas la catalogna indipendente dovrebbe poi restare nell'Unione europea.
Baños a quindi condannato la scelta della "linea dura" da parte della maggioranza della CUP: "è stata data priorità l'ideologia invece che alla indipendenza".
Una critica che ovviamente la maggioranza respinge, sostenendo che giustizia sociale, fine dell'austerità e indipendenza non sono parti staccabili ma elementi di un medesimo processo di emancipazione e sovranità popolare.
Baños accusa la maggioranza di volersi invece alleare con Podemos ed il movimento di Ada Colau (attuale sindaco di Barcellona). Ipotesi di alleanza che lui condanna visto che Podemos accetta sì l'idea che i catalani possano decidere con un referendum se separarsi da Madrid ma, come ha detto Pablo Iglesias, Podemos darebbe a quel punto indicazione di voto NO alla secessione. "Non possiamo aspettare che venga Pablo Iglesias ad offrirci un referendum nel quale egli ha dichiarato che difenderà il no".
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