[ sabato 21 dicembre 2019 ]
Non è il tintinnar di sciabole che si ode, ma quello assordante e perpetuo delle manette.
Di che stupirsi del resto?
Viviamo in un Paese che malgrado la Costituzione affermi che la sovranità appartiene al popolo, l'ha ceduta all'euro-tecnocrazia.
Nel Paese nel quale, in palese contrasto con l'articolo 27 della Costituzione [1],vige un Codice penale del 1930, così che la pena di morte è sta sì abolita, ma per essere rimpiazzata dalla pena fino alla morte (ergasotolo ostativo, 41bis, ecc).
Nel Paese in cui, come in nessun altro, quello giudiziario è diventato una super-potere il quale, travalicati da tempo i confini del proprio campo di pertinenza, sovradetermina gli altri due e detta il ritmo funebre che la politica è costretta a ballare. E' così che ci spieghiamo le recenti farneticazioni di un procuratore che, vittima di un vero e proprio delirito di onnipotenza, giustifica una retata di massa dicendo che "il suo sogno, da sempre, era quello di... smontare la Calabria come un Lego e poi rimontarla piano piano".
Nel Paese in cui proprio la cosiddetta "forza del cambiamento" (M5s) ha voluto ad ogni costo un provvedimento infame e liberticida come l'abolizione delle precrizione dei reati penali (ovvero: fine pena mai).
Viviamo in un Paese che pare sempre riuscire a smentire la quarta legge della dialettica, quella per cui la quantità si trasforma ad un certo punto in qualità — da noi le contraddizioni si affastellano, vanno e vengono, senza tuttavia mai superare il limite oltre il quale c'è la resa dei conti, lo scontro risolutivo
E' in questo quadro che si deve inscrivere il processo a Matteo Salvini, con tanto di rischio di finire in carcere per 15 anni a causa del presunto "sequestro di persona" relativo al caso della nave Gregoretti.
Sarà il Parlamento a decidere se Salvini verrà consegnato ai giuidici o se gli sarà assicurata l'immunità parlamentare. La magistratura ha puntato una pistola alla tempia di Salvini, la decisione se possa o no premere il grilletto è formalmente lasciata ai parlamentari, cioè ai politici.
Tra questi molti sono coloro, non solo le ex-sinistre, che vorrebbero abdicare ai giudici per provare a togliersi di mezzo Matteo Salvini. Fosse per i manettari dei 5 stelle il problema nemmeno si porrebbe, visto che sono per abolire l'immunità per i parlamentari
— en passant: uno dei dispositivi che qualificano lo Stato di diritto.
Nemmeno vogliamo entrare nella diatriba se Salvini abbia agito di testa sua come Ministro, se abbia o meno informato i suoi colleghgi condividendo la decisione di bloccare la Gregoretti in rada. Né vogliamo disquisire se processare "il truce" facendone un martire ottenga l'effetto contrario che quello di toglierlo di mezzo.
Questo populista azzeccagarbugli va contrastato a battuto sul piano politico, ovvero smescherato, opponendogli punto per punto una linea politica alternativa.
Ciò significa mai stare in combutta con l'élite eurocratica, né con la sinistra di regime (liberista quanto e più di lui), né con le sue frattaglie sardiniche, e infine mai appoggiandosi sulla super-casta giudiziaria che peggio ancora di come han fatto i politicanti, accettato un diritto sovraordinante ed extra-cosituzionale, si è piegata di sua sponte alla sudditanza all'Unione eurepea; Unione il cui intervento salvifico anzi invoca per raddrizzare quel "legno storto del popolo italiano".
NOTE
[1] "L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte".
Non è il tintinnar di sciabole che si ode, ma quello assordante e perpetuo delle manette.
Di che stupirsi del resto?
Viviamo in un Paese che malgrado la Costituzione affermi che la sovranità appartiene al popolo, l'ha ceduta all'euro-tecnocrazia.
Nel Paese nel quale, in palese contrasto con l'articolo 27 della Costituzione [1],vige un Codice penale del 1930, così che la pena di morte è sta sì abolita, ma per essere rimpiazzata dalla pena fino alla morte (ergasotolo ostativo, 41bis, ecc).
Nel Paese in cui, come in nessun altro, quello giudiziario è diventato una super-potere il quale, travalicati da tempo i confini del proprio campo di pertinenza, sovradetermina gli altri due e detta il ritmo funebre che la politica è costretta a ballare. E' così che ci spieghiamo le recenti farneticazioni di un procuratore che, vittima di un vero e proprio delirito di onnipotenza, giustifica una retata di massa dicendo che "il suo sogno, da sempre, era quello di... smontare la Calabria come un Lego e poi rimontarla piano piano".
Nel Paese in cui proprio la cosiddetta "forza del cambiamento" (M5s) ha voluto ad ogni costo un provvedimento infame e liberticida come l'abolizione delle precrizione dei reati penali (ovvero: fine pena mai).
Viviamo in un Paese che pare sempre riuscire a smentire la quarta legge della dialettica, quella per cui la quantità si trasforma ad un certo punto in qualità — da noi le contraddizioni si affastellano, vanno e vengono, senza tuttavia mai superare il limite oltre il quale c'è la resa dei conti, lo scontro risolutivo
E' in questo quadro che si deve inscrivere il processo a Matteo Salvini, con tanto di rischio di finire in carcere per 15 anni a causa del presunto "sequestro di persona" relativo al caso della nave Gregoretti.
Sarà il Parlamento a decidere se Salvini verrà consegnato ai giuidici o se gli sarà assicurata l'immunità parlamentare. La magistratura ha puntato una pistola alla tempia di Salvini, la decisione se possa o no premere il grilletto è formalmente lasciata ai parlamentari, cioè ai politici.
Tra questi molti sono coloro, non solo le ex-sinistre, che vorrebbero abdicare ai giudici per provare a togliersi di mezzo Matteo Salvini. Fosse per i manettari dei 5 stelle il problema nemmeno si porrebbe, visto che sono per abolire l'immunità per i parlamentari
— en passant: uno dei dispositivi che qualificano lo Stato di diritto.
Nemmeno vogliamo entrare nella diatriba se Salvini abbia agito di testa sua come Ministro, se abbia o meno informato i suoi colleghgi condividendo la decisione di bloccare la Gregoretti in rada. Né vogliamo disquisire se processare "il truce" facendone un martire ottenga l'effetto contrario che quello di toglierlo di mezzo.
Salvini, quello che ha mandato a monte il governo giallo-verde, Salvini che da no euro afferma "mai detto di voler uscire", Salvini che vuole una legge elettorale senza proporzionale, Salvini che chiede Mario Drahi al comando, Salvini il liberista che vuole dare tutto in mano ai privati, Salvini provato uomo di fede atlantista e sionista...
Questo populista azzeccagarbugli va contrastato a battuto sul piano politico, ovvero smescherato, opponendogli punto per punto una linea politica alternativa.
Ciò significa mai stare in combutta con l'élite eurocratica, né con la sinistra di regime (liberista quanto e più di lui), né con le sue frattaglie sardiniche, e infine mai appoggiandosi sulla super-casta giudiziaria che peggio ancora di come han fatto i politicanti, accettato un diritto sovraordinante ed extra-cosituzionale, si è piegata di sua sponte alla sudditanza all'Unione eurepea; Unione il cui intervento salvifico anzi invoca per raddrizzare quel "legno storto del popolo italiano".
NOTE
[1] "L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte".
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5 commenti:
Confesso che queste critiche alla magistratura non le capisco. Cosa deve fare un magistrato quando si trova di fronte ad un possibile reato. Chiudere un occhio e far finta di niente perché c'è di mezzo un politico? Non è un po' diverso il caso della Gregoretti rispetto alla Diciotti? Che dire poi della critica alla legge che abolisce la prescrizione? Va bene quando un politico come Andreotti riesce a farla franca anche se è dimostrato che è un mafioso fino agli anni `80? Che dire poi della critica a Gratteri che la lotta alla ndrangheta l'ha fatta per davvero e qualche risultato la ottenuto? Mi spiace leggere certi articoli in un blog di cui si condividono molte delle posizioni espresse.
O Piemme ma perché ti scaldi tanto. Le baruffe avvengono all'interno dello stesso campo liberista che tu teoricamente dovresti contrastate. Loro giocano lo spareggio per chi
deve andare a prendere ordini a Bruxelles e tu, che teoricamente sei contro l'Europa e l'Euro, ti metti a disquisire che uno dei contendenti deve essere battuto politicamente e non messo fuori campo dall'arbitro per gioco falloso. Posso dirti che, con amicizia, sembri un pochettino confuso?
Musedu,
che non si comprenda la gravità delle affermazioni di Gratteri è proprio la dimostrazione della confusione che regna sotto il cielo. Non è in discussione che la magistratura svolga le funzioni che le sono proprie quanto che da decenni orami questa abbia ampiamente debordato fino a diventare, nella sua "volontà di potenza", il potere sovrano.
l'anonimo, alle spalle del suo radicalismo verbale, commette il medesimo errore::, non riconosce questo strapotere della magistratura e se ne fotte delle conseguenze, per lui è dunque indifferente che lo Stato di diritto venga stravolto in modo così clamoroso, come se ciò non abbia conseguenze pesanti e nefaste sulla battaglia politica.
A fondo v'è una vecchia questione: se i rivoluzionari debbano o no difendere la democrazia quando essa è sotto attacco da parte di questo o quel pezzo delle classi dominanti.
Per il sottoscritto va difesa, punto.
Piemme
Effettivamente riconosco la mia confusione e mancanza di chiarezza ed è proprio per questo che mi sforzo di capire. Nella risposta precedente, effettivamente, concordo pienamente con quanto affermato da Piemme sull'importanza di difendere la democrazia. Anche per il sottoscritto va difesa, punto. Non mi è chiaro però chi la democrazia tenta di negarla. Non si può non riconoscere, a parer mio, che chi la democrazia la offende non è certamente la magistratura ma chi vuole negare lo stato di diritto. Tra la ndrangheta e la magistratura sto dalla parte di quella magistratura che le mafie le combatte senza guardare in faccia a nessuno. Gratteri, a parer mio, è uno di questi e mi sembra inutile ricordare tutti coloro che per la lotta alle mafie ci hanno rimesso la pelle. Le affermazioni del magistrato a proposito del “trenino Lego” vanno interpretate e io ho letto in quelle parole la volontà di smontare la ndrangheta calabrese in modo definitivo. Protagonismo, volontà di potenza, forse, ma se si ottengono risultati quale è il problema? Tra i politici degli anni '90 inquisiti per tangentopoli stavo dalla parte del pool di Milano. Dire che hanno debordato dalla loro funzione non mi sembra corretto a meno che non si era dalla parte di Craxi che, come unica difesa, affermava che "non eravamo solo noi". Che Berlusconi poco dopo abbia rappresentato un pericolo per la democrazia ne ero pienamente consapevole. Che andava combattuto sul piano politico, certamente, ma che sia stato, lui si, un nemico della democrazia, non solo per il fatto di detenere un monopolio nel settore televisivo ma anche per l'uso "disinvolto" che ne ha fatto del Parlamento per tutte le leggi ad personam, è ampliamente acclarato. E’ vero che certamente molta magistratura non ha svolto a pieno il proprio ruolo ma non per troppa invadenza ma al contrario quando si è astenuta, quando ha fatto come suggeriva il conte-zio al padre provinciale "sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire", “il porto delle nebbie” appunto. E’ in questi casi che vedo minacciata la democrazia! La sensazione, leggendo queste affermazioni, è di sentire parlare tutti coloro, fra cui molti politici, che in questi decenni la magistratura l'hanno combattuta esclusivamente per difendere i propri interessi. Mi sembra di sentire Renzi che pochi giorni fa citava proprio Craxi, Moro, e Leone criticando i magistrati per aver svolto, per me, solamente il proprio lavoro.
I comunisti difendono la democrazia e lo stato di diritto. Questo significa che se gioco falloso l'arbitro fa bene a espellere il giocatore. Questo, come direbbe Toto', a prescindere dal tifo. Se ritieni che non ci sia stato gioco falloso da parte di Salvini posso pensare che in qualche modo parteggi....
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