Sulla vicenda Autostrade per l'Italia la tabella qui sopra dice molte cose, dice anzi tutto. Il regime delle concessioni ha fatto fare soldi a palate alle imprese private (linea gialla) e linea verde) a cui lo Stato ha affidato la gestione delle autostrade mentre
manutenzione einvestimenti sono crollati (linee rossa e verde).
Non c'è solo la società dei Benetton poiché parliamo di 22 società che gestiscono quasi 6mila dei 7mila km di infrastrutture — per la cronaca: il grosso di queste privatizzazioni avvennero per decisione dei governi ulivisti di centro sinistra.
La stessa Corte dei Conti, nel suo recente report di duecento pagine ha sentenziato che si è trattato di privatizzazioni fraudolente, a tutto vantaggio degli oligopolisti privati ed a tutto svantaggio del Paese, dello Stato e dei cittadini.
Non dovrebbero esserci quindi tentennamenti di sorta sulla necessità di revocare queste concessioni e di tornare ad una gestione pubblica delle autostrade così come di tante altre infrastruitture che il privato sta lasciando cadere a pezzi mettendo a repentaglio (Ponte Morandi insegna) la sicurezza e la vita dei cittadini.
Il governo deciderà a gennaio sulla revoca delle concessioni. 5 Stelle a favore, Renziani e gran parte del PD si oppongono, mentre Leu cincischia. La ministra piddina De Micheli mette le mani avanti e dice che non si tratta di fare un "esproprio proletario per vendetta". Verrebbe da dire che vista la incredibile lettera minatoria di Autostrade per l'Italia (richiesta di un risarcimento stellare) l'esproprio per vendetta sarebbe la decisione più adeguata.
Ricordiamo a chi fa finta di dimenticarlo quanto recita l'Articolo 41 della Costituzione:
manutenzione einvestimenti sono crollati (linee rossa e verde).
Non c'è solo la società dei Benetton poiché parliamo di 22 società che gestiscono quasi 6mila dei 7mila km di infrastrutture — per la cronaca: il grosso di queste privatizzazioni avvennero per decisione dei governi ulivisti di centro sinistra.
La stessa Corte dei Conti, nel suo recente report di duecento pagine ha sentenziato che si è trattato di privatizzazioni fraudolente, a tutto vantaggio degli oligopolisti privati ed a tutto svantaggio del Paese, dello Stato e dei cittadini.
Non dovrebbero esserci quindi tentennamenti di sorta sulla necessità di revocare queste concessioni e di tornare ad una gestione pubblica delle autostrade così come di tante altre infrastruitture che il privato sta lasciando cadere a pezzi mettendo a repentaglio (Ponte Morandi insegna) la sicurezza e la vita dei cittadini.
Il governo deciderà a gennaio sulla revoca delle concessioni. 5 Stelle a favore, Renziani e gran parte del PD si oppongono, mentre Leu cincischia. La ministra piddina De Micheli mette le mani avanti e dice che non si tratta di fare un "esproprio proletario per vendetta". Verrebbe da dire che vista la incredibile lettera minatoria di Autostrade per l'Italia (richiesta di un risarcimento stellare) l'esproprio per vendetta sarebbe la decisione più adeguata.
Ricordiamo a chi fa finta di dimenticarlo quanto recita l'Articolo 41 della Costituzione:
«L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali».
2 commenti:
Ma quale vendetta? La ristatalizzazione delle autostrade costruite con i soldi degli italiani è una pura e semplice questione di giustizia riparativa. Ed è anche lo stereotipo inconfutabile che traccia la via dell'inversione di tendenza economica, dal privatismo liberista alla socializzazione dei vantaggi per tutti (tranne che per i ladri sistemici).
Mentre si finisce di legge l'articolo 41 Atlantia si smaterializza. (Che bello sarebbe)
Posta un commento