Qui accanto la copertina del Time dedicata a Greta Thumberg, scelta come "persona dell'anno".
Veniamo a sapere che fra poco uscirà un documentario a lei dedicato, dal quale si scopre che la ragazza è stata seguita sin dal primo giorno del suo sciopero scolastico.
Che il personaggio fosse stato fabbricato in laboratorio era difficile, tranne che per gli ingenui, avere dei dubbi.
La cetezza che alle spalle di Greta ci fosse una diabolica regia ha spinto molti non solo a condannare senza se e senza ma come "gretini" tutti qui giovani e giovanissimi che sono scesi in piazza contro la minaccia del cambiamento climatico, ma anche a considerare una specie di colossale truffa quella dell'allarme per il pessimo stato di salute dell'ecosistema.
Su questo blog abbiamo scritto molto sul tema dell'aumento della temperatura, se esso abbia anzitutto cause antropiche o se non si tratti invece di uno dei tanti mutamenti intrinseci conosciuti dal pianeta. Abbiamo dato voce ad entrambi questi punti di vista.
Per la cronaca: contro i tifosi di Greta Leonardo Mazzei avanzava il sospetto che lo scopo recondito di tanto allarmismo climatico era quello di riportare in auge il nucleare. Sospetto che poi si è rivelato non solo plausibile ma provato. Ecco infatti che il 28 novembre 2019 il Parlamento europeo a Bruxelles ha votato a favore dell’energia nucleare, in quanto essa è definita come "CO2-free e clima-neutrale".
"Piccolo" particolare la Greta, sulla sua pagina facebook, sul nucleare (il suo Paese è uno di quelli che ne fa più uso) ha scritto:
Ecco, qui sta la vera trappola, tutta ideologica e politica, del fenomeno Greta: la "colpa" non è di un dato sistema di produzione e di consumo (quello capitalistico basato sulla produzione illimitata di merci e per cui ogni merce è prodotta anzitutto per dare profitto); la "colpa" è... dell'uomo. Una colpa radicale, ontologica, ricadrebbe dunque sulla nostra specie, considerata per sua stessa natura una minaccia per la vita sulla terra.
Tanti amici, troppi per la verità, perdono tempo a discettare su chi ha architettato il fenomeno mediatico di Greta Thumberg ma sorvolano bellamente sulla tossica pericolosità della narrazione politica e ideologica che effettivamente vi sta dietro. Essi pensano così di essere dei radicali ma non si avvedono che guardando al dito e non alla luna finiscono per essere impigliati nella trappola "gretinica", quella per cui si condanna "l'uomo" per quindi assolvere il sistema capitalistico.
Forse esagero ma considero questo ambientalismo tossico, non solo funzionale al sistema dominante ma l'ultimo colpo di coda del nichilismo occidentale. Qual è infatti il tratto forse più peculiare del nichilismo: non solo una radicale sfiducia verso il genere umano, ma la negazione che esso abbia fattuale capacità emancipativa. Con l'addendum per cui occorrerebbe sottrargli ogni dominio sul mondo per affidarlo alle tecno-scienze, all'intelligenza artificiale, ad algoritmi e macchine in grado non solo di riprodurre attività proprie dell'intelligenza umana ma di superarla per alla fine dominare sul genere umano, considerandolo non solo arcaico ma pericoloso.
E' contro questo ambientalismo tossico, tutto funzionale al sistema, che va condotta la battaglia, anche e anzitutto dentro il movimento Friday for Future, per evitare che tanti giovani, pur animati da buone intenzioni, finiscano per... fare la guerra per il Re di Prussia.
Veniamo a sapere che fra poco uscirà un documentario a lei dedicato, dal quale si scopre che la ragazza è stata seguita sin dal primo giorno del suo sciopero scolastico.
Che il personaggio fosse stato fabbricato in laboratorio era difficile, tranne che per gli ingenui, avere dei dubbi.
La cetezza che alle spalle di Greta ci fosse una diabolica regia ha spinto molti non solo a condannare senza se e senza ma come "gretini" tutti qui giovani e giovanissimi che sono scesi in piazza contro la minaccia del cambiamento climatico, ma anche a considerare una specie di colossale truffa quella dell'allarme per il pessimo stato di salute dell'ecosistema.
Su questo blog abbiamo scritto molto sul tema dell'aumento della temperatura, se esso abbia anzitutto cause antropiche o se non si tratti invece di uno dei tanti mutamenti intrinseci conosciuti dal pianeta. Abbiamo dato voce ad entrambi questi punti di vista.
Per la cronaca: contro i tifosi di Greta Leonardo Mazzei avanzava il sospetto che lo scopo recondito di tanto allarmismo climatico era quello di riportare in auge il nucleare. Sospetto che poi si è rivelato non solo plausibile ma provato. Ecco infatti che il 28 novembre 2019 il Parlamento europeo a Bruxelles ha votato a favore dell’energia nucleare, in quanto essa è definita come "CO2-free e clima-neutrale".
"Piccolo" particolare la Greta, sulla sua pagina facebook, sul nucleare (il suo Paese è uno di quelli che ne fa più uso) ha scritto:
«Personalmente sono contraria all’energia nucleare, ma secondo l’Ipcc può essere la piccola parte di una grande soluzione per avere energia non carbon, soprattutto nei paesi e nelle zone che non hanno la possibilità di avere un rifornimento di energia rinnovabile su larga scala — anche se è estremamente pericolosa, costosa e che richiede tempo. Ma lasciamo il dibattito fino a quando non inizieremo a guardare al quadro complessivo».Mettiamola così: l'ha detta giusta il presidente russo Vladimiri Putin il quale, nella conferenza stampa di fine anno, ha affermato che "Il riscaldamento globale è una minaccia per la Russia e per il mondo ma nessuno conosce le origini del cambiamento climatico". L'affermazione è stata intepretata così da certi ambientalisti occidentali: "Putin come Trump: il cambiamento climatico non è colpa dell’uomo".
Ecco, qui sta la vera trappola, tutta ideologica e politica, del fenomeno Greta: la "colpa" non è di un dato sistema di produzione e di consumo (quello capitalistico basato sulla produzione illimitata di merci e per cui ogni merce è prodotta anzitutto per dare profitto); la "colpa" è... dell'uomo. Una colpa radicale, ontologica, ricadrebbe dunque sulla nostra specie, considerata per sua stessa natura una minaccia per la vita sulla terra.
Tanti amici, troppi per la verità, perdono tempo a discettare su chi ha architettato il fenomeno mediatico di Greta Thumberg ma sorvolano bellamente sulla tossica pericolosità della narrazione politica e ideologica che effettivamente vi sta dietro. Essi pensano così di essere dei radicali ma non si avvedono che guardando al dito e non alla luna finiscono per essere impigliati nella trappola "gretinica", quella per cui si condanna "l'uomo" per quindi assolvere il sistema capitalistico.
Forse esagero ma considero questo ambientalismo tossico, non solo funzionale al sistema dominante ma l'ultimo colpo di coda del nichilismo occidentale. Qual è infatti il tratto forse più peculiare del nichilismo: non solo una radicale sfiducia verso il genere umano, ma la negazione che esso abbia fattuale capacità emancipativa. Con l'addendum per cui occorrerebbe sottrargli ogni dominio sul mondo per affidarlo alle tecno-scienze, all'intelligenza artificiale, ad algoritmi e macchine in grado non solo di riprodurre attività proprie dell'intelligenza umana ma di superarla per alla fine dominare sul genere umano, considerandolo non solo arcaico ma pericoloso.
E' contro questo ambientalismo tossico, tutto funzionale al sistema, che va condotta la battaglia, anche e anzitutto dentro il movimento Friday for Future, per evitare che tanti giovani, pur animati da buone intenzioni, finiscano per... fare la guerra per il Re di Prussia.
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