[ martedì 17 dicembre 2019 ]
Nel tempo, su questo blog, abbiamo detto tanto riguardo alla Brexit, fino alle ultime considerazioni di Moreno Pasquinelli.
C'è poco da aggiungere: l'uscita dalla Ue è una buona cosa, poiché, malgrado alla sua guida ci sia un liberista come Boris Johnson, contribuisce a demolire la gabbia eurocratica.
Una cosa tuttavia, ora che giungono analisi più dettagliate del voto britannico, la voglio aggiungere. Si conferma che Johnson, anche grazie alla sua postura populista, ha vinto non grazie all'appoggio della grande borghesia inglese, ma malgrado essa abbia votato per per i laburisti.
Un vero e proprio "tradimento di classe", a cui fa da contraltare quello di larghissime fette di proletariato inglese che ha votato per Boris Johnson. La conferma viene dalla sua vittoria schiacciante in decine di collegi proletari dell'Inghilterra del Nord, tradizionalmente laburisti e anti-tory.
Non solo quindi le recenti elezioni sono state un referendum, questo ha avuto un evidente segno di classe, per quanto le classi fondamentali si siano scambiate le tradizionali maschere di destra e sinistra.
Una prova inconfutabile di questo rovesciamento l'abbiamo proprio a Londra. Ecco cosa ci dice Aldo Cazzullo sul CORRIERE DELLA SERA di oggi:
Essi hanno solo messo le corna ai laburisti o il loro gesto annuncia uno storico divorzio?
Il tempo di darà la risposta...
Nel tempo, su questo blog, abbiamo detto tanto riguardo alla Brexit, fino alle ultime considerazioni di Moreno Pasquinelli.
C'è poco da aggiungere: l'uscita dalla Ue è una buona cosa, poiché, malgrado alla sua guida ci sia un liberista come Boris Johnson, contribuisce a demolire la gabbia eurocratica.
Una cosa tuttavia, ora che giungono analisi più dettagliate del voto britannico, la voglio aggiungere. Si conferma che Johnson, anche grazie alla sua postura populista, ha vinto non grazie all'appoggio della grande borghesia inglese, ma malgrado essa abbia votato per per i laburisti.
Un vero e proprio "tradimento di classe", a cui fa da contraltare quello di larghissime fette di proletariato inglese che ha votato per Boris Johnson. La conferma viene dalla sua vittoria schiacciante in decine di collegi proletari dell'Inghilterra del Nord, tradizionalmente laburisti e anti-tory.
Non solo quindi le recenti elezioni sono state un referendum, questo ha avuto un evidente segno di classe, per quanto le classi fondamentali si siano scambiate le tradizionali maschere di destra e sinistra.
Una prova inconfutabile di questo rovesciamento l'abbiamo proprio a Londra. Ecco cosa ci dice Aldo Cazzullo sul CORRIERE DELLA SERA di oggi:
«Un'altra immagine che resterà dello storico voto britannico è il pungo chiuso con cui la deputata laburista Emma Dent Coad ha salutato i sostenitori, dopo l'annuncio della sua rielezione nel collegio di Kensington e Chealsea. Kensington e Chealsea sono i quartIeri più costosi di Londra, quindi del mondo. hanno qui casa Madonna, Hugh Grant e altri milionari meno famosi...».Milioni di lavoratori inglesi, pur strappare la Brexit hanno voltato le spalle al Labour e a Corbyn-finto-Ponzio-Pilato. E bene hanno fatto a votare per il Brexit Party di Farage (che non ha ottenuto seggi a causa del micidiale meccanismo elettorale maggioritario) o direttamente per i Tory di Johnson.
Essi hanno solo messo le corna ai laburisti o il loro gesto annuncia uno storico divorzio?
Il tempo di darà la risposta...
1 commento:
La ex sinistra ha fatto le sue scelte, quella che è stata la sua base di consenso ne ha preso atto, per buona parte.
I politici di ex sinistra come potevano pensare di non perdere consenso? Solo credendo alla promessa che sarebbero stati messi "al riparo dai processi di legittimazione popolare". Il resto viene da sé.
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