[ venerdì 29 novembre 2019 ]
Sul CORRIERE DELLA SERA di ieri l'ennesimo sermone di Angelo Panebianco.
Il titolo serafico può trarre in inganno: "Le cadute in politica estera". Esecrando l'incommensurabile pochezza della "politica" finisce per prendersela con tutti, leghisti filorussi, grillini filocinesi, piddini semi-europesti — questi ultimi liberali inconseguenti e tremebondi: per il nostro, se lo fossero davvero dovrebbero sostenere a spada tratta la vandea di Hong Kong, e schierarsi senza sé e senza ma (poteva mancare?!) con Israele.
Niente di nuovo sotto il cielo, sono decenni che Panebianco ci ammorba con questa lagna che nel nostro Paese non c'è un vero partito liberale, ovvero liberista, visto che per il nostro le due cose sono del tutto simbiotiche.
La cosa degna di nota è un'altra. Sentiamo che scrive discorrendo di Lega e 5 Stelle:
Sul CORRIERE DELLA SERA di ieri l'ennesimo sermone di Angelo Panebianco.
Il titolo serafico può trarre in inganno: "Le cadute in politica estera". Esecrando l'incommensurabile pochezza della "politica" finisce per prendersela con tutti, leghisti filorussi, grillini filocinesi, piddini semi-europesti — questi ultimi liberali inconseguenti e tremebondi: per il nostro, se lo fossero davvero dovrebbero sostenere a spada tratta la vandea di Hong Kong, e schierarsi senza sé e senza ma (poteva mancare?!) con Israele.
Niente di nuovo sotto il cielo, sono decenni che Panebianco ci ammorba con questa lagna che nel nostro Paese non c'è un vero partito liberale, ovvero liberista, visto che per il nostro le due cose sono del tutto simbiotiche.
La cosa degna di nota è un'altra. Sentiamo che scrive discorrendo di Lega e 5 Stelle:
«C’è un’evidente coerenza fra l’orientamento illiberale degli odierni movimenti neo-nazionalisti (detti sovranisti) europei e le loro scelte di politica internazionale. C’è coerenza fra i loro ideali di società e il modo in cui immaginano di organizzare i rapporti fra i rispettivi Paesi e il mondo esterno. Nulla di nuovo. Anche se è stupido e antistorico paragonare tali movimenti ai partiti totalitari del passato (fascisti e comunisti) c’è però un elemento comune, ossia l’avversione per il mondo occidentale in tutto ciò che esso ha di peculiare: la società aperta, il primato della libertà individuale garantito dalla legge, il libero mercato, la democrazia rappresentativa. Questi movimenti preferiscono intrattenere rapporti con le società chiuse, con le società autoritarie e illiberali, con le quali sanno di avere affinità. Essi pertanto mettono in discussione i tradizionali ancoraggi occidentali dei loro Paesi. Vale per tutti e a maggior ragione per l’Italia la quale di movimenti neo-nazionalisti di successo ne ha partoriti addirittura due (Lega e 5 Stelle)».Per quindi concludere con quella che per lui è la vera e propria disgrazia storica italiana:
«È un errato riflesso politicista attribuire ogni colpa di ciò che riteniamo negativo a questa o quella forza politica. I neo-nazionalisti fanno il loro mestiere. I problemi sono altri. In primo luogo, il fatto che sono tanti gli italiani che li votano. Confermando così che l’Italia è, come è sempre stata, una democrazia difficile, fortemente attratta da richiami illiberali».
Quante scemenze e bugie in poche righe!
Siccome siamo clementi vogliamo sorvolare sui pornografici attestati liberisti e occidentalisti di fede di Salvini, e/o su quelli europesiti dei 5 Stelle i quali, se non smentiscono, come minimo ridimensionano l'ansia allarmistica del nostro.
Panebianco ricorre al famigerato assioma che stabilisce l'equazione liberalismo=democrazia. Ma quando mai? Non solo per noi ma per il fior fiore degli storici (seri) non di naturale coesistenza si tratta, ma di effettuale contrasto — se non proprio di una incompatibilità che dipende dal conflitto insanabile tra predominio delle leggi di mercato e l'esercizio della sovranità popolare.
Consigliamo a Panebianco come a tutti i nostri lettori, di leggere il formidabile libro del compianto Domenico Losurdo: "Controstoria del liberalismo". Un'indagine basata su un'inoppugnabile documentazione degli orrori inenarrabili compiuti dalla borghesia liberale ad ogni latitudine, e dei crimini perpetrati in nome del liberalismo.
Dalla lettura qualunque persona di buon senso che abbia a cuore la giustizia sociale considererà l'accusa di essere "illiberale" non un'infamia ma un titolo di merito.
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2 commenti:
Davvero formidabile, come tutti quelli del compianto Losurdo!
En passant, noto che il liberale-liberista-(sedicente) alfiere della democrazia, "del primato della libertà individuale garantito dalla legge," e della "democrazia rappresentativa" su ciò che sta avvenendo in Bolivia tace, ergo acconsente.
La faccia da culo di certi personaggi non ha limiti!
G.B.
Perfino Bobbio riconosceva che esiste una tensione fra liberalismo e democrazia!
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