[ lunedì 18 novembre 2019 ]
Di dottrinari, in giro, ce ne sono diversi, e di differente razza politica. Ce ne sono anzitutto in certa sinistra marxista ortodossa.
Di dottrinari, in giro, ce ne sono diversi, e di differente razza politica. Ce ne sono anzitutto in certa sinistra marxista ortodossa.
Essi si ostinano ad considerare l'evento rivoluzionario come una palingenesi in cui chi vi partecipa, dal momento che vi partecipa, ha già subito quello che immaginano come una atto di purificazione che li ha decontaminati da tutta la merda che secoli di oppressione e di abiezione gli hanno lasciato addosso.
E' così?
Lasciamo parlare uno che di rivoluzioni se ne intendeva....
* * *
«Colui che attende una rivoluzione sociale “pura”, non la vedrà mai. Egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.
La rivoluzione russa del 1905 è stata una rivoluzione democratica borghese. Essa è consistita in una serie di lotte di tutte le classi, i gruppi e i malcontenti della popolazione. V’erano tra di essi i pregiudizi più strani, con i più oscuri e fantastici scopi di lotta, v’erano gruppi che prendevano denaro dai giapponesi, speculatori e avventurieri, ecc. Obiettivamente, il movimento delle masse colpiva lo zarismo e apriva la strada alla democrazia, e per questo gli operai coscienti lo hanno diretto.
La rivoluzione socialista in Europa non può essere nient’altro che l’esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente – senza una tale partecipazione non è possibile una lotta di massa, non è possibile nessuna rivoluzione – e porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il capitale, e l’avanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verità oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potrà unificarla e dirigerla, conquistare il potere, prendere le banche, espropriare i trust odiati da tutti (benché per ragioni diverse!), e attuare altre misure dittatoriali che condurranno in fin dei conti all’abbattimento della borghesia e alla vittoria del socialismo, il quale si “epurerà” delle scorie piccolo-borghesi tutt’altro che di colpo».
V.I. Lenin
L'INSURREZIONE IRLANDESE DEL 1916
Luglio 1916.
Opere Complete, Editori Riuniti, pp 353-54
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