[ sabato 23 novembre 2019 ]
Venerdì 6 dicembre, ore 15:30
Venerdì 6 dicembre, ore 15:30
Partecipiamo alla manifestazione indetta da LIBERIAMO L'ITALIA sotto il Parlamento.
A metà dicembre si svolgerà il CONSIGLIO EUROPEO (il vertice intergovernativo) che dovrà dare il via libera alla costituzione del MES. L'adesione dell'Italia al MES sarebbe un vero e proprio suicidio. Non si può rimanere in silenzio.
«Come Liberiamo l’Italia saremo sotto il Parlamento Venerdì 6 dicembre, dalle ore 15:30 in poi, per far sentire al Palazzo perché siamo contro il limite all’abolizione del contante, una vergognosa marchetta del potere a favore delle banche. Le ragioni le abbiamo spiegate.
Nel frattempo è esplosa la questione del MES che se fosse accettato rappresenterebbe una gravissima minaccia per il nostro Paese. Abbiamo quindi deciso di manifestare non solo in difesa dell’uso del contante ma per chiedere al governo di respingere il MES e porre il veto in vista del vertice europeo previsto per metà dicembre.
Partecipate in tanti all’assemblea-manifestazione del 6 dicembre!
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) si chiama “fondo salva-stati” ma si pronuncia FONDO SFASCIA STATI.
Se il MES era già terribile (chiedetelo ai greci), nella sua nuova versione è mostruoso.
L’organismo “tecnico” che verrebbe fuori avrebbe poteri di vita e di morte sugli stati dell’Eurozona, in particolare su quelli con alto debito pubblico come l’Italia, i quali, col suo eventuale intervento, verrebbero privati dell’ultimo barlume di sovranità nazionale e quindi di democrazia.
Il punto centrale della “riforma” del MES sta nel fatto che, oltre a rispettare i già stringenti dettami del fiscal compact, lo Stato che fosse sotto attacco da parte della speculazione finanziaria, per ricevere un “aiuto”, dovrebbero tagliare drasticamente il loro debito pubblico, ovvero adottare misure draconiane di austerità.
Altro che “aiuto”! Sarebbe come dare in pasto un malato di anemia a Dracula.
Ce lo conferma un europeista convinto, l’economista Giampaolo Galli:
Notoriamente le banche italiane detengono titoli di stato per circa 350 miliardi di euro, titoli che in caso di ristrutturazione del debito potrebbero subire una pesante svalutazione, mettendo così in grave difficoltà il grosso degli istituti di credito. I quali, di fronte alla necessità di gigantesche ricapitalizzazioni, finirebbero facilmente preda delle grandi banche francesi e tedesche.
Cosa ci conferma la vicenda del MES? Che l’Italia non avrà pace finché non uscirà dall’euro e riconquisterà piena sovranità monetaria, economica e politica.
Per denunciare quest’ennesimo atto vessatorio dell’Unione europea, affinché il governo respinga il MES e ponga il veto in vista del vertice europeo previsto per metà dicembre, per dire no ai limiti al contante, per spiegare che ci vuole un’altra economia è stata indetta, per venerdì 6 dicembre, ore 15:30 la manifestazione-assemblea pubblica sotto il Parlamento».
Il Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia21 novembre 2019
NO AL MES!
«Come Liberiamo l’Italia saremo sotto il Parlamento Venerdì 6 dicembre, dalle ore 15:30 in poi, per far sentire al Palazzo perché siamo contro il limite all’abolizione del contante, una vergognosa marchetta del potere a favore delle banche. Le ragioni le abbiamo spiegate.
Nel frattempo è esplosa la questione del MES che se fosse accettato rappresenterebbe una gravissima minaccia per il nostro Paese. Abbiamo quindi deciso di manifestare non solo in difesa dell’uso del contante ma per chiedere al governo di respingere il MES e porre il veto in vista del vertice europeo previsto per metà dicembre.
Partecipate in tanti all’assemblea-manifestazione del 6 dicembre!
PERCHÉ NO AL MES
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) si chiama “fondo salva-stati” ma si pronuncia FONDO SFASCIA STATI.
Se il MES era già terribile (chiedetelo ai greci), nella sua nuova versione è mostruoso.
L’organismo “tecnico” che verrebbe fuori avrebbe poteri di vita e di morte sugli stati dell’Eurozona, in particolare su quelli con alto debito pubblico come l’Italia, i quali, col suo eventuale intervento, verrebbero privati dell’ultimo barlume di sovranità nazionale e quindi di democrazia.
Il punto centrale della “riforma” del MES sta nel fatto che, oltre a rispettare i già stringenti dettami del fiscal compact, lo Stato che fosse sotto attacco da parte della speculazione finanziaria, per ricevere un “aiuto”, dovrebbero tagliare drasticamente il loro debito pubblico, ovvero adottare misure draconiane di austerità.
Altro che “aiuto”! Sarebbe come dare in pasto un malato di anemia a Dracula.
Ce lo conferma un europeista convinto, l’economista Giampaolo Galli:
«Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò che l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche».Quindi il MES è una pistola alla tempia dell’Italia. Ma non solo per le perdite (ed il tradimento) dei risparmiatori di cui parla il Galli, ma anche — aggiungiamo noi — per il dissesto bancario che ne seguirebbe.
Notoriamente le banche italiane detengono titoli di stato per circa 350 miliardi di euro, titoli che in caso di ristrutturazione del debito potrebbero subire una pesante svalutazione, mettendo così in grave difficoltà il grosso degli istituti di credito. I quali, di fronte alla necessità di gigantesche ricapitalizzazioni, finirebbero facilmente preda delle grandi banche francesi e tedesche.
Cosa ci conferma la vicenda del MES? Che l’Italia non avrà pace finché non uscirà dall’euro e riconquisterà piena sovranità monetaria, economica e politica.
Per denunciare quest’ennesimo atto vessatorio dell’Unione europea, affinché il governo respinga il MES e ponga il veto in vista del vertice europeo previsto per metà dicembre, per dire no ai limiti al contante, per spiegare che ci vuole un’altra economia è stata indetta, per venerdì 6 dicembre, ore 15:30 la manifestazione-assemblea pubblica sotto il Parlamento».
Il Coordinamento nazionale di Liberiamo l’Italia21 novembre 2019
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