[ venerdì 22 novembre 2019 ]
Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara. Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.
Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo sardine libere, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
“E’ chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.
Firmato "6000 sardine"
I moti di contestazione si moltiplicano sotto il cielo. E, così, dopo i “venerdì per l’ambiente”, spuntano ora le “sardine” di Bologna. Occorre procedere seguendo la via regia del pensiero critico: con le parole del “Trattato politico” di Spinoza, “nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere”. La domanda da porre, decisiva per inquadrare la questione, è una soltanto: come reagisce il potere rispetto al moto contestativo in questione? Con manganelli e diffamazione mediatica permanente, se il moto mette davvero in discussione la tenuta sistemica del potere, i diagrammi di forza asimmetrici: così è stato con le giubbe gialle galliche, massacrate a colpi di manganello e diffamate come antisemite e sovversive.
Se, invece, il moto contestativo in questione è portatore di un dissenso conservativo, che non mette in discussione i rapporti di forza e magari distrae rispetto ad essi, allora la reazione del potere si risolve nella celebrazione mediatica permanente e nella beatificazione giornalistica immediata. Così è stato, appunto, con i “venerdì per l’ambiente” indetti da Greta Thunberg: la classica protesta conservativa, che mai menziona il conflitto di classe e l’emancipazione del basso. Ebbene, come si collocano le sardine di Bologna? È evidente. Rientrano nella seconda tipologia. È l’apoteosi del dissenso conservativo, della contestazione alleata del potere. La loro lotta, salvo errore, non menziona nemmeno la violenza dei mercati, il manganello invisibile dello spread e della Ue, i soprusi della global class dominante. No. Il loro problema è, sic et simpliciter,Salvini.
Premesso che Salvini, con il suo liberismo thatcheriano, non è la soluzione, e sarebbe anzi un avversario nel quadro di un conflitto nazionale tra liberisti e socialisti: premesso tutto questo, è evidente che il nemico principale oggi non si chiama Salvini. Si chiama invece globalismo capitalistico, cosmopolitismo dei mercati apolidi, openness mercatistica. Rispetto a tutto questo, le sardine non hanno nulla da dire, ovviamente. Chi tace acconsente, usa dire.
Insomma, siamo al solito antifascismo liturgico delle sinistre fucsia e arcobaleniche da Ztl, sideralmente lontane dalla classe lavoratrice, che usano la lotta contro il fascismo per nascondere la loro adesione integrale al capitalismo, il proprio vile tradimento di Marx, di Gramsci e dei lavoratori. Combattono contro un manganello che non c’è più, per accettare in religioso silenzio il manganello arcobaleno dei mercati e dello spread, del fiscal compact e del precariato. Per questo, le sardine sono celebrate in modo ubiquitario dal circo mediatico e dal clero giornalistico. Sono perfette per dirottare l’attenzione dalla contraddizione reale a quella fittizia, per evitare che si crei una vera contestazione – modalità giubbe gialle – contro il fanatismo economico del mercato globale.
Ormai il nostro timore sembra guadagnare lo statuto di solida certezza: le rivolte fucsia al servizio – consapevole o inconsapevole – del padronato cosmopolitico rendono indisponibili gli offesi del pianeta, li rendono schiavi in lotta per le loro catene. Pronti a battersi unicamente contro eventuali liberatori. Rimodellando le parole di una nota canzone: avanti élite, alla riscossa, bandiera fucsia trionferà…
Ci siamo già occupati delle "sardine" QUI e QUI. Ci torniamo segnalando quel che pensa Diego Fusaro.
Prima però pubblichiamo quello che è già noto come "manifesto delle sardine".
Abbiate la pazienza di leggerlo per scoprire quanto sia un concentrato di fuffa. Niente idee, tantomeno forti, zero proposte, zero spessore politico. Apoteosi del politicamente corretto. Solo collante di facciata l'antisalvinismo a prescindere, la sostanza nascosta è ben gradita all'élite neoliberista: l'antisovranismo e l'antipopulismo. Che così si fermi l'avanzata di Salvini è improbabile.
La sinistra sistemica, col suo esercito mediatico, sta pompando a dismisura il fenomeno "sardine" affinché porti acqua al suo mulino. Certamente questo accadrà. Ma quest'acqua viene da una sorgente destinata ad essiccarsi molto presto.
Prima però pubblichiamo quello che è già noto come "manifesto delle sardine".
Abbiate la pazienza di leggerlo per scoprire quanto sia un concentrato di fuffa. Niente idee, tantomeno forti, zero proposte, zero spessore politico. Apoteosi del politicamente corretto. Solo collante di facciata l'antisalvinismo a prescindere, la sostanza nascosta è ben gradita all'élite neoliberista: l'antisovranismo e l'antipopulismo. Che così si fermi l'avanzata di Salvini è improbabile.
La sinistra sistemica, col suo esercito mediatico, sta pompando a dismisura il fenomeno "sardine" affinché porti acqua al suo mulino. Certamente questo accadrà. Ma quest'acqua viene da una sorgente destinata ad essiccarsi molto presto.
Benvenuti in mare aperto
Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara. Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
Bologna |
Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo sardine libere, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
“E’ chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.
Firmato "6000 sardine"
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Sardine: la contestazione alleata del potere
che ignora i veri nemici del popolo
di Diego Fusaro
I moti di contestazione si moltiplicano sotto il cielo. E, così, dopo i “venerdì per l’ambiente”, spuntano ora le “sardine” di Bologna. Occorre procedere seguendo la via regia del pensiero critico: con le parole del “Trattato politico” di Spinoza, “nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere”. La domanda da porre, decisiva per inquadrare la questione, è una soltanto: come reagisce il potere rispetto al moto contestativo in questione? Con manganelli e diffamazione mediatica permanente, se il moto mette davvero in discussione la tenuta sistemica del potere, i diagrammi di forza asimmetrici: così è stato con le giubbe gialle galliche, massacrate a colpi di manganello e diffamate come antisemite e sovversive.
Celebrati dai media come Greta
Se, invece, il moto contestativo in questione è portatore di un dissenso conservativo, che non mette in discussione i rapporti di forza e magari distrae rispetto ad essi, allora la reazione del potere si risolve nella celebrazione mediatica permanente e nella beatificazione giornalistica immediata. Così è stato, appunto, con i “venerdì per l’ambiente” indetti da Greta Thunberg: la classica protesta conservativa, che mai menziona il conflitto di classe e l’emancipazione del basso. Ebbene, come si collocano le sardine di Bologna? È evidente. Rientrano nella seconda tipologia. È l’apoteosi del dissenso conservativo, della contestazione alleata del potere. La loro lotta, salvo errore, non menziona nemmeno la violenza dei mercati, il manganello invisibile dello spread e della Ue, i soprusi della global class dominante. No. Il loro problema è, sic et simpliciter,Salvini.
Modena |
L’antifascismo liturgico ignora il manganello dei mercati
Ormai il nostro timore sembra guadagnare lo statuto di solida certezza: le rivolte fucsia al servizio – consapevole o inconsapevole – del padronato cosmopolitico rendono indisponibili gli offesi del pianeta, li rendono schiavi in lotta per le loro catene. Pronti a battersi unicamente contro eventuali liberatori. Rimodellando le parole di una nota canzone: avanti élite, alla riscossa, bandiera fucsia trionferà…
* Fonte: il primato nazionale
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4 commenti:
Sì ok cari compagni di Sollevazione. Ma le stesse cose potevate dirle anche voi, senza bisogno di scomodare Fusaro che scrive per il Primato Nazionale di Casapound. Davvero non capisco il perché di queste cadute di stile politiche. Ma è così difficile per voi tagliare i ponti con gente così? Davvero scusatemi ma proprio non vi capisco.
Di cosa vi meravigliate? le sardine sono mutatis mutandis, la FGCI dell'ex PCI Berligueriano e la FUCI dell'ex DC Demitiana. L'unica perplessita' e' che la risposta a questi fenomeni di sinistra transgenica, nei quali ci metto anche potere al popolo, non e' nel patriottismo costituzionale che in quache modo e' un ripiego anch'esso transgenico, ma in nuovo populismo di sinistra socialista e rivoluzionario.
PS vi invito a riflettere, anche questo richiamo all'Italia e' sdoganato: Forza Italia, Fratelli d'Italia, Italia Viva, ecc ora pure la vostra sigla Liberiamo L'Italia, e' un'ossessione
SCOMODIAMO FUSARO
Il lettore ci rimprovera perché pubblichiamo un pezzo che Fusaro ha scritto per IL PRIMATO NAZIONALE.
Ci siamo posti il problema.
Poi, siccome il contenuto è francamente impeccabile, siamo passati sopra al resto.
Non siamo affetti da certo antifascismo pataologico....
Fusaro parla anche da professorino piccolo borghese snob. Nella desertificazione sociale questi fenomeni, le sardine, seppur omologati e/o strumentalizzati indcano che qualcosa si muove. Se a farla muovere e' anche un obbiettivo sbagliato, in tal caso salvini, ben venga. L'importante e' la radicalizzazione che ne potrebbe nascere. Auguriamocelo, sono ragazzi
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