[ mercoledì 5 giugno 2019 ]
Di recente, proprio la FAZ, il giornale simbolo del cosiddetto “sogno europeo” ha meditato sul fatto che vi sia una sorta di continuità strategica tra l’europeismo nazionalsocialista e quello odierno di Bruxelles.
L’autore, Jasper von Altenbockum, non arriva a una conclusione certa ma finisce per riconoscere che fenomeni politici come la Brexit, l’Afd tedesco, o la concezione economico-politica di un Varoufakis marcino più nel senso della realtà storica piuttosto che il rigido dogmatismo euristico.
C’è però un motivo, eminentemente e radicalmente politico e geopolitico, che questo tipo di analisi stranamente non tocca. Ovvero che una politica europeistica non solo non è possibile ma è intimamente utopistica: è appunto un sogno. Di fronte a colossi come Stati Uniti e Cina, l’europeismo da un lato è il maggior pericolo, in quanto un eventuale esercito europeo, con una sua politica estera imperialista e di potenza, che voglia perciò fare sul serio, vedrebbe immediatamente coalizzate Usa e Cina in funzione anti-europea con le conseguenze che si possono ben immaginare; dall’altro è, come vediamo attualmente, territorio di conquista e di spartizione ineguale proprio perché non ha una comune e coesa politica estera. Il paradosso dell’attuale UE è che sia zona coloniale (nel senso politico), sia potenza subimperialista.
La prassi politica, non a caso, o è politica internazionale o non è. Dunque, oggi in tal senso l’Europa non esiste e non esiste alcuna politica europea. E riteniamo non possa esistere una potenza politica globale di tipo europeistico. Che cosa è dunque l’UE? E’ storicamente una proiezione tattica di una fazione dell’imperialismo americano, della fazione strategica che possiamo identificare con il clan Bush prima, con quello clintoniano poi. Quale la funzione dell’UE? E qui, concretamente, vi è una sorprendente affinità con il nazismo hitleriano. La funzione storica dell’UE, nella logica dei clan russofobi statunitensi, è quella di inglobare lo spazio russo nel globalismo imperialista a trazione occidentale. Tale è stato lo scopo perseguito da Pratica di Mare (2002) alla rivoluzione colorata denominata Euromaidan (2013).
Tale era anche, di certo, lo scopo del nazionalsocialismo hitleriano. Significativo che poco dopo la presa del potere, gli hitleriani pianificarono lo sterminio della componente russofila e socialista nazionale, forse la più propriamente fascista del movimento tedesco, nella Notte dei Lunghi coltelli (1934): era il segnale, mandato alle élite occidentali, che l’oggetto della contesa, nella logica della spartizione globale e dello scambio ineguale, era rappresentato dall’immenso “spazio vitale” russo con le sue infinite materie prime. A differenza della retorica fascista mussoliniana, basata sulla guerra del sangue contro l’oro occidentale ed atlantico, Hitler identificava da sempre l’essenza della guerra nazionalsocialista nella direzione di conquista verso l’Est. La russofobia era la componente sostanziale della visione del mondo del Fuhrer tedesco. Per l’elite della destra nazionalsocialista affermatasi dal ’34 in avanti contro la “sinistra” filorussa interna, il Mediterraneo non esisteva nella nuova fase strategica. La guerra, l’unica guerra era perciò Occidente contro Russia; il concetto hitleriano di Occidente finiva per comprendere gli stessi USA.
L’errore strategico hitleriano e l’abilità di Stalin decretarono la sconfitta della linea geopolitica euro-occidentalista e la vittoria del panslavismo del Cremlino, così ben rappresentato da M. Gilas nel suo testo di memorie (“Conversazioni con Stalin”). La Russia, con la “grande guerra patriottica”, entrava dalla porta principale, pur non volendolo, nella nuova fase strategica. Erano gli errori politici a catena dell’élite
strategica hitleriana a portare avanti il nazionalismo grande-russo della élite staliniana. Quindi se volessimo ben rappresentare l’essenza politica dell’UE, oltre la retorica buonista e pseudo-umanitarista la identificheremmo nel genocidio dei bambini greci e nella costruzione del lager finanziario chiamato Grecia, da affamare e fare fuori in quanto Ortodossi, dunque russofili a prescindere. Tale progetto partì, lo si ricordi, con le bombe sul popolo Serbo, un popolo ortodosso, da sempre fratello del popolo russo. Furono i tedeschi ed i francesi a scatenare originariamente il conflitto, con il Vaticano, e a dar fuoco alle polveri riconoscendo originariamente la Croazia con le sua bande armate di filonazisti e di fondamentalisti cattolici.
Nei giorni della nascita del sogno europeo, serbo corrispondeva perciò nella logica politica e ideologica comune a “sottouomo”, come russo nel ’41-45.
La identificheremo poi, ancor più, in definitiva nella guerra imperialista globale al popolo russo, partita con la Rivoluzione Arancione (2004) e culminata con l’affermazione di fazioni armate golpiste esplicitamente naziste e sioniste che puntano al disegno definitivo: la rivoluzione colorata a Mosca e la sovversione interna nello “spazio vitale” russo. Così la Russia sarà inglobata, come potenza coloniale, nel mercato euro-occidentale.
Machiavellianamente, l’ideologia è solo uno schermo di una politica realista di potenza. In questo senso, l’UE è la stampella tattica fondamentale dell’imperialismo armato e razzista di una fazione, la più fanatica e pericolosa (come già abbiamo visto in Iraq, Afghanistan e Siria), del potere globale statunitense. Quando si parla perciò di europeismo, ben oltre i giorni della memoria e del ricordo banditi da organizzazioni euristiche, ai russi non possono che venire immediatamente in mente i circa 30 milioni di morti lasciati sui campi nel corso della imposta “grande guerra patriottica”. Come notava il grande Solzenicyn, l’Occidente ama indugiare a lungo sull’antisemitismo hitleriano per ripulirsi la coscienza e non ricordare lo sterminio delle decine di milioni di russi prodotti dal razzismo euroccidentalistico a guida pangermanista.
Del resto, di recente, lo stesso Bibi Netanyahu arrivava alle medesime conclusioni, sottintendo che Hitler venne per spargere a piene la mani più la Russofobia globale che la giudeofobia, che sarebbe stata in realtà prerogativa del Gran Mufti al Husseini, ben più che della destra euroatlantista nazista; quella Russofobia che è il cavallo strategico di battaglia della fazione dell’imperialismo occidentale nel quale è intruppata l’UE.
Di recente, proprio la FAZ, il giornale simbolo del cosiddetto “sogno europeo” ha meditato sul fatto che vi sia una sorta di continuità strategica tra l’europeismo nazionalsocialista e quello odierno di Bruxelles.
L’autore, Jasper von Altenbockum, non arriva a una conclusione certa ma finisce per riconoscere che fenomeni politici come la Brexit, l’Afd tedesco, o la concezione economico-politica di un Varoufakis marcino più nel senso della realtà storica piuttosto che il rigido dogmatismo euristico.
C’è però un motivo, eminentemente e radicalmente politico e geopolitico, che questo tipo di analisi stranamente non tocca. Ovvero che una politica europeistica non solo non è possibile ma è intimamente utopistica: è appunto un sogno. Di fronte a colossi come Stati Uniti e Cina, l’europeismo da un lato è il maggior pericolo, in quanto un eventuale esercito europeo, con una sua politica estera imperialista e di potenza, che voglia perciò fare sul serio, vedrebbe immediatamente coalizzate Usa e Cina in funzione anti-europea con le conseguenze che si possono ben immaginare; dall’altro è, come vediamo attualmente, territorio di conquista e di spartizione ineguale proprio perché non ha una comune e coesa politica estera. Il paradosso dell’attuale UE è che sia zona coloniale (nel senso politico), sia potenza subimperialista.
La prassi politica, non a caso, o è politica internazionale o non è. Dunque, oggi in tal senso l’Europa non esiste e non esiste alcuna politica europea. E riteniamo non possa esistere una potenza politica globale di tipo europeistico. Che cosa è dunque l’UE? E’ storicamente una proiezione tattica di una fazione dell’imperialismo americano, della fazione strategica che possiamo identificare con il clan Bush prima, con quello clintoniano poi. Quale la funzione dell’UE? E qui, concretamente, vi è una sorprendente affinità con il nazismo hitleriano. La funzione storica dell’UE, nella logica dei clan russofobi statunitensi, è quella di inglobare lo spazio russo nel globalismo imperialista a trazione occidentale. Tale è stato lo scopo perseguito da Pratica di Mare (2002) alla rivoluzione colorata denominata Euromaidan (2013).
Tale era anche, di certo, lo scopo del nazionalsocialismo hitleriano. Significativo che poco dopo la presa del potere, gli hitleriani pianificarono lo sterminio della componente russofila e socialista nazionale, forse la più propriamente fascista del movimento tedesco, nella Notte dei Lunghi coltelli (1934): era il segnale, mandato alle élite occidentali, che l’oggetto della contesa, nella logica della spartizione globale e dello scambio ineguale, era rappresentato dall’immenso “spazio vitale” russo con le sue infinite materie prime. A differenza della retorica fascista mussoliniana, basata sulla guerra del sangue contro l’oro occidentale ed atlantico, Hitler identificava da sempre l’essenza della guerra nazionalsocialista nella direzione di conquista verso l’Est. La russofobia era la componente sostanziale della visione del mondo del Fuhrer tedesco. Per l’elite della destra nazionalsocialista affermatasi dal ’34 in avanti contro la “sinistra” filorussa interna, il Mediterraneo non esisteva nella nuova fase strategica. La guerra, l’unica guerra era perciò Occidente contro Russia; il concetto hitleriano di Occidente finiva per comprendere gli stessi USA.
L’errore strategico hitleriano e l’abilità di Stalin decretarono la sconfitta della linea geopolitica euro-occidentalista e la vittoria del panslavismo del Cremlino, così ben rappresentato da M. Gilas nel suo testo di memorie (“Conversazioni con Stalin”). La Russia, con la “grande guerra patriottica”, entrava dalla porta principale, pur non volendolo, nella nuova fase strategica. Erano gli errori politici a catena dell’élite
Belgrado, 24 marzo 2019: una manifestazione nel ventesimo anniversario dell'attacco NATO |
Nei giorni della nascita del sogno europeo, serbo corrispondeva perciò nella logica politica e ideologica comune a “sottouomo”, come russo nel ’41-45.
La identificheremo poi, ancor più, in definitiva nella guerra imperialista globale al popolo russo, partita con la Rivoluzione Arancione (2004) e culminata con l’affermazione di fazioni armate golpiste esplicitamente naziste e sioniste che puntano al disegno definitivo: la rivoluzione colorata a Mosca e la sovversione interna nello “spazio vitale” russo. Così la Russia sarà inglobata, come potenza coloniale, nel mercato euro-occidentale.
Machiavellianamente, l’ideologia è solo uno schermo di una politica realista di potenza. In questo senso, l’UE è la stampella tattica fondamentale dell’imperialismo armato e razzista di una fazione, la più fanatica e pericolosa (come già abbiamo visto in Iraq, Afghanistan e Siria), del potere globale statunitense. Quando si parla perciò di europeismo, ben oltre i giorni della memoria e del ricordo banditi da organizzazioni euristiche, ai russi non possono che venire immediatamente in mente i circa 30 milioni di morti lasciati sui campi nel corso della imposta “grande guerra patriottica”. Come notava il grande Solzenicyn, l’Occidente ama indugiare a lungo sull’antisemitismo hitleriano per ripulirsi la coscienza e non ricordare lo sterminio delle decine di milioni di russi prodotti dal razzismo euroccidentalistico a guida pangermanista.
Del resto, di recente, lo stesso Bibi Netanyahu arrivava alle medesime conclusioni, sottintendo che Hitler venne per spargere a piene la mani più la Russofobia globale che la giudeofobia, che sarebbe stata in realtà prerogativa del Gran Mufti al Husseini, ben più che della destra euroatlantista nazista; quella Russofobia che è il cavallo strategico di battaglia della fazione dell’imperialismo occidentale nel quale è intruppata l’UE.
Sostieni SOLLEVAZIONE e Programma 101
11 commenti:
Meglio parlare sobriamente di geopolitica e di rapporti di potenza che infiorettare il tutto con improbabili categorizzazioni ideologiche trasversali (dietro cui riposa il puerile e reiterato "nazisti siete voi!" "no voi!").
L'aspirazione a un'Europa superpotenza capace di dominare il proprio destino è finita per sempre colla disfatta tedesca nella II guerra mondiale. L'idea della UE mi sembra più quella di diventare prima una succursale privilegiata e poi un secondo polo dirigente dell'impero a stelle e strisce. La decadenza dell'impero sta innescando la disgregazione del progetto.
Per quanto riguarda l'hitlerismo, fu una religione laica finalizzata a rannovellare la spinta identitaria del popolo tedesco in vista di un estremo tentativo di strappare la supremazia continentale agli anglosassoni. Per l'Italia si trattava semplicemente di scegliere fra due padroni.
Una proposta ai 100 mila e più lettori di sollevazione e ai tanti commentatori.
Sollevazione e P101 dicono da tempo di sostenere in maniera critica questo governo e a ragione, perché piaccia o non piaccia, per quanto con tantissimi limiti, ha invertito la tendenza austeritaria degli ultimi anni che è ciò che gli italiani vogliono; dicono anche di voler stare nel campo populista e di volerne costituire la terza gamba e hanno ben individuato nell’Unione europea e nell’euro il nemico principale.
Vedo più di 100 mila lettori di questo blog, vedo tantissimi commentatori, assieme siamo una forza.
A europee svoltesi, i rapporti di forza dentro il governo si sono invertiti, l’Europa sta mandando un attacco frontale e il rischio che il governo capitoli, esiste.
Chiedo a tutti i lettori di sollevazione e ai commentatori che sentono l’urgenza del momento, di uscire fuori dal blog, di incontrarci in assemblea e trovare il modo di incalzare questo governo sul serio.
Contiamoci.
Effettivamente stando ai numeri di lettori, non siamo 4 gatti.
Se tutti facessimo una donazione di 10€, entro un mese potremmo chiedere a sollevazione di affittare una sala a Roma, conoscerci de visu e avviare un percorso condiviso per la nascita di un soggetto politico all’altezza della situazione nuova creatasi, un soggetto che sia l’espressione di quella che sollevazione e P101 chiamano “sinistra patriottica”, che proprio nei tantissimi rivoli dell’attuale sinistra, non verrà mai fuori.
Organizziamoci noi!
E’ una proposta assurda, o ce lo chiede il momento importantissimo verso cui stiamo andando incontro?
Il Paese che ha fatto la Resistenza vuole arrendersi senza combattere? Continuando a fare il lettore passivo o il commentatore seriale virtuale?
Lettori di Sollevazione, uniamoci.
Se siete d’accordo, commentate e proponete.
Può interessare questo articolo su H. jaffe che aveva previsto già dagli anni Novanta la deriva russofoba che avrebbe preso una Germania unita attorno ad un nazionalcapitalismo mercatista. Jaffe fu il piu politico tra gli economisti marxisti..
https://www.ilsole24ore.com/art/economia/2014-12-26/hosea-jaffe-l-economista-che-aveva-previsto-l-austerita-tedesca-e-non-solo-143308.shtml?uuid=ABUINcVC
Condivido quanto sostiene il lettore delle 18,36 e propongo anche di estendere le nostre iniziative a Risorgimento socialista, una sinistra patriottica.
https://www.risorgimentosocialista.it/
All'Anonimo delle 16.35:
Non penso che l'hitlerismo volesse strappare la "supremazia continentale" agli anglosassoni, anzi penso che abbia ricercato in ogni modo l'alleanza con il polo anglosassone con il fine assoluto ed esclusivo di fare della Russia la riserva indiana dei signori anglogermani. Stalin spaccando la comunità ebraica mondiale, allontanò molte sezioni bundiste e sioniste dall'iniziale appoggio al Terzo Reich, come spiega "Perchè Stalin creò Israele"...https://www.youtube.com/watch?v=kK3wIq0Cdgg
Ottima questa analisi di Ff, tantopiù perchè capita a proposito delle celebrazioni che in questi giorni il menzognificio ufficiale ci sta infliggendo riguardo al D-day, che secondo la vulgata propagandistica occidentale avrebbe provocato la sconfitta del nazismo. In realtà è assodato che le sorti della guerra erano già state decise sui fronti orientali dove la potenza militare tedesca venne scardinata dall'Armata Rossa dapprima nelle pianure davanti a Mosca e successivamente nelle battaglie di Stalingrado, del saliente di Kursk e infine della gigantesca operazione Bagration,tra l'altro proprio contemporanea allo sbarco in Normandia. Diciamo piuttosto che gli alleati erano preoccupati per l'influenza che avrebbe avuto sull'Europa la vittoria sovietica.
Un piccolo appunto soltanto sul "grande Solzenicyn", solo per notare come egli si fece grandemente manipolare in funzione anticomunista da quelle fazioni russofobe che lui stesso criticava.
Per RobertoG:
Non penserei che Solzenicyn si è fatto manipolare dalle oligarchie del capitalismo occidentale, ti invito a leggere il suo periodo americano, non vedeva l'ora di rientrare in Urss, scrisse Un Discorso ad harvard dove considerò diabolico e satanico il capitalismo (più del comunismo), e disse "Meglio un Gulag in urss che un supermercato in Occidente".
fu un errore del politburo cacciarlo dall'urss lui non voleva andarsene
Intanto nel dday la Merkel si comporta come fosse la vincitrice, assurdo!!!
https://www.reuters.tv/l/PQHp/2019/06/05/merkel-on-dday
Per Anonimo 03:40
Hai ragione, ma ciò che intendevo dire era che il suo "Arcipelago Gulag", reso dalle case editrici occidentali un best seller e con tanto di nobel per la letteratura, e la sua figura di dissidente perseguitato furono usate per dimostrare la malvagità del comunismo, mentre le sue affermazioni critiche sulla corrotta società occidentale furono passate praticamente sotto silenzio.
Basta consultare Wikipedia, che ben rappresenta il pensiero mainstream, per verificare che di queste ultime non v'è praticamente traccia.
Alla fine egli rappresenta, anche se non volontariamente, una delle pietre miliari di tutto quel percorso pseudoculturale che, demonizzando le dottrine socialiste, ha portato fino ai giorni nostri ad affermare che il capitalismo, nonostante i difetti, rappresenti il migliore dei mondi possibili.
Per Roberto
certo, giustissimo, infatti Solzenicyn considerava Capitalismo e Americanismo molto peggiori dello stalinismo e del fascismo (vedi Lettera ai capi dell'Urss, L'uomo nuovo, Due secoli assieme, Discorsi americani).
Fu portato al Nobel da Una giornata di Ivan D non Arcipelago
Posta un commento