[ lunedì 24 giugno 2019]
Certo, i media di regime soffiano sul fuoco; certo essi seminano zizzania per spaccare il "governo populista". Ma è un fatto che man mano che cresce l'assedio da parte dell'Unione europea e dei suoi ascari nostrani, vengono a galla le tensioni nella maggioranza giallo-verde. Aumenteranno in vista della prossima Legge di bilancio, che ha tutta l'aria di essere una specie di redde rationem.
Stamattina la agenzie battono due notizie di peso.
Da una parte ci dicono che Di Maio accusa Di Battista di "destabilizzare" il governo: "vuole votare a settembre" — cioè interpreta le uscita del Dibba proprio come noi avevamo fatto giorni addietro. Poi ci sono, ad attestare che nel M5S le tensioni aumentano, le dimissioni della senatrice Paola Nugnes, annunciate, guarda un po', con un'intervista a il manifesto.
Ma la notizia che campeggia su tutti i giornali stamattina è la bomba a testata multipla lanciata da Giorgetti. Liquidando come una corbelleria i MiniBoT — «C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti» — Giorgetti non colpisce solo Borghi, ma pure Salvini e con lui l'intero governo. Una mossa che francamente ci aspettavamo e che, in modo simmetrico rispetto a quella del Di Battista, contribuisce a provocare la crisi di governo, le elezioni anticipate.
Dato il grande peso che Giorgetti ha nella Lega, la sua bomba avrà certo conseguenze. Non può essergli infatti sfuggito che l'idea (giusta) dei MiniBoT non è una stravaganza di Borghi, che essa è condivisa da Salvini, che infatti l'ha difesa giorni addietro con queste testuali parole:
«I minibot non solo sono nel contratto di governo ma sono anche stati votati dalla Camera. Sono lo strumento più intelligente per pagare i debiti della pubblica amministrazione: se qualcuno ne ha uno migliore bene, altrimenti dico che si va avanti con questo».
D'altra parte lo stesso Giorgetti aveva detto:
«Tutte le soluzioni nuove sono contestate – spiegava - non dico che siano la Bibbia, ma i minibot sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità».
Come mai questa giravolta? Di sicuro questa uscita di Giorgetti — ex bocconiano e liberista, uomo della borghesia padana in stretto contatto con Draghi — è un assist a Bruxelles, a Mattarella e al suo cavallo di Tr(o)ia nel governo, oltre che un gesto servile per candidarsi a commissario a Bruxelles.
Una conferma che di Lega non ce n'è una, ce ne sono due. Quella di Giorgetti che punta ad ubbidire ai diktat della Ue e a riportare la Lega nel centro destra e quella "populista" di Salvini.
Più ci si avvicina allo snodo della Legge di bilancio, più le pressioni dei poteri forti per spaccare Lega e M5s aumenteranno, e più quindi cresceranno le tensioni interne al "campo populista".
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3 commenti:
Lettura di grande intelligenza (senza ironie).
E se invece fosse una mossa per rendere gradito Giorgetti all’Europa e piazzarlo in qualche ruolo di peso in seno alla commissione?magari sarebbe il cavallo di Troia in seno alla commissione
Si va beh spaccare la LEGA
Risultati :
Giorgetti 100 voti
Salvini 1 milione
Credo invece che un po’ di strategia anche loro la sappiamo fare ...
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