[ 4 aprile 2018 ]
Dopo un mese di melina, mentre oggi inizia la liturgia delle consultazioni al Quirinale, la sola novità è quanto ha affermato Di Maio: «Pronti a un accordo con Lega o Pd, ma non con Berlusconi».
Dopo un mese di melina, mentre oggi inizia la liturgia delle consultazioni al Quirinale, la sola novità è quanto ha affermato Di Maio: «Pronti a un accordo con Lega o Pd, ma non con Berlusconi».
Una mossa tattica astuta perché mentre fa leva sulle divisioni interne al PD e le difficoltà di Renzi, mette Salvini nella scomoda posizione di dover decidere se rompere o restare incollato alla coalizione con Forza Italia.
Una mossa che tuttavia può essere letta da un'altra angolatura. Affermare che si può ben fare il governo col Pd ha tutto il sapore di un messaggio lanciato ai poteri forti, eurocratici anzitutto, che possono dormire sonni tranquilli, che M5S è una forza di cui essi si possono fidare. Come se Di Maio dicesse: "In barba al fulmineo accordo con la Lega sui presidenti delle Camere non c'è nessun patto segreto con Salvini per dare vita ad un governo giallo-verde".
Chi scrive non ha dubbi che Di Maio è sincero quando fa capire che non vuole andare allo scontro con l'Unione europea e i pescecani della finanza globale. Avere i piddini nel suo governo è come stipulare una polizza assicurativa. D'altro canto Salvini non è da meno quando dice di tenersi ben saldo all'alleanza con Berlusconi.
E siccome i due vincitori delle elezioni, pur avendo i numeri per dare vita ad un governo giallo-verde, non hanno il coraggio di assumersi la responsabilità di farlo, c'è la possibilità che esca fuori un inciucio di governo. Possibile, ma altamente improbabile perché sulla strada dell'inciucio ci sono diversi ostacoli. Due quelli fondamentali: da una parte Renzi e Berlusconi non vogliono uscire definitivamente di scena, mentre proprio questa duplice uscita di scena è simmetricamente necessaria sia a Di Maio che a Salvini per accettare l'inciucio senza perdere la faccia.
Una partita complicata che rischia di concludersi in un fiasco. Ecco perché all'orizzonte potrebbero esserci nuove elezioni —elezioni che le élite tenteranno di scongiurare in ogni modo perché sanno che Pd e Forza Italia ne uscirebbero con le ossa rotte. Ecco spiegato perché, malgrado la loro pusillanimità, Di Maio e Salvini sono in una botte di ferro.
Per questo, nel ribadire la nostra posizione — un governo giallo-verde subito per porre fine all'austerità — tra un inciucio di governo e nuove elezioni, non abbiamo dubbi: si dia di nuovo la parola ai cittadini.
1 commento:
Ma che partito di plastica ... "o con Lega o con PD" ?!?! Come se cambiasse poco allearsi con l'uno piuttosto che l'altro ..
Il M5S è il nulla totale , il vuoto pneumatico .. Se la loro idea politica è l'ONESTA' , basta la magistratura e la polizia , non serve un partito .
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