[ 8 gennaio 2018 ]
Privati della possibilità di votare per una lista elettorale sovranista costituzionale —sulle cause di questo fallimento e sui colpevoli, che ci sono, sarebbe il momento di fare chiarezza— chi voteremo, semmai voteremo, il 4 marzo? Di certo non per il Pd, principale arnese in mano ai dominanti, né tantomeno per il centro-destra, che si candida a fare da supplente.
Ieri il vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e la Meloni si è concluso con l'accordo. Come avevamo previsto il Cavaliere l'ha spuntata. Dopo mesi di invettive e rimbrotti Salvini e Meloni hanno dovuto accettare il sodalizio con la "quarta gamba" dei Lupi, dei Cesa, dei Fitto e dei Tosi — Noi con l'Italia-Udc.
Il vertice, sulla carta, era solo sulla spartizione dei collegi e la composizione delle liste. La sostanza è che Lega e Fratelli d'Italia, hanno accettato il ruolo di comprimari, anzi di portatori d'acqua al mulino berlusconiano. Berlusconi non aveva mai dubitato (di contro a tanti pseudo-sovranisti che per anni hanno corteggiato Salvini via Borghi Aquilini) che l'avrebbe avuta vinta.
Forte di questa certezza, ha rilasciato a IL FOGLIO una lunga intervista che la dice lunga sul profilo e le priorità del governo in caso di vittoria del centro-destra. Al netto delle promesse acchiappavoti, ha affermato che finalmente verrà messa in atto la cosiddetta "rivoluzione liberale". In estrema sintesi: mani libere alle imprese in nome del famigerato dogma liberista "più mercato e meno Stato". Ovvero proprio ciò che ha causato il disastro sociale e il declino nazionale.
Non si tratta, ovviamente, di una sorpresa, anzi. Quel che importa è che con questa uscita Berlusconi abbia suggellato l'accordo con Salvini e Meloni, mettendo in chiaro ai poteri forti, ma l'aveva già fatto in primavera, che lui è un convinto europeista, e che il suo modello è la Merkel e giammai la Le Pen.
I "mercati" possono in effetti dormire sonni doppiamente tranquilli. Anche ove il centro-destra ottenesse la maggioranza dei seggi, non è detto che governi.
Così lo stesso Economist, accolto finalmente Berlusconi nella grande famiglia liberale, non fa mistero che andrebbe benissimo un governo di "larghe intese" tra il Pd e Forza Italia, magari allargato a questo o quel cespuglio. E se neanche questo fosse numericamente possibile, sempre Bill Emmot non solo sdogana i Cinque Stelle ma afferma: «A Berlusconi preferisco Di Maio».
E così il cerchio si chiude. Lorsignori non commetteranno l'errore di puntare su un solo cavallo vincente, a questo giro ne hanno ben tre. Tutto fa brodo pur di evitare l'instabilità italiana, vera e propria bomba ad orologeria che può far saltare la muraglia dell'Unione europea.
E così torniamo al punto di partenza. Mentre chi sta in alto ha non solo tre opzioni e uscite di sicurezza, chi sta in basso, nelle urne, sembra non averne nemmeno una.
Privati della possibilità di votare per una lista elettorale sovranista costituzionale —sulle cause di questo fallimento e sui colpevoli, che ci sono, sarebbe il momento di fare chiarezza— chi voteremo, semmai voteremo, il 4 marzo? Di certo non per il Pd, principale arnese in mano ai dominanti, né tantomeno per il centro-destra, che si candida a fare da supplente.
Ieri il vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e la Meloni si è concluso con l'accordo. Come avevamo previsto il Cavaliere l'ha spuntata. Dopo mesi di invettive e rimbrotti Salvini e Meloni hanno dovuto accettare il sodalizio con la "quarta gamba" dei Lupi, dei Cesa, dei Fitto e dei Tosi — Noi con l'Italia-Udc.
Il vertice, sulla carta, era solo sulla spartizione dei collegi e la composizione delle liste. La sostanza è che Lega e Fratelli d'Italia, hanno accettato il ruolo di comprimari, anzi di portatori d'acqua al mulino berlusconiano. Berlusconi non aveva mai dubitato (di contro a tanti pseudo-sovranisti che per anni hanno corteggiato Salvini via Borghi Aquilini) che l'avrebbe avuta vinta.
Forte di questa certezza, ha rilasciato a IL FOGLIO una lunga intervista che la dice lunga sul profilo e le priorità del governo in caso di vittoria del centro-destra. Al netto delle promesse acchiappavoti, ha affermato che finalmente verrà messa in atto la cosiddetta "rivoluzione liberale". In estrema sintesi: mani libere alle imprese in nome del famigerato dogma liberista "più mercato e meno Stato". Ovvero proprio ciò che ha causato il disastro sociale e il declino nazionale.
Non si tratta, ovviamente, di una sorpresa, anzi. Quel che importa è che con questa uscita Berlusconi abbia suggellato l'accordo con Salvini e Meloni, mettendo in chiaro ai poteri forti, ma l'aveva già fatto in primavera, che lui è un convinto europeista, e che il suo modello è la Merkel e giammai la Le Pen.
I "mercati" possono in effetti dormire sonni doppiamente tranquilli. Anche ove il centro-destra ottenesse la maggioranza dei seggi, non è detto che governi.
Così lo stesso Economist, accolto finalmente Berlusconi nella grande famiglia liberale, non fa mistero che andrebbe benissimo un governo di "larghe intese" tra il Pd e Forza Italia, magari allargato a questo o quel cespuglio. E se neanche questo fosse numericamente possibile, sempre Bill Emmot non solo sdogana i Cinque Stelle ma afferma: «A Berlusconi preferisco Di Maio».
E così il cerchio si chiude. Lorsignori non commetteranno l'errore di puntare su un solo cavallo vincente, a questo giro ne hanno ben tre. Tutto fa brodo pur di evitare l'instabilità italiana, vera e propria bomba ad orologeria che può far saltare la muraglia dell'Unione europea.
E così torniamo al punto di partenza. Mentre chi sta in alto ha non solo tre opzioni e uscite di sicurezza, chi sta in basso, nelle urne, sembra non averne nemmeno una.
5 commenti:
"sulle cause di questo fallimento e sui colpevoli, che ci sono, sarebbe il momento di fare chiarezza"
Sì, credo sia giunto il momento di fare chiarezza. Io non ne posso più di pezzi di merda che si definiscono sovranisti (e perfino "costituzionali") per poi calare le braghe alla prima ciliegina che gli viene offerta. Basta! Litigare per divergenze politiche è una cosa, farlo con i coglioni che se la raccontano perché così gli fa comodo è altro. Basta, e se certa gente si definisce "sovranista" allora io cambio etichetta e mi chiamo "qwertysta", e zampate alle palle a chi osa appropiarsi anche di questa!
HO DETTO: ZAMPATE ALLE PALLE.
Chi votare ? Molti hanno già votato !
Sono in prevalenza i ragazzi del '99 cari all'ineffabile Presidente. Hanno votato voltando i tacchi, al ritmo di oltre 250.000 all'anno continueranno a lasciare l'Italia cosí come hanno fatto negli ultimi anni (cito da: https://cambiailmondo.org/2017/07/08/oltre-250mila-italiani-allanno-ndr-emigrano-allestero-quasi-quanti-nel-dopoguerra/)
" Come emerso in alcuni studi, rispetto ai dati dello Statistisches Bundesamt tedesco e del registro previdenziale britannico (National Insurance Number), le cancellazioni anagrafiche rilevate in Italia rappresentano appena un terzo degli italiani effettivamente iscritti. Pertanto, i dati dell’Istat sui trasferimenti all’estero dovrebbero essere aumentati almeno di 2,5 volte e di conseguenza nel 2016 si passerebbe da 114.000 cancellazioni a 285.000 trasferimenti all’estero, un livello pari ai flussi dell’immediato dopoguerra e a quelli di fine Ottocento. Peraltro, non va dimenticato che nella stessa Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero il numero dei nuovi registrati nel 2016 (225.663) è più alto rispetto ai dati Istat. Naturalmente, andrebbe effettuata una maggiorazione anche del numero degli espatriati ufficialmente nel 2008-2016, senz’altro superiore ai casi registrati (624.000)."
A Berlino ed a Londra esistono associazioni che assistono questi "esuli per motivi economici".
Che continuando ad obbedire agli ordini dell'UE ovvero della Germania non ci possa essere speranza alcuna di ripresa effettiva per l'Italia lo riconoscono anche gli esperti tedeschi (nel memorandum del "Sachverständigenrats 2017/2018" l'Italia è giustamente individuata come il pericolo maggiore per l'UE e per l'euro e per questo non viene proposto di ridurre drasticamente le molto impopolari misure di "quantitative esasing " dellla BCE, che sono la siringa alla quale è attaccato per essere mantenuto in vita il paziente Italia. Costoro sanno benissimo che un crollo del sistema bancario italiano trascinerebbe l'euro e l'UE nel baratro. Dunque l'economia italiana va dissanguata poco per volta ma tenuta in vita fino a quando non sarà arrivato il momento propizio per l'esproprio definitivo con le privatizzazioni selvagge, esattamente come avvenuto in Grecia.
Per questo la Germania ha grande interese a scremare il meglio della forza lavoro italiana (e del pari quella spagnola) in modo che rimangano nel malcapitato Bel Paese soltanto coloro che poi non saranno in grado di reagire quando verrà sferrato il colpo finale e l'Italia sarà del tutto una provincia del nuovo impero.
E con l'affare Maroni mi sa che Berlusconi i sovranoleghisti se li è cucinati per benino (e sotto sotto penso che a loro non dispiace neppure). Scommettiamo che lo proporrà come premier?
Ti ritiri se perdi come Le Pen o ti ritiri se vinci come Farage la musica è sempre la stessa.
En attendant Salvini.
sono una persona che ha sogni semplici : sogno che non voti nessuno . astensione massima .
p.s. se nessuno tutela i miei interessi perché dovrei votare per qualcun'altro ?
Anche Sandro Gozi (è un piddino che da Biasini a Renzi, passando per Prodi, Vendola e Rutelli ha il peso elettorale di un Razzi), gongolante a Radio Radicale, si dichiara "sovranista", ma europeo.
Il suo ragionamento sarcastico è che non si possa che essere "sovranisti" per governare l'euro-pa, essendo sovranità e governabilità sovrapponibili.francesco
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