[ 18 gennaio 2018 ]
Ieri sera, a Otto e Mezzo, De Benedetti, oltre a dichiararsi d'accordo con Berlusconi che occorre fare gli scongiuri ad una vittoria elettorale dei Cinque Stelle, alla domanda della Gruber "quale scenario sarebbe secondo lei auspicabile dopo le elezioni se nessuno avrà la maggioranza?"; De Benedetti, dopo avere ricordato che Gentiloni è in carica e non si è dimesso, ha concluso: "Meglio continui Gentiloni e si vada alle elezioni prima possibile, non senza avere fatto una nuova e più seria legge elettorale.
Sarà Gentiloni o un altro cameriere dell'oligarchia
euro-tedesca a fare il Presidente del consiglio dopo il 4 marzo?
Dipende...
Anzitutto dovrà accadere che nessuno dei tre poli ottenga la maggioranza dei seggi...
Se il Pd prende una sonora batosta sarà difficile che il piddino Gentiloni resti dov'è.
D'Alema, il "baffetto maledetto" —colui che nel 1999 trascinò il nostro Paese nella infame guerra alla Iugoslavia— tra i tanti suoi difetti ha quello di conoscere i meandri del Palazzo, quindi quel che pensa è d'aiuto a capire cosa potrebbe accadere dopo le elezioni.
Lo ha intervistato Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera di ieri.
Riportiamo due domande e le due risposte di D'Alema.
Ieri sera, a Otto e Mezzo, De Benedetti, oltre a dichiararsi d'accordo con Berlusconi che occorre fare gli scongiuri ad una vittoria elettorale dei Cinque Stelle, alla domanda della Gruber "quale scenario sarebbe secondo lei auspicabile dopo le elezioni se nessuno avrà la maggioranza?"; De Benedetti, dopo avere ricordato che Gentiloni è in carica e non si è dimesso, ha concluso: "Meglio continui Gentiloni e si vada alle elezioni prima possibile, non senza avere fatto una nuova e più seria legge elettorale.
Sarà Gentiloni o un altro cameriere dell'oligarchia
euro-tedesca a fare il Presidente del consiglio dopo il 4 marzo?
Dipende...
Anzitutto dovrà accadere che nessuno dei tre poli ottenga la maggioranza dei seggi...
Se il Pd prende una sonora batosta sarà difficile che il piddino Gentiloni resti dov'è.
D'Alema, il "baffetto maledetto" —colui che nel 1999 trascinò il nostro Paese nella infame guerra alla Iugoslavia— tra i tanti suoi difetti ha quello di conoscere i meandri del Palazzo, quindi quel che pensa è d'aiuto a capire cosa potrebbe accadere dopo le elezioni.
Lo ha intervistato Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera di ieri.
Riportiamo due domande e le due risposte di D'Alema.
«Cosa succederà il 5 marzo?
La classe dirigente ha il dovere di dire la verità al Paese: questa legge è congegnata perché nessuno abbia la maggioranza. Occorrerà lo sforzo di garantire una ragionevole governabilità, mentre il Parlamento avrà un compito costituente, a cominciare da una nuova legge elettorale. Il Paese pagherà un prezzo alto al fallimento del renzismo, al modo disastroso, superficiale e arrogante con cui ha affrontato questioni delicatissime come le riforme.
Un governo del presidente?
Per forza: una convergenza di tanti partiti diversi attorno a obiettivi molto limitati. E noi, che siamo una forza radicata nei valori democratici della Costituzione della solidarietà, dell’uguaglianza, del lavoro, daremo il nostro contributo, ponendo discriminanti di carattere programmatico per noi irrinunciabili».
Com'è evidente D'Alema, non tifa per Gentiloni, ma giunge alla stessa conclusione di De Benedetti: fare una nuova legge elettorale e andare subito alle urne. Sono essi degli stolti? O lo sono coloro che ritengono che la prossima legislatura durerà 5 anni?
Vedremo come andrà a finire.
Di sicuro sappiamo già quale sarà lo scenario post-elettorale e i due terreni di battaglia, connessi l'uno all'altro.
Sono furbi Lorsignori: dopo la batosta di Renzi sulla Costituzione si "limiteranno"alla modifica della legge elettorale, ma noi sappiamo che certi meccanismi elettorali, a Costituzione formale intatta, possono stravolgerla nella pratica. Chi sta sopra tenterà di fare una nuova legge elettorale per assicurare e blindare il governo dei suoi fantocci, siano essi di destra, sinistra o centro.
D'altra parte la Ue, che con Moscovici ha messo le mani avanti, farà pressioni affinché chiunque governi rispetti i vincoli stringenti di politica economica dettati da Bruxelles e Francoforte.
2 commenti:
Chissà cosa ne pensa quella che non odia D'Alema e Bersani nonostante pensi che "siano responsabili di questa povertà". Quasi quasi li ricandiderebbe, se facessero una ipocrita dichiarazione di circostanza di essersi pentiti, ma di nascosto.
http://contropiano.org/interventi/2017/12/22/francesca-fornario-perche-deciso-votare-potere-al-popolo-098991
"Odi D’Alema (O Bersani, Renzi, ecc)? No.
[..]
E non perché ho letto Vonnegut – un po’ anche sì, temo – o perché sono più buona di chi invece odia D’Alema ma solo perché sono stata più fortunata di lui: non sono mai stata licenziata – mi sono licenziata spesso – ho sempre fatto un lavoro che mi piaceva e mi lasciava tanto tempo libero, ho ereditato una casa."
E questi dovrebbero rappresentare chi non ha più nulla da perdere?
A questo punto, in queste elezioni, noi della sinistra contro l'euro che facciamo? Ci asteniamo?, votiamo cinque stelle? O andiamo in ordine sparso?
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