[ 11 gennaio 2018 ]
Le elezioni si avvicinano e la gara a chi spara la cazzata più grossa è partita. Nel centro destra Berlusconi sorpassa Salvini (via la legge Fornero e quella sui vaccini) e promette, oltre che l'allungamento della vita a 120 anni con la pensione minima a mille euro, l'abolizione del Jobs Act.
Sul fronte opposto (si fa per dire) Renzi lancia la proposta del salario minimo legale di 9/10 euro. A sinistra, preoccupati di non apparire "populisti", volano basso: Pietro Grasso ha proposto l'abolizione delle tasse universitarie per tutti.
Potete star certi che nessuna di queste misure verrà adottata da questi signori nel caso, Dio non voglia, salissero al governo. Ci penserà l'Europa a ridurre questi giullari a più miti consigli, con le buone o con le cattive. Ovviamente questi imbroglioni lo sanno, e solo per questo loro uso sistematico dell'inganno non solo non vanno votati ma andrebbero messi alla gogna.
Luigi Di Maio invece, pensando di smarcarsi da questa commedia di scimmie, siccome sente profumo di governo, non perde occasione, dato che al governo ci vai se hai il beneplacito dei poteri forti, di lusingarli, sforzandosi di apparire come un leader affidabile.
Così ci spieghiamo, dopo tante manfrine, il definitivo voltafaccia sulla questione dell'euro. Lo ha fatto l'altra sera a Porta a Porta, tempio del politicantismo. Egli ha testualmente affermato:
Né ridere né piangere, scriveva Spinoza, ma capire. E la prima cosa da capire è che il Movimento 5 Stelle, semmai andasse al governo, a parte qualche nota stonata, suonerà lo stesso spartito degli orchestrali precedenti, in devoto rispetto dei diktat euro-tedeschi.
Sì, i Cinque Stelle sono diventati il tappo, l'ostacolo principale che impedisce un profondo cambiamento, che potrà avvenire solo con una sollevazione di popolo. Sì, in ultima istanza i Cinque Stelle sono diventati l'ultima muraglia a difesa del sistema.
Forse è proprio per questo che sarebbe bene che salgano al governo, perché i tanti cittadini che ancora si illudono che i Cinque Stelle siano diversi, che siano l'alternativa, si ricrederebbero.
Forse questo è il solo modo per spezzare l'incantesimo che paralizza milioni di cittadini, per porre fine l'illusione che la svolta di cui il Paese ha bisogno possa venire dall'alto, da questa o quella consorteria politicante.
Forse solo così si libereranno le energie necessarie per cambiare non solo musica, ma anche l'orchestra.
Le elezioni si avvicinano e la gara a chi spara la cazzata più grossa è partita. Nel centro destra Berlusconi sorpassa Salvini (via la legge Fornero e quella sui vaccini) e promette, oltre che l'allungamento della vita a 120 anni con la pensione minima a mille euro, l'abolizione del Jobs Act.
Sul fronte opposto (si fa per dire) Renzi lancia la proposta del salario minimo legale di 9/10 euro. A sinistra, preoccupati di non apparire "populisti", volano basso: Pietro Grasso ha proposto l'abolizione delle tasse universitarie per tutti.
Potete star certi che nessuna di queste misure verrà adottata da questi signori nel caso, Dio non voglia, salissero al governo. Ci penserà l'Europa a ridurre questi giullari a più miti consigli, con le buone o con le cattive. Ovviamente questi imbroglioni lo sanno, e solo per questo loro uso sistematico dell'inganno non solo non vanno votati ma andrebbero messi alla gogna.
Luigi Di Maio invece, pensando di smarcarsi da questa commedia di scimmie, siccome sente profumo di governo, non perde occasione, dato che al governo ci vai se hai il beneplacito dei poteri forti, di lusingarli, sforzandosi di apparire come un leader affidabile.
Così ci spieghiamo, dopo tante manfrine, il definitivo voltafaccia sulla questione dell'euro. Lo ha fatto l'altra sera a Porta a Porta, tempio del politicantismo. Egli ha testualmente affermato:
«Il quadro europeo vede non più quel monolite che era l'asse franco-tedesco, ma c'è un momento in cui l'Italia può contare di più a quei tavoli, e quindi non credo che sia più il momento dell'Italia per uscire dall'euro, infatti io parlo del referendum come estrema ratio, che spero di non utilizzare».Così, con questo gettare nel cesso uno dei motivi che hanno spinto al successo il M5S, Di Maio è il protagonista della commedia di scimmie della politica italiana.
Né ridere né piangere, scriveva Spinoza, ma capire. E la prima cosa da capire è che il Movimento 5 Stelle, semmai andasse al governo, a parte qualche nota stonata, suonerà lo stesso spartito degli orchestrali precedenti, in devoto rispetto dei diktat euro-tedeschi.
Sì, i Cinque Stelle sono diventati il tappo, l'ostacolo principale che impedisce un profondo cambiamento, che potrà avvenire solo con una sollevazione di popolo. Sì, in ultima istanza i Cinque Stelle sono diventati l'ultima muraglia a difesa del sistema.
Forse è proprio per questo che sarebbe bene che salgano al governo, perché i tanti cittadini che ancora si illudono che i Cinque Stelle siano diversi, che siano l'alternativa, si ricrederebbero.
Forse questo è il solo modo per spezzare l'incantesimo che paralizza milioni di cittadini, per porre fine l'illusione che la svolta di cui il Paese ha bisogno possa venire dall'alto, da questa o quella consorteria politicante.
Forse solo così si libereranno le energie necessarie per cambiare non solo musica, ma anche l'orchestra.
5 commenti:
Alla commedia aggiungiamo, anche se per altre ragioni, Maroni che si dice leninista ed accusa Salvini di essere stalinista.
http://www.huffingtonpost.it/2018/01/11/con-me-salvini-si-e-comportato-da-stalinista_a_23330488/
Non so se devo ridere o piangere.
ragazzi, poi capito la scusa che ha trovato per giustificare il tradimento?
Che l'asse franco-tedesco non ci sarebbe più.
Che cretino!
Se questo va al governo se lo mangiano in cinque minuti (i franco-tedeschi)...
L'analisi sui ciarlatani del M5S e sui loro competitori è perfetta. La mia visione del mondo, piuttosto differente da quella dei promotori di questo blog, mi induce a fare una considerazione. Quando ero giovane era il PCI ad "ingannare" il popolo (a quel tempo si parlava di proletari, ovviamente combattivi) poi fu la volta del "centrosinistra, ulivo, unione, etc" ORA ci si aspetta il disinganno delle "MASSE" dall'inganno intessuto dai pentastellati (masse già piuttosto disingannate, visti i tassi di astensionismo). Non vi salta MAI in mente che il "popolo" sia predisposto a farsi ingannare e che addirittura goda a soddisfare le sue contrapposte pulsioni basate sulla faziosità di adesioni partigiane alle varie coglionerie che gli vengono proposte?
Giornalista di Libbero asservito ai poteri forti: Giggino parliamo di energia: che ne pensa della Fissione Termonucleare a freddo mediata da supercazzola prematurata?
Giggino: "è una cosa superata"...
Trota Casaleggio: Giggino ti avevo detto che quando c'è il "che" devi usare il congiuntivo...hai capito testone ?!
Giggino: Certo che ho capissi!
ps: che il M5s aveva tradito lo dissi un anno fa quando me ne andai.
Grillo è stato arruolato da Casaleggio per portargli in dote un enorme potere di contrattazione (25/30% di voti) con le lobbies che contano.
In questo modo Casaleggio ora può concretizzare per se stesso e per la sua azienda (esternalità di mercato).
Adesso Grillo (dato che ha assolto la sua funzione) si defila ed il M5s come era previsto sin dall'inizio, viene privatizzato da Casaleggio (associazione Rousseau) e modificato geneticamente in senso neoliberale.
Grillo se ne va (così resta anche "puro" agli occhi della gente ed "innocente" di questo schifo) ed è lui il vero traditore.
Ricordo che Grillo nei suoi spettacoli disse che tutto era finzione pure...se stesso!
Marco Giannini
Non credo che M5s finirebbe distrutto se governasse.
Anzi si rafforzerebbe e non lo toglieremmo più da lì.
Basta conoscere la gente che comanda nei Meetup.
Il cambiamento non può esserci con questi signori e vanno sputtanati, distrutti ORA.
Il M5s è stato creato da Casaleggio per avere potere e Casaleggio è stato inviato dalla Corona Inglese in accordo con quella parte di Vaticano che si riconosce nell'attuale Papa e con gli USA Obama/Clinton/Bush/Mc Cain.
Se ne parlano male è solo perché incanalano la protesta poi con l'aspettativa di una poltrona che magari mai arriverà, li tengono buoni.
Il cambiamento ci sarà (ma ne dubito) solo quando gli USA perderanno una guerra mondiale.
MG
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