[ 4 novembre 2017 ]
Tutti a cena a Catania, presso il ristorante "Il cavaliere". Chi lo sappiamo: Berlusconi, Salvini e la Meloni. Titolo giornalistico: "siglato il patto dell'arancino".
Come quello della "Crostata" del 1997, anche questo finirà nel cesso.
I destri tutti uniti fino al giorno del voto, poi ognuno per i fatti suoi.
Questo è l'alibi con cui i salviniani devoti e i meloniani flagellanti giustificano il loro portare acqua al mulino del puttaniere di Arcore. Un alibi che ogni persona intelligente non può che considerare risibile.
Qui non si tratta solo che Salvini e la Meloni sono andati in soccorso di Berlusconi. Attraverso Berlusconi essi in verità assolvono la funzione di stampelle del regime, un regime plutocratico la cui cabina di regia non sta a Roma (dove si agitano solo dei servi) ma nelle tre babilonie: Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Salvini e Meloni potranno sì dire, dopo il voto (con una legge elettorale truffa) "liberi tutti!", ma sanno di aver aiutato Berlusconi a restare in sella per soccorrere il Partito democratico per farci un nuovo governo "di larghe intese".
Proprio come vogliono i..."mercati" —leggi i poteri forti euristi e atlantisti.
Salvini e la Meloni, politicanti d'accatto, maestri dell'opportunismo senza principi. E' bastato che la Le Pen prendesse la batosta che ha preso, per mettere nel cassetto il rifiuto dell'euro, la critica dura all'Unione europea.
Poco è bastato perché dimenticassero che il futuro del Paese è appeso ad un filo.
L'Italia Ribelle, il popolo di sotto, non si aspettava certo che dalla destra venisse la speranza. Dopo vent'anni e passa siamo ancora al...popolino delle libertà.
A sinistra non va meglio, invece di seguire l'esempio di France Insoumise, tutti col cappello in mano da D'Alema e Bersani ad implorare qualche strapuntino per entrare in Parlamento. Niente, visione, niente ideali, niente passione politica. L'opportunismo a sinistra gareggia con quello nel campo della destra.
L'Italia Ribelle forse non ce la farà nemmeno questa volta ad entrare in Parlamento. Ci si sta provando, contro ostacoli quasi insormontabili.
Ci vorrebbe un miracolo. Vorrei tanto credere ai miracoli...
Tutti a cena a Catania, presso il ristorante "Il cavaliere". Chi lo sappiamo: Berlusconi, Salvini e la Meloni. Titolo giornalistico: "siglato il patto dell'arancino".
Come quello della "Crostata" del 1997, anche questo finirà nel cesso.
I destri tutti uniti fino al giorno del voto, poi ognuno per i fatti suoi.
Questo è l'alibi con cui i salviniani devoti e i meloniani flagellanti giustificano il loro portare acqua al mulino del puttaniere di Arcore. Un alibi che ogni persona intelligente non può che considerare risibile.
Qui non si tratta solo che Salvini e la Meloni sono andati in soccorso di Berlusconi. Attraverso Berlusconi essi in verità assolvono la funzione di stampelle del regime, un regime plutocratico la cui cabina di regia non sta a Roma (dove si agitano solo dei servi) ma nelle tre babilonie: Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Salvini e Meloni potranno sì dire, dopo il voto (con una legge elettorale truffa) "liberi tutti!", ma sanno di aver aiutato Berlusconi a restare in sella per soccorrere il Partito democratico per farci un nuovo governo "di larghe intese".
Proprio come vogliono i..."mercati" —leggi i poteri forti euristi e atlantisti.
Salvini e la Meloni, politicanti d'accatto, maestri dell'opportunismo senza principi. E' bastato che la Le Pen prendesse la batosta che ha preso, per mettere nel cassetto il rifiuto dell'euro, la critica dura all'Unione europea.
Poco è bastato perché dimenticassero che il futuro del Paese è appeso ad un filo.
L'Italia Ribelle, il popolo di sotto, non si aspettava certo che dalla destra venisse la speranza. Dopo vent'anni e passa siamo ancora al...popolino delle libertà.
A sinistra non va meglio, invece di seguire l'esempio di France Insoumise, tutti col cappello in mano da D'Alema e Bersani ad implorare qualche strapuntino per entrare in Parlamento. Niente, visione, niente ideali, niente passione politica. L'opportunismo a sinistra gareggia con quello nel campo della destra.
L'Italia Ribelle forse non ce la farà nemmeno questa volta ad entrare in Parlamento. Ci si sta provando, contro ostacoli quasi insormontabili.
Ci vorrebbe un miracolo. Vorrei tanto credere ai miracoli...
2 commenti:
Il Miracolo lo potrà fare soltanto il Popolo Italiano : soltanto i Popoli compiono i "miracoli". Ma tali miracoli vanno incoraggiati con un esempio costante e granitico e senza scorciatoie o illusioni con chi non voglia ridestare o creare le condizioni di siffatto miracolo , pur facendo finta di perseguirlo. Chi scava le montagne per rimuoverle a colpi di badile, alla fine commuoverà il Popolo che compierà "il miracolo". Nulla di più utile che prevalga il marcio del marcio a questa tornata elettorale, per rendere ancora più evidente l'obiettivo, sollecitando quella spinta popolare senza la quale non si vince; non si cambia.
Dovremmo prepararci il più possibile a tale congiuntura, forse non lontanissima.
Le fortune elettorali del pd sono state in massima parte legate all'antiberlusconismo, almeno per quanto mi riguarda.
Tra i buoni a niente e i capaci di tutto votavo i primi.
Ma questo gioco di mettere in campo il cattivo di turno per far vincere l'altro è stato sgamato anche in USA, non credo funzionerà in Sicilia, il pd non crescerà.
Il criterio forse è ancora valido con la differenza che ho scoperto che i capaci di tutto erano quegli altri, creduti buoni a niente.
Oggi per me i nuovi capaci di tutto sono quelli che usano la stessa tecnica usata dal pd, sventolare la questione morale per non farci uscire dal recinto dell'euro-pa, i veri antisovranisti, perché meglio mimetizzati.
Dal modo in cui Grillo sballottava per il collo il giovane candidato addetto al cancello del recinto dimostra quanto si credano sicuri della scelta del nome: gatekeeper, portiere di un ingresso o un cancello, insomma un "cancelleri".francesco
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