[ 23 luglio 2017 ]
Tanto per essere chiari, noi non votammo per Giuliano Pisapia nelle elezioni comunali di Milano del 2011.
Egli diventò sindaco battendo al ballottaggio la Moratti. Contribuì al suo 55% un'armata Brancaleone così composta: Partito Democratico (Pd), Sinistra ecologia e libertà (Sel), Lista Civica Milano Civica, Federazione della Sinistra (Prc + Pdci), Italia dei valori (Idv), Lista Bonino-Pannella, Verdi Ecologisti, Lista Civica Milly Moratti per Pisapia.
Ora tutti sapete che Pisapia ha dato vita al movimento "Insieme", ponendosi come "federatore" con la pretesa di costruire un "campo largo della sinistra". Ha già imbarcato MDP-Articolo Uno, Possibile e altri rottami. Sinistra Italiana, col cappello in mano, chiedeva di entrare nella "cabina di regia" del nuovo papocchio. Richiesta respinta (per ora).
Quale sia il programma politico di Pisapia, le sue proposte per il Paese, nessuno lo sa, probabilmente nemmeno lui. Abbiamo provato a ascoltare i suoi discorsi, a leggere i suoi interventi. Niente, solo fuffa. Allora che ha in mente? Semplice: di costruire una stampella al Pd (Partito di Renzi) per lasciarlo al potere e non consegnarlo ad altri. Il tutto, basta leggere i quotidiani principali, col pieno e sfrontato appoggio delle élite dominanti.
Del resto di che stupirsi? E' noto che il Nostro ha votato SI al referendum del 4 dicembre.
Infatti..
L'altri ieri a Milano c'è stata una bella scenetta, che la dice lunga. Pisapia è andato ad una festicciola dei renziani in cui c'era la Maria Elena Boschi. I giornalisti gli han chiesto (a Pisapia) "avete fatto pace?". Risposta: "non abbiamo mai litigato". E poi, parlando dal palchetto ha chiarito: "Qui mi sento a casa mia!".
Tanto per essere chiari, noi non votammo per Giuliano Pisapia nelle elezioni comunali di Milano del 2011.
Egli diventò sindaco battendo al ballottaggio la Moratti. Contribuì al suo 55% un'armata Brancaleone così composta: Partito Democratico (Pd), Sinistra ecologia e libertà (Sel), Lista Civica Milano Civica, Federazione della Sinistra (Prc + Pdci), Italia dei valori (Idv), Lista Bonino-Pannella, Verdi Ecologisti, Lista Civica Milly Moratti per Pisapia.
Ora tutti sapete che Pisapia ha dato vita al movimento "Insieme", ponendosi come "federatore" con la pretesa di costruire un "campo largo della sinistra". Ha già imbarcato MDP-Articolo Uno, Possibile e altri rottami. Sinistra Italiana, col cappello in mano, chiedeva di entrare nella "cabina di regia" del nuovo papocchio. Richiesta respinta (per ora).
Quale sia il programma politico di Pisapia, le sue proposte per il Paese, nessuno lo sa, probabilmente nemmeno lui. Abbiamo provato a ascoltare i suoi discorsi, a leggere i suoi interventi. Niente, solo fuffa. Allora che ha in mente? Semplice: di costruire una stampella al Pd (Partito di Renzi) per lasciarlo al potere e non consegnarlo ad altri. Il tutto, basta leggere i quotidiani principali, col pieno e sfrontato appoggio delle élite dominanti.
Del resto di che stupirsi? E' noto che il Nostro ha votato SI al referendum del 4 dicembre.
Infatti..
L'altri ieri a Milano c'è stata una bella scenetta, che la dice lunga. Pisapia è andato ad una festicciola dei renziani in cui c'era la Maria Elena Boschi. I giornalisti gli han chiesto (a Pisapia) "avete fatto pace?". Risposta: "non abbiamo mai litigato". E poi, parlando dal palchetto ha chiarito: "Qui mi sento a casa mia!".
2 commenti:
Si tratta di "nemici del popolo" come correttamente venivano chiamati personaggi siffatti ai tempi gloriosi delle rivoluzioni Francese e d' Ottobre.
Sarò di vedute limitate e volgarmente semplicistiche, ma di loro personalmente non riesco a pensare altro che mi piacerebbe vederli appesi a testa in giù a Piazzale Loreto (nella "sua" Milano).
G.B.
Pisapia, invece, le idee le ha ben chiare!
Costui cerca di riciclarsi nel ruolo che fu di Bertinotti: figura di riferimento di tutto ciò che esiste a sinistra del Piddì - elettoralmente parlando - come già il mitico Parolaio lo fu per tutto ciò che esisteva a sinistra del Pds-Ulivo-Ds.
Ovviamente con lo scopo di ingabbiare preventivamente qualsiasi sviluppo potenzialmente incontrollabile e sgradito non solo alla cupola piddina, ma soprattutto a certi... salotti buoni! Ciò che fece appunto per una quindicina d'anni il buon Bertinotti. Ma il Fausto qualche botta d'ingegno del tutto imprevista in un paio d'occasioni l'ebbe, invece Pisapia garantirà che non si disturbi il manovratore con uno stile decisamente più low profile.
Risultato garantito, come lo scudetto ogni anno alla Rubentus, sarà un'attrazione gravitazionale da cui sarà impossibile sfuggire nei confronti del Piddì!
Ignoro i trascorsi dell'ex sindaco di Milano, ma l'adesione dei vecchi "pulcini togliattiani" D'Alema e Bersani riproduce, in una grottesca versione dell'eterno ritorno, ciò che Cossutta e altri ferri vecchi, vecchissimi del PCI fecero proprio con Bertinotti: la chiamata di un manager esterno (vecchio socialista lombardiano, sindacalista, forse con spruzzate luxemburghiane e addirittura libertarie, ma sicuramente non stalinista, togliattiano o "PCI-ista" in genere) a dirigere Rifondazione, cioè una grande ammucchiata di super-nostalgici del PCI vecchia maniera (fino alla rottura del PdCI), demoproletari e PDUP vari, le solite correntine trotzkiste, un po' di sindacalismo di base, centri sociali e chi più ne ha, più ne metta!
Quello che si vuole riproporre sotto l'egida di Pisapia è dunque una riedizione della Rifondazione che fu, solo molto più degenerata e putrefatta dell'originale: raccoglierà, per ovvie necessità di sopravvivenza elettorale, tutti i fuoriusciti "a sinistra" del Piddì, Vendoliani vari, magari anche ciò che resta oggi della Rifondazione originale (ben poco!) e dei vari fallimentari cartelli degli ultimi anni (sinistra arcobaleno, la lista di Ingroia, quella col nome di Tsipras).
Volendo sintetizzare: a sinistra non sarà più possibile l'apertura d'uno spazio politico genuino e non inquinato in partenza fintanto che tutte queste scorie radioattive in stile Fukushima non saranno state bonificate.
E ora, se permettete, vado a seguire un po' di fatti del mondo, che in Italia di motivi di speranza non ce ne sono più.
Cordialmente
Barbaro D'Urso
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