[ 31 luglio 2017]
Elezioni regionali del 5 novembre in Sicilia.
Ieri davamo conto dell'assemblea che ha dato i natali alla lista della "Sinistra Alternativa". Tale iniziativa, sull'onda di un appello diffuso nel mese di aprile, raggruppa: PRC, PCI, Lista-Ingroia, i civatiani di Possibile, e Risorgimento Socialista. Una scelta, questa di Risorgimento Socialista, che non è condivisa al suo interno.
Nella storia del nostro Paese, i laboratori politici che si sperimentano nel contesto della Regione Sicilia, molto spesso hanno anticipato i successivi scenari politici italiani e per questa ragione quello che accade in Sicilia non può che assumere sempre una grande importanza anche per gli equilibri nazionali.
La lista identitaria "de sinistra" presentata sabato scorso a Palermo (che comprende PRC, PCI, Lista-Ingroia, Risorgimento Socialista e civatiani di POSSIBILE) ripropone tutti i consueti limiti di numerose esperienze recenti (tutte segnate da clamorosi insuccessi elettorali, perché non apprezzate dal popolo) e che si richiamano alla mera appartenenza identitaria alla "sinistra", senza mettere in discussione nessuno dei punti decisivi della fase attuale, primo tra tutti la necessità di uscire dai Trattati U.E. e dall'euro.
Ci si appella genericamente a delle mere petizioni di principio (più lavoro, più giustizia sociale, più welfare, ecc.) senza però mettere in discussione la gabbia eurocratica e la perdita di sovranità nazionale, che sono la prima causa delle scellerate scelte di austerità che opprimono il popolo siciliano ed italiano.
Dopo avere compreso tutti i limiti di questa impostazione politica gravemente errata, che sarà coronata dall'immancabile ed ennesimo insuccesso elettorale nelle urne siciliane, un gruppo di compagni e dirigenti di Risorgimento Socialista, dissociandosi apertamente dalle decisioni assunte dal nostro partito in Sicilia, purtroppo apertamente avallate dal coordinatore nazionale di Risorgimento Socialista che le ha definite "un modello da riproporre a livello nazionale", hanno diffuso pubblicamente il documento del 14 luglio (data dell'anniversario della Rivoluzione Francese).
Nella storia del nostro Paese, i laboratori politici che si sperimentano nel contesto della Regione Sicilia, molto spesso hanno anticipato i successivi scenari politici italiani e per questa ragione quello che accade in Sicilia non può che assumere sempre una grande importanza anche per gli equilibri nazionali.
Ci si appella genericamente a delle mere petizioni di principio (più lavoro, più giustizia sociale, più welfare, ecc.) senza però mettere in discussione la gabbia eurocratica e la perdita di sovranità nazionale, che sono la prima causa delle scellerate scelte di austerità che opprimono il popolo siciliano ed italiano.
Dopo avere compreso tutti i limiti di questa impostazione politica gravemente errata, che sarà coronata dall'immancabile ed ennesimo insuccesso elettorale nelle urne siciliane, un gruppo di compagni e dirigenti di Risorgimento Socialista, dissociandosi apertamente dalle decisioni assunte dal nostro partito in Sicilia, purtroppo apertamente avallate dal coordinatore nazionale di Risorgimento Socialista che le ha definite "un modello da riproporre a livello nazionale", hanno diffuso pubblicamente il documento del 14 luglio (data dell'anniversario della Rivoluzione Francese).
Noi socialisti del gruppo del 14 luglio riteniamo che al giorno d'oggi, insistere pervicacemente con la riproposizione dello schema astratto, consunto e demenziale della "unità delle sinistre", costituisca la più nefasta delle ricette politiche a cui si possa ricorrere.
Le immediate aperture a D'Alema ed ad Articolo 1-MDP da parte del candidato "di sinistra" alla Presidenza della Regione Sicilia ci dimostrano che purtroppo siamo stati dei facili profeti di sventura.
Il nostro Paese non ha più bisogno di una astratta ed indefinita "unità delle sinistre" bensì di una coalizione patriottica ed anti-liberista che lo conduca fuori dalla gabbia dei Trattati U.E.: tutto il resto è fuffa.
Le immediate aperture a D'Alema ed ad Articolo 1-MDP da parte del candidato "di sinistra" alla Presidenza della Regione Sicilia ci dimostrano che purtroppo siamo stati dei facili profeti di sventura.
Il nostro Paese non ha più bisogno di una astratta ed indefinita "unità delle sinistre" bensì di una coalizione patriottica ed anti-liberista che lo conduca fuori dalla gabbia dei Trattati U.E.: tutto il resto è fuffa.
* Giuseppe Angiuli è Responsabile esteri di Risorgimento Socialista e fa parte del Coordinamento della Confederazione per la Liberazione Nazionale
7 commenti:
Ma quindi che significa? Che Risorgimento Socialista si spacca e una parte resta con la CLN mentre un'altra sta fuori?
Le scissioni a livello subatomico erano tipiche dei vari partitini e movimentini dell'estrema sinistra di stampo comunista, marxista-leninista, trotzkista e via dicendo.
Ora anche una formazione che si richiama al PSI indulge nella pratica...
Ma poi, quale PSI è quello di riferimento per Risorgimento Socialista? Quello in cui prima del 1921 stava pure Gramsci, quello di Turati, quello di Nenni o quello di Craxi? No, perché capirete bene che ognuno di questi presenta delle belle differenze.
Riguardo al "PSI" attualmente esistente, direi che quello fa un misto di tristezza e compassione, visto che con la sua retorica che si richiama a Blair e Zapatero, vorrebbe occupare in Italia la "nicchia ecologica" che negli altri Paesi dell'Europa occidentale è (o era, in certi casi) appannaggio di partiti "socialisti", "socialdemocratici", o "laburisti" ormai solo nel nome.
Peccato che tale spazio, nell'anomalo Stivale, sia già occupato dal Piddì che, anzi, dall'ascesa di Renzi in poi mostra un'aperta americanizzazione dei simboli e del linguaggio, opera già iniziata da Veltroni nella sua antica rivalità con D'Alema, uno che invece ha sempre puntato sulla riserva elettorale di vecchi "PCI-isti" e ha spesso ammiccato alla "sinistra".
Risultato è che il triste "PSI" di oggi ha percentuali da prefisso telefonico, forse avrà raccattato qualche consigliere regionale qua e là e mi risulta abbia pure qualche parlamentare in entrambe le camere, più per qualche strana alchimia elettorale che per reale consenso.
Ma da questo articolo possiamo dedurre che 'sta scissione di "Risorgimento" dal "PSI" altro non era che una manovra ordita da qualche "neo-pissino", fra cui questo Bartolomei, che ha voluto operare in maniera analoga, ma su scala molto ridotta, a quelli di Articolo 1-MDP: scissione "a sinistra" per cercare di raccattare un po' di consenso danneggiando potenzialmente il partito d'origine e per costringerlo poi a trattare nuove spartizioni di candidature, seggi e poltrone da una nuova posizione "di forza" che non era più raggiungibile restando nel vecchio partito. Come detto, proprio quello che vogliono fare D'Alema, Bersani e Speranza che ormai venivano regolarmente demoliti all'interno del Piddì.
Vorrei poi far notare che i richiami al vecchio "socialismo italiano", quello "pissino", come già dimostrato dai magrissimi risultati del "PSI" di oggi, si rivolgono solo ed esclusivamente ad un piccolo numero di nostalgici del tutto insufficienti a creare qualcosa di stabile e forte, visto che i veri blocchi sociali del vecchio PSI sono stati tutti quanti assorbiti a suo tempo da vari altri partiti, dal Berlusca fino al PDS-DS di allora.
La domanda devi porla a Risorgimento Socialista.
Per parte nostra non ci auguriamo alcuna scissione.
Risorgimento ha una vivace discussione interna e dovrà risolverla al suo interno.
C'è una Linea A e una linea B.
Da quel che dimostra il posizionamento in Sicilia nella CNL non c'è posto per tutte e due le posizioni.
Il Manifesto della CLN, sottoscritto anche da RS, parla chiaro: testuale: "siamo alternativi a cinque stelle, Lega Nord e sinistra sinistratata".
Restiamo dell'opinione che in Sicilia RS sta compiendo un errore clamoroso.
Il nostro augurio è che questo errore sia corretto.
La doppia vicenda di RS e di P101 nella lista Busalacchi mi ha causato una depressione politica.
Grazie per la risposta.
Il diavolo si nasconde nei dettagli: Cinque Stelle e Lega Nord sono nomi di due partiti politici ben definiti e riconoscibili, "sinistra sinistrata" è invece una locuzione decisamente più vaga che ognuno può - perdonate la metafora un po' zozza - estendere elasticamente a piacimento come la pelle del prepuzio.
Se si voleva essere sicuri, bastava usare dieci parole invece di due e nella lista si elencavano esplicitamente Piddì, Si(o)nistra Italiana, Possibile, Articolo 1, Rifondazione, PCI e l'altro accrocco di Pisapia di cui mi sfugge il nome. In tal modo i termini dell'accordo sarebbero stati assolutamente chiari e buonanotte ai suonatori. Invece...
Cordialmente
Barbaro D'Urso
PS: ovviamente il secondo commento è mio, ma avevo dimenticato di firmarlo. Me ne scuso.
Personalmente ritengo valido il documento in otto punti presentato dalla componente sovranista di Risorgimento Socialista.
Ma ritengo sbagliato da parte della CLN sostenere la candidatura di un indipendentista come Busalacchi che antepone la sovranità siciliana a quella italiana.
Carlo Felici
caro Carlo,
torneremo sulla lista SICILIA LIBERA E SOVRANA. Ci torneremo...
Per l'intanto
FALSO che Busalacchi sia un indipendentista, è un autonomista siciliano, e lo è proprio nella tradizione del socialismo storico siciliano.
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