21 ottobre.
«C'è bisogno di darsi una mossa, qui e ora. Di riunirsi attorno ad un tavolo, di raggiungere un accordo, e quindi lanciare la proposta di una lista elettorale unitaria e programmaticamente forte. Una proposta che guardi a quanto sta accadendo non solo a sinistra, ma pure nel Movimento Cinque Stelle nel Partito democratico, ed anche in altri settori politici antiliberisti che han compreso che non basta fare opposizione al renzismo, che qui o l'Italia riconquista la sovranità o muore».
Chiediamoci: quale sarà il quadro politico nei prossimi mesi? Avremo stabilità o instabilità? Le tensioni in seno all'Unione europea si affievoliranno o si accentueranno? La "Finanziaria" passerà il vaglio della Commissione europea? E i sindacati si metteranno di traverso al governo? Questo avrà vita facile in Parlamento? Avremo pace o conflitto sociale? Il Partito democratico resterà unito o si spaccherà? E cosa accadrà a Forza Italia e ala Ncd?
Risposta: ritengo che l'instabilità, in seno all'Unione europea, in seno ai palazzi italiani e nel Paese, si accrescerà; che la pasticciata ma liberista Legge di stabilità dovrà superare un percorso ad ostacoli plurimi; che i sindacati saranno costretti a mobilitare la loro base sociale; che difficilmente, contrariamente a quanto Renzi afferma, la nuova legge elettorale in stile fascista Italicum sarà approvata dalle camere entro dicembre. Ritengo infine molto probabile la scissione del Partito democratico.
Renzi aveva detto che non aspirava a fare il segretario del Pd. Ha mentito. Che non avrebbe defenestrato Letta. Ha mentito. Che mai avrebbe fatto il Presidente del consiglio senza passare dalle elezioni. Ha mentito. Tre indizi fanno una prova: Matteo Renzi è un politico bugiardo e infido. Se assicura che vuole portare a termine la Legislatura è molto probabile che si stia preparando alla sfida elettorale anticipata.
Scrive questa mattina su Repubblica Goffredo De Marchis
«C'è bisogno di darsi una mossa, qui e ora. Di riunirsi attorno ad un tavolo, di raggiungere un accordo, e quindi lanciare la proposta di una lista elettorale unitaria e programmaticamente forte. Una proposta che guardi a quanto sta accadendo non solo a sinistra, ma pure nel Movimento Cinque Stelle nel Partito democratico, ed anche in altri settori politici antiliberisti che han compreso che non basta fare opposizione al renzismo, che qui o l'Italia riconquista la sovranità o muore».
Chiediamoci: quale sarà il quadro politico nei prossimi mesi? Avremo stabilità o instabilità? Le tensioni in seno all'Unione europea si affievoliranno o si accentueranno? La "Finanziaria" passerà il vaglio della Commissione europea? E i sindacati si metteranno di traverso al governo? Questo avrà vita facile in Parlamento? Avremo pace o conflitto sociale? Il Partito democratico resterà unito o si spaccherà? E cosa accadrà a Forza Italia e ala Ncd?
Risposta: ritengo che l'instabilità, in seno all'Unione europea, in seno ai palazzi italiani e nel Paese, si accrescerà; che la pasticciata ma liberista Legge di stabilità dovrà superare un percorso ad ostacoli plurimi; che i sindacati saranno costretti a mobilitare la loro base sociale; che difficilmente, contrariamente a quanto Renzi afferma, la nuova legge elettorale in stile fascista Italicum sarà approvata dalle camere entro dicembre. Ritengo infine molto probabile la scissione del Partito democratico.
Renzi aveva detto che non aspirava a fare il segretario del Pd. Ha mentito. Che non avrebbe defenestrato Letta. Ha mentito. Che mai avrebbe fatto il Presidente del consiglio senza passare dalle elezioni. Ha mentito. Tre indizi fanno una prova: Matteo Renzi è un politico bugiardo e infido. Se assicura che vuole portare a termine la Legislatura è molto probabile che si stia preparando alla sfida elettorale anticipata.
Scrive questa mattina su Repubblica Goffredo De Marchis
«Puntare al 51 per cento. O avvicinarsi molto, che avrebbe lo stesso effetto. Uno studio che gira tra i corridoi del Senato ha testato le proiezioni di un voto con la legge elettorale attualmente in vigore, ovvero il Consultellum: proporzionale puro con le preferenze e sbarramenti piuttosto alti. I risultati sono sorprendenti. Basterebbe ottenere un risultato intorno al 44-45 per cento (che gli sbarramenti favorirebbero) per avere la maggioranza sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. Il Pd, grazie al 40,8 delle Europee, è già abbastanza vicino. Un allargamento ai pezzi della sinistra di Sel e ai centristi di Scelta civica lo lancerebbe verso il traguardo. "Quei numeri sono alla nostra portata", ripete Renzi ai fedelissimi.
Da questo punto di vista e ascoltate le parole del premier-segretario, molti degli esponenti della direzione Pd si sono convinti che tutto sembra muoversi verso le elezioni anticipate la prossima primavera. Su questo il premier avrebbe sondato il terreno presso Forza Italia».
Sono credibili questa indiscrezioni giornalistiche? Penso di sì.
Nel conto vanno tenuti diversi elementi. Partiamo da quello psicologico. Renzi non è solo un bugiardo patentato, ha la sfrontatezza di uno scaltro giocatore d'azzardo. Non gli basta essere Re del Pd, né essere "Primo ministro". Egli vuole di più, è un megalomane che vuole passare alla storia. Vive un momento magico, sa che esso non potrà durare a lungo.
E qui veniamo al secondo decisivo elemento: la situazione economica del paese.
Come ha ben spiegato Mazzei la Finanziaria renzo-padoana non riuscirà a immettere un segno più davanti al Pil. La situazione economica globale, europea in primis, congiura verso una nuova stretta recessiva.
Che fine farebbe il consenso "stellare" di cui Renzi gode oggi se a metà del 2015 l'Italia sarà ancora in recessione? Se i capitalisti tratterranno i quatttrini loro devoluti con l'abbattimento dell'Irap? Se le assunzioni in massa non ci saranno malgrado il taglio per tre anni dei contributi per chi assume a "tempo indeterminato"? Se i consumi non ripartiranno malgrado gli 80 euro e la possibilità di mettere il Tfr in busta paga?Per adesioni: info@sinistracontroeuro.it |
Renzi sa bene che questo consenso verrà polverizzato, che dalle stelle precipiterà nelle stalle. Ed ecco che nella sua testa si fa strada l'idea di andare alle elezioni anticipate per capitalizzare in tempo utile il vantaggio di cui ancora gode.
In questo senso l'eventuale guerriglia parlamentare, le resistenze corporative alle sue "riforme", l'ostilità sindacale e fin'anche il "casino sociale", potrebbero fargli gioco.
Possiamo immaginare quale sarà la musica che suonerà, il refrain, l'appello che farà agli elettori: "Ce l'ho messa tutta, ma non mi hanno lasciato cambiare l'Italia. Aiutatemi a rottamare una volta per tutte i conservatori e ripulire un Parlamento che rende il paese ingovernabile".
E' nelle corde del personaggio andare verso il redde rationem, che userà tra l'altro per seppellire definitivamente il Pd, dando i natali al cosiddetto mostro o "Partito unico o della nazione".
Depone a favore della scelta di accelerare i tempi lo stesso quadro politico: Forza italia è allo sbando, l'Ncd messo ancora peggio, gli avversari interni del Partito democratico, divisi e incerti. Perché dare ai suoi avversari nonché ai suoi incerti alleati il tempo di organizzarsi per fargli la pelle?
Guardiamo ora il campo delle opposizioni ufficiali. Solo la Lega nord di Salvini ha il vento in poppa. Il Movimento Cinque Stelle è invece in gravi ambasce. Della lista Tsipras, come avevamo previsto, non resta che l'ombra. Sel e Rifondazione agonizzano, divise tra chi vuole buttarsi con il Pd renziano e chi aspetta Godot-Landini, tra filo-unionisti e euro-scettici.
E qui veniamo alla nota dolente del variegato microcosmo dei cosiddetti movimenti "sovranisti". In barba ai discorsi sulla "scomparsa della dicotomia tra destra e sinistra", esso è invece diviso al suo interno proprio tra una destra e una sinistra. Sperare di unire queste "anime" in un unitario soggetto politico, come più volte abbiamo spiegato, è una pia illusione. Che un domani sia necessario formare una vasta alleanza sovranista anti-euro, un Comitato di liberazione nazionale, non è solo una speranza, diverrà una necessità. Ma questo riguarda il domani, non l'oggi.
E l'oggi pone ai "sovranisti" la domanda se essi saranno in grado di giocare la partita che Renzi molto probabilmente vorrà far giocare al Paese, quella dell'accelerazione verso elezioni anticipate.
A destra il campo no-euro è già presidiato: la Lega nord, Fratelli d'Italia (con le sua appendici della Destra sociale di Storace, Forza nuova e Casa Pound). I gruppetti di destra che si agitano nel campo sovranista e anti-euro, nel caso che Renzi ci porti alle urne presto, come han fatto alle europee, ubbidiranno al loro impulso reazionario primordiale e si arruoleranno in servizio permanente effettivo con la Lega o i post-fascisti.
A destra il campo no-euro è già presidiato: la Lega nord, Fratelli d'Italia (con le sua appendici della Destra sociale di Storace, Forza nuova e Casa Pound). I gruppetti di destra che si agitano nel campo sovranista e anti-euro, nel caso che Renzi ci porti alle urne presto, come han fatto alle europee, ubbidiranno al loro impulso reazionario primordiale e si arruoleranno in servizio permanente effettivo con la Lega o i post-fascisti.
La domanda di cui sopra è quindi posta ai "sovranisti di sinistra", intendendo tutte le correnti e le associazioni fedeli alla Costituzione ed ai principi democratici, che difendono gli interessi del popolo lavoratore e che non sosterranno mai una qualsiasi "uscita dall'euro", né liberista né lepenista.
Io ritengo che essi potrebbero giocare, in vista delle eventuali elezioni anticipate un ruolo, addirittura importante. Possono essere il lievito per comporre una coalizione (si badi, non un partito, ma una coalizione nella forma di lista elettorale) che potrebbe ottenere un consenso significativo. Essi possono e debbono dar vita presto ad un polo, un polo politico e programmatico, che getti nell'arena politica la proposta politica di cui essi soltanto possono farsi portatori.
C'è bisogno di darsi una mossa, qui e ora. Di riunirsi attorno ad un tavolo, di raggiungere un accordo, e quindi lanciare la proposta di una lista elettorale unitaria e programmaticamente forte. Una proposta che guardi a quanto sta accadendo non solo a sinistra, ma pure nel Movimento Cinque Stelle nel Partito democratico, ed anche in altri settori politici antiliberisti che han compreso che non basta fare opposizione al renzismo, che qui o l'Italia riconquista la sovranità o muore.
23 commenti:
Nella Numerologia esoterica di Pitagora i Numeri pari erano considerati perniciosamente insidiosi perché divisibili per due. Erano cioè viziati da una costituzione matematica strutturale che li rendeva passibili di scissione. Scindere, dividere è il fondamento della divisione dell'unitarietà e presupposto primario della debolezza. "Divide et impera" è sempre stato il motto di chi vuol prevalere sugli avversari. Così andrà tutto a ramengo anche nelle prossime elezioni.
Caro Moreno, amico mio, che dirti? Stai lanciando, di fatto, un appello alla formazione di un "CLN de sinistra". E' una strategia sbagliata. Le maglie che proponi sono troppo strette, non tanto nella sostanza (siamo tutti d'accordo sul fatto che in un CLN debbano stare tutti e solo i sovranisti costituzionali) quanto nella forma.
Meglio sarebbe stato (anzi: sarebbe) un appello all'apertura di un tavolo di confronto, senza dare per scontate le elezioni nel 2015. Un tavolo, per intenderci, al quale invitare tutti i sovranisti costituzionali, "de sinistra" come "de destra", per cominciare a conoscersi, tessere rapporti diretti, ipotizzare (sottolineo: ipotizzare) scenari, in attesa che il quadro si chiarisca.
Se poi si dovesse davvero tornare alle urne nella primavera del 2015, da quel tavolo (e non solo da Sinistra contro l'euro) potrebbe partire un'iniziativa nella forma di un CLN. Che dovrebbe essere "né de dstra né de sinistra", ma solo "nazionale".
Scusa eh!
Bisognerebbe parlare di come mettersi d'accordo sui punti chiave di dissenso.
Per esempio l'immigrazione che è la questione più spinosa.
Più che "spinosa" la questione immigrazione mi sembra irrisolvibile. Nel senso che si tratta di trovare una mediazione difficilissima tra un principio morale (l'obbligo di accoglienza) e la realtà dei numeri (sic stantibus capitalibus ne arriveranno a decine di milioni).
Per questa ragione l'associazione in cui milito, l'ARS "tentenna" nel prendere posizione. Ci si ragiona sopra (e intensamente), ma francamente trovare il giusto punto di equilibrio tra il dovere morale di aiutare gli altri popoli e il diritto alla sopravvivenza del nostro popolo è un'impresa non facile.
Personalmente penso che si debba pensare prima ai problemi risolvibili, e su quelli costruire alleanze. I problemi difficili magari li si affronta dopo, quando l'alleanza è nata.
Chissà... una soluzione la si trova insieme.
www.progettoalternativo.com
oggi più di ieri, Fronte Unico x uscire dall'Euro verso il Fronte Unico di Liberazione Nazionale.
ne destra ne sinistra esiste solo il nemico principale, la punta più avanzata nella lotta al Capitalismo globale la lotta all'abbattimento dell'Euro.
Alleanze ora, con la Lega di Salvini e altro, senza timori ne tentennamenti.
Se si è forti della propria identità confronto confronto confronto
abbiamo la necessità, tutti, di ridisegnare mentalmente le nostre mappe mentali, i schemi depositati in anni di esperienze, sicuramente formative
martelun
AL PRIMO ANONIMO
che ci lancia l'accusa pitagotica che noi saremmo divisionisti... In pratica per dimostrare che siamo disposti all'unità (di cui parla lui) dovremmo mettere da parte il nostro programma, e limitarci a dire NO all'euro disposti ad uscirne quale che siano la natura e le conseguenze sociali e politiche dell'uscita. A prescindere da chi avrà in mano il volante.
Non scherziamo!
Stante il contesto ciò significherebbe diventare satelliti della Lega o dei FdI, addirittura allearci coi post-fascisti di FN o CP.
Lo chieda ai leghisti ed ai fascisti, l'anonimo, di non fare i divisionisti —che quasi tutto ciò che fanno è potentemente divisionista, anche perché non rinunciano per niente alla loro identità di destra, di cui vanno orgogliosi.
Il succo del nostro discorso è che la destra no-euro è già in campo, ha schierato le sue truppe.
Il nostro compito è costruire le condizioni affinché si faccia spazio l'idea di un'uscita non liberista e non lepenista dall'euro, altrimenti, quando l'uscita sarà messa all'ordine del giorno, giocoforza ci sarà un'uscita pilotata da forze reazionarie; e saranno guai per il popolo lavoratore.
Fiorenzo: "maglie troppo strette"? Quindi anche tu sei per fare blocco con Lega e post-fascisti?
"Maglie strette" perché siamo antifascisti? Minchia! qui le cose si fanno serie!
Noi pensiamo ad un polo sovranista a maglie molto larghe, ma antiliberista, democratico e antifascista. Non larghe fino al punto di comprendere Lega e post-fascisti.
Noi al carro di Lega e post-fascisti non siamo disposti ad andare.
Vuoi chiamarlo un "Cln di sinistra". Chiamalo come vuoi. Conta la sostanza e la sostanza è che il "polo" deve avere una base programmatica solida e ideali costituzionali altrettanto forti.
Riguardo al quadro politico, posso sbagliarmi. Se avremo accelerazioni lo sapremo nelle prossime settimane. Di sicuro non è come sostiene ARS che ...." è mezzanotte e tutto va bene", in altre parole che abbiamo davanti una zona euro che tiene e un quadro politico nazionale altrettanto stabile, con un governo Renzi che va fino a fine legislatura (2017). Se non sbaglio nel gennaio 2012, ad un mese dalla nascita del governo Monti, un vostro dirigente sosteneva che Monti sarebbe durato a lungo. Idem quando arrivò Letta. Tutte previsioni sballate, frutto di un'analisi superficiale della crisi sistemica,
Un movimento politico, tanto più se minoritario, si giudica dalla correttezza delle sue analisi, e dalla prontezza con cui si adegua al corso degli eventi.
Chi testardamente s'impicca ad una previsione univoca, scambiando i suoi desiderata con le tendenze oggettive reali, chi s'innamora delle proprie formule politiche, non va molto lontano.
Cara Redazione SollevAzione alias Moreno,
Ho forse parlato di Lega o FdI, o di FN o di CPI nel mio commento? Tu hai ragione nel dire che il "campo dell'uscita da destra" è già schierato (e di ciò sappiamo anche chi ringraziare... boccaccia mia statte zitta!). Ma io non ho fatto nomi, punto. Non li ho fatti anche perché vorrei discutere con tutti (qualche volta anche in camera caritatis) prima di prendere definitive (e gravi) decisioni. Personalmente sono molto scettico sui nomi che alla fine hai/ho citato, con la sola eccezione di FdI, per la quale nutro ancora qualche speranzuola che possano essere, sebbene nostalgici, disposti a giurare sulla Costituzione.
Ho parlato però di un tavolo di confronto. Al quale invitare, giocoforza, anche chi non è propriamente "de sinistra", ma è comunque disposto a sottoscrivere un impegno democratico e costituzionale.
Due osservazioni:
a) I no-euro non democratici e non costituzionali conclamati sono i candidati ideali per le più sporche operazioni di restaurazione dell'ordine costituito dopo la catastrofe dell'euro. Ciò è chiaro ed evidente, per cui non vale nemmeno la pena discuterne. Chi non giura sulla Costituzione del 1948 è un nemico, al pari degli euroliberisti de destra e de sinistra. Punto e a capo.
b) Essere per il mercato, per la proprietà privata, per la difesa del risparmio delle famiglie, non significa tout court essere euristi o liberisti. Si può essere favorevoli al mercato, alla proprietà privata, al risparmio delle famiglie e, al contempo, fedeli alla Costituzione del 1948, e dunque anti-liberisti e anti-euristi.
Un tavolo di confronto riservato deve essere aperto.
Un tavolo di confronto riservato NON è, ovviamente, una cosa da sbandierare a destra e manca con finalità propagandistiche. E', più semplicemente, un luogo dove si incontrano quelli che "sanno de che stamo a parlà", che si squadrano e valutano a vicenda e decidono di allearsi, di combattersi o di ignorarsi.
"né destra ne sinistra esiste solo il nemico principale, la punta più avanzata nella lotta al Capitalismo globale la lotta all'abbattimento dell'Euro."
Chi non la pensa così, invero, fa la parte (ammettiamo pure senza volerlo o senza saperlo, del TROLL).
Perché i troll. lo sappiamo bene, sono sempre "contro" le idee che possono vincere.
Purtroppp questa è una dirimente sicura per riconoscere i Trolls. E, nel caso specifico, me ne dispiace.
Allearsi con la Lega? Come no! Per prendersela nel culo come accaduto a Borghi e Bagnai. Meglio di no!
In alcuni degli interventi, mi pare di cogliere un errore di analisi che mi pare abbastanza diffuso.
L'errore a mio parere sta nel non avere colto nei risultati delle elezioni più recenti lo stato comatoso in cui si trovano ormai i partiti. Non dico questo o quel partito, ma parlo proprio dell'intero sistema dei partiti. Ciò non si coglie soltanto dall'aumento dell'area dell'astensione, ma anche dalla volatilità del voto. Questa caratteristica ci dovrebbe dire una cosa ben chiara, che nessuno può oggi in Italia contare su uno zoccolo duro di voti, su un elettorato fedele e pertanto sicuro.
I partiti in questa situazione di fatto hanno smesso di esistere, i voti che riescono a raccogliere dipendono solo dal momento contingete e moltissimo dal loro leader di turno e dal suo personale consenso momentaneo tra gli elettori.
Se questa analisi è giusta, è inutile puntare su alleanze ampie, come se insomma ogni partecipante alla coalizione fosse portatore di un suo pacchetto di voti. le cose non stanno più così, la gente vota in base ad una scelta di quello specifico momento.
Conseguentemente, la cosa che davvero conta è che la proposta politica sia adeguata, chiara, credibile, e non inutilmente settaria.
Tuttavia, non settaria non significa generica, ma anzi dovremmo puntare su un messaggio sufficientemente allarmistico, quanto in effetti la situazione mondiale ci offre.
Si dovrebbe forse evitare l'aperto catastrofismo che pure io trovo oggi pienamente giustificato, ma drammatizzare la situazione dovrebbe essere parte importante della campagna elettorale.
La difesa intransigente della costituzione dovrebbe costituire la base portante del programma, che dovrebbe avere un programma sovranista che non signifca semplicemente uscita dall'euro, ma molto di più, un programma antiglobalista e forse si dovrebbe proporre anche l'uscita dalla UE.
La mia tesi è che la situazione politica va franando e che cambierà profondamente le società e le nostre vite senza bisogno del nostro intervento. La politica che dobiamo proporre serve non ad indurre cambiamenti, ma ad indirizzarli nella direzione giusta, e per questo trovo incomprensibile il minimalismo.
I capitalisti hanno già trasformato il mondo attorno a noi ad una velocità che non si vedeva nei decenni precedenti, non capisco perchè i loro oppositori (cioè noi) dovrebbero proporre qualcosa di meno di una vera e propria rivoluzione.
Io sono dell'opinione che priorità assoluta si deve dare alla necessità di liberarsi del mostro tentacolare che sta strangolando gli Stati europei. Poi si potranno fare se si vuole tutti i distinguo che si vuole ma senza sgusciar fuori dall'abbraccio mortale faremo la fine dei pollastri di Renzo Tramaglino. Anzi: chi pone mille e uno distinguo sta già facendo proprio come quegli infelici pennuti.
Per tentare di liberarsi dal mostro strangolatore bisogna essere forti e quindi grossi, cioè numerosi e uniti nella volontà di farcela perché non c'è affatto da scherzare e lo si è visto finora."Ma, quello mi sta antipatico, non voglio averci niente a che fare!" Quell'altro ha la camicia di un colore che non mi va ...E quell'altro pure ...: Sono discorsi da bambini incoscienti. Ma non è abbastanza seria la situazione? Ma ...immigrazione sì, immigrazione no, ma ... e il dovere dell'accoglienza ...eccetera .Continuando così l'agenda 21 procederà inesorabilmente a gonfie vele! e saremo fottuti del tutto. Come e peggio della misera Grecia che la sta pagando per aver quella volta fermato i Persiani alle Thermopili e salvato l'Europa. Ma forse era meglio che fosse finita allora ....
Scusi Fraioli ma davvero non comprendo dove sia la differenza tra lei e Pasquinelli, il quale afferma che il "polo deve avere una base programmatica solida e ideali costituzionali altrettanto forti". Non parla quindi di una lista "marxista-leninista". A me la proposta convince. Ritengo infatti ci sia una spazio politico significativo per una lista no-euro che veda assieme sinistra anticapitalista e soggetti antiliberisti non marxisti. Una lista che metta in chiaro che è oppositiva al renzismo ma non collaterale alla Lega.
Che domani, in una situazione ancor più pregiudicata, si dovrà formare un CLN e che sia necessario coalizzare anti-euro contro euristi, questo mi è chiaro. Ma nel quadro che descrive il Pasquinelli (il qui e ora di possibili elezioni anticipate) che c'entra il CLN? Sommo errore sarebbe che per le elezioni destra e sinistra, liberisti e anti, si uniscano in nome di un semplice no. Che credibilità avrebbe una simile accozzaglia.
Del resto in politica valgono i rapporti di forza, in una simile sciagurata alleanza oltre la destra oltre la sinistra, chi è di sinistra sarebbe un'appendice dei reazionari xeofobi della Lega. Suicidio!
Che centrano qui le proprietà private, gli artigiani e i risparmi?
Cari compagni, la scelta di andare con la Lega sarebbe un errore non solo per questioni di principio ma perché si stanno aprendo strade alternative e un pochino meno imbarazzanti.
Il PD si sta scindendo, sto ascoltando Civati alla tv e si sente qualcosa peggiore del gelo nei confronti di Renzi; la manovra è recessiva, non si è sicuri delle coperture, l'europa chiederà di più quindi il presidente del consiglio dovrà stringere i tempi e andare al voto altrimenti rischia di perdere tutto quando i nodi inevitabilmente verranno al pettine.
Insomma proprio quell'ignobile gentaglia del PD che ha firmato per il pareggio di bilancio e per il Fiscal Compact sta cominciando a rendersi conto che l'attacco delle oligarchie tecnocratiche sta per rivolgersi contro di loro quindi iniziano a riposizionarsi come autentici "socialdemocratici".
Unirsi alle destre adesso sarebbe uno sbaglio perché cui obbligherebbe a scendere a compromesi sui questioni inderogabili per la sinistra come, vedi la discussione sopra, quello dell'immigrazione (ma anche la tassazione che non è meno "spinosa").
Abbiamo parlato spesso di non fare gli schizzinosi e la schifezza sulla quale saremo costretti a turarci il naso sarà appunto quella di doverci unire con questi neo socialdemocratici tardivi.
Stiamo lontani dal sovranismo di destra e rendiamoci conto che per uscire dall'euro dalla prte giusta e senza assumersi colpe storiche è obbligatorio dimostrare di aver lottato per emendare questa Europa tecnocratica e questa moneta unica.
Probabilmente crolleranno entrambe ma partire adesso insistendo solamente sull'uscita dall'euro ci porterebbe in una posizione nella quale saremmo superati se non fagocitati dalla sinistra.
Andiamo per gradi ricordandoci che per arrivare al nostro obiettivo dobbiamo attraversare delle fasi di passaggio che prevedono l'alleanza con gente che ha tradito, che solo adesso si è resa conto e la rinuncia a raggiungere hic et nunc il nostro scopo finale accontentandoci di risultati intermedi ma con la consapevolezza che la storia va nella direzione che abbiamo indicato noi.
Non uniamoci per nessun motivo col sovranismo di destra non tanto per differenze di principio ma perché sono destinati a ripetere gli stessi errori del passato finendo come sempre sconfitti.
Se conosco un po' il "mondo sovranista", ovvero quella costellazione di associazioni anti-euro che si sono costituite in Italia dopo il crack della Grecia (2011) la maggioranza di esse è di sicura fede democratica, progressista e costituzionale. L'idea di Pasquinelli è quindi del tutto praticabile. Il "keyenesismo" è la base che potrebbe mettere d'accordo la maggioranza dei sovranisti.
Sono sostanzialmente d'accordo con Fiorenzo (al quale ho appena inviato una richiesta di amicizia su fb). Solo una questione: lui parla di "trovare una situazione di compromesso fra il dovere di accoglienza e la sopravvivenza del nostro popolo"...? Se, come lui scrive, quello che è in ballo è la sopravvivenza del popolo italiano (faccio notare che dall'inizio della crisi gli italiani hanno perso quasi due milioni di posti di lavoro, mentre gli stranieri ne hanno acquisiti quasi un milione: dati dello stesso forum per la difesa dei migranti)non c'è dubbio possibile: l'immigrazione, che poi significa l'uso capitalistico dell'esercito proletario di riserva) va fermata. Ciò che è impossibile è assumere questa posizione e compiacere il modo di pensare diffuso "a sinistra". Ma in fondo non dovrebbe essere difficile: chi parla della necessità di milioni di immigrati per "salvare la nostra economia" ha mai fatto un minimo di intrernazionalismo? Il Pd o la Bonino hanno mai appoggiato i popoli del terzo mondo..? Sì, a suon di bombe.. Dobbiamo notare per inciso che da quando siamo impegnati sul fronte della accoglienza non si fa più il minimo internazionalismo in Italia. Il problema della Lega non è rilevante. A parte che ci sono molti altri elementi su cui abbiamo importanti ragioni di dissenso (cito solo la questione della flat tax che non è per niente secondaria) la lega ha un radicamento regionale, e non accetterebbe mai di formare una alleanza nazionale con altre forze sovraniste di vario genere. Con la Lega dobbiamo avere un atteggiamento di rifiuto della "Conventio ad excludendum", con la quale il potere ci ha fregato agitando lo speettro di berlusconi e di altri. Domani avremo bisogno anche del voto della Lega per opporci ad un trattato o per opporci ad un governo eurista. Per il resto sono d'accordo con Fraioli: l'unità non deve essere "de sisnistra". ma se Mpl segue il benpensante Brancaccio, preoccupato da un lato di mantenere la sua rispettabilità verso la sua collocazione nel mainstream e poi si inventa che abolire l'Irap sarebbe di destra perché la pagano gli imprenditori (confondendo evidentemente contribuente inciso e contribuente percosso) allora c'è popco da dire. Non i comunisti, ma perfino il Pci di berlinguer avrebbe mandato Brancaccio a farsi un pò le ossa volantinando alle fabbriche (Alessandro Chiavacci)
Caro Alessandro,
non c'è dubbio che la questione dell'immigrazione è importante quanto dirimente.
Ritengo che la discussione, fissati alcuni principi non negoziabili (ad esempio il no alla xenofobia: del tipo "chi non salta musulmano è"), vada aperta e vada trovata una sintesi politica convincente.
Penso che SOLLEVAZIONE possa diventare una tribuna affinché questo dibattito prenda avvio.
Attenti però a non fare un minestrone.
La questione dei rapporti con la Lega va ben al di la dell'immigrazione. E' una forza apertamente reazionaria (non solo per la xenofobia), sostanzialmente liberista. Se c'è, come abbiamo denunciato, una "sinistra anti-nazionale" (sostenitrice dell'internazionalismo mondialista), la lega rappresenta la "destra anti-nazionale" e liberista.
V'è poi la questione del CLN. Noi non escludiamo che domani sia necessario formare un CLN che includa anche forze reazionarie per uscire dalla trappola dell'euro. Lo abbiamo detto in tutte le salse.
Un CLN, appunto, che vada da sinistra a destra, di massa e COSTITUZIONALE. Non un CLN in cui la sinistra sia quindi la quinta ruota del carro delle destre. Questo sarebbe un falso CLN.E nessuno a sinistra accetterebbe di fare la foglia di fico delle destre, per avallare un'uscita dall'euro che andrebbe solo a favore del capitale.
Per questo, proprio perché domani sorga un CLN che sia tale, occorre che esista una forte sinistra sovranista.
Le critiche alla mia proposta suonano come minimo bizzarre, o peggio.
Come se si volesse insinuare che costruire una sinistra sovranista forte sia d'ostacolo sulla via del CLN.
Proprio non ci siamo!
Moreno Pasquinelli
Considero stucchevole se non infida questa insistenza dei pro-leghisti.
Piuttosto parliamo di come confrontarci con M5S, che ormai è una forza dichiaratamente anti-euro, e che ha una massa di consensi SEI volte superiore (sei volte!) a quella della Lega di Salvini.
Da simpatizzante del Coordinamento della sinistra no euro vorrei infine ricordare quel che sta scritto nel Documento fondativo del Coordinamento a proposito del CLN:
"Scopo del Cln sarà dunque quello di ritornare ai principi ed ai valori costituzionali, di liberarci dei collaborazionisti al potere, per arrivare ad un governo d’emergenza, per via democratica, che dovrà applicare solo poche ma incisive misure, tra le quali riteniamo fondamentali:
1) Applicazione dei principi costituzionali, per conquistare una democrazia reale(rappresentativa e diretta) che includa anche come aspetto fondamentale la democrazia economica.
2) Uscita dell’Italia dall’eurozona.
3) Disdetta dei trattati fondanti dell’UE (da Maastricht al Fiscal Compact)
4) Nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario.
5) Politica economica volta al raggiungimento della piena occupazione.
6) Emissione della nuova valuta sovrana.
7) Controllo sui movimenti di capitale.
8) Piani di “Lavoro Garantito” per il raggiungimento della piena occupazione.
9) Moratoria sul debito pubblico.
Il tutto entro il quadro di una decisa difesa dei redditi e dei diritti dei lavoratori.
Una volta riconquistata la leva della sovranità e messo in sicurezza il Paese, il Cln avrà compiuto il suo compito, e quindi i cittadini potranno liberamente scegliere il loro futuro, quale tipo di società essi riterranno più giusta. Riconquistata piena sovranità l’Italia potrà e dovrà verificare la possibilità di un’unione con altri popoli fratelli che a loro volta si saranno liberati dalla gabbia dell’Unione europea."
Questa è la line giusta.
Non basta dire che si esce dall'euro, occorre dire contro chi e a favore di chi, per che cosa, per quale idea di paese, si esce.
La fuoriuscita dall'euro non infatti ha un segno sociale neutrale.
Forse sono io a non avere capito, così chiedo un chiarimento.
Alessandro, nel motivare il contenimento dell'immigrazione, porta l'argomentazione che in sostanza un milione di immigrati ha portato via il lavoro a un milione di italiani.
La domanda che verrebbe da fare è se egli preferirebbe che siano persi due milioni di posti di lavoro invece di uno.
E qui vengo al punto che riguarda il significato stesso della parola sovranismo.
Senza fare un discorso generale, qui impossibile, mi limiterei soltanto a dire che io mi sento sovranista perchè mi preoccupo dei posti di lavoro in Italia, Alessandro invece perchè si preoccupa dei posti di lavoro degli italiani. Il fatto è che se si sceglie di considerare un italiano più importante di uno straniero, non è che si è sovranisti, si è anche se magari in forma larvata, xenofobi nel credere in questa discriminazione.
Anche la risposta di Moreno mi è sembrata quantomeno reticente su un punto così importante.
Onde evitare obiezioni infondate, chiarisco che anch'io credo che l'immigrazione sia un problema enorme e che l'operazione mare nostrum sia stata un'emerita stronzata, tanto per essere chiari.
Come dice in questo giustamente Fiorenzo, il problema immigrazione è semplicemente irresolvibile, e mare nostrum era una stronzata perchè pretendeva di costituire una soluzione a qualcosa che non si p'uò risolvere. Se qualcuno ha una malattia cronica, non può che far altro che conviverci, e farlo nel modo migliore possibile.
Lo spostamento di popolazioni da una zona ad un'altra è sempre avvenuta nella storia dell'umanità, si può soltanto conviverci, il che a mio parere significa fare operazioni per scoraggiarla, ma senza che si possa eliminare l'accoglienza.
Trovo prima di tutto stupido un'operazione mare nostrum per cui taluni pretendevano addirittura che mettessimo a disposizione viaggi aerei. La risposta era di accogliere in ogni caso, e farlo con la massima pubblciità, un'idiozia che ha solo il pregio di essere finita.
Altrettanto stupido è immaginare di respingere tutti, considerare l'immigrazione clandestina un reato, e cose di questo genere. Dobbiamo trovare una soluzione che contenga gli arrivi, sapendo che non li elimineremo mai del tutto, questa è l'unica posizione seria perchè realista.
Quindi, da sovranista riconosco che sia necessario esercitare qualche forma di controllo sul flusso migratorio, ma dopo avere esercitato controlli sui flussi finanziari ed anche sui flussi delle merci.
Anche sul fatto che un vero sovranista possa credere nella società di mercato, nutro forti perplessità.
La società di mercato è del tutto coerente con il neoliberismo, pretendendo appunto che le frontiere non debbano esistere se non (forse) per le persone. Quindi, si può anche non essere anticapitalisti, ma essere per il mercato (senza specificare che si intende mercato locale e non globale) non vedo come si possa conciliare col sovranismo.
Moreno, sto solo parlando di ciò che è concretamente realizzabile.
La sinistra sovranista non nascerà mai perché si dovrà confrontare col populismo anti immigrati di destra che per voi (noi) è inaccettabile ma che fa una troppo maggiore presa su importanti strati di elettori; inoltre proprio l'opposizione interna al PD, qualora dovesse compattarsi, attrarrà una gran parte della sinistra che quindi non andrà coi sovranisti.
Quello che sta succedendo è che nel PD si sta formando un dissenso convinto; va seguito e se davvero ci fosse una scissione del partito sarebbero loro i naturali alleati.
E' una fase di passaggio senza la quale però si rischia di lasciare il campo libero alla destra e contemporaneamente di svuotare definitivamente la sinistra delle sue potenzialità che (ripeto) vanno coltivate con pazienza senza credere di poter forzare gli eventi sull'onda dello scontento.
La prova la avremo se effettivamente questo fronte di sinistra si formerà in un tempo ragionevole. Per adesso mi pare che abbiamo degli indizi piuttosto probanti che dimostrano il contrario.
CADUTI IN TRAPPOLA
E' buffo. E' buffo che ci sia chi caee così facilmente nella trappola leghista, ovvero considerare che sia l'immigrazione la questione principale. Il Paese va forse nel burrone a causa degli immigrati, clandestini o meno che siano?
Miserevole specchietto per le allodole!
QUi parliamo di crisi sistemica, della iper-finanziarizzazione, della bancocrazia, della gabbia dell'unione europea, dell'arma di distruzione di massa dell'euro... e noi dovremmo abboccare come allocchi all'agenda leghista..
Qui non si tratta solo di contrastare la xenofobia, ma pure la stupidità, ovvero smascherare la demagogia leghista.
Secondo: snidare Salvini. Come usare l'uscita dall'euro? A favore di chi? per quale idea di Paese?
Non esagererei la rinascita del leghismo. Esso non solo risorge zoppo... Il suo anti-eurismo liberista e antistatalista è funzionale al "Piano B" di certi settori della grande borghesia, e con cui Renzi flirta.
Renzi sta cannibalizzando il Pd e ciò crea le condizioni di una scissione. Ma le anime che si agitano, sono tre, non due.
(1) Quella liberista ed euro-scettica di Renzi; (2) Quella eurista dei D'Alema, Bersani, Cuperlo e Letta; (3) quella antiliberista, di tipo keynesiano e che considera l'uscita dall'euro come necessaria, di cui Fassina non è l'unico esponente.
E' con quest'ultima componente con cui di sicuro occorre fare i conti.
Moreno, non mi sono spiegato.
La questione degli immigrati non è importante in sé ma solo elettoralmente ossia la lega ne fa il suo punto di forza per il motivo che questo tema soddisfa il desiderio "primario" di rivalsa di un popolo di cui sappiamo molto bene il livello di coscienza politica.
Quindi la destra è costretta a buttarsi sulla questione immigrati il che renderà "sospetta" la nostra linea, moltissima gente di sinistra si rifiuterà di aderire a programmi xenofobi e para fascisti per cui in sostanza l'alleanza sarà impossibile e per noi controproducente.
Sull'uscita dall'euro ti ripeto: ricorda che esistono situazioni in cui è necessario andare per gradi.
La fase intermedia è la lotta contro l'austerità di quelli che però vogliono ma tenere l'euro; se ci pensate un attimo euro e fiscal compact sono le due armi fondamentali del potere oligarchico tecnocratico quindi è evidente che opporvisi porterà a un braccio di ferro che sfocerà inevitabilmente in un conflitto crescente.
E attenzione: l'arma che useranno le élites sarà proprio la destra massimalista à la Le Pen e Lega (qui non mi dilungo perché so che hai ben chiaro quello che sto dicendo).
Per finire, il conflitto con le oligarchie che riunirà classe medio borghese locale e lavoratori ci sarà ma sarà indispensabile presentarsi uniti al momento dello scontro reale ( che, ripeto, in una prima fase avverrà temo contro il proxy inconsapevole delle destre).
Se avremo la pazienza di unirci ai nostri naturali alleati di sinistra anti austerità ma pro euro, adeguandoci a un programma che non condividiamo se non in parte ma facendo sempre preßente qual'è la nostra reale posizione e visione degli sviluppi futuri economici e politici, arriverà inevitabilmente il momento in cui si dobrà prendere atto che "avevamo ragione noi".
Se avremo intavolato un dialogo prima saremo ascoltati sennò quando le loro politiche keynesiane si riveleranno una pia illusione, come è abbastanza prevedibile, verremo semplicemente indiciati come coloro che hanno la respnsabilità di aver fatto saltare il tavolo
Le elezioni si vincono facendo "massa" non con le filosofie. La "massa" si fa catalizzando i "fattori comuni" non quelli "non comuni".
Qualcuno degli intervenuti ha fatto dei discorsi giusti in proposito.
Costituzione: sì perché va bene sia per destri che per sinistri
Euro: no perché ci sta portando alla schiavitù
TTIP: no, per la medesima ragione
Schoengel: con Judicio regolando i flussi perché di questo passo ciao Italia e Wiwa l'IS
occupazione: si, ma con priorità di giustizia sociale storica
sovranità monetaria: indispensabile condicio sine qua NON c'E' INDIPENDENZA e quindi condicio sine qua non cè né libertà né democrazia.
apertura all'Est: sì per real politik
ecc.
E via di questo passo perché è sugli obiettivi e le priorità che bisogna mettersi d'accordo più che sul colore delle camicie o delle cravatte.
quello che manca non e' la denuncia della situazione ma in che modo risolverla, seppur corretta la richiesta di una diversa politica monetraia, rimane sempre il problema dell'elevato debito publico e sopratutto dei circa 100 miliardi che ogni anno diamo agli strozzini ... e dagli strozzini non se ne esce se a comandare le danze sono gli stessi che fregandosene della situazione del popolo continua a saccheggiare il paese, e non voglio dirimermi in discussioni ovvie su cause econcause. Io credo che sia ora di iniziare a dire che si deve mettere in campo un'altro sistema economico che tuteli in maniera ugualitaria tenori di vita ed esigenze primarie, e per fare questo non basta riavere la proprietà della moneta ma bisogna insieme a questo metter in campo la proposta di andare verso il socialismo egualitario. ben venga il Fronte di liberazione ma non vorrei che alla fine ci rimettiamo sempre gli stessi a comandare perche passa qualche anno e siamo da capo a 12.. poveri figli
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