4 ottobre.
Nonostante nessuno parli più della Grecia tutto mi fa pensare che la chiave della situazione dell’eurozona posso essere proprio lì.
Il fallimento della costruzione di una Europa oligarchica a disposizione della borghesia tecnocratica e del turbo capitalismo è ormai un fatto evidente , e il rischio di una implosione è all’ordine del giorno.
E’ sempre più evidente che l’introduzione dell’euro, la svalutazione del valore del lavoro e la svendita del Welfare , avendo imposto di non poter svalutare la moneta, stia mettendo in crisi l’intero progetto dell’unione Europea: se procedono queste dinamiche sociali, la situazione si aggraverà in tutt’Europa, con punte di insostenibilità per i paesi del sud Europa.
Anni di macelleria sociale che ha comportato un generale impoverimento della società a scapito delle classi lavoratrici e drammatiche conseguenze per la classe media e l’azzeramento del welfare, per non parlare delle conseguenze della crisi sociale sul piano della rappresentanza democratica e della conseguente profonda ristrutturazione della geografia dei partiti politici, la Grecia sembra prossima a diventare la protagonista di una svolta drammatica e dagli esiti imprevedibili che non potrà non avere conseguenze per i paesi del Sud Europa.
Un Paese distrutto da una guerra combattuta con le armi del debito , divorata dagli interessi , letteralmente in mano alle oligarchie del capitalismo finanziario , con un tessuto sociale ridotto in povertà e sull’orlo della disperazione, in presenza di una crisi alimentare , abitativa e sanitaria che non accenna a migliorare , questo lo scenario che si presenta agli occhi dei militanti della sinistra .
Eppure , dopo un periodo di fortissima protesta sociale , dopo innumerevoli scioperi generali che hanno scandito lo scorrere degli scorsi anni , in questo momento , e nonostante i mille esempi di generosa e coraggiosa lotta popolare, si vive un momento di stallo , quasi di “pace sociale” , un momento di riflusso del movimento operaio e giovanile : Perché ? Possibile che paradossalmente le responsabilità siano a sinistra?
La grande e velocissima crescita di Syriza, nelle elezioni del 2012 , il nuovo successo alle recenti elezioni europee, hanno definitivamente confermato il partito di Tsipras come il primo partito della sinistra , archiviato il Pasok e certificato che lo schieramento di sinistra ha i numeri per governare la Grecia , determinando , però , uno stato di stallo e di attesa tra le masse popolari che potrebbe rivelarsi fatale.
La responsabilità è sicuramente dalla linea assunta da Syriza negli ultimi mesi .
Da sempre vicino per tradizioni familiari alla Grecia, alla cultura , alla lingua , alla musica , allo spirito ellenico, quasi una seconda Patria per me, non da oggi vicino alla sinistra greca, sono stato nell’ultimo anno uno dei più sinceri simpatizzanti di Syriza e del suo giovane Leader , riservando come molti militanti speranze e fiducia in Alexis Tsipras. In più ll mio impegno durante la campagna elettorale per le europee, e la mia indole fortemente unitaria e pluralista, allontanano il sospetto , almeno lo spero fortemente , di esprimere giudizi viziati di settarismo o di presunzione che troppo spesso caratterizzano la sinistra italiana .
La posizione di Syriza negli ultimi mesi assomiglia per certi versi , se mi si concede il paragone , a quella del Movimento 5 Stelle in Italia: “ dateci la forza per andare noi al governo del Paese, apriamo le istituzioni come una scatoletta di tonno, rivoltiamo i rapporti di forza con le caste oligarchiche e imprimiamo una svolta al Paese , tutto si risolve nelle istituzioni …“
Si rischia di privilegiare l’azione parlamentare , la presenza istituzionale, a scapito della mobilitazione popolare , a danno dell’organizzazione vigile e attenta delle masse .
E’ quanto sta avvenendo in Grecia, Tsipras e Syriza che pure sono stati il canale principale che ha dato spazio all’irrompere della resistenza popolare contro le politiche del capitalismo casinò , stanno ingenerando un momento di aspettativa nel movimento popolare, quasi di freno della mobilitazione, nel tentativo di accreditarsi come responsabile e affidabile forza di governo verso le elite oligarchiche europee, moderando non solo i toni ma anche la linea politica .In questo senso vanno letti , a mio avviso , le aperture verso la socialdemocrazia europea che è responsabile della politica della Trioka in Grecia , tanto quanto la Merkel e i popolari europei .
Tutto ci fa pensare che i prossimi mesi vedranno il peggioramento della situazione nell’eurozona con conseguenze ancora più dure per i popoli in particolare dei paesi del Sud Europa, e in Grecia , in particolare , si approssima il momento in cui si porrà il problema del governo del paese, perché le elezioni si avvicinano e perché il governo greco ha una maggioranza risicatissima e sempre più precaria.
Gli scenari a questo punto sono due : il riflusso momentaneo e la disillusione ingenerata da una politica attendista di Syriza consentirà ai partiti della grande coalizione che governano il Paese al servizio delle oligarchie turbo liberiste di riprendere fiato , e allora le condizioni delle masse peggioreranno ulteriormente con nuove misure di macelleria sociale, e a quel punto la protesta popolare potrebbe trovare altri pericolosi canali di espressione a destra , Oppure , nonostante la politica di freno Syriza e la sinistra vinceranno le elezioni e formeranno un governo di sinistra.
Ma un governo di sinistra , un governo espressione delle forze popolari che misure prenderà a fronte di una situazione di così grave crisi economica, sociale e democratica ? Adotterà le stesse politiche di austerità richieste dalla Troika , sul modello del PD italiano , oppure varerà una politica per il rilancio dell’occupazione , per risollevare sanità , istruzione e assistenza sociale ridotta ai minimi termini ? Persisterà nelle politiche di austerità per pagare l’enorme debito pubblico e gli interessi che stanno strangolando la vita sociale e democratica , perdendo , così , rapidamente il sostegno popolare , oppure denuncerà il debito ?
E come farà il Governo di Tsipras senza poter stampare la propria moneta ? Cercherà una improbabile negoziazione con la BCE oppure stamperà moneta , decidendo di uscire dall’euro e denunciando i trattati mai votati dai greci ( Papandreu cadde solo per aver ventilato un referendum popolare al riguardo ) e così rifiutare di saldare il debito ?
A quel punto la mobilitazione popolare, e internazionale , mi permetto di aggiungere , sarà il fattore decisivo , senza una forte mobilitazione popolare e per di più concentrata nei primi 100 giorni di un ipotetico governo popolare , Tsipras non potrà farcela e allora tutto sarebbe possibile ….
La catena dell’Europa dei padroni oligarchici e turbo liberisti , ha la forza pari a quella del suo anello più debole, perché è lì il punto di rottura: la Grecia è vicina !
PS : Suggerisco la visione integrale degli interventi dei compagni greci al recente Forum di Assisi per avere una visione più organica e per acquisire dati indispensabili per comprendere cosa succede in Grecia .
Il fallimento della costruzione di una Europa oligarchica a disposizione della borghesia tecnocratica e del turbo capitalismo è ormai un fatto evidente , e il rischio di una implosione è all’ordine del giorno.
E’ sempre più evidente che l’introduzione dell’euro, la svalutazione del valore del lavoro e la svendita del Welfare , avendo imposto di non poter svalutare la moneta, stia mettendo in crisi l’intero progetto dell’unione Europea: se procedono queste dinamiche sociali, la situazione si aggraverà in tutt’Europa, con punte di insostenibilità per i paesi del sud Europa.
Anni di macelleria sociale che ha comportato un generale impoverimento della società a scapito delle classi lavoratrici e drammatiche conseguenze per la classe media e l’azzeramento del welfare, per non parlare delle conseguenze della crisi sociale sul piano della rappresentanza democratica e della conseguente profonda ristrutturazione della geografia dei partiti politici, la Grecia sembra prossima a diventare la protagonista di una svolta drammatica e dagli esiti imprevedibili che non potrà non avere conseguenze per i paesi del Sud Europa.
Un Paese distrutto da una guerra combattuta con le armi del debito , divorata dagli interessi , letteralmente in mano alle oligarchie del capitalismo finanziario , con un tessuto sociale ridotto in povertà e sull’orlo della disperazione, in presenza di una crisi alimentare , abitativa e sanitaria che non accenna a migliorare , questo lo scenario che si presenta agli occhi dei militanti della sinistra .
Eppure , dopo un periodo di fortissima protesta sociale , dopo innumerevoli scioperi generali che hanno scandito lo scorrere degli scorsi anni , in questo momento , e nonostante i mille esempi di generosa e coraggiosa lotta popolare, si vive un momento di stallo , quasi di “pace sociale” , un momento di riflusso del movimento operaio e giovanile : Perché ? Possibile che paradossalmente le responsabilità siano a sinistra?
La grande e velocissima crescita di Syriza, nelle elezioni del 2012 , il nuovo successo alle recenti elezioni europee, hanno definitivamente confermato il partito di Tsipras come il primo partito della sinistra , archiviato il Pasok e certificato che lo schieramento di sinistra ha i numeri per governare la Grecia , determinando , però , uno stato di stallo e di attesa tra le masse popolari che potrebbe rivelarsi fatale.
La responsabilità è sicuramente dalla linea assunta da Syriza negli ultimi mesi .
Da sempre vicino per tradizioni familiari alla Grecia, alla cultura , alla lingua , alla musica , allo spirito ellenico, quasi una seconda Patria per me, non da oggi vicino alla sinistra greca, sono stato nell’ultimo anno uno dei più sinceri simpatizzanti di Syriza e del suo giovane Leader , riservando come molti militanti speranze e fiducia in Alexis Tsipras. In più ll mio impegno durante la campagna elettorale per le europee, e la mia indole fortemente unitaria e pluralista, allontanano il sospetto , almeno lo spero fortemente , di esprimere giudizi viziati di settarismo o di presunzione che troppo spesso caratterizzano la sinistra italiana .
La posizione di Syriza negli ultimi mesi assomiglia per certi versi , se mi si concede il paragone , a quella del Movimento 5 Stelle in Italia: “ dateci la forza per andare noi al governo del Paese, apriamo le istituzioni come una scatoletta di tonno, rivoltiamo i rapporti di forza con le caste oligarchiche e imprimiamo una svolta al Paese , tutto si risolve nelle istituzioni …“
Si rischia di privilegiare l’azione parlamentare , la presenza istituzionale, a scapito della mobilitazione popolare , a danno dell’organizzazione vigile e attenta delle masse .
E’ quanto sta avvenendo in Grecia, Tsipras e Syriza che pure sono stati il canale principale che ha dato spazio all’irrompere della resistenza popolare contro le politiche del capitalismo casinò , stanno ingenerando un momento di aspettativa nel movimento popolare, quasi di freno della mobilitazione, nel tentativo di accreditarsi come responsabile e affidabile forza di governo verso le elite oligarchiche europee, moderando non solo i toni ma anche la linea politica .In questo senso vanno letti , a mio avviso , le aperture verso la socialdemocrazia europea che è responsabile della politica della Trioka in Grecia , tanto quanto la Merkel e i popolari europei .
Tutto ci fa pensare che i prossimi mesi vedranno il peggioramento della situazione nell’eurozona con conseguenze ancora più dure per i popoli in particolare dei paesi del Sud Europa, e in Grecia , in particolare , si approssima il momento in cui si porrà il problema del governo del paese, perché le elezioni si avvicinano e perché il governo greco ha una maggioranza risicatissima e sempre più precaria.
Gli scenari a questo punto sono due : il riflusso momentaneo e la disillusione ingenerata da una politica attendista di Syriza consentirà ai partiti della grande coalizione che governano il Paese al servizio delle oligarchie turbo liberiste di riprendere fiato , e allora le condizioni delle masse peggioreranno ulteriormente con nuove misure di macelleria sociale, e a quel punto la protesta popolare potrebbe trovare altri pericolosi canali di espressione a destra , Oppure , nonostante la politica di freno Syriza e la sinistra vinceranno le elezioni e formeranno un governo di sinistra.
Ma un governo di sinistra , un governo espressione delle forze popolari che misure prenderà a fronte di una situazione di così grave crisi economica, sociale e democratica ? Adotterà le stesse politiche di austerità richieste dalla Troika , sul modello del PD italiano , oppure varerà una politica per il rilancio dell’occupazione , per risollevare sanità , istruzione e assistenza sociale ridotta ai minimi termini ? Persisterà nelle politiche di austerità per pagare l’enorme debito pubblico e gli interessi che stanno strangolando la vita sociale e democratica , perdendo , così , rapidamente il sostegno popolare , oppure denuncerà il debito ?
E come farà il Governo di Tsipras senza poter stampare la propria moneta ? Cercherà una improbabile negoziazione con la BCE oppure stamperà moneta , decidendo di uscire dall’euro e denunciando i trattati mai votati dai greci ( Papandreu cadde solo per aver ventilato un referendum popolare al riguardo ) e così rifiutare di saldare il debito ?
A quel punto la mobilitazione popolare, e internazionale , mi permetto di aggiungere , sarà il fattore decisivo , senza una forte mobilitazione popolare e per di più concentrata nei primi 100 giorni di un ipotetico governo popolare , Tsipras non potrà farcela e allora tutto sarebbe possibile ….
La catena dell’Europa dei padroni oligarchici e turbo liberisti , ha la forza pari a quella del suo anello più debole, perché è lì il punto di rottura: la Grecia è vicina !
PS : Suggerisco la visione integrale degli interventi dei compagni greci al recente Forum di Assisi per avere una visione più organica e per acquisire dati indispensabili per comprendere cosa succede in Grecia .
* Fonte: Bentornata Bandiera Rossa
2 commenti:
A guardare bene come sono andate le cose, si ha l'impressione che la Grecia sia stata dai dominatori considerata sin dall'inizio proprio l'anello debole della catena. Sarebbe ingeneroso giudicare malamente il comportamento delle sinistre in Grecia.
La Grecia è stata usata, mi pare, come cavia sperimentale anche per vedere fino a che punto si può schiacciare una nazione ed un popolo.
Pensando all infelice Grecia mi viene in mente una immagine: quella di un pescatore che tiene un pesce di media taglia all'amo. Il povero animale strattona e si contorce spasmodicamente ma la lenza tiene senza strapparsi e le forze del pesce pian piano dileguano nel mare insanguinato finché, stremato dall'inutile lotta, si può trarre pian piano a riva con la sicurezza che se ne potrà fare ciò che si vuole. E' un paradigma per tutti gli altri Popoli europei agganciati all'uncinato amo dei trattati e dalla perfidia dell'Euro.
Non lo dico per simpatia verso l'opposto versante politico, ma uno dei parametri fondamentali per capire gli ultimi 30 anni di storia è il grande tradimento della sinistra, completamente infeudatasi coi poteri forti del turbocapitalismo mondialista. La grande tradizione comunista italiana non sarebbe mai scomparsa senza lasciare traccia senza il successivo e sistematico tradimento non solo del PCI, ma di tutte (e dico tutte) le formazioni che nel corso degli anni hanno occupato il suo posto a sinistra, da Rifondazione alla SEL.
La stessa cosa è accaduta in Germania, coi Verdi prima e la Linke poi che hanno tradito tutti i pristini ideali entrando in coalizione cogli altri partiti nelle giunte regionali, al punto che specie all'est esistono governi composti da democristiani, verdi e Linke con socialdemocratici e liberali all'opposizione.
Non vorrei essere pessimista, ma Tsipras e Syriza mi sembrano percorrere l'identico cammino. Che altro senso possono avere gli sforzi per accreditarsi come affidabili presso i dominanti euristi, quando è evidente che qualsiasi politica popolare passa per la rottura coll'euro e con tutte le prescrizione neoliberiste di Bruxelles e di Francoforte? Intanto i dirigenti di Alba dorata marciscono in prigione per il loro rifiuto di venire a patti con il regime.
Io non credo - e spero di sbagliarmi - che ci sarà un risveglio popolare. Credo che il sistema crollerà per i conflitti interni alle élites dominanti e in virtù della guerra mondiale che (provvidenzialmente) si staglia all'orizzonte. Ma se questo risveglio ci fosse passerebbe da destra, per pura inesistenza di una classe politica di sinistra degna di questo nome.
E lo dico con rispetto nei confronti dei gruppi come il vostro, che tengono fermi i loro ideali.
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