[ lunedì 4 novembre 2019 ]
Secondo lo svizzero Nils Melzer, responsabile Onu contro la tortura, il fondatore di Wikileaks va immediatamente liberato dal carcere britannico «per proteggere la sua salute e la sua dignità»
«Julian Assange continua ad essere detenuto in un carcere di massima sicurezza, in condizioni di sorveglianza e isolamento estreme e non giustificate, mostra tutti i sintomi tipici di un’esposizione prolungata alla tortura psicologica. È necessario, dunque, che il governo britannico lo liberi immediatamente per proteggere la sua salute e la sua dignità. È inoltre da escludere la sua estradizione negli Usa». È quanto ha dichiarato il responsabile Onu contro la tortura, lo svizzero Nils Melzer, dopo aver visitato nel carcere britannico di massima sicurezza, dov’è recluso dall’11 aprile scorso, il fondatore di Wikileaks.
Assange è accusato di aver svelato prove di crimini di guerra e di altri illeciti commessi dagli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan. E mentre il governo americano persegue Assange «i responsabili dei crimini da lui denunciati continuano a beneficiare dell’impunità», ha dichiarato Melzer.
E non è solo contro gli Stati Uniti che il rappresentante Onu punta il dito. «Il governo britannico, infatti - aggiunge - nonostante l’urgenza della mia richiesta di cure e libertà per Assange non ha preso alcuna misura in suo favore».
In virtù della Convenzione contro la tortura, infatti, gli Stati di fronte ad una denuncia come quella avanzata dal rappresentante Onu devono avviare rapidamente un’inchiesta per stabilire se esiste una ragionevole ipotesi che un atto di tortura sia stato commesso. Invece, spiega Melzer, il governo britannico 5 mesi dopo la mia visita a Assange, in maggio, e la mia denuncia «ha escluso categoricamente la mia analisi senza esprimere la volontà di prendere in considerazione le mie raccomandazioni».
Inoltre, sottolinea il rappresentante Onu, «nonostante la complessità dei procedimenti avanzati contro di lui da parte del governo più potente del mondo, l’accesso di Assange alla consulenza legale e ai documenti è stato gravemente ostacolato, minando il suo diritto fondamentale di preparare la sua difesa».
Melzer denuncia inoltre come «l’arbitrarietà palese sostenuta sia della magistratura che del governo suggerisce in questo caso un allarmante allontanamento dall’impegno del Regno Unito nei confronti dei diritti umani e dello Stato di diritto». Dunque «se il Regno Unito non modificherà con urgenza la situazione disumana in cui versa il fondatore di Wikileaks, Assange continuerà ad essere esposto all’arbitrarietà e agli abusi che potrebbero costargli la vita».
L’ultima apparizione pubblica di Assange, dimagrito e con qualche difficoltà di parola, risale al 21 ottobre quando è comparso in tribunale a Londra per un’udienza del processo contro di lui.
Secondo lo svizzero Nils Melzer, responsabile Onu contro la tortura, il fondatore di Wikileaks va immediatamente liberato dal carcere britannico «per proteggere la sua salute e la sua dignità»
«Julian Assange continua ad essere detenuto in un carcere di massima sicurezza, in condizioni di sorveglianza e isolamento estreme e non giustificate, mostra tutti i sintomi tipici di un’esposizione prolungata alla tortura psicologica. È necessario, dunque, che il governo britannico lo liberi immediatamente per proteggere la sua salute e la sua dignità. È inoltre da escludere la sua estradizione negli Usa». È quanto ha dichiarato il responsabile Onu contro la tortura, lo svizzero Nils Melzer, dopo aver visitato nel carcere britannico di massima sicurezza, dov’è recluso dall’11 aprile scorso, il fondatore di Wikileaks.
Assange è accusato di aver svelato prove di crimini di guerra e di altri illeciti commessi dagli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan. E mentre il governo americano persegue Assange «i responsabili dei crimini da lui denunciati continuano a beneficiare dell’impunità», ha dichiarato Melzer.
E non è solo contro gli Stati Uniti che il rappresentante Onu punta il dito. «Il governo britannico, infatti - aggiunge - nonostante l’urgenza della mia richiesta di cure e libertà per Assange non ha preso alcuna misura in suo favore».
In virtù della Convenzione contro la tortura, infatti, gli Stati di fronte ad una denuncia come quella avanzata dal rappresentante Onu devono avviare rapidamente un’inchiesta per stabilire se esiste una ragionevole ipotesi che un atto di tortura sia stato commesso. Invece, spiega Melzer, il governo britannico 5 mesi dopo la mia visita a Assange, in maggio, e la mia denuncia «ha escluso categoricamente la mia analisi senza esprimere la volontà di prendere in considerazione le mie raccomandazioni».
Inoltre, sottolinea il rappresentante Onu, «nonostante la complessità dei procedimenti avanzati contro di lui da parte del governo più potente del mondo, l’accesso di Assange alla consulenza legale e ai documenti è stato gravemente ostacolato, minando il suo diritto fondamentale di preparare la sua difesa».
Melzer denuncia inoltre come «l’arbitrarietà palese sostenuta sia della magistratura che del governo suggerisce in questo caso un allarmante allontanamento dall’impegno del Regno Unito nei confronti dei diritti umani e dello Stato di diritto». Dunque «se il Regno Unito non modificherà con urgenza la situazione disumana in cui versa il fondatore di Wikileaks, Assange continuerà ad essere esposto all’arbitrarietà e agli abusi che potrebbero costargli la vita».
L’ultima apparizione pubblica di Assange, dimagrito e con qualche difficoltà di parola, risale al 21 ottobre quando è comparso in tribunale a Londra per un’udienza del processo contro di lui.
1 commento:
Bisogna fare qualcosa! Urgentemente! Una manifestazione, sit in, sciopero della fame, davanti all'ambasciata Inglese, per esempio. Sollevazione, Vox Italiae, Byo blu, Come don Chisciotte, Svegliatevi! Fate qualcosa!
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