[ 19 aprile 2019 ]
Sul sito di Senso Comune campeggia un'intervista al candidato sindaco dei verdi a Firenze. Il fatto è che Andrés Lasso capeggia una lista che include anche due candidati di Senso Comune. Un fatterello sintomatico assai.
Questa confluenza nell'alveo verde-europa non avviene in un comune qualsiasi. Il 26 maggio si voterà infatti in 3.793 comuni (quasi il 50% del totale nazionale), ma il più importante sarà proprio Firenze. Non solo, lo stesso giorno si voterà per le europee, e la lista dei Verdi si presenta come una delle più euro-sfegatate. «Europeista senza alcuna ambiguità», garantisce per la ditta Monica Frassoni.
Ma Firenze non è una città qualsiasi neppure per Senso Comune, dal momento che non ci risultano altre presenze elettorali del gruppo in giro per l'Italia. Cosa dedurre allora dalla scelta fiorentina? Come si concilia questa mossa con la sottoscrizione del Manifesto per la Sovranità Costituzionale? Noi di P101 segnalammo subito la debolezza di quel manifesto (ed evidentemente non avevamo visto male), ma resta il fatto che pur nella sua fragilità esso appare comunque in netto contrasto con la scelta di accodarsi ad una forza ultra-europeista come i Verdi.
Non crediamo che una simile operazione possa essere digerita da tanti amici e compagni di Senso Comune. Considerarla un mera sbandata locale sarebbe perfino ingeneroso nei confronti di chi quel passo ha concepito. Ovvio che c'è qualcosa di più, come ci mostra la stessa enfasi con cui è stata presentata l'intervista a Lasso.
Viva la chiarezza!
Del resto, il posizionamento politico dei Verdi è chiaro, non solo rispetto all'Europa. Diamo ancora la parola alla Frassoni, che del Partito Verde Europeo è co-presidente:
«Credo che in Italia ci sia spazio per una proposta ambientalista, chiara e netta, plurale e progressista, europeista senza alcuna ambiguità e disposta, in Europa e in Italia, a giocare in pieno un ruolo nei futuri equilibri di governo che si verranno a creare. È in questo senso che ho parlato della possibilità di dialogo con il PD dopo le elezioni (l’espressione “pacchetto di voti”, peraltro, non rende bene questa idea)».Viva la chiarezza! Al pari di quella messa in piedi dal duo Prc-Si con la lista La Sinistra, la presenza di Europa Verde sulla scheda del 26 maggio non serve tanto a perseguire l'irraggiungibile obiettivo di eleggere qualche parlamentare europeo, bensì a mettere insieme quel pacchetto di voti da giocarsi poi al tavolo dei futuri accordi con il Pd zingarettiano.
Adesso qualcuno penserà che stia esagerando, dato che una cosa è l'Europa, altra la città di Firenze. Eh no, signori cari, spiace dirlo ma non c'è esagerazione alcuna. Anzi, qui proprio tutto si tiene.
Sfortunatamente, Andrés Lasso non rilascia interviste solo a Tommaso Nencioni. E quella del 9 aprile scorso al Corriere Fiorentino merita di essere conosciuta. Il titolo dice tutto: «I Verdi: noi da soli ma al ballottaggio no a 5 Stelle e Lega». Dunque, è evidente, sì al Pd. Sì ad un bel voto — ma è solo il «meno peggio» balbetta Lasso — a Dario Nardella.
Che dire? Dei Verdi sapevamo, ma Senso Comune? Che c'azzeccano tutti i discorsi sul populismo con una direzione di marcia che guarda nei fatti alla ricostruzione del bipolarismo 2.0?
Vorremmo sbagliarci, ma l'impressione è che dopo le iniziali ambizioni di grandezza, in Senso Comune qualcuno stia cominciando a pensare cosa vuol fare da grande. Il che, in astratto, male non sarebbe. Sennonché, in concreto, la strada intrapresa ognuno può capire dove porta.
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4 commenti:
Sono di Firenze e questa cosa mi ha sorpreso assai, fra l'altro i Verdi sono sempre stati, quando sono riusciti a eleggere rappresentanti (ormai tanto tempo fa), allineati e coperti con i DS e poi il neonato PD, quando anche Rifondazione era all'opposizione in consiglio comunale.
L'ambientalismo in città era rappresentato da vari Comitati di quartiere e da Unaltracittà, forze con le quali i Verdi mai si sono rapportati essendo chiusi in logiche puramente istituzionali.
In ogni caso un ulteriore segnale di ambiguità di Senso Comune è l'entusiastica adesione data alla ultra sponsorizzata campagna "per il clima" di Greta Calzelunghe, con tutta l'enfatizzazione retorica del caso, tale e quale a una "Repubblica" qualsiasi.
Vedo che Boghetta vi ha risposto ironico su facebook. Afferma che avreste potuto solo sottolineare l'incoerenza di senso comune e non del manifesto, un piccolo scaricabarile che però conferma che il progetto appena nato sta già incontrando difficoltà. Che poi sono le solite difficoltà che ripresentano in maniera incessante, dopo tutti questi anni è davvero da disperazione.
Mi sono poi fatto poi un giretto sui profili di un paio di militanti di quell'area più o meno in vista. Non farò nomi, però ci sta una che per sottolineare il riscatto delle donne pubblica l'immagine di un quadro di Benner di Salomé con la testa del battista su un vassoio. La decapitazione di un uomo giusto per ordine di un potente a seguito del capriccio di una vanesia principessina, dopo anni di femminismo ideologico e di discriminazione ai danni di tanti uomini deboli se lo poteva pure evitare. Ma del resto se nel passato essa aveva anche postato anche Concita De Gregorio.
Ci sta un altro, intellettuale studioso che pensa di essere radicale non sai quanto (ma a me è sempre sembrato il solito vattimista debolepensante), che pubblica un post i cui chiede quale personaggio dei Peanuts preferite. Ma ancora non ha capito che i Peanuts sono una delle peggiori bombe ideologiche liberal americanoidi che ci stampigliavano finanche sui biscotti? Rappresenta le vicissitudini di un gruppo di americanetti veri, in particolare di Charlie Brown che fu uno dei primi della serie degli eroi negativi coi quali ci sfrantumano i cosiddetti per ragioni che credo sia superfluo spiegare soprattutto ad un intellettuale.
Le idee dell'immaginario sinistroliberal sono ahimè dure da estirpare.
Per quanto possa farmi piacere la critica di Boghetta all'INPS ed al reddito di cittadinanza tengo sempre presente che una rondine non fa primavera, questa critica per quanto sacrosanta è davvero troppo poco. Dopo tanti anni sarebbe tempo di qualcosa di più forte, ma se i presupposti sono quelli dei due precedenti esempi cosa possiamo davvero aspettarci da essi oltre a progetti deboli che vanno in crisi dopo un paio di settimane?
Giovanni
Ed a propostio del fattaccio dell'INPS, leggo adesso che due operai di Pomigliano salgono sul tetto per protestare contro la mancata concessione del sussidio.
Commentai a suo tempo che bisognava organizzare tutti gli esclusi e su un progetto alternativo con una ben diversa impostazione e non solamente con più soldi, magari sostenendoli nel violare gli odiosi filtri insiti in questa misura.
Lo penso ancora, non so però che appartenenza abbiano questi operai il rischio è però quello di lasciare che la protesta (la sollevazione) se la intestino altri e per ben altri motivi. Insomma, a questa posizione P101 doveva arrivare per prima.
Vedremo che faranno i vari gruppi politici.
Giovanni
Grazie alla segnalazione di Giovanni vedo il puerile attacco portatoci da Ugo Boghetta su facebook. Vedi https://www.facebook.com/ugo.boghetta
Che dire, Ugo sembra alquanto nervoso. Ma ha davvero letto quel che ho scritto nell'articolo, che lui (con un metodo ormai consueto) peraltro neppure cita? Se la risposta è NO, legga prima di scrivere. Se invece - come dobbiamo supporre - la risposta è SI, allora è evidente il tentativo, in verità assai maldestro, di intorbidire le acque. Prendersela con me (cioè con noi di P101) quando il problema di Boghetta e di Rinascita è che il progetto con Fassina e Senso Comune sta andando a rotoli è una cosa miserevole assai.
Siccome Boghetta se la prende con il riferimento al loro Manifesto, i lettori possono verificare quanto ho scritto in proposito. Esattamente questo: "Come si concilia questa mossa (di Senso Comune) con la sottoscrizione del Manifesto per la Sovranità Costituzionale? Noi di P101 segnalammo subito la debolezza di quel manifesto (ed evidentemente non avevamo visto male), ma resta il fatto che pur nella sua fragilità esso appare comunque in netto contrasto con la scelta di accodarsi ad una forza ultra-europeista come i Verdi".
Pur segnalando le differenze con la nostra impostazione, nell'articolo c'è scritto chiaramente che il Manifesto è incompatibile con la scelta di alleanza operata da Senso Comune. Non solo dunque nessuna confusione, quanto piuttosto una netta distinzione tra le due parti in rotta all'interno di un progetto che sinceramente pare già defunto. Come si fa ad essere così disonesti da non voler leggere correttamente quanto scritto? Ugo rifletta, che solitamente non fa male. Come si fa a dire - ha scritto proprio così - che a me non interessava criticare Senso Comune, bensì denigrare il manifesto, quando basta leggere per capire che è l'esatto contrario?
Avendo un costume politico probabilmente un po' diverso da quello di Boghetta, quel che avevamo da dire sul Manifesto lo abbiamo scritto esplicitamente come P101 fin da subito. Non abbiamo avuto bisogno di attendere lo scivolone verde-europa dei fiorentini di SC.
Certo che, se dopo una sottoscrizione a tre, Rinascita sembra la sola a farvi riferimento, forse qualche debolezza in quel manifesto ed in quell'operazione c'era. O vogliamo negare l'evidenza?
Mi fanno perciò sorridere le accuse di settarismo di Boghetta. Accuse ridicole, anche Ugo lo sa. In fondo il suo nervosismo lo capisco. E' un nervosismo comprensibile perché: "La verità al fine non si cela; non val simulazione. Simulazion è frustrata avanti a tanto giudice" (Leonardo da Vinci).
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