[ 11 dicembre 2017 ]
Alle porte delle elezioni generali la sola lista elettorale che metterà al centro la contestazione radicale dell'Unione europea e la necessità di riguadagnare piena sovranità nazionale sembra essere quella promossa da Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa. Le difficoltà, anche visti i temi strettissimi che ci dividono dal voto, sono enormi.
Sabato prossimo a Roma si svolgerà l'assemblea generale dei sostenitori della LISTA DEL POPOLO.
Di seguito l'intervento di Antonio Ingroia all'assemblea per il coordinamento nazionale di "Attuare la Costituzione", che si è tenuta a Napoli a fine settembre.
Alle porte delle elezioni generali la sola lista elettorale che metterà al centro la contestazione radicale dell'Unione europea e la necessità di riguadagnare piena sovranità nazionale sembra essere quella promossa da Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa. Le difficoltà, anche visti i temi strettissimi che ci dividono dal voto, sono enormi.
Sabato prossimo a Roma si svolgerà l'assemblea generale dei sostenitori della LISTA DEL POPOLO.
Di seguito l'intervento di Antonio Ingroia all'assemblea per il coordinamento nazionale di "Attuare la Costituzione", che si è tenuta a Napoli a fine settembre.
14 commenti:
In realtà l'unica lista a battersi senza incertezze per l'uscita da eurozona, UE e Nato e per un approccio serio, di classe, non buonista, sulla questione immigrazione è il Partito Comunista di Marco Rizzo. Un partito con centinaia di quadri giovani e giovanissimi, una discreta diffusione sul territorio nazionale e che ha molte più chance di presentarsi alle politiche rispetto al duo solitario Chiesa-Ingroia. Spero che i compagni di sollevazione, quando prenderanno atto della palese impossibilità della lista Chiesa-Ingroia di comparire sulle schede elettorali, per mancanza di seguito e di mezzi, sosterranno l'unica alternativa comunista e patriottica esistente: il PC.
Il PC di Rizzo? L'ultimo cascame dello stalinismo italiano!! Ho partecipato ad un loro confronto per l'anniversario della rivoluzione d'Ottobre e c'era da sbellicarsi dalle risate o da rimare sbigottiti a seconda dei punti idi vista!!! Faccio l'elenco delle loro perle: totale rivendicazione dell'esperienza positiva dello stalinismo; le grandi purghe del 36-37 che hanno fatto fuori 500.000 comunisti, interpretate come una necessita' storica per portare a compimento la rivoluzione, niente di sconvolgente se il comitato centrale di Lenin e' stato decimato dall'NKVD di Beria, Iezov e Vishinsky; Trotsky il grande artefice dell'armata rossa e della vittoria contro i Bianchi presentato come un avventuriero controrivoluzionario e nemico del popolo; l'Urss, pur nei suoi limiti, avrebbe realizzato il socialismo sotto Stalin: la controrivoluzione sarebbe iniziata con Krosciov dopo il XX congresso del 1956 che denuncio' i crimini di Stalin etc etc etc. Tutte questi giudizi "assennati" sarebbero stati pronunciati dal relatore Aldo Bernardini e dal vicesegretario nazionale della loro sezione giovanile Spena. Roba da matti!!!!
Mauro P.
Il popolo...
Il popolo è in stragrande maggioranza preoccupato dalla prossima giornata del campionato di calcio, dai sorteggi per il prossimo turno di Champions League, dalla mancata qualificazione dell'Italia ai prossimi mondiali, dalle telenovelas spagnole e sudamericane sulle reti Mediaset, dal gioco dei tronisti da Maria De Filippi o dalle pittoresche liti fra personaggi senza arte né parte da Barbara D'Urso o ancora dalle ultime avventure sentimentali di Belen Rodriguez o di qualche suo parente recentemente fatto arrivare dall'Argentina. Quelli più giovani e "tecnologici" si interesseranno più intensamente di simili fenomeni da baraccone, ma nati e cresciuti in spazi internettari come YouTube, Twitter, Facebook, Snapchat, Instagram e così via, a differenza delle vecchie, classiche reti televisive, ormai appanaggio soprattutto di pensionati abbandonati a se stessi e casalinghe disperate.
Si sono sviscerati migliaia e migliaia di volte tutti i temi sull'Unione Europea, la moneta unica, la costituzione italiana... Sono temi che vanno di moda almeno dal 2011. Ma è una moda rimasta sempre molto underground, di tanto in tanto qualche politicante spregiudicato ha cercato di cavalcare questa "onda" - più un rivolo, direi - quando vedevano un'apertura. Ma questi sono squali che odorano il sangue. E così un Fassina cerca di fare dispetto al Pd che l'aveva praticamente cacciato ed eccolo aprire anche voi e a Bagnai. La speranza era costruirsi una pattuglia elettorale, pesare qualcosa e ripresentarsi da Renzi in posizione di "forza". Gli ha detto male. E poi il prezzomolo presenzialista padano, Salvini, l'Uomo-Felpa, che si reinventa nazionalista italiano con continue calate a Roma e al Sud, che vede una certa tendenza in altri Paesi di "euroscetticismo", vede il referendum in Inghilterra e allora "arruola" il solito Bagnai. Vecchio complesso leghista: avendo il livello culturale medio di un ultras dell'Atalanta, arruolare un professore sarebbe un colpaccio, una legittimazione intellettuale. Si veda l'avventura con Gianfranco Miglio nei primi anni novanta voluta da Bossi, ma finita molto male. E però Bagnai non è in campo economico allo stesso livello di Miglio in campo politologico. E poi il Carroccio deve obbedire al Berlusca, che torna "moderato" e non vuole rompiscatole "populisti". E i vari "lepenismi" sembrano avere già il fiato corto ovunque. Pure il Regno Unito è impantanato in una lunghissima trattativa che ruba tempo ad ogni altra attività politica. E non sarà l'apocalisse, ma sono anni e anni sprecati per non aver guadagnato nulla di certi favolosi vantaggi prospettati da personaggi (Farage, Johnson, Gove, Duncan Smith...) che si sono tutti defilati cinque secondi dopo la grande "vittoria". Della serie: è quello che volevamo, ma non chiedeteci di occuparcene in prima persona!
L'ho detto e lo ripeto: per i prossimi cinque anni il parlamento italiano sarà ancora una qualsiasi combinazione fra Pd, Forza Italia + Lega, M5S. Il governo sarà o di grande coalizione o tecnico o un misto delle due cose. La linea sarà sempre decisa altrove. L'Italia continua il suo lungo declino (altro che "L'Italia può farcela"!!!) ma senza troppi scossoni. In fondo, una maggioranza del "popolo" conterà sul posto fisso o la pensione e la casa di papà o di nonno e ancora non farà la fame né finirà per la strada e al limite aspetterà tempi migliori. Chi invece sta già nella merda, che provveda da sé, come è sempre stato. Finché le classi medie italiane non verranno brutalmente impoverite, non si vedrà il benché minimo scossone, figuriamoci una "sollevazione"...
Intanto gruppetti e gruppettini possono continuare a pigolare in eterno, senza neanche essere mai capaci di presentare una lista per le comunali di Rocca Cannuccia, figuriamoci pensare di proporsi a livello nazionale...
Non sono l' anonimo del primo intervento.
Ma vorrei rispondere a Mauro Pasquinelli che non trovo affatto ridicole ma invece serie e per parte mia condivisibili (casomai da discutere, almeno se si intende essere comunisti) le tesi citate e da lui sommariamente liquidate di Aldo Bernardini.
Non ero presente all' incontro menzionato, ma conoscendolo suppongo che le abbia argomentate.
Liquidare sommariamente come "stalinismo" (termine preteso spregiativo) questa proposta politica, ed ancor più la vicenda storica seguita alla rivoluzione d' Ottobre e i 70 anni di esistenza dell' URSS non mi sembra un modo intelligente e proficuo di confrontarcisi.
Se poi si crede necessario escludere pregiudizialmente da un confronto politico e da possibili alleanze, magari tattiche, prescindendo aprioristicamente dalle proposte politiche concrete che avanza, chiunque non liquidi sbrigativamente come fallimentare (se non addirittura come controrivoluzionaria o magari "criminale") l' esperienza storica dell' URSS e del "socialismo reale", ma invece ne dia giudizio articolato ma complessivamente positivo, come fa il PC, secondo me non si va da nessuna parte.
Anzi, si é decisamente sulla "buona" strada (si fa per dire!) per ripetere pari pari l' esperienza (questa sì, fallimentare) di Syriza, non per niente caratterizzata dagli stessi, identici pregiudizi anticomunisti (o "antistalinisti", come forse preferite dire).
Giulio Bonali
Ciao Giulio
Il primo anonimo ci chiedeva di votare il PC di Rizzo per la sua posizione sull'Euro! Io ho lasciato intendere che non aiuterei mai un partito stalinista ad andare al governo. Se non altro perché, se conquistasse davvero il potere (ma non succedera' mai, come sai la storia si ripete due volte prima in tragedia e poi in farsa), visti i precedenti storici, sarei tra i primi ad essere fatto fuori!! Quindi con Rizzo potrei fare fronte su temi specifici ma non gli darei mai un sostegno politico, una delega in bianco per governare!!
Diverso e' il giudizio sull'esperienza sovietica. Lungi da me il liquidarla alla Anna Arendt o alla Oscar Nolte come semplice mostruosita' totalitaria! La spinta propulsiva della rivoluzione d'ottobre, malgrado il Gengis Khan con i baffoni, ha giocato un ruolo katekontico nei confronti dell'imperialismo occidentale! Ma resto Trotskysta irremovibile su una questione teorica cardinale: con l'avvento di Stalin e' iniziata una controrivoluzione termidoriana, a cui ha contribuito l'assedio imperialistico, la stanchezza e l'arretratezza delle masse russe, e aggiungo gli errori degli stessi Lenin e Trotsky durante la sollevazione di Kronstad e al congresso del PCR del 1921, che vietava le frazioni nel partito, svuotava i soviet e centralizzava ogni decisione in mano a pochi elementi del Politburo!! Stalin trasformo' gli esiti di questo congresso in una clava potente per instaurare l'arbitrio della propria dittatura personale, il culto di se stesso e la piu' menzognera falsificazione storica!
Possiamo disquisire sulla natura sociale dell'Urss per ore!! Tutto si puo' dire meno che l'Urss sia stata socialista!!! Se per socialismo intendiamo cio' che era scritto nella teoria di Marx Engels e Lenin di Stato e Rivoluzione (estinzione dello Stato, abolizione delle classi sociali, dell'esercito permanente, della burocrazia e del valore di scambio)!! Per me l'Urss era un collettivismo burocratico sui generis, dove la burocrazia espletava il ruolo di una nuova classe dominante sfruttatrice che sin reggeva sull'estorzione collettiva di plusvalore ai danni di un proletariato sottomesso ed espropriato di ogni autonomia decisionale, di ogni liberta' di espressione e di lotta, persino della liberta' di movimento. Né liberte' ne egalite' erano presenti in URSS! Tanto meno fraternite'!! Ma privilegio e dispotismo burocratico questo si!
Mauro Pasquinelli
Non si può dimenticare che Marco Rizzo era al governo con D'Alema durante l'aggressione imperialista alla Serbia. Rimarrete sputtanati in eterno
Caro Mauro, a questo punto non mi (ci?) resta che pendere atto dell' esistenza fra noi di dissensi profondissimi, con ogni probabilità incolmabili (al di là della stima personale che da parte mia nei tuoi confronti certamente, ma ho fondati motivi di credere anche da parte tua nei miei, per quel poco che ti ho conosciuto, resta intatta: può capitare che si commettano i più terribili errori di valutazione in perfetta buona fede e malgrado il possesso di qualità morali e anche intellettuali elevatissime).
Infatti per parte mia resto irremovibile (salvo argomenti che mi convincessero del contrario; e credo che ci sarebbe da discutere non per ore ma per mesi e anni, in proposito) che né con la repressione della rivolta di Kronstadt, né col X° Congresso del Partito Bolscevico e l' abolizione delle fazioni organizzate al suo interno (decisioni convintamente approvate anche da Trotzky, come del tutto correttamente rilevi), nè con la successiva liquidazione delle opposizioni alla linea di Stalin ci fu alcuna "controrivoluzione termidoriana"; e che Tutto si puo' dire meno che l'URSS non sia stata socialista!!! Se per socialismo intendiamo cio' che era scritto nella teoria di Marx, Engels e Lenin e in particolare nella Critica al Programma di Gotha e in Stato e Rivoluzione (estinzione dello Stato -inteso come organizzazione per la salvaguardia del potere di una clsasse-, dell'esercito permanente, della burocrazia e del valore di scambio, abolizione definitiva e irreversibile delle classi sociali -non per parte mia la realizzazione del principio "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni" né l' estinzione di qualsiasi apparato coercitivo, verso singoli e gruppi, ma non propriamente verso classi sociali antagonistiche, di tipo in qualche senso e misura "statale", che a mio parere restano espressioni di persistenti residui di utopismo non completamente superati nella teoria "classica" del socialismo scientifico- in un processo che implica come conditio sine qua non la sconfitta definitiva delle classi sfruttatrici e del capitalismo in tutto il mondo: Stalin considerava giustamente possibile e necessario il "socialismo in un paese solo" nel senso della prima fase del comunismo, quale sorge sulla base del capitalismo, cioé la realizzazione della dittatura del proletariato come Stato che espropria gli espropriatori, tendenzialmente in via di estinzione compatibilmente con i rapporti di forza nella lotta di classe complessiva, mondiale, e non certo della sua fase avanzata quale si sviluppa sulla sua propria base, che nessuno ovviamente ha mai teorizzato sia realizzabile "in un paese solo" o anche "in alcuni paesi", nella coesistenza irriducibilmente conflittuale col capitalismo imperialistico).
Ma se davvero la storia si ripete la prima volta come tragedia, la seconda come farsa, non credo che avresti molto da temere da un' eventuale ricostruzione di una dittatura del proletariato per così dire (impropriamente) "staliniana" (secondo me leninista).
E comunque non credo sia in generale buona tattica e che porti inevitabilmente a sconfitte l' evitare pregiudizialmente possibili accordi ed eventuali alleanze transitorie per il perseguimento di obiettivi limitati e "parziali" (come indubbiamente sarebbe la sovranità nazionale e l' eliminazione di quell' autentica moderna prigione dei popoli che é la cosiddetta "Euroooooooopa") anche con forze sociali e politiche rispetto alle quali si é su posizione teoriche e strategiche anche profondamente opposte.
Con sincera stima, "malgrado tutto".
Giulio
Marco Rizo ha fatto chiara autocritica sul suo passato governativo.
E le sue successive scelte politiche sono inequivocabili.
G. B.
Quando ha fatto autocritica Rizzo? Il governo D'Alema e la guerra in Jugoslavia sono stati nel 1999. Ma Rizzo rimane nei comunisti italiani anche alle elezioni del 2001,alleati con i progenitori del PD e con Rutelli(ahah) candidato presidente. Poi ci ricascano nel 2006 e appoggiano Prodi per due anni. Infine quando Diliberto lo espelle riscopre lo stalinismo dal volto skin e gggiovanile. Se c'è qualcuno di equivoco quello è marco Rizzo. Fino a quando questa gente non si ritira il comunismo rimarrà sempre una barzelletta berlusconiana
Premesso che di "eterno" per chi assuma un atteggiamento dialettico non c' é proprio nulla, come non sono mai stato in R.C. (in particolare, ma non solo, ai tempi della guerra alla Yugoslavia) né nel PCd'I, che non sono mai stati nulla di neanche lontanamente somigliante a un partito comunista, così nulla mi impedirebbe, se dovesse succedere, di mandare tranquillamente affanculo Marco Rizzo se e quando dovesse nuovamente compiere scelte per me assolutamente non condivisibili.
Per l' intanto mi regolo in base a ciò che di volta in volta fa (e almeno finora non ho motivo di lamentarmene).
G.B.
Caro Giulio
il dissenso teorico tra compagni su specifiche questioni per conto mio non fa scendere la mia stima personale nei tuoi confronti. Ci mancherebbe!!!
Ti invito pero' a mettere una corretta punteggiatura nei tuoi lunghi periodi di scrittura, altrimenti faccio molta difficolta' a capire cio' che scrivi.
Voglio essere estremamente sintetico:
Tu chiami socialismo il sistema che vigeva sotto Stalin. Lo considero un grave errore teorico e analitico!! Infatti sei costretto subito dopo ad avanzare una critica di Utopismo verso Lenin e Marx per far quadrare i tuoi conti!!! Non e' una questione nominalistica, di esegesi o di interpretazione, e' una questione altamente teorica. Marx e Lenin per socialismo intendono il primo stadio del Comunismo ove lo Stato e' in progressiva estinzione, non esiste piu' la burocrazia e l'esercito permanente, i produttori associati gestiscono la produzione senza l'intervento del famoso salario, il valore di scambio e' in via di estinzione!! Il socialismo si puo' realizzare solo se non si e' accerchiati militarmente dall'imperialismo e partecipano alla sua costruzione concordemente i paesi piu' sviluppati!! Sono 5 capisaldi teorici che fondano l'idea di Socialismo in Marx Engels e Lenin!! Sono utopistici? Puo' essere!! Ma allora non si puo' fare il gioco delle tre carte! Dire che il sistema di Stalin e' socialista solo dopo aver dichiarato utopistici i suoi fondamenti e' scorretto. E' una operazione tipicamente ideologica e giustificazionista!!
I cinque fondamenti del Socialismo non si sono mai realizzati nell'Urss. Lo stato e' diventato sempre piu' elefantiaco! I soviet sono stati completamente svuotati di contenuto! La burocrazia e l'esercito permanente hanno avvolto la societa' in una cappa di piombo asfissiante. Il sistema salario era in vigore a conferma della separatezza tra stato e classe operaia! Il singolo e le masse contavano come il due di coppe quando e' briscola denari. Il potere di decisione era concentrato tutto nelle mani di un uomo solo al comando come nelle vecchiue monarchie! Chi dissentiva veniva fucilato! E questo sarebbe socialismo?
E' un caso che il socialista George Orwell abbia scritto il romanzo distopico piu' famoso ispirandosi alla Russia di Stalin?
Mauro P.
P101 vale molto di più di Rizzo, di Ingroia e compagnia bella.
Purtroppo viviamo in un paese di viziati e indottrinati.
Anziché pensare allo stalinismo pensiamo a cosa proponiamo dato che mai ho visto una chiarezza di intenti (programmatici appunto) così tangibile e precisa come in P101, in primis sull'uscita dall'euro.
Per il momento rimaniamo una forza intellettuale che fatica a radicarsi in modo tangibile sul territorio.
Tuttavia dobbiamo esserci. Continuare ad esserci perché l'italiano salta sul carro solo quando un sistema implode e successivamente si fa "promotore" (successivamente...).
Io ho 42 anni e votai per la prima volta nel periodo della "discesa in campo".
Dopo oltre 23 anni mi sono accorto che i buoni facevano più pena di Silvio e che per veder crollare il dominio USA (causa dell'impoverimento italico) l'unica possibilità (ahinoi) è una guerra mondiale in cui l'establishment perde...non le elezioni.
Tuttavia sono certo che se P101 avesse il 25%/30% posseduto dal M5s, Pasquinelli e soci non si venderebbero alle lobbies.
Probabilmente lo farebbero fuori (e io farei la stessa fine).
Ma quale gioco delle tre carte?
(E meno male che "il dissenso teorico tra compagni su specifiche questioni per conto tuo non farebbe scendere la tua stima personale nei confronti miei" ...di praticante il "gioco delle tre carte": sic!).
I residui di utopismo nei classici del socialismo scientifico, secondo il mio modesto parere (e anche quello più autorevole di Domenico Losurdo), riguardano la loro concezione del comunismo pienamente realizzato sulla sua propria base, e non c' entrano per nulla con quella che ritengo una corretta analisi della storia dell' URSS come (per sintetizzare selvaggiamente in due parole) paese autenticamente socialista, intendendo per socialismo la realizzazione (più o meno imperfetta e limitata, almeno in qualche misura inevitabile per chiunque non sia utopista "integralmente") della prima fase del comunismo quale sorge sulla base imitata del capiatlismo, secondo la teoria di Marx, Engels e Lenin.
Per non accorgersi della differenza enorme, del vero e proprio "salto di qualità" ("all' indietro") determinatosi dopo la sconfitta del "s.r." e la controrivoluzione gorbyano-eltsiniana nell' ex URSS e in tutto il mondo, nostro paese compreso, bisogna avere, con tutto il rispetto, spessissime fette di salame trtzkista-orwelliano sugli occhi!
E con questo per parte mia concludo una polemica oggettivamente non costruttiva e che, volendo e potendo (per assurdo), richiederebbe mesi e anni di reciproche obiezioni.
Giulio Bonali
Giulio la critica del gioco delle tre carte non voleva essere offensiva....era l'impressione che aveva suscitato in me il tuo post che non e' smentita neanche dal post successivo. Il quale ora non critica piu' di utopismo l'idea socialista di Marx (come nel primo post) ma quella comunista! Facciamo a capirci dicono in Calabria!!! Di cosa stiamo parlando? Il mio post cercava di svelare le contraddizioni colossali tra l'idea di Socialismo sostenuta da Marx e Lenin (Estinzione dello Stato, della burocrazia, dell'esercito permanente, del salario e del denaro, eleggibilita' e revocabilita' dei rappresentanti del popolo in una democrazia di tipo consigliare o sovietico, rivoluzione internazionale come garanzia primaria della realizzazione del socialismo in ogni paese, libero sviluppo di ciascun individuo come condizione per il libero sviluppo di tutti) e lo stato reale dell'Urss sotto Stalin! Nessuna delle condizioni previste ed auspicate da Marx e Lenin si sono realizzate sotto Stalin. Anzi per essere piu' precisi siamo andati nella direzione opposta: piu' stato, meno liberta' individuali, meno soviet e democrazia consigliare, concentrazione del potere in mano ad un unico leader, culto semi-religioso della personalita', massacri a non finire!!!
Nel tuo ultimo post non hai risposto a nessuna di queste obiezioni limitandoti a lanciare strali contro Trotsky e Orwell, privi di qualsiasi consistenza teorica!!
Stai al tema Giulio. Altrimenti sono costretto a segnare in rosso i tuoi lunghi periodi e concludere l'analisi del tema con le parole di un famoso satiro: IDEE POCHE MA CONFUSE.
Mauro P.
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