[ 8 dicembre 2017 ]
Se c'era bisogno di un'altra dimostrazione lampante del distacco crescente tra il Palazzo (grillini compresi) ed il Popolo l'abbiamo avuta ieri.
Cos'è successo ieri?
Che il Movimento 5 Stelle, attraverso le proprie pagine "social" ufficiali ha indetto in piazza Montecitorio una manifestazione per presentare il programma di governo in vista delle elezioni. Quindi ecco uscire in corteo dal Parlamento una nutrita pattuglia di parlamentari capeggiati da Di Maio [vedi foto sopra ] che si recano verso la piazza antistante dove era già stato allestito il palco con microfoni ed amplificazione.
Sorpresa: ad attenderli uno sparuto gruppetto di romani che in quattro e quattr'otto se la sono svignata causa l'imbarazzo [vedi foto qui sotto].
Un clamoroso flop, manifestazione annullata. Tant'è che Di Maio si guarda bene dal salire sul palco. La cosa, già triste, finisce ancor più mestamente con il Di Maio che sciorina a pappagallo, ai giornalisti convenuti, le solite litanie su "casta cricca e corruzione"...
Che ci dice questo flop? Che i Cinque Stelle potranno anche risultare il primo partito (della metà degli italiani vista l'astensione) ma non sono più sostenuti da quell'onda di fiducia e di speranza che li ha portati sulla cresta dell'onda.
Sulle ragioni di questo vuoto pneumatico che li circonda i grillini dovrebbero riflettere, interrogarsi, darsi della risposte, fare autocritica. Invece niente, continuano spocchiosi come se niente fosse successo, come se, causa il loro imborghesimento, non ci fosse lo smottamento della loro base elettorale e sociale. Sul perché anche i Cinque Stelle, Di Maio in testa, si sono impantanati la dice giusta il padre di Di Battista, Vittorio, che sarà pure un vecchio fascistone, ma la sua diagnosi è spietata e impeccabile:
Se c'era bisogno di un'altra dimostrazione lampante del distacco crescente tra il Palazzo (grillini compresi) ed il Popolo l'abbiamo avuta ieri.
Cos'è successo ieri?
Che il Movimento 5 Stelle, attraverso le proprie pagine "social" ufficiali ha indetto in piazza Montecitorio una manifestazione per presentare il programma di governo in vista delle elezioni. Quindi ecco uscire in corteo dal Parlamento una nutrita pattuglia di parlamentari capeggiati da Di Maio [vedi foto sopra ] che si recano verso la piazza antistante dove era già stato allestito il palco con microfoni ed amplificazione.
Sorpresa: ad attenderli uno sparuto gruppetto di romani che in quattro e quattr'otto se la sono svignata causa l'imbarazzo [vedi foto qui sotto].
Un clamoroso flop, manifestazione annullata. Tant'è che Di Maio si guarda bene dal salire sul palco. La cosa, già triste, finisce ancor più mestamente con il Di Maio che sciorina a pappagallo, ai giornalisti convenuti, le solite litanie su "casta cricca e corruzione"...
Che ci dice questo flop? Che i Cinque Stelle potranno anche risultare il primo partito (della metà degli italiani vista l'astensione) ma non sono più sostenuti da quell'onda di fiducia e di speranza che li ha portati sulla cresta dell'onda.
Sulle ragioni di questo vuoto pneumatico che li circonda i grillini dovrebbero riflettere, interrogarsi, darsi della risposte, fare autocritica. Invece niente, continuano spocchiosi come se niente fosse successo, come se, causa il loro imborghesimento, non ci fosse lo smottamento della loro base elettorale e sociale. Sul perché anche i Cinque Stelle, Di Maio in testa, si sono impantanati la dice giusta il padre di Di Battista, Vittorio, che sarà pure un vecchio fascistone, ma la sua diagnosi è spietata e impeccabile:
«Dal primo intervento, ottimo, in Parlamento, quello sui marò sacrificati agli interessi di qualcuno, non abbiamo più incalzato, minacciato, urlato ed impedito agli altri di riprendere fiato. Subito siamo diventati osservanti delle regole, rispettosi delle istituzioni, timorosi di venire rimproverati ed espulsi. Merda! Il tonno è rimasto nella scatoletta, ci hanno dato il contentino di cambiare qualche goccia di olio rancido ma il tonno è sempre lì. Siamo stati rivoluzionari per qualche settimana, incomprensibili per qualche mese, preoccupanti per qualche semestre. Poi la sottomissione alle regole, il timore di venir criticati, la scelta di essere per bene e di comportarsi da persone per bene. Ma loro NON sono per bene, loro sguazzano nel male, nella corruzione, nelle ruberie e nel disprezzo della gente, dei cittadini e della legalità. Sono amareggiato perché abbiamo perso la spinta, abbiamo perso la speranza degli esclusi, la convinzione che per cambiare bisogna ripartire e rivoltare tutto, tutti ed il Paese intero. In fondo al tunnel non c'è luce, c'è il buio che ancora avvolgerà gli onesti, i normali e gli esclusi».
6 commenti:
E secondo Biden (che ricordiamo sempre per il ruolo in Ucraina) dietro M5S c'è Putin, così come dietro il referendum costituzionale italiano. L'articolo sulla stampa a cui si rimanda da HP è una vera barzelletta: "lui [Putin] si è convinto che [gli USA] hanno fomentato le rivolte".
Già, queste, queste ed anche le stesse dichiarazioni di Biden invece non sarebbero interferenze.
Le bugie hanno le gambe corte,questo movimento finto antisistema creato ad arte per incanalare il popolo nel recinto da dove non puo’ nuocere si sta’ sfaldandando e sempre piu lo fara’ onde per cui e’ necessario creare un vero movimento antisistema che raccolga tutti i delusi dalla politica sia provenienti dal voto al M5S dall’area del non voto,ma che raccolga anche chi in passato ha votato csx,o cdx,speriamo che la mossa del cavallo riesca in questa inpresa.
Giusto una mia impressione.
Abbiamo avuto una prima fase, pre-crisi, in cui le forze politiche gestivano il consenso. Questo hanno fatto la sinistra e la destra di sistema in tutte le loro declinazioni.
Dopo la crisi si passa ad una seconda fase in cui si deve gestire il dissenso, la sinistra e la destra perdono in parte il loro ruolo e nasce M5S, che fornisce un sfogo non pericoloso per il sistema.
Stiamo lentamente passando ad una terza fase, quella della criminalizzazione del dissenso. Adesso è M5S che perde il suo ruolo. In questa fase è la presenza di forze fasciste, magari anche in parlamento, cui il dissenso può essere ricondotto ad essere utile al sistema per dire che tutti i dissidenti sono fascisti. O per usare un altro termine già usato in passato, purtroppo a sinistra, untorelli diciannovisti.
Quale sarà la quarta fase che seguirà alla terza?
La quarta fase?
Forse impedire che la gente unisca i puntini delle fasi precedenti leggendo queste "fake news".francesco
Avevo sperato che nel M5S riuscissero ad emergere dirigenti capaci di analizzare i veri problemi del Paese e di presentare alternative concrete senza nascondersi dietro sterili retoriche o buonismi rituali. Hanno invece preso il sopravvento esattamente coloro che rappresentano il trasformismo più volgare, l'eterna costante della politica italiana.
C'è sempre un momento in cui le sensazioni ancora vaghe e sfuocate quasi improvvisamente si presentano in tutta la loro cruda realtà: per me la fine del M5S cosí come l'avevo interpretato è emblematicamente riassunto nell'immagine del Di Maio che si inchina a baciare il calice col presunto sangue di San Gennaro. Un baciapile alla guida di un movimento che proclama di voler cambiare la politica in Italia ?? !!
Un anno fa ho rinunciato alla possibile, probabile "carriera" romana nel PARTITO dopo 5 anni di M5s e un libro di economia presentato alla Camera.
Avevo visto giusto: il M5s si è imborghesito, si è fatto sistema e molto probabilmente era nato con uno scopo: attrarre la protesta, canalizzarla paventando la carriera ai "cittadini" (che sono nati rifiutando proprio la stessa idea di carriera). Io me ne sono andato milioni sono rimasti...indice che il "cittadino punto e basta" è l'italiano medio che pensa alla poltrona berciando ideali che non ha!
Di Battista si ritira ma solo perché così tra 5 anni starà a lui provarci magari con una impronta meno "perbenino" di Di Maio ma non tangibile sul piano programmatico (leggasi UE/euro). Al suo posto sarei passato nel misto da 11 mesi (o meglio mi sarei dimesso).
Di Maio ha pensato insieme a Davide Casaleggio che si potesse vincere con i moderati (che sono i veri estremisti in Italia dato che sono ciechi alla privazione di ogni residuo di "umanità sociale" in questo paese)...in tal modo non solo perde le elezioni ma recide le radici al M5s, ne ammazza la natura.
Ricordo che ALDE ha la Commissione sull'e-commerce...e Casaleggio lavora con l'e-commerce.
Saper prima come girano gli affari era tanta roba non credete?
Mi domando: a parte che si deve sempre ragionare in linea coi propri valori e non a seconda di come tira il vento (segno di incompetenza) ma non sarebbe stato meglio perdere col 25% rimanendo contrari all'euro, incamerando meno arrivisti e rispettando chi come me ci credeva? Invece schiere di democristiani a insultare, gente arrivata magari da poche settimane fulminata sulla via di Bibbona (o Genova) magari con la piena.
In tal modo con il tradimento leghista sull'euro, non solo avrebbero probabilmente guadagnato consensi ma in prospettiva avrebbero raccolto i voti di protesta se non addirittura fatto saltare il banco con il 40% (dato che è in arrivo una nuova bolla finanziaria...).
Il M5s ha regole fasulle:
1) La certificazione è un ricatto che serve per sottomettere i MeetUp alla gerarchia decisa dall'alto, da delegati amici (o amiche) del puzzone genovese.
2) Non ha senso che non si possa candidare chi si è candidato in liste civiche contro il M5s quando in UE si alleano con cani e porci, quando hanno edulcorato molte regole inizialmente dure e pure e quando nei ministeri hanno aperto a persone non del Movimento stesso.
3) Non ha senso il principio del non allearsi a meno che non si voglia creare ingovernabilità per poi favorire governi di larghe intese filo troika.
4) Il blog è controllato molti voti sono pilotati dall'alto.
5) Alcuni personaggi come De Masi sono stati preferiti a persone altrettanto esperte (De Masi poi è tutto tranne esperto...parere mio ci mancherebbe) presenti nella società solo perché amici degli amici...
Potrei continuare a lungo ma se ne scorge il progetto di controllo verticistico con sede magari a Londra o a Wall Street.
Si scagliano apparentemente contro il TTIP quando però si inchinano alla moneta unica che è l'urgenza delle urgenze...come abbaiare alla luna. Retorica...se il TTIP stesse a cuore al sistema e se i poteri forti lo volessero davvero tempo 2 giorni direbbero "no a QUESTO ttip" (nel senso che Sì a un altro TTIP)...
Stesso scopo la retorica sulla "decrescita felice" che fa credere che:
1) la colpa è del popolo che spreca e non della finanza.
2) Tutti leggendo un libretto diventiamo economisti.
3) Il Divorzio B/T, la libera circolazione, la grossa evasione (il denaro quindi) non è lo spreco ma altro...
4) Se ci tolgono (le lobbies) un "capitale" di benessere lasciamoli fare basta che consumiamo meno...
Per non parlare dell'uso strumentale della comunicazione il tutto a discapito dei contenuti (retorica aggressiva).
In internet girano le interviste della Lezzi molto vicina a Trota Casaleggio che afferma che i lobbiesti sono interlocutori importanti non più un cancro.
Fate voi...
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