[ 13 luglio 2017 ]
Ascoltiamolo attentamente Jean Luc Mélenchon.
Mentre in Italia quattro amici al bar dei Parioli con l’aiuto di ordo-liberisti alla D’Alema, parlano di sconclusionatezze prive di logica come l’unità della sinistra e che al massimo si riverseranno su battaglie inter-classiste sponsorizzate da Hollywood come l’eutanasia, in Francia qualcuno ha compreso che la difesa del Parlamento, delle Costituzioni nazionali, della sovranità popolare, dei diritti sociali, rappresentano la chiave per una politica ispirata ai valori del socialismo.
Oggi però il riformismo non può che assumere caratteri radicali. Questa è la chiave per avviare un processo politico populista e di sinistra. Le conquiste socialdemocratiche del 900 si difendono radicalizzando lo scontro sociale. Ed è proprio lo scontro sociale l’aspetto principale del Costituzionalismo del dopoguerra.
Si comprese che il riconoscimento delle storture provocate dal capitalismo e la loro rappresentazione innalzasse il livello della vita democratica.
Per questo oggi Patria, Costituzione e socialismo sono temi intimamente connessi.
* sottotitoli a cura di Senso Comune
Ascoltiamolo attentamente Jean Luc Mélenchon.
Mentre in Italia quattro amici al bar dei Parioli con l’aiuto di ordo-liberisti alla D’Alema, parlano di sconclusionatezze prive di logica come l’unità della sinistra e che al massimo si riverseranno su battaglie inter-classiste sponsorizzate da Hollywood come l’eutanasia, in Francia qualcuno ha compreso che la difesa del Parlamento, delle Costituzioni nazionali, della sovranità popolare, dei diritti sociali, rappresentano la chiave per una politica ispirata ai valori del socialismo.
Oggi però il riformismo non può che assumere caratteri radicali. Questa è la chiave per avviare un processo politico populista e di sinistra. Le conquiste socialdemocratiche del 900 si difendono radicalizzando lo scontro sociale. Ed è proprio lo scontro sociale l’aspetto principale del Costituzionalismo del dopoguerra.
Si comprese che il riconoscimento delle storture provocate dal capitalismo e la loro rappresentazione innalzasse il livello della vita democratica.
Per questo oggi Patria, Costituzione e socialismo sono temi intimamente connessi.
Ferdinando Pastore
* sottotitoli a cura di Senso Comune
8 commenti:
Credo che prima o poi occorrerà chiarire se al primo posto del proprio agire politico si vogliano mettere i subalterni o i nazionali . E' inevitabile e se non si fa chiarezza si continuerà a galleggiare nell'ambiguità .
Perché questa premessa ?
Fino a 50 anni fa i termini Socialismo , Patria e Sinistra potevano essere legittimamente integrabili ( anche se il valore della Patria , già allora , era più facilmente utilizzabile dalle Destre ) . Ma ora , poichè quello della Patria è un valore che conduce inevitabilmente alla retorica e alla pratica della "preferenza nazionale" , e poiché oggi ( ripeto : oggi ) i subalterni in ciascun Paese non sono solo "nazionali" , anzi sono in maggioranza i non nazionali ... oggi Socialismo Patria e Sinistra sono difficilmente conciliabili : c'è un termine di troppo .
A me sembra questo il problema da chiarire esplicitamente .
giusto.
il termine di troppo è sinistra.
la sinistra parlamentare è liberale, liberista e mondialista.
perciò i termini che rimangono sono patria e socialismo.
chiarito che la sinistra oggi è liberista, non si può che essere socialisti, popolari, a favore della costituzione e delle classi subalterne.... ma non di sinistra.
e il primo che dice che essere socialisti è di destra lo mandiamo al cottolengo.
difatti melenchon non dice la parola "sinistra".
non una volta.
mentre le altre due le dice...magari declinate ma le dice.
Carissimi,
Sinistra. Non-sinistra. Socialismo. Non-socialismo. Patria. Non-patria. Liberalismo. Non-liberalismo. Destra. Non-destra. Liberismo. Non-liberismo. Nazionalismo. Non-nazionalismo. Internazionalismo. Non-internazionalismo. Mondialismo. Non-mondialismo. Eccetera. Eccetera. Eccetera.
Converrà qualcuno con me che questi temi sono stati sviscerati migliaia e migliaia di volte, da innumerevoli autori e da innumerevoli angolazioni diverse e forse - dico: forse - sarebbe ora di scendere dall'iperuranio dei grandi concetti e cominciare a fare un po' di propaganda presso un po' di gente, di ambienti e di categorie realmente esistenti su temi realmente esistenti, su cose che si vedono e si toccano con mano tutti i giorni? Oppure vogliamo ripetere la scenetta dei teologi bizantini che nella Costantinopoli del 1453 discettano in maniera accesa circa il sesso degli angeli mentre il Sultano sbriciola le mura della città a cannonate?
È giunto il momento, a mio parere, di tagliare il nodo di Gordio scendendo sul terreno delle cose concrete, le uniche su cui ci si debba veramente unire o dividere!
C'è chi è soddisfatto dalla proposta di Matteuccio Salvini e spasima per un "lepenismo" in salsa tricolore (o padana)? E allora vada a iscriversi alla Lega o all'altra lista civetta allestita dalla stessa Lega! Simple!
C'è chi tuttosommato pensa che l'unica strada sia ancora quella di qualche spezzone di transfughi del Piddì, di Si(o)nistra Italiana o di Rifondazione, anche se con tanti se, tanti ma e ancor più distinguo? E allora vada a bussare a una di quelle porte! Simple!
C'è chi invece vuole percorrere strade nuove? Certo! Ma se chi pretende di dare la linea, di disquisire spaccando in quattro il capello su tutto, si dimentica di individuare almeno uno straccio di potenziale base sociale di riferimento e, non meno importante, cosa dire a questa base e come dirglielo... Beh, allora siamo irrimediabilmente ai teologi bizantini di cui sopra! Meglio chiarirlo subito, che nella vita c'è anche altro.
Cordialità
Barbaro D'Urso
E’ vero , sono pienamente d’accordo con sopra : il termine di troppo è “Sinistra” .
Ma non è una questione di Liberali o non Liberali come pensa @Luca Tonelli : il valore della Patria è proprio del liberalismo , e in particolare di quello conservatore ; anzi per Marx i proletari non hanno Patria . Ma chissenefrega..
Se “50 anni fa” il termine Patria si poteva usare anche a Sinistra , ma oggi non più perché “oggi la maggioranza dei subalterni non è nazionale” , io scelgo “Patria” . Ai subalterni "non nazionali" ci penserò quando la mia Nazione se lo potrà permettere .
Questo è il mio parere
Piero
considerato che i liberali europei sono fortemente anti-nazionali e a favore dello scioglimento degli stati nella UE viene difficile dire che oggi patria sia un valore liberale.
ma come hanno già detto altri le chiacchiere stanno a zero ormai.
@Luca Tonelli
non c'entra il liberalismo o il non liberalismo
Farage , Wilders , Orban , Trump ecc.. sono tutti liberali e patriottici
Un politico una volta disse a un intellettuale che lo criticava che doveva giudicare i ciò che faceva non ciò che diceva.
Ricordiamo pertanto l'atteggiamento ondivago di Melanchon prima del ballottaggio per le presidenziali francesi, in cui non ha dato indicazioni di voto, celandosi dietro al rispetto della coscienza dei suoi elettori ma sapendo benissimo che tale atto avrebbe avvantaggiato Macron, esponente del modello che lui si prefigge di lottare.
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