[ 2 luglio ]
Giovanni Tomei [nella foto] è uno dei fondatori della Confederazione Sovranità Popolare, il cui esponente di spicco è il giudice emerito Paolo Maddalena.
Tomei, intervenendo nel dibattito avviato su SOLLEVAZIONE con gli interventi di Stefano D'Andrea e Ernesto Pertini.
Tomei, intervenendo nel dibattito avviato su SOLLEVAZIONE con gli interventi di Stefano D'Andrea e Ernesto Pertini.
Tomei spiega cosa egli intenda per "sovranismo" e dunque perora l'unità, indicando la possibile via....
Sovranista, come Populista, sono categorie che propongono un'etichetta descrittiva che accompagni chi lo è.
Riflettendo su di me, ho pensato di essere "sovranista", semplifico, perchè la Costituzione mi ha affidato un diritto-potere da esercitare come cittadino, in quel caso etichettandomi come appartenente al popolo, dichiarato "sovrano", per esercitare un diritto costituzionale non sottraibile, nè prescrittibile, che si può definire di democrazia rappresentativa indiretta.
Così, se l'etichetta di un cittadino sovranista assume il significato di populista, di certo lo sono per due ordini di motivi, e il primo è dimostrativo del secondo: scegliere chi è un cittadino degno di essere eletto al Parlamento; eleggerlo al Parlamento.
In entrambi i casi, decidere in coscienza e per legge, di esercitare la democrazia rappresentativa indiretta per affidare un mandato di rappresentanza dei nostri interessi, che potremmo racchiudere, per intenderci, in una parola, "sostenibili", ai cittadini da noi ritenuti degni di quel mandato, in Parlamento.
Ma noi siamo sovranisti-populisti e si frappone al significato da scrivere nell'etichetta che ci descrive, l'impossibilità di scrivere alcunché, al massimo si potrebbe scrivere: "soggetto deprivato del diritto di far parte del popolo sovrano per potere di riforma senza contrappesi e contrastanti il diritto costituzionale e le leggi in vigore, da parte del Governo e del Parlamento in carica, in scadenza di legislatura, impegnato a costruire una legge elettorale, interna alle decisioni assunte dai partiti politici, escludendo i cittadini da questioni che, per decisione dei partiti, non c'entrano con la questione della rappresentanza democratica in Parlamento".
Un po' lungo, per tentare di dimostrare che la non appartenenza a un partito politico sottrae democrazia e libertà a tutti noi sovranisti-populisti, e questo, per Costituzione, non è ammesso, ma succede lo stesso.
Così, a forza di deprivazioni e di sottrazione del diritto ai diritti, molti concittadini sono così delusi per come vanno le cose che, da tempo, sono nate ex novo, o da costole di partiti tradizionali, una quantità di associazioni, movimenti, partiti politici, che hanno detto "basta".
E "basta" è una buona ragione, anzi, la migliore, perchè definisce un obiettivo unico, sebbene qualcuno in giro sia convinto di no, considerando che il cuore e la ragione di questo tipo di cittadini, sensibili ai diritti e ai doveri "sostenibili", hanno un unico scopo: riequilibrare il sistema politico fuori equilibrio, attraverso la conquista del Parlamento da parte dei cittadini sovranisti-populisti, unico modo per sottrarre ai partiti politici attuali in Parlamento, il potere auto referenziale da loro esercitato, oltre la partecipazione popolare.
Ora, se si convenisse fin qui, si dovrebbe anche ammettere che la questione non è ideologica, ma di "sistema", e siccome non è un destino, quel che conta è individuare come costruire una modalità capace di raggiungere l'obiettivo. Per dire che non c'entra Pertini, D'Andrea, Pasquinelli, Climati, sebbene centrino tutti loro, e non è un ossimoro.
Si tratta, infatti, di affrontare sul piano del metodo la questione del prossimo Parlamento, che se frequentato sull'etica della reciprocità, dimostrerebbe che non si tratta di politica, ma di obiettivo comune a tutti noi sovranisti-populisti, legati dalla sostenibilità della vita, al fine di riportare in equilibrio il senso, il significato e il potere democratico dei partiti poltici e dello Stato di diritto.
Quale conclusione? Che se potessi consigliarvi, farei in modo di porre tutti al centro di un sistema di relazioni che sul piano tecnico, fuori dal ruolo che ciascuno vuole giocare, provi a valutare come giocarlo assieme, senza pregiudiziali e farlo subito, considerando che potrebbe anche venire in mente che quel che conta è l'obiettivo, non che sia raggiunto da 4 Polo, CLN, FSP, ecc...ma da cittadini sovranisti-populisiti in grado di andare in Parlamento per realizzare un Programma Politico Comune, nato dalla collaborazione tra cittadini, espressione di tutte le associazioni, i movimenti, i partiti politici, che convergono e convengono sul metodo.
E' come se facessimo tutti una pausa riflessiva per definire il “come” e renderlo prevalente, per una fase specifica, rispetto a “chi” renderà possibile il “come”.
Una ultima riflessione. Dovrebbe apparire evidente a tutti che per fare questo, è possibile solo in presenza di una Casa Comune neutrale, rispetto agli associabili all'iniziativa comune, proprio per garantirne la riuscita, oltre le aspettative, i protagonismi, le primazie che, celate ma frequentate per insana abitudine di leaderismo della ragione mascherata da fenomeni emotivi e sociali che non consentono all'"etica della reciprocità" di dispiegare le sue capacità metafisiche.
In concreto, si tratta di diritto privato da applicarsi a forme contrattuali di accettazione delle regole e del percorso che motiva in pieno l’esistenza di un “Soggetto Giuridico” terzo, espressione della controparte contrattuale con i soggetti che animeranno il come e il chi per arrivare a dire: “Noi insieme per dare attuazione alla Costituzione in Parlamento, mediante il Programma Politico Comune”.
Da questa parte della Confederazione Sovranità Popolare, che non è un partito, ma una associazione tecnico-sistemistica per faccende politiche, auspichiamo che l'umiltà colga tutti noi, per essere fino in fondo sovranisti-populisti della peggior specie.
Vi lascio con una slide che è la prima di una serie che entra nel merito del metodo possibile.
Riflettendo su di me, ho pensato di essere "sovranista", semplifico, perchè la Costituzione mi ha affidato un diritto-potere da esercitare come cittadino, in quel caso etichettandomi come appartenente al popolo, dichiarato "sovrano", per esercitare un diritto costituzionale non sottraibile, nè prescrittibile, che si può definire di democrazia rappresentativa indiretta.
Così, se l'etichetta di un cittadino sovranista assume il significato di populista, di certo lo sono per due ordini di motivi, e il primo è dimostrativo del secondo: scegliere chi è un cittadino degno di essere eletto al Parlamento; eleggerlo al Parlamento.
In entrambi i casi, decidere in coscienza e per legge, di esercitare la democrazia rappresentativa indiretta per affidare un mandato di rappresentanza dei nostri interessi, che potremmo racchiudere, per intenderci, in una parola, "sostenibili", ai cittadini da noi ritenuti degni di quel mandato, in Parlamento.
Ma noi siamo sovranisti-populisti e si frappone al significato da scrivere nell'etichetta che ci descrive, l'impossibilità di scrivere alcunché, al massimo si potrebbe scrivere: "soggetto deprivato del diritto di far parte del popolo sovrano per potere di riforma senza contrappesi e contrastanti il diritto costituzionale e le leggi in vigore, da parte del Governo e del Parlamento in carica, in scadenza di legislatura, impegnato a costruire una legge elettorale, interna alle decisioni assunte dai partiti politici, escludendo i cittadini da questioni che, per decisione dei partiti, non c'entrano con la questione della rappresentanza democratica in Parlamento".
Un po' lungo, per tentare di dimostrare che la non appartenenza a un partito politico sottrae democrazia e libertà a tutti noi sovranisti-populisti, e questo, per Costituzione, non è ammesso, ma succede lo stesso.
Così, a forza di deprivazioni e di sottrazione del diritto ai diritti, molti concittadini sono così delusi per come vanno le cose che, da tempo, sono nate ex novo, o da costole di partiti tradizionali, una quantità di associazioni, movimenti, partiti politici, che hanno detto "basta".
E "basta" è una buona ragione, anzi, la migliore, perchè definisce un obiettivo unico, sebbene qualcuno in giro sia convinto di no, considerando che il cuore e la ragione di questo tipo di cittadini, sensibili ai diritti e ai doveri "sostenibili", hanno un unico scopo: riequilibrare il sistema politico fuori equilibrio, attraverso la conquista del Parlamento da parte dei cittadini sovranisti-populisti, unico modo per sottrarre ai partiti politici attuali in Parlamento, il potere auto referenziale da loro esercitato, oltre la partecipazione popolare.
Ora, se si convenisse fin qui, si dovrebbe anche ammettere che la questione non è ideologica, ma di "sistema", e siccome non è un destino, quel che conta è individuare come costruire una modalità capace di raggiungere l'obiettivo. Per dire che non c'entra Pertini, D'Andrea, Pasquinelli, Climati, sebbene centrino tutti loro, e non è un ossimoro.
Si tratta, infatti, di affrontare sul piano del metodo la questione del prossimo Parlamento, che se frequentato sull'etica della reciprocità, dimostrerebbe che non si tratta di politica, ma di obiettivo comune a tutti noi sovranisti-populisti, legati dalla sostenibilità della vita, al fine di riportare in equilibrio il senso, il significato e il potere democratico dei partiti poltici e dello Stato di diritto.
Quale conclusione? Che se potessi consigliarvi, farei in modo di porre tutti al centro di un sistema di relazioni che sul piano tecnico, fuori dal ruolo che ciascuno vuole giocare, provi a valutare come giocarlo assieme, senza pregiudiziali e farlo subito, considerando che potrebbe anche venire in mente che quel che conta è l'obiettivo, non che sia raggiunto da 4 Polo, CLN, FSP, ecc...ma da cittadini sovranisti-populisiti in grado di andare in Parlamento per realizzare un Programma Politico Comune, nato dalla collaborazione tra cittadini, espressione di tutte le associazioni, i movimenti, i partiti politici, che convergono e convengono sul metodo.
E' come se facessimo tutti una pausa riflessiva per definire il “come” e renderlo prevalente, per una fase specifica, rispetto a “chi” renderà possibile il “come”.
Una ultima riflessione. Dovrebbe apparire evidente a tutti che per fare questo, è possibile solo in presenza di una Casa Comune neutrale, rispetto agli associabili all'iniziativa comune, proprio per garantirne la riuscita, oltre le aspettative, i protagonismi, le primazie che, celate ma frequentate per insana abitudine di leaderismo della ragione mascherata da fenomeni emotivi e sociali che non consentono all'"etica della reciprocità" di dispiegare le sue capacità metafisiche.
In concreto, si tratta di diritto privato da applicarsi a forme contrattuali di accettazione delle regole e del percorso che motiva in pieno l’esistenza di un “Soggetto Giuridico” terzo, espressione della controparte contrattuale con i soggetti che animeranno il come e il chi per arrivare a dire: “Noi insieme per dare attuazione alla Costituzione in Parlamento, mediante il Programma Politico Comune”.
Da questa parte della Confederazione Sovranità Popolare, che non è un partito, ma una associazione tecnico-sistemistica per faccende politiche, auspichiamo che l'umiltà colga tutti noi, per essere fino in fondo sovranisti-populisti della peggior specie.
Vi lascio con una slide che è la prima di una serie che entra nel merito del metodo possibile.
4 commenti:
Carissimi,
Che fare? Piuttosto: che dire?
Niente.
Sono scesi in campo i grandi avvocati, i principi del foro. Si salvi chi può.
Ritengo di avere una discreta capacità in quella che nelle scuole si chiama "comprensione del testo". Eppure, questa lettura mi lascia basito, interdetto, esterrefatto. Non capisco cosa significhi, ma capisco che è un testo pieno di ricercatezze, di finezze, una festa di sintassi ipotattica e ho come la sensazione che ciò che vuole dire (ma cosa vuole dire?), lo si sarebbe potuto dire con meno della metà delle parole.
Una conclusione, però, riesco a trarla: si fa più volte riferimento al "populismo", che significa anche parlare terra terra, semplice e diretto, ma non si parla affatto terra terra, semplice e diretto.
Oh, ma vabè! Tanto qualcuno ha già detto che a questo giro nisba, dunque se ne riparla per il 2023 o al più presto il 2022. Ergo non ha senso organizzarsi prima del 2020. Bene! Aspettiamo che la disoccupazione arrivi al 50% per tutti, non solo i giovani, e aspettiamo pure che l'occasione la colgano il partito buddhista giapponese Komeito e quello degli Unni di Attila. Poi se ne riparlerà per le elezioni del 2028. O del 2027, fate voi.
Vostro
Barbaro D'Urso
Provo a riassumere per chi si fosse arreso dopo i primi due periodi :
Il sovranismo viene prima dei singoli sovranisti . Perciò si puo' istituire un Soggetto Terzo Neutrale che faccia da arbitro . Si tratta di diritto privato in fin dei conti . Terapia tapioca come se fosse antani .
Si chiama gioco all'eliminazione. E se dovessi scoraggiarmi sull'etimologia di barbaro d'urso e sull'anonimato della supercazzola con scappellamento a (sinistra o destra?), sarei ben arrostito da tempo. Certo è che basterebbe chiedersi l'effetto che fa, tra noi, la mancanza di riflessione con cui si è portati a denigrare. Da parte mia, ne colgo l'incongruenza, lasciando al carattere di ciascuno il tempo che vorrà trovare nel non porsi dubbi. Devo dire che mi dispiace cogliere che la percezione del "diverso" debba ricevere immediate cure emotive, senza nessuna voglia di spingersi in un terreno insolito, che mi permetto di consigliare, se il tasso d'umiltà cosciente lo consentisse.
Ritornando al tema, propongo ai responsabili di associazioni, movimenti, partiti politici vecchi e nuovi, ma non di questa legislatura, che hanno l'obiettivo comune del Parlamento per l'attuazione della Costituzione, mediante un Programma Politico da costruire insieme, fino a condividerlo, di comunicarlo, se volete, al sottoscritto, oppure trovate il modo di proporlo, se ritenete, e dirmelo, in modo da preoccuparmi di raccogliere gli interessati all'iniziativa che conosco. Spero sia avvertita l'urgenza di formare un tavolo di lavoro “operativo” formato da persone "responsabili". L'obiettivo è un incontro a brevissimo per un approfondimento di "valutazione" reciproca sull'utilità, non di affrontare perchè siamo arrivati all'urgenza, ma sulla capacità di ragionare di metodologia comune, i cui contenuti, sul rispetto delle componenti associative, permetteranno di raggiungere la meta di un Parlamento formato dal Popolo. Si tratta di valutare, con la giusta disponibilità d'animo, tra cuore e ragione, se valga la pena di giocare, scegliendo i giocatori, questo primo tempo di una partita della Nazionale Italiana del Popolo.
Egregio Sig. Tomei,
anzitutto desidero ringraziarLa per la cortese risposta.
Da detta risposta mi pare di evincere - ma potrei benissimo sbagliarmi - che ciò che si propone sia la creazione di un'ennesima sigla o luogo o sito o organizzazione o organismo o associazione o consorzio o consesso o comunque si voglia chiamare questa ennesima "cosa", con lo scopo di riuscire finalmente a far dialogare le tante, variegate anime della galassia (cito il buon Fiorenzo Fraioli) sovranista.
Orbene, non credo di chiederLe tanto se mi permetto di esprimere un dubbio in proposito. E il mio dubbio è: ma se in sei o sette anni di attività piuttosto intensa da parte di molti individui e sigle varie di questa galassia non ci si è mai messi d'accordo nemmeno nel riuscire ad allestire non dico un incontro nazionale due o tre volte l'anno per parlarsi faccia a faccia, fare il punto della situazione, confrontare esperienze, ma neanche uno straccio di forum su internet come terreno "neutrale" e tutti quanti se ne sono rimasti in gran parte in spazi rigorosamente di gruppo o individuali, vorrà pur dire qualcosa oppure no?
Cerco di esprimermi meglio: basterebbe questo "Soggetto Terzo" - di diritto privato, nondimeno! - a smuovere davvero le cose? Basterebbe darsi appuntamento dal notaio et voila? Io mi permetto di esprimere qualche perplessità.
Riguardo al "gioco all'eliminazione" e alla "Nazionale Italiana del Popolo" cui Lei accenna, si fa a partita secca in campo neutro oppure andata e ritorno? Se si finisce in parità al termine dei tempi regolamentari, si disputano i supplementari o si va direttamente ai calci di rigore? E chi alla fine vincerà, cosa avrà vinto: il diritto di rappresentare tutti i sovranisti in Italia? Oppure soltanto uno scudetto tricolore d'appuntarsi al petto la prossima stagione? E chi perde?
Detto questo, spero che Lei non si sia scoraggiato affatto circa l'etimologia del mio nom de plume né circa l'anonimato dell'altro, molto più sintetico commentatore. Ognuno ha il proprio stile o almeno prova ad averne uno.
La ringrazio per l'attenzione.
Cordialità
Barbaro D'Urso
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