[ 9 maggio ]
Le opinioni di Sapir e Bagnai, due intellettuali che non hanno nascosto l'augurio che la Le Pen diventasse Presidente della Francia.
Dicono, beninteso, cose giuste, ma a nostro modo di vedere non colgono l'essenziale, ovvero che la destra, per quanto sia capace di cavalcare il malessere e la rabbia di chi sta in basso, non sarà mai maggioritaria fino a quando vorrà rappresentare (anche) pulsioni xenofobe, integralismo cattolico, nazionalismo in salsa imperialista...
AMBIGUITÀ E CONFUSIONE
«La sconfitta di Marine Le Pen è indiscutibile. Lo è tanto di più perché nei primi giorni della campagna elettorale per il secondo turno delle presidenziali la dinamica mostrata dai sondaggi era quella di un aumento dei consensi, dal 38% fino al 42%. Questa dinamica si è poi interrotta, in gran parte a causa del modo in cui la Le Pen ha condotto la campagna elettorale. Se è scesa dal 42% al 34% non può prendersela con altri che con se stessa. Le ambiguità e le confusioni della sua campagna hanno avuto come effetto un vero e proprio crollo, e non sappiamo se ciò sia stato il frutto di incompetenza e di scelte sbagliate oppure sia stata una scelta deliberata».
INCREDIBILE INEFFICACIA
«L'elemento più interessante dal punto di vista politico è il suicidio della Le Pen in diretta televisiva nel corso del secondo dibattito. Io non so che dibattito abbiano visto molti di voi. Io ho visto quello in francese, nel quale fin dalle prime battute la Le Pen ha percorso una strada chiaramente inefficace. Non ho idea del perché l'abbia fatto. Temo però che la risposta sia sempre la solita: fare l'opposizione al proprio governo nazionale è un mestiere molto più comodo che non opporsi allo Zeitgeist. Sicuramente ha giocato un ruolo la scarsa preparazione nel campo determinante per orientare il voto (o la scarsa volontà di entrarci, magari determinata da una errata percezione delle priorità). L'analisi di Agénor sul blog di a/simmetrie mostra che le determinanti socioeconomiche erano state fondamentali al primo turno (e tali si poteva presumere che restassero al secondo). L'incapacità della Le Pen di spiegare cosa volesse effettivamente fare dell'euro, la sua incredibile inefficacia di approfittare delle tante palle "alzate" da Macron (quando questi ha ammesso l'esistenza di disoccupazione di massa, ci voleva tanto a chiarire che questa è funzionale al progetto europeo?), hanno determinato un risultato peggiore del prevedibile».
Le opinioni di Sapir e Bagnai, due intellettuali che non hanno nascosto l'augurio che la Le Pen diventasse Presidente della Francia.
Dicono, beninteso, cose giuste, ma a nostro modo di vedere non colgono l'essenziale, ovvero che la destra, per quanto sia capace di cavalcare il malessere e la rabbia di chi sta in basso, non sarà mai maggioritaria fino a quando vorrà rappresentare (anche) pulsioni xenofobe, integralismo cattolico, nazionalismo in salsa imperialista...
AMBIGUITÀ E CONFUSIONE
«La sconfitta di Marine Le Pen è indiscutibile. Lo è tanto di più perché nei primi giorni della campagna elettorale per il secondo turno delle presidenziali la dinamica mostrata dai sondaggi era quella di un aumento dei consensi, dal 38% fino al 42%. Questa dinamica si è poi interrotta, in gran parte a causa del modo in cui la Le Pen ha condotto la campagna elettorale. Se è scesa dal 42% al 34% non può prendersela con altri che con se stessa. Le ambiguità e le confusioni della sua campagna hanno avuto come effetto un vero e proprio crollo, e non sappiamo se ciò sia stato il frutto di incompetenza e di scelte sbagliate oppure sia stata una scelta deliberata».
Jacques Sapir
INCREDIBILE INEFFICACIA
«L'elemento più interessante dal punto di vista politico è il suicidio della Le Pen in diretta televisiva nel corso del secondo dibattito. Io non so che dibattito abbiano visto molti di voi. Io ho visto quello in francese, nel quale fin dalle prime battute la Le Pen ha percorso una strada chiaramente inefficace. Non ho idea del perché l'abbia fatto. Temo però che la risposta sia sempre la solita: fare l'opposizione al proprio governo nazionale è un mestiere molto più comodo che non opporsi allo Zeitgeist. Sicuramente ha giocato un ruolo la scarsa preparazione nel campo determinante per orientare il voto (o la scarsa volontà di entrarci, magari determinata da una errata percezione delle priorità). L'analisi di Agénor sul blog di a/simmetrie mostra che le determinanti socioeconomiche erano state fondamentali al primo turno (e tali si poteva presumere che restassero al secondo). L'incapacità della Le Pen di spiegare cosa volesse effettivamente fare dell'euro, la sua incredibile inefficacia di approfittare delle tante palle "alzate" da Macron (quando questi ha ammesso l'esistenza di disoccupazione di massa, ci voleva tanto a chiarire che questa è funzionale al progetto europeo?), hanno determinato un risultato peggiore del prevedibile».
Alberto Bagnai
1 commento:
Non credo , come pensa Bagnai , che abbia influito più di tanto la scarsa prontezza di LePen , nell'ultimo dibattito televisivo , nel ribattere a Macron su qualche dato economico . Ha influenzato come sempre la percezione politica dei due contendenti . Marine Le Pen ha uno zoccolo duro del 20-22 % , ed è già tanto che al secondo turno sia arrivata al 34 % . Questo perché Marine Le Pen ha una caratterizzazione politica ben marcata e la maggioranza di quel 66% che ha scelto Macron non lo ha fatto certo perché gli piace Macron , ma perché odia la LePen .
PS . Certo che definire un "intellettuale" Bagnai è una provocazione . Dite la verità.. volete provocare vero ? Bagnai è un professore associato di politica economica , come altri 13.000 circa professori associati ( più altrettanti professori ordinari ) solo in Italia . Poi è ( pare , almeno lui lo fa notare spesso .. perché lui ha classe ! ) un clavicenbalista . Poi è ( questo è sicuro ) un ottimo promotore di se stesso . Che sia un "intellettuale" non me ne sono mai accorto ...
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