[ 27 maggio 2017 ]
A sei mesi dal referendum che ha rottamato la truffa dell'Italicum il PD ci riprova. Stavolta con una sorta di nuovo Mattarellum, addirittura peggiorativo della pessima legge che, nel 1993, aprì la strada alla Seconda Repubblica voluta dalle oligarchie finanziarie. Il peggioramento sta sia nell'eliminazione dello scorporo (che renderebbe ancor più maggioritario il sistema), sia nella determinazione dei seggi della quota proporzionale in base ai voti dei collegi uninominali (un enorme premio ai potentati locali, siano essi di carattere economico, clientelare o mafioso).
La forzatura di Renzi, e del sistema di potere che lo sostiene, va denunciata con forza. Poiché il Pd non ha i consensi per governare, si vuol trasformare una minoranza del 30% in una maggioranza assoluta. Poiché i partiti sistemici, quelli fedeli ai poteri economici nazionali ed esteri, sono tutti in declino, ecco che ci si inventa un sistema per tenerli a galla in ogni modo.
Tutto ciò è tanto più grave alla luce di tre fatti:
Il primo è che la riproposizione di un sistema maggioritario cozza frontalmente con la volontà popolare espressasi con tanta nettezza nel voto del 4 dicembre, con il quale gli elettori si sono pronunciati per una democrazia parlamentare basata sul principio della rappresentanza.
Il secondo è che si chiama a legiferare su questa decisiva materia un parlamento delegittimato, eletto con una legge dichiarata incostituzionale, formato in larga parte da deputati pronti a vendersi al miglior offerente per mettere magari in piedi risicatissime maggioranze, unicamente finalizzate a mandare in porto l'ennesima legge truffa.
Il terzo è che, al di là della sentenza pasticciata sull'Italicum, la stessa Corte Costituzionale ha più volte affermato la necessità di tutelare i principi della rappresentanza e dell'uguaglianza del voto, esattamente quelli che ci si vuol mettere sotto i piedi ancora una volta.
Chiari sono dunque i motivi per opporsi con tutte le forze al nuovo progetto truffaldino congegnato da Renzi e dalle èlite al potere. Ma il problema non è solo il Pd. Se la Lega salviniana si è messa a far da sponda al disegno renziano, ancor peggio fanno i Cinque Stelle con la loro proposta (esplicitata sia da Di Maio che da Grillo) di ripristinare l'Italicum, abbassandone addirittura al 35% la soglia per ottenere il premio di maggioranza al primo turno.
Ora, siccome le contraddizioni presenti tra e nelle forze politiche sono comunque notevoli, è possibile che si arrivi alla fine al cosiddetto "sistema tedesco" voluto dal redivivo Berlusconi. Un'ipotesi che trova estimatori anche in luoghi apparentemente insospettabili (vedi, ad esempio, le dichiarazioni del segretario di Sinistra Italiana).
E' quello tedesco un sistema democratico? No, non lo è. Lo sbarramento al 5% non solo terrebbe fuori dal parlamento forze politiche con 2 milioni di voti, ma determinerebbe di nuovo una forte accentuazione maggioritaria nella distribuzione dei seggi. Non solo, è pressoché certo che quel sistema verrebbe in qualche modo "italianizzato", o meglio "renzizzato" e "berlusconizzato" per favorire con trucchi e trucchetti i contraenti di questa possibile intesa.
In conclusione, la nuova legge truffa può assumere forme diverse, ma tutte volte a garantire gli attuali assetti di potere, a svuotare ancor di più la funzione del parlamento, a tenere a debita distanza dai palazzi dove si prendono le decisioni le istanze ed i bisogni popolari.
Per contrastare al meglio questo disegno oligarchico bisogna dire con chiarezza che l'unico sistema elettorale democratico è quello proporzionale. Occorre dunque contrapporre il principio della rappresentanza al dogma antidemocratico della "governabilità". E bisogna anche ricordare che le classi dominanti vogliono stravolgere quel principio democratico non tanto per ottenere la certezza di avere un governo, quanto piuttosto per assicurarsi che si tratti di un loro governo.
La Confederazione per la Liberazione Nazionale (CLN), nel denunciare il disegno antidemocratico in corso, figlio di una degenerazione della politica italiana del tutto funzionale al dominio delle oligarchie euriste di Berlino, Bruxelles e Francoforte, dice dunque no ad ogni forma di legge maggioritaria e sì invece al ritorno ad una legge elettorale proporzionale. Quella che non a caso vide la luce in parallelo con la Costituzione Repubblicana del 1948.
Giorni addietro nell'articolo "Porcata alla tedesca", mettevamo in evidenza come lo sbarramento elettorale al 5% equivalesse de facto ad un grosso e grasso premio ai partiti maggiori.
Lo dicevamo agli amici a Cinque Stelle, che che il modello tedesco sia accettabile —singolare sintonia con berluscones e renziani. Posizione purtroppo ribadita proprio ieri sul blog delle stelle.
Che invece quel modello sia un proporzionale camuffato, una truffa, ce lo ricorda candidamente il Corriere della Sera di ieri, con un articolo istruttivo di Dino Martirano. Leggiamo:
Che invece quel modello sia un proporzionale camuffato, una truffa, ce lo ricorda candidamente il Corriere della Sera di ieri, con un articolo istruttivo di Dino Martirano. Leggiamo:
«Lo sbarramento al 5%, sotto il quale i partiti non hanno rappresentanza, produce un "premio" per le forze politiche più grandi. Si chiama "Tasso di disproporzionalità". il 22 settembre del 2013, la Cdu di Angela Merkel ottenne il 41% dei consensi nelle urne ma il suo partito ha avuto una rappresentanza parlamentare dl 49% grazie ai vuoti nell'emiciclo lasciati dai piccoli. i piccoli hanno lasciato nel frezeer ben il 15% dei voti utilizzati in buona parte per rimpinguare il gruppo Cdu».
NO! quindi ad un modello SPROPORZIONALE, spacciato per "proporzionale".
A maggior ragione se esso verrà "renzusconizzato".
A maggior ragione se esso verrà "renzusconizzato".
Qui sotto la dichiarazione della Confederazione per la Liberazione Nazionale (CLN)
No a nuovi imbrogli
Per una legge elettorale proporzionale
Dichiarazione del Coordinamento della Confederazione per la Liberazione Nazionale
26 maggio 2017
A sei mesi dal referendum che ha rottamato la truffa dell'Italicum il PD ci riprova. Stavolta con una sorta di nuovo Mattarellum, addirittura peggiorativo della pessima legge che, nel 1993, aprì la strada alla Seconda Repubblica voluta dalle oligarchie finanziarie. Il peggioramento sta sia nell'eliminazione dello scorporo (che renderebbe ancor più maggioritario il sistema), sia nella determinazione dei seggi della quota proporzionale in base ai voti dei collegi uninominali (un enorme premio ai potentati locali, siano essi di carattere economico, clientelare o mafioso).
La forzatura di Renzi, e del sistema di potere che lo sostiene, va denunciata con forza. Poiché il Pd non ha i consensi per governare, si vuol trasformare una minoranza del 30% in una maggioranza assoluta. Poiché i partiti sistemici, quelli fedeli ai poteri economici nazionali ed esteri, sono tutti in declino, ecco che ci si inventa un sistema per tenerli a galla in ogni modo.
Tutto ciò è tanto più grave alla luce di tre fatti:
Il primo è che la riproposizione di un sistema maggioritario cozza frontalmente con la volontà popolare espressasi con tanta nettezza nel voto del 4 dicembre, con il quale gli elettori si sono pronunciati per una democrazia parlamentare basata sul principio della rappresentanza.
Il secondo è che si chiama a legiferare su questa decisiva materia un parlamento delegittimato, eletto con una legge dichiarata incostituzionale, formato in larga parte da deputati pronti a vendersi al miglior offerente per mettere magari in piedi risicatissime maggioranze, unicamente finalizzate a mandare in porto l'ennesima legge truffa.
Il terzo è che, al di là della sentenza pasticciata sull'Italicum, la stessa Corte Costituzionale ha più volte affermato la necessità di tutelare i principi della rappresentanza e dell'uguaglianza del voto, esattamente quelli che ci si vuol mettere sotto i piedi ancora una volta.
Chiari sono dunque i motivi per opporsi con tutte le forze al nuovo progetto truffaldino congegnato da Renzi e dalle èlite al potere. Ma il problema non è solo il Pd. Se la Lega salviniana si è messa a far da sponda al disegno renziano, ancor peggio fanno i Cinque Stelle con la loro proposta (esplicitata sia da Di Maio che da Grillo) di ripristinare l'Italicum, abbassandone addirittura al 35% la soglia per ottenere il premio di maggioranza al primo turno.
Ora, siccome le contraddizioni presenti tra e nelle forze politiche sono comunque notevoli, è possibile che si arrivi alla fine al cosiddetto "sistema tedesco" voluto dal redivivo Berlusconi. Un'ipotesi che trova estimatori anche in luoghi apparentemente insospettabili (vedi, ad esempio, le dichiarazioni del segretario di Sinistra Italiana).
E' quello tedesco un sistema democratico? No, non lo è. Lo sbarramento al 5% non solo terrebbe fuori dal parlamento forze politiche con 2 milioni di voti, ma determinerebbe di nuovo una forte accentuazione maggioritaria nella distribuzione dei seggi. Non solo, è pressoché certo che quel sistema verrebbe in qualche modo "italianizzato", o meglio "renzizzato" e "berlusconizzato" per favorire con trucchi e trucchetti i contraenti di questa possibile intesa.
In conclusione, la nuova legge truffa può assumere forme diverse, ma tutte volte a garantire gli attuali assetti di potere, a svuotare ancor di più la funzione del parlamento, a tenere a debita distanza dai palazzi dove si prendono le decisioni le istanze ed i bisogni popolari.
Per contrastare al meglio questo disegno oligarchico bisogna dire con chiarezza che l'unico sistema elettorale democratico è quello proporzionale. Occorre dunque contrapporre il principio della rappresentanza al dogma antidemocratico della "governabilità". E bisogna anche ricordare che le classi dominanti vogliono stravolgere quel principio democratico non tanto per ottenere la certezza di avere un governo, quanto piuttosto per assicurarsi che si tratti di un loro governo.
La Confederazione per la Liberazione Nazionale (CLN), nel denunciare il disegno antidemocratico in corso, figlio di una degenerazione della politica italiana del tutto funzionale al dominio delle oligarchie euriste di Berlino, Bruxelles e Francoforte, dice dunque no ad ogni forma di legge maggioritaria e sì invece al ritorno ad una legge elettorale proporzionale. Quella che non a caso vide la luce in parallelo con la Costituzione Repubblicana del 1948.
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