[ 24 maggio 2017 ]
Leggiamo sul Corriere della Sera di oggi, 24 maggio:
La modernità borghese fece dell'abolizione del commercio degli schiavi, anche allora africani, fra il XVI e il XIX secolo, una sua bandiera di civiltà.
Oggi questo commercio, miracoli dell'ipocrita ideologia cosmopolitica e umanitaria, viene definita "migrazione". La deportazione viene chiamata "diritto al futuro".
La sostanza è tuttavia la medesima: la mercificazione dell'essere umano, che questa economia porta alle sue estreme, più brutali conseguenze. Ieri gli schiavi venivano deportati in catene per portarli a lavorare nelle piantagioni dei colonialisti. Oggi i migranti si auto-deportano per venire a fare gli schiavi nelle metropoli occidentali.
Davanti a questo esodo biblico, epocale, la pietas rischia di diventare la foglia di fico dell'imperialismo umanitario, di una economia capitalistica che usa i migranti come merce, come strumento supplementare delle politiche neoliberiste di pauperizzazione generale e di distruzione dei demos e delle comunità nazionali.
La pietas deve lasciare il posto alla politica, e politica, se non è demagogia (di qualunque marca essa sia, xenofoba o umanitaristica) implica una visione del mondo, della società, dello Stato.
Nella nostra visione socialista non c'è posto alcuno per la barbarie globalista.
Ps
Sul tema dell'immigrazione vedi questi contributi:
IMMIGRAZIONE: ANTICRITICA , 28 settembre 2015
IMMIGRAZIONE DI MASSA E SUICIDIO A SINISTRA, 4 maggio 2016
Leggiamo sul Corriere della Sera di oggi, 24 maggio:
«Soltanto ieri pomeriggio nel Mediterraneo centrale ne sono stati salvati mille, accalcati su sei gommoni e due barchini intercettati dalla nostra Guardia Costiera. Migranti. Sempre più numerosi e sempre più disperati.Davanti a questo dramma il primo sentimento che ci viene è quello della pietas, di un'empatica vicinanza verso questi esseri umani vittime di quella che non può essere diversamente chiamata che "nuova tratta degli schiavi".
I numeri raccontano che, esclusi i mille di queste ultime ore, fino a ieri mattina ne sono approdati sulle nostre coste 50.039, il 46 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando gli arrivi ammontavano a 34.236.
Siamo al record assoluto. In testa alle nazionalità degli stranieri sbarcati ci sono i nigeriani (6.516), seguiti dai bengalesi (5.650), guineani (4.712), e ivoriani (4.474).
I bambini o i ragazzini senza famiglia che rispondono alla definizione di "minori non accompagnati" sono saliti a 6.242 mentre i ricollocamenti di profughi verso altri stati europei sono stati finora 5.715 negli ultimi due anni, a fronte di un accordo che ne prevedeva almeno 40mila».
La modernità borghese fece dell'abolizione del commercio degli schiavi, anche allora africani, fra il XVI e il XIX secolo, una sua bandiera di civiltà.
Oggi questo commercio, miracoli dell'ipocrita ideologia cosmopolitica e umanitaria, viene definita "migrazione". La deportazione viene chiamata "diritto al futuro".
La sostanza è tuttavia la medesima: la mercificazione dell'essere umano, che questa economia porta alle sue estreme, più brutali conseguenze. Ieri gli schiavi venivano deportati in catene per portarli a lavorare nelle piantagioni dei colonialisti. Oggi i migranti si auto-deportano per venire a fare gli schiavi nelle metropoli occidentali.
Davanti a questo esodo biblico, epocale, la pietas rischia di diventare la foglia di fico dell'imperialismo umanitario, di una economia capitalistica che usa i migranti come merce, come strumento supplementare delle politiche neoliberiste di pauperizzazione generale e di distruzione dei demos e delle comunità nazionali.
La pietas deve lasciare il posto alla politica, e politica, se non è demagogia (di qualunque marca essa sia, xenofoba o umanitaristica) implica una visione del mondo, della società, dello Stato.
Nella nostra visione socialista non c'è posto alcuno per la barbarie globalista.
Ps
Sul tema dell'immigrazione vedi questi contributi:
IMMIGRAZIONE: ANTICRITICA , 28 settembre 2015
IMMIGRAZIONE DI MASSA E SUICIDIO A SINISTRA, 4 maggio 2016
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