[ 17 maggio ]
La Francia è tutta con Macron ed è tutta europeista. Questo ci viene raccontanto dalla mattina alla sera da quando il gerontofilo Emmanuel Macron ha vinto il ballottaggio alle presidenziali francesi. Peccato che sia una panzana! Per capirlo basterebbe guardare la percentuale di voto del primo turno - quando i francesi poterono esprimere la loro opinione senza ricatto - e soprattutto la stampa più analitica dei mangialumache, che propina da qualche giorno un'interessante analisi del fenomeno Internet in Francia.
Partiamo dai dati del primo turno: contro il sistema euro e antiausterità non c'era solo il Front National, ma anche Melenchon, Dupont-Aignan, Lassalle, ecc. A favore della Ue, e persino con molte prudenze e tantissimi distinguo, non c'era solo En Marche, il partito sorosiano inventato da Macron, ma anche i due paraculi della vecchia guardia partitocratica: Fillon e Hamon. Se sommiamo i due gruppi, come nell'infografica pubblicata da Giovanni Zibordi, vediamo che la situazione tra i due schieramenti era pari: 38 per cento contro la Ue, 38 per cento a favore (e con moooooolta prudenza). Il resto dei cittadini, 24 per cento circa, si è dichiarato indeciso o indifferente.
Quale lezione si può ricavare da questo voto?
Che non tutto è perduto per i sovranisti, ma soprattutto che Marine Le Pen ha giocato male le sue carte. Ha spinto sui migranti, che in Francia non sono però un grandissimo problema. Se vi eccita la black people e volete ammirare dei neri (anzi, delle donne di colore, che è meglio) andatevente a Parigi, non in Africa. I francesi sono infatti il paese europeo che da tanti anni si confronta col suo passato colonialista e le città sono piene di "stranieri" da decenni; inoltre, i terroristi che hanno fatto le stragi in Francia erano francesi e non gente scesa col barcone, quindi questo tema non era poi così avvincente come lo sarebbe, forse, da noi in Italia.
Inoltre, ed è la cosa più interessante, Marine le Pen è stata presentata come fascista dai media e qui è arrivata la mazzata che ha portato alla vittoria di Macron. La questione determinante, quella economica, non è stata gestita dalla Le Pen con sufficiente competenza e si è visto, anche nel famoso dibattito televisivo.
Una Fascista e tentennante in economia? Meglio Macron, si son detti, ma ciò non significa per niente preferire l'austerità.
Secondo e più interessante punto: a quanto pare i francesi non si fidano molto delle notizie online. Sotto il profilo dell'informazione sono rimasti piuttosto tradizionalisti. Quello che era riuscito a Trump, insomma, cioè di usare twitter come un bazooka, non è stato possibile alla Le Pen, che aveva a che fare con una popolazione molto affezionata a le Figaro e compagnia cantando.
CONCLUSIONE.
La Francia è tutta con Macron ed è tutta europeista. Questo ci viene raccontanto dalla mattina alla sera da quando il gerontofilo Emmanuel Macron ha vinto il ballottaggio alle presidenziali francesi. Peccato che sia una panzana! Per capirlo basterebbe guardare la percentuale di voto del primo turno - quando i francesi poterono esprimere la loro opinione senza ricatto - e soprattutto la stampa più analitica dei mangialumache, che propina da qualche giorno un'interessante analisi del fenomeno Internet in Francia.
Partiamo dai dati del primo turno: contro il sistema euro e antiausterità non c'era solo il Front National, ma anche Melenchon, Dupont-Aignan, Lassalle, ecc. A favore della Ue, e persino con molte prudenze e tantissimi distinguo, non c'era solo En Marche, il partito sorosiano inventato da Macron, ma anche i due paraculi della vecchia guardia partitocratica: Fillon e Hamon. Se sommiamo i due gruppi, come nell'infografica pubblicata da Giovanni Zibordi, vediamo che la situazione tra i due schieramenti era pari: 38 per cento contro la Ue, 38 per cento a favore (e con moooooolta prudenza). Il resto dei cittadini, 24 per cento circa, si è dichiarato indeciso o indifferente.
Quale lezione si può ricavare da questo voto?
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Inoltre, ed è la cosa più interessante, Marine le Pen è stata presentata come fascista dai media e qui è arrivata la mazzata che ha portato alla vittoria di Macron. La questione determinante, quella economica, non è stata gestita dalla Le Pen con sufficiente competenza e si è visto, anche nel famoso dibattito televisivo.
Una Fascista e tentennante in economia? Meglio Macron, si son detti, ma ciò non significa per niente preferire l'austerità.
Secondo e più interessante punto: a quanto pare i francesi non si fidano molto delle notizie online. Sotto il profilo dell'informazione sono rimasti piuttosto tradizionalisti. Quello che era riuscito a Trump, insomma, cioè di usare twitter come un bazooka, non è stato possibile alla Le Pen, che aveva a che fare con una popolazione molto affezionata a le Figaro e compagnia cantando.
CONCLUSIONE.
Sbagliato, sbagliatissimo agitarsi per la sconfitta della Le Pen. I francesi sono abituati a manifestare per i loro diritti, e anche in modo molto violento. Dal 1789 in poi hanno fatto decine di manifestazioni in grado di rovesciare un governo. Su questo sono dei maestri assoluti. Allora le cose sono due: o Macron si limita ad amministrare l'amministrabile, rosicando qualcosa a Bruxelles, e allora i sovranisti sono fregati. Oppure il fighetto d'oltralpe porta l'austerità già vista in Italia con Monti - dove i dipendenti statali sono ora tutti ultracinquantenni e si va in pensione dopo la morte - e in Grecia, dove gli ammalati si portano il cibo da casa quando vanno in ricovero ospedaliero.
Se sarà così, per i sovranisti europei si prospetta una stagione politica interessante. La più interessante di tutte.
Se sarà così, per i sovranisti europei si prospetta una stagione politica interessante. La più interessante di tutte.
* Fonte: Micidial
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