[ 23 maggio 2017]
«Il documento su ALITALIA che qui sotto presentiamo in anteprima è di straordinaria importanza per chi voglia capire come stanno davvero le cose. Un'analisi e proposte preziose che danno ragione della resistenza dei lavoratori, smentendo il governo e dando una lezione ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari».
Sul quotidiano LA STAMPA di oggi, 23 maggio, il commissario Enrico Laghi evita furbescamente di dare risposte chiare ed esaustive al giornalista che gli chiede come coi suoi compagni di merende (in conflitto di interessi) intenda "salvare" Alitalia.
La sua parola d'ordine è "riduzione dei costi" e, tra questi, nuovi licenziamenti, anzitutto del personale di terra.
Resta insomma dentro la cornice di ferro del "Piano" coraggiosamente (e sonoramente) bocciato dai lavoratori, tenendo fermo l'obbiettivo assegnatogli dal governicchio Gentiloni-Del Rio: cura dimagrante per (s)vendere al miglior offerente Alitalia, chiunque esso sia. Ne è riprova che i tre commissati abbiamo affidato alla Rothschild il ruolo di advisor finanziario per la vendita di Alitalia.
Laghi e i sui compari si comportano così come liquidatori: nessuna intenzione di far rinascere la compagnia di bandiera, ciò che implica non tagli al personale bensì, al contrario, un forte e credibile piano di investimenti.
=> Pagina di Solidarietà coi lavoratori Alitalia, fatela conoscere!
Non è con questi tre signori che occorre prendersela ma con il governo, affinché cambi direzione.
Il governo non solo può ma deve! dare incarico ad un comitato di tecnici e manager competenti, che abbiano cioè mostrato una comprovata conoscenza ed esperienza del settore del trasporto aereo, non solo di svelare le ragioni del disseto finanziario di Alitalia, ma come risanarla e rilanciarla, affinché diventi di nuovo una grande compagnia di bandiera.
Abbiamo mostrato (QUI) che lo Stato ha le risorse per essere, non Pantalone, ma garante di prima istanza di questo rilancio. Dimostreremo che è anche un grosso affare.
L'ipotesi primaria resta dunque quella della nazionalizzazione.
Esistono certo delle subordinate in fatto di assetti societari in cui lo Stato sia comunque protagonista responsabile, quello che va escluso è insistere nel consegnare Alitalia a privati, peggio che mai stranieri (peggio del peggio compagnie Low Cost).
Presentiamo ai lettori un PIANO DETTAGLIATO PER LA RINASCITA DI ALITALIA.
E' STATO ELABORATO DA UN GRUPPO DI TECNICI AMICI DI ALITALIA E DELLE SUE MAESTRANZE.
Questo Piano, dopo un'analisi comparata dei bilanci Alitalia e dei clamorosi errori di gestione (come si vedrà non si escludono maneggi di altra natura) indica delle soluzioni concrete per il rilancio della compagnia di bandiera, senza tagli all'occupazione. Come si capirà leggendo questo gruppo di tecnici non sposa la proposta della nazionalizzazione. Ritiene anzi che con l'adozione di un efficace piano industriale, e senza aiuti di Stato, Alitalia sia a quel punto appetibile a cordate private.
Al netto di questa differenza politica il documento che presentiamo qui sotto è di straordinaria importanza per chi voglia capire come stanno davvero le cose. Un'analisi e proposte preziose che danno ragione della resistenza dei lavoratori, smentendo il governo e dando una lezione ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.
Buona e attenta lettura...
«Il documento su ALITALIA che qui sotto presentiamo in anteprima è di straordinaria importanza per chi voglia capire come stanno davvero le cose. Un'analisi e proposte preziose che danno ragione della resistenza dei lavoratori, smentendo il governo e dando una lezione ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari».
Sul quotidiano LA STAMPA di oggi, 23 maggio, il commissario Enrico Laghi evita furbescamente di dare risposte chiare ed esaustive al giornalista che gli chiede come coi suoi compagni di merende (in conflitto di interessi) intenda "salvare" Alitalia.
La sua parola d'ordine è "riduzione dei costi" e, tra questi, nuovi licenziamenti, anzitutto del personale di terra.
Resta insomma dentro la cornice di ferro del "Piano" coraggiosamente (e sonoramente) bocciato dai lavoratori, tenendo fermo l'obbiettivo assegnatogli dal governicchio Gentiloni-Del Rio: cura dimagrante per (s)vendere al miglior offerente Alitalia, chiunque esso sia. Ne è riprova che i tre commissati abbiamo affidato alla Rothschild il ruolo di advisor finanziario per la vendita di Alitalia.
Laghi e i sui compari si comportano così come liquidatori: nessuna intenzione di far rinascere la compagnia di bandiera, ciò che implica non tagli al personale bensì, al contrario, un forte e credibile piano di investimenti.
=> Pagina di Solidarietà coi lavoratori Alitalia, fatela conoscere!
Non è con questi tre signori che occorre prendersela ma con il governo, affinché cambi direzione.
Il governo non solo può ma deve! dare incarico ad un comitato di tecnici e manager competenti, che abbiano cioè mostrato una comprovata conoscenza ed esperienza del settore del trasporto aereo, non solo di svelare le ragioni del disseto finanziario di Alitalia, ma come risanarla e rilanciarla, affinché diventi di nuovo una grande compagnia di bandiera.
Abbiamo mostrato (QUI) che lo Stato ha le risorse per essere, non Pantalone, ma garante di prima istanza di questo rilancio. Dimostreremo che è anche un grosso affare.
L'ipotesi primaria resta dunque quella della nazionalizzazione.
Esistono certo delle subordinate in fatto di assetti societari in cui lo Stato sia comunque protagonista responsabile, quello che va escluso è insistere nel consegnare Alitalia a privati, peggio che mai stranieri (peggio del peggio compagnie Low Cost).
Presentiamo ai lettori un PIANO DETTAGLIATO PER LA RINASCITA DI ALITALIA.
E' STATO ELABORATO DA UN GRUPPO DI TECNICI AMICI DI ALITALIA E DELLE SUE MAESTRANZE.
Questo Piano, dopo un'analisi comparata dei bilanci Alitalia e dei clamorosi errori di gestione (come si vedrà non si escludono maneggi di altra natura) indica delle soluzioni concrete per il rilancio della compagnia di bandiera, senza tagli all'occupazione. Come si capirà leggendo questo gruppo di tecnici non sposa la proposta della nazionalizzazione. Ritiene anzi che con l'adozione di un efficace piano industriale, e senza aiuti di Stato, Alitalia sia a quel punto appetibile a cordate private.
Al netto di questa differenza politica il documento che presentiamo qui sotto è di straordinaria importanza per chi voglia capire come stanno davvero le cose. Un'analisi e proposte preziose che danno ragione della resistenza dei lavoratori, smentendo il governo e dando una lezione ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.
Buona e attenta lettura...
9 commenti:
Se come sembra si sta per andare ad elezioni, viste le aperture di Renzi a Berlusconi per il tedeschellum, terranno Alitalia nel limbo fino all'autunno. Lo stesso faranno con gli altri fronti di crisi. Dopo, archiviate le necessità elettorali e liberi dal bisogno immediato del consenso, daranno nuovo corso all'attacco.
Non c'è un solo accenno alle condizioni di lavoro in Ryan Air.
Non si spiega perché una compagnia di bandiera è essenziale per un paese.
Non si dice nulla sulle dimensioni e la qualità dell'indotto.
Si usano termini inglesi a due ogni riga.
Non si parla nemmeno di sfuggita della necessità di creare un fronte del lavoro.
Chi vi legge così?
State sostenendo il ruolo del dipendente nelle aziende o state proponendovi come manager?
ANONIMO VELENOSAMENTE SCRIVE
«Non c'è un solo accenno alle condizioni di lavoro in Ryan Air.
Non si spiega perché una compagnia di bandiera è essenziale per un paese.
Non si dice nulla sulle dimensioni e la qualità dell'indotto.
Si usano termini inglesi a due ogni riga.
Non si parla nemmeno di sfuggita della necessità di creare un fronte del lavoro.
Chi vi legge così?
State sostenendo il ruolo del dipendente nelle aziende o state proponendovi come manager?»
Faccio notare che quanto io penso e propongo per Alitalia, l'ho scritto in interventi precedenti.
SUCCO: Alitalia dovrebbe essere nazionalizzata con la possibilità di un controllo da parte delle maestranze. Quindi rimando l'anonimo alla lettura dei mie precedenti articoli.
MA QUESTA PROPOSTA, SE NON VUOLE ESSERE DECLAMATORIA E QUINDI DEMAGOGICA, DEVE CAMMINARE SU DELLE FORTI GAMBE E AFFINCHE' SIANO SOLIDE DEV'ESSERCI UN'ANALISI SCRUPOLOSA DEI BILANCI E DELLE STRATEGIE (FALLITE) RECENTI DI ALITALIA, E DEV'ESSERCI UNA ANALISI COMPARATA e APPROFONDITA DEL SETTORE DEL TRASPORTO AEREO.
Da questo punto di vista il lavoro svolto dall'équipe di tecnici che ha elaborato il PIANO che ho allegato al mio intervento mi pare di grande valore.
Dai tecnici ci aspettiamo soluzioni tecniche, quelle sindacali le propongono i sindacati, ammesso che rappresentino davvero i lavoratori.
Mi pare poi di capire che l'anonimo abbia un'idea quanto mai errata e meschina del ruolo dei lavoratori, come se essi dovessero disinteressarsi del tutto al piano industriale. Io, all'opposto, penso che le maestranze, lungi dal comportarsi come un branco di pecore belanti, abbiano il dovere di capire come funziona la loro azienda, di mettere becco sulle strategie aziendali. Non dovrebbero quindi agire solo di rimessa, come sudditi, ma come intelligenza collettiva. Direbbe Gramsci: come classi dirigente.
Sandokan, ma di che diavolo parli.
Mi attribuisic pensieri che non ho minimamente espresso.
Ma davvero sei uno che si riduce a questo?
Non ho MAI detto che inlavoratori si devono disinteressare al piano indistriale.
Tu forse sei un giovanotto, io in Alitalia ci ho lavorato quasi venticinque anni e a varie assemblee ho detto che gli enormi privilegi contrattuali che avevamo (non enormi scusami...colossali...tu non hai nemmeno la più pallida idea) siccome prima o poi li avremmo persi, dovevamo cederli ma in cambio di due cose:
1) della possibilità di mettere il naso nei dettagli economici, finanziari edi tutti i tipi della gestione.
Il nostro problema principale NON ERA quello di mantenere quei privilegi che la congiuntura storica precedente aveva permesso sia a noi che alle altre compagnie estere - e che in QUESTA congiuntura storia non potevamo mantenere a lungo - ma quello di avere una azienda che non fosse gestita in maniera truffaldina, che non fosse un bottino da spartire fra le varie lobby italiane, in cui la "proprietà" siccome era troppo frammentata puntava solo ad alzare il prezzo delle azioni sul breve, endere e poi disfarsi della azienda a spese dello stato.
2) poter mettere becco nelle scelte di gestione.
Pericolosissimo. L'esperienza insegna che i sindacalisti una volta nelle stanze del potere sbracano come puttane, vedi quello che è successo in Germania.
Ma il punto è che un sindacato DOVREBBE OCCUOPARSI ANCHE DELLA CRESCITA DELLA CONSAPEVOLEZZA POLITICA DEI PROPRI ISCRITTI. Discorso lungo.
Comunque Sandokan, le critiche non erano "velenose" sei tu che non le tolleri.
Il tuo piano è ridicolo, equivale a chiedere in ginocchio a Ryan Air di rilevare Alitalia.
Qui l'unica speranza PER I LAVORATORI IN QUANTO CLASSE è che si riconosca il ruolo strategico nazionale dell'azienda e che si stabilisca che determinati asset appunto strategici debbano restare o ritornare a essere beni comuni da gestire secondo criteri non strettamente di profitto economico ma complessivo ossia tenendo conto delle ricadute sull'indotto.
Ti comsiglio di andare da qualcuno anziano e farti soiegare quello che ho detto.
Se poi sei anziano anche tu allora direi che ci possiamo salutare.
Fategli leggere questo al signor Sandokan
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/mio-assurdo-colloquio-lavoro-ryanair-questi-tempi-148215.htm
E accertatevi di quello che pubblicate oer cortesia che di vedere filoaziendalisti in feeding frenzy pure qui non ce n'era proprio bisogno
E non censurate cazzo...avete pubblicato questa cosa di Sandokan che è vergognosa e impedite il dibattito?
Doversi leggere qui su questo sito i farneticamenti di un filoaziendalista dei miei stivali è il colmo.
E magari condividete pure voi le idee di questo squinternato...
Caro ANONIMO,
come vedi non censuriamo affatto.
Però non possiamo nemmeno far diventare il nostro blog una tribuna in cui uno ripete ossessivamente il medesimo concetto, per di più offendendo un nostro collaboratore.
Almeno tenta, se puoi, di aggiustare i toni.
Che poi Sandokan venga accusato di essere per il modello RyanAir, dopo che ha scritto almeno cinque post.. questo ti copre di ridicolo.
Mi dispiace che non tu non abbia completamente capito questa analisi e queste proposte per il rilancio di alitalia.
È comunque comprensibile il fatto che certi termini inglesi...obbligatori conoscere per chi opera ed ha esperienza nel complesso mondo dell aviazione,ti rimangano difficili da capire.
CHI invece ha lungamente lavorato in una compagnia aerea ritiene che questa analisi e queste proposte sono chiarissime e geniali.
Se non riesci a comprendere non prendertela.
Non è obbligatorio dare giudizi se non si riesce a capire questa perfetta analisi e queste geniali soluzioni per far uscire alitalia dalla crisi.
Se tu avessi lavorato per molto tempo nel complicato mondo dell aviazione avresti facilmente capito tutto...anche i termini inglesi..che sono comuni e comprensibili.
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